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Autore: MaryFangirl    21/09/2021    4 recensioni
Un incidente ha fatto cambiare tutto...l'amore può esistere al di là delle differenze?
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hideyuki Makimura, Kaori Makimura, Ryo Saeba, Saeko Nogami
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Dopo aver fatto il suo ingresso in quella stramba famiglia e passati alcuni giorni, Kaori aveva il primo appuntamento con il dottor Seto Mitana, neurochirurgo dell'ospedale principale di Tokyo.
 
Appena entrata, Kaori avvertì subito la sensazione di soffocamento e mancanza d'aria, come ogni volta che entrava in un ospedale. Questo non era diverso dagli altri, con pareti completamente bianche e ampi corridoi che non finivano mai. C'erano gli stessi suoni di un mucchio di dispositivi e dei passi delle infermiere che camminavano da una stanza all'altra. Ma soprattutto, c'era quell'odore...odore di disinfettante, che prendeva alla gola e provocava un principio di nausea. Tutta l'agitazione così particolare per quel luogo Kaori la conosceva a memoria, avendovi trascorso buona parte della sua infanzia.
 
Anche dopo tanto tempo, il malessere e il disagio rimanevano. Era impossibile sentirsi a proprio agio in quel posto quando aveva designato l'inizio di un'altra vita. Eppure, oggi quel posto non significava più sofferenza, ma rappresentava una vera speranza per la giovane donna. La speranza di tornare di nuovo, forse, a una vita più normale. Quindi sì, era pronta a trascorrere ancora un po' di tempo in quel luogo. Hideyuki aveva accompagnato sua sorella per il primo appuntamento. Sapeva che era in uno stato emotivo piuttosto elevato. E che l'odore degli ospedali le dava molto fastidio.
 
Mentre aspettava in sala d'attesa, Kaori continuava a torcersi le dita per l'ansia. Hideyuki le prese la mano e le sorrise. Questo calmò un po' Kaori, che ricambiò il sorriso. Era sempre stato presente durante quelle fin troppo numerose visite in ospedale. L'aveva sostenuta dandole coraggio, la forza di andare avanti, senza mai lamentarsi o biasimarla. Per tutto questo, gli era molto grata.
 
Si riscosse dai suoi pensieri quando un'infermiera pronunciò il suo nome. La condusse in una stanza per la visita, Kaori e Hideyuki aspettarono l'arrivo del dottore. La giovane donna cominciò a sentire il proprio cuore battere un po' più velocemente. Sperava di poter essere oggetto di quell'intervento...sperava di farcela...Kaori era piena di trepidazione, ma anche di speranza.
 
Quando il dottore arrivò, Kaori fu colpita dal fatto che fosse giovane. Non poteva essere più anziano di suo fratello. Aveva un viso dai lineamenti perfettamente armoniosi e un sorriso che illuminava i suoi occhi scuri. Le sembrò subito comprensivo e rassicurante. Salutò Kaori e il fratello mentre si presentava e si prese qualche minuto per leggere la cartella clinica della sua nuova paziente.
 
“Vedo che la sua disabilità è dovuta a un incidente stradale nei primi anni d'infanzia. È stato colpito il midollo spinale, che ha provocato la paralisi totale degli arti inferiori. Tuttavia, ha ancora sensibilità nel bacino e nell'apparato genitale, quindi non c'è incontinenza. Penso che il suo caso possa essere adatto per questo tipo di procedura. Tuttavia, signorina Makimura, deve essere consapevole che, sebbene rivoluzionaria, la tecnica potrebbe anche risultare fallimentare. Deve capire che questo rischio esiste. Il chip che andremo ad impiantare sulla colonna consentirà, tramite a delle scariche, di stimolare i suoi muscoli e i nervi motori, per poter ritrovare le sensazioni di tatto negli arti inferiori. Queste stimolazioni potrebbero forse anche permetterle di arrivare a camminare. Ma sappia che, se anche dovesse riuscirci, non sarebbe più come se lo ricorda”
 
“Cosa intende?” chiese Makimura, molto attento alle spiegazioni del dottore.
 
“Mi spiego. La signorina Makimura potrebbe riacquistare la capacità di camminare, ma non è detto che possa farlo in maniera indipendente. Potrebbe dover avere bisogno di stampelle, di un bastone, nel migliore dei casi potrebbe non avere bisogno di alcun sostegno, ma la camminata rimarrà zoppa e squilibrata”
 
“Se ho capito bene, dottore, potrei riuscire a camminare di nuovo, ma zoppicando, è qui?” chiese.
 
“Sì, in questo senso non ritroverà la capacità di camminare uguale a com'era prima dell'incidente. Purtroppo non potremo mai riparare al cento per cento ciò che è stato distrutto”
 
“Anche se dovessi camminare con le stampelle, voglio fare di tutto per alzarmi da questa sedia” disse Kaori con grande determinazione.
 
Di fronte alla risolutezza della giovane donna, il dottore non poté fare a meno di sorridere. Ammirava quelle persone più di ogni altra cosa, si battevano ferocemente a prescindere dalle difficoltà e gli ostacoli che si frapponevano sul loro cammino.
 
“Mi creda”, disse, “faremo tutto il possibile per riuscirci. Ma voglio comunque avvertirla che dopo l'operazione dovrà fare prova di molta pazienza e dovrà fare molti sforzi per una riabilitazione che rischia di essere lunga e dolorosa, senza avere la certezza del successo”

“Sono pronta a tutto, dottore. Sono pronta a subire tutto ciò che serve, a qualsiasi sforzo. Non mi arrenderò mai” esclamò Kaori.
 
“A quale punto si potrà dire che l'intervento e il chip saranno stati un successo?” chiese Makimura.
 
Sua sorella sorrise alla domanda, era un bene, in quel tipo di colloquio, che ritrovasse in lui il poliziotto che era stato e il detective che era, sempre molto pragmatico.
 
“Beh, saremo più o meno sicuri che l'operazione sarà andata a buon fine quando la signorina Makimura comincerà a ritrovare la sensibilità alle gambe, cosa che non ha del tutto a causa della paralisi. Solo allora potremo dire che potrebbe esserci l'evoluzione che speriamo tutti. Ma oggi è impossibile determinare con precisione quando l'intervento potrà dirsi riuscito. Ogni paziente, a seconda della gravità della sua paralisi, reagisce in modo diverso, quindi è molto aleatorio. Ma faremo di tutto perché la signorina Makimura ottenga risultati molto rapidamente” disse guardando la giovane donna.
 
Kaori si sentì arrossire allo sguardo del dottore su di lei. Abbassò rapidamente gli occhi sulle proprie gambe. Dopo un breve silenzio, il dottor Mitana aggiunse:
 
“Passiamo a cose più pratiche. Vedo che vive in città, il che è positivo per gli appuntamenti qui e per la riabilitazione. Ora devo visitarla. Può seguirmi nella stanza accanto?”
 
Kaori conosceva a memoria l'intera procedura, essendo passata per le mani di diversi medici e chirurgi. Pudicamente, si spogliò e si ritrovò in biancheria intima. Mitana la portò al lettino dove la fece stendere. Le prese la gamba e iniziò ad eseguire degli esercizi per vedere la flessibilità delle articolazioni, delle caviglie, del ginocchio e dell'anca, annotando i risultati che osservava. Kaori lo lasciò fare senza dire una parola. Ad ogni modo, non sentiva affatto le mani del dottore sulle gambe, né alcun movimento. Era come se la vita avesse del tutto abbandonato quella parte del suo corpo.
 
Rivide se stessa, a 5 anni, in ospedale, mentre si toccava le gambe e non capiva perché non le sentisse più. Per quanto forte pizzicasse, le colpisse, non c'era dolore, anche se appariva il rossore. Niente...non c'era alcuna sensazione. Aveva provato a spostarle, ma ancora una volta nessuna reazione. Pur concentrandosi con tutte le sue forze per muoverle, non era riuscita a fare un solo movimento...allora aveva iniziato a urlare con tutta la sua voce, e a piangere tutte le lacrime del suo corpo, finché non era arrivata un'infermiera a darle un sedativo per calmarla. Dopo aver scoperto la sua paralisi, la bambina era stata soggetta a un esaurimento nervoso che nulla era riuscito a calmare. Così, era rimasta sotto tranquillanti per diversi giorni.
 
Quando il dottor Mitana ebbe finito di esaminare le gambe della paziente, la aiutò a sedersi al bordo del lettino. Quindi visitò la colonna vertebrale e la schiena di Kaori per vedere se la giovane donna fosse ben dritta e non soffrisse di una deformazione.
 
“Bene, signorina Makimura, può vestirsi” disse il giovane dottore.
 
Kaori obbedì, poi raggiunse il fratello e il dottore dopo essersi vestita.
 
“Come dicevo all'inizio del colloquio, sembra che lei abbia tutti i criteri perché l'intervento funzioni. Quindi