21/09/2021
2 recensioniLillà, rose e miele
Nelle mani per tutta la notte ha stretto con vorace passione i seni arrotondati di sua moglie, adesso invece regge un foglio sgualcito.
Lei sta dormendo, alza gli occhi con muta disperazione e ne segue i contorni morbidi.
I capelli accesi, il sorriso beato misto al respiro dolce che emana anche da lontano.
Remus rilegge l’unica frase che qualcuno ha scritto, forse in cerca di qualche clausola nascosta, qualche errore burocratico.
Gli occhi sono lucidi, bruciano forse.
Il grande orologio orlato di ghirigori argentei segna mezzanotte, in lontananza può sentire le ali del gufo appena tornato indietro.
Teddy si agita nel sonno, ignaro.
Ha i pugnetti alzati in segno di protesta, e Remus che non vuol svegliare Dora lo stringe tra le braccia beandosi del calore.
Trattiene a stento un singhiozzo, poggiando il volto sulla guancia paffuta di suo figlio.
Per anni ha pensato che morire fosse la cosa più giusta per un essere come lui. Ma adesso, proprio in quel momento che finalmente sembra aver dato senso a quel turbinio di angoscia, tutto sta per finire.
Si dirige sul letto, Teddy lo sta osservando, gli occhi cristalli lucenti.
Remus lo stringe forte, piangendo in silenzio.
Vi amerò per sempre pensa, assopendosi.
Spalanca gli occhi, qualche ora dopo notando che Dora non c’è.
«Dora?» esclama agitato.
«Sarai un padre meraviglioso» sussurra Ninfadora.
Sua moglie è poggiata allo stipite della porta, gli occhi ricolmi di amore e qualcosa che Remus non riesce a cogliere appieno.
«Sono quasi le tre, torna a dormire» mormora Remus, abbracciando entrambi.
Nell’aria si avverte un pianto antico, sommesso.
Lei sta dormendo, alza gli occhi con muta disperazione e ne segue i contorni morbidi.
I capelli accesi, il sorriso beato misto al respiro dolce che emana anche da lontano.
Remus rilegge l’unica frase che qualcuno ha scritto, forse in cerca di qualche clausola nascosta, qualche errore burocratico.
Gli occhi sono lucidi, bruciano forse.
Il grande orologio orlato di ghirigori argentei segna mezzanotte, in lontananza può sentire le ali del gufo appena tornato indietro.
Teddy si agita nel sonno, ignaro.
Ha i pugnetti alzati in segno di protesta, e Remus che non vuol svegliare Dora lo stringe tra le braccia beandosi del calore.
Trattiene a stento un singhiozzo, poggiando il volto sulla guancia paffuta di suo figlio.
Per anni ha pensato che morire fosse la cosa più giusta per un essere come lui. Ma adesso, proprio in quel momento che finalmente sembra aver dato senso a quel turbinio di angoscia, tutto sta per finire.
Si dirige sul letto, Teddy lo sta osservando, gli occhi cristalli lucenti.
Remus lo stringe forte, piangendo in silenzio.
Vi amerò per sempre pensa, assopendosi.
Spalanca gli occhi, qualche ora dopo notando che Dora non c’è.
«Dora?» esclama agitato.
«Sarai un padre meraviglioso» sussurra Ninfadora.
Sua moglie è poggiata allo stipite della porta, gli occhi ricolmi di amore e qualcosa che Remus non riesce a cogliere appieno.
«Sono quasi le tre, torna a dormire» mormora Remus, abbracciando entrambi.
Nell’aria si avverte un pianto antico, sommesso.
Nelle narici sente ancora il suo profumo, quel misto di lillà, rose e miele anche se il sentore di morte e disperazione attanaglia tutto ciò che lo circonda.
Remus si sente rinfrancato, trovarsi là dove tutto è iniziato fa che il tutto sia accettabile, in parte.
Cammina a passo lento, quasi convinto che muovendosi con esasperazione possa in qualche modo far durare il tutto più a lungo.
Dentro il suo animo, il fuoco dell’ingiusta condanna che lo segue da una vita sta distruggendo ogni lucida azione, e ritrovando Harry poco prima gli ha solo ricordato ciò che sta per accadere.
Lo stanno aspettando, tutti.
Dopo la morte di Sirius ha provato in tutti i modi a raggiungerli dall’altra parte, anche se le regole sono ben diverse e lo sa.
Non vuole lasciarli, non vuole.
Le lacrime stanno rigando il volto segnato di Remus, nessuno può vederlo ed anche se non sa come o quando si dirige verso la battaglia, sfoderando la bacchetta.
«Remus!» .
La paura lo immobilizza.
«Dora! Cosa ci fai qui? Torna a casa da Teddy» urla spaventato.
«È con mia madre, starà bene» mormora.
La protesta si blocca sulle labbra di Remus, mentre Dora gli riserva uno sguardo di lucido ed immenso dolore.
Remus capisce e affranto sussurra:« No, ti prego».
Dora l’abbraccia, lo stringe forte.
I loro cuori battono disperati, i loro visi sono bagnati.
Remus avverte ancora quel profumo lillà, rose e miele.
Remus si sente rinfrancato, trovarsi là dove tutto è iniziato fa che il tutto sia accettabile, in parte.
Cammina a passo lento, quasi convinto che muovendosi con esasperazione possa in qualche modo far durare il tutto più a lungo.
Dentro il suo animo, il fuoco dell’ingiusta condanna che lo segue da una vita sta distruggendo ogni lucida azione, e ritrovando Harry poco prima gli ha solo ricordato ciò che sta per accadere.
Lo stanno aspettando, tutti.
Dopo la morte di Sirius ha provato in tutti i modi a raggiungerli dall’altra parte, anche se le regole sono ben diverse e lo sa.
Non vuole lasciarli, non vuole.
Le lacrime stanno rigando il volto segnato di Remus, nessuno può vederlo ed anche se non sa come o quando si dirige verso la battaglia, sfoderando la bacchetta.
«Remus!» .
La paura lo immobilizza.
«Dora! Cosa ci fai qui? Torna a casa da Teddy» urla spaventato.
«È con mia madre, starà bene» mormora.
La protesta si blocca sulle labbra di Remus, mentre Dora gli riserva uno sguardo di lucido ed immenso dolore.
Remus capisce e affranto sussurra:« No, ti prego».
Dora l’abbraccia, lo stringe forte.
I loro cuori battono disperati, i loro visi sono bagnati.
Remus avverte ancora quel profumo lillà, rose e miele.
Dedico questa piccola flash a mia sorella.
E spero che sia di vostro gradimento, un abbraccio.