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Autore: Andrea Micky    21/09/2021    1 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/Editoriale_Metro]
La variante di un vecchio cliché umoristico é alla base di questa nuova avventura del pingue Poldo Sbaffini.
POPEYE and relative characters created by E. C. SEGAR
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ospite di riguardo
by Andrea Micky

In preda alla fame più nera, Poldo si stava aggirando per la città, in cerca di un’occasione da sfruttare.
“Sob! Il mio stomaco vuoto  protesta e le mie tasche altrettanto vuote lo zittiscono” sospirò lo Sbaffini, facendo il punto della situazione.
In quel momento, da un supermercato lì vicino, uscì Olivia, trasportando due grosse borse della spesa piene di generi alimentari.
“Chissà perché Braccio di Ferro mi ha detto di comprare tutta questa roba” si chiese ad alta voce la ragazza.
Udendo quella parole, Poldo pensò “Uhm! Questa faccenda merita un approfondimento”.

Stando ben attento a non farsi scoprire, Poldo seguì Olivia fino a casa di Braccio di Ferro, origliando così un importante conversazione tra i due.
“Perché mi hai chiesto di comprare tutte queste cose per il pranzo di oggi?” domandò Olivia.
“Perché vi prenderà parte un ospite importante” le rispose Braccio di Ferro.
“E chi mai preferirebbe le pietanze che cucino io a quelle di un rinomato ristorante?” domandò lei.
“Il famoso Anif El Bet” rispose lui.
“Cosa? Ti riferisci al famoso eremita che ha trascorso tutta la vita in meditazione?” domandò eccitata Olivia.
“Proprio lui. Colpito da un’illuminazione, Anif El Bet ha deciso di scrivere un libro su tutto quello che é riuscito ad apprendere nel corso degli anni e sarà un editore della nostra città a pubblicarlo” spiegò il marinaio.
“Grandioso. Ma non capisco cosa c’entro io in questa storia” disse Olivia.
“Semplice: non essendo interessato al denaro, Anif El Bet ha chiesto come pagamento per i diritti del suo libro un semplice pranzo casalingo. E io, che sono stato ingaggiato come sua guardia del corpo, gli ho proposto di mangiare da noi” spiegò Braccio di Ferro.
“Capisco. Lascia fare a me, allora” disse Olivia, prima di andare in cucina a spadellare.
“Eh, eh! Adesso ne so abbastanza per procurarmi un buon pasto” pensò Poldo, mentre si allontanava alla chetichella.

Verso mezzogiorno, Olivia apparecchiò la tavola, su cui dispose il pranzo da lei preparato, che consisteva in tortellini alla panna, cotechino con puré di patate e torta alle fragole.
“Ecco fatto. Per una persona che ha vissuto in solitudine per tanti anni, questo pranzo sarà un’esperienza piacevole” disse Olivia, dopo aver controllato che tutto fosse in ordine.
In quel momento, qualcuno suonò il campanello e quando Olivia andò ad aprire, si ritrovò davanti un uomo vestito con una tunica, un turbante sulla testa, due grossi orecchini rotondi e il volto ricoperto da una lunga barba.
“Buongiorno, signorina. Io sono Anif El Bet e mi é stato detto che oggi sarò suo ospite a pranzo” si presentò l’uomo, la cui faccia era identica a quella di Poldo.
“Ma con lei dovrebbe esserci anche il mio fidanzato, nominato sua guardia del corpo” notò Olivia.
“Oh, lui é rimasto indietro per respingere un’orda di miei ammiratori, ma ci raggiungerà presto” rispose il visitatore.
“Capisco. Mi dia solo un momento per prendere una cosa e potrà accomodarsi in casa mia” rispose Olivia, mentre allungava una mano verso il portaombrelli.
Subito dopo, la ragazza usò un ombrello per colpire il visitatore sulla testa.

“Signorina, siete impazzita?” domandò sorpreso il visitatore.
“É inutile che reciti la commedia, Poldo. Ti ho riconosciuto subito” rispose Olivia.
“Poldo? Deve avermi confuso con qualcun altro” insisté l’uomo.
“Visto che non la smetti con le buone, passerò alle cattive” ringhiò Olivia, sollevando l’ombrello con entrambe le mani.
E così, l’uomo che sosteneva di essere Anif El Bet dovette darsela gambe, mentre Olivia lo inseguiva, usando l’ombrello come se fosse un randello.

“Olivia! Che stai facendo?” domandò Braccio di Ferro, sopraggiunto in quel momento.
“Sto dando una sonora lezione a quello scroccone di Poldo” rispose la ragazza, mentre afferrava la barba dell’impostore, per poi tirarla più forte che poteva.
“Ahiaaaaa!” urlò l’uomo, la cui barba rimase saldamente attaccata alla faccia, nonostante il brusco strattone ricevuto.
Capendo di avere davanti il vero Anif El Bet, Olivia mollò la presa ed arrossì imbarazzata.
“Ops! Mi scusi. l’avevo scambiata per qualcun altro” si giustificò lei.
“Certo che la sua fidanzata ha davvero un bel modo di accogliere gli ospiti” brontolò l’eremita, rivolgendosi a Braccio di Ferro.
“Si é trattato di un malinteso. Ma se adesso prova la cucina della mia fidanzata, se ne dimenticherà subito” assicurò il marinaio.
Con una certa diffidenza, Anif El Bet si lasciò condurre in casa da Braccio di Ferro e Olivia, ma quando fu davanti alla tavola, l’illustre ospite vide che sopra di essa non c’era niente da mangiare.

“Ehp! Che fine ha fatto tutta la roba che avevo cucinato?” domandò sorpresa Olivia.
“Niente scuse: la vostra incapacità nel soddisfare la mia semplice richiesta, unita all’increscioso episodio di cui sono stato vittima, mi ha fatto capire che devo affidare la pubblicazione  delle mie riflessioni alla casa editrice di un’altra città” sentenziò severamente Anif El Bet.
“No, aspetti. Se ci concede una seconda possibilità, Olivia preparerà il pranzo più squisito del mondo” insisté Braccio di Ferro.
“Veramente, con quello che mi é rimasto, posso preparare solamente un panino imbottito” ammise tristemente Olivia.
“Un panino imbottito? Sono anni che ho voglia di mangiarmene uno” ammise l’eremita, leccandosi le labbra.
“Posso farglielo con salame, formaggio, alici, prosciutto, spinaci…” disse Olivia, elencando gli ingredienti a sua disposizione.
“Me lo faccia con tanto salame e dimenticherò l’incidente di prima” rispose Anif El Bet, mentre si sedeva a tavola.
“Non la deluderò” promise Olivia, prima di mettersi all’opera.

Fu così che, grazie ad un semplice panino imbottito, Olivia sistemò le cose  con Anif El Bet, il cui libro si rivelò il più venduto dell’anno, avvenimento che portò diversi vantaggi alla città dei nostro marinaio mangia spinaci.
Ma nonostante la lieta conclusione della vicenda, Olivia non poté fare a meno di chiedersi che fine avesse fatto il pranzo da lei preparato.

La risposta a quella domanda era molto semplice.
Dopo aver origliato, Poldo era andato a casa sua per camuffarsi, ma visto che non aveva trovato nulla che rendesse il suo travestimento credibile, lo Sbaffini era tornato da Olivia, con la vana speranza di sgraffignare qualche avanzo.
Una volta giunto a destinazione, però, Poldo aveva assistito alla scena dello scambio di persona e approfittando della situazione, lo Sbaffini si era intrufolato in casa e aveva arraffato tutto quello che c’era sulla tavola.
“Mi spiace che quel poveretto le abbia prese al posto mio, ma nella lotta per la sopravvivenza non si fanno prigionieri” pensò Poldo, mentre si abbuffava con la succulenta refurtiva.

FINE

   
 
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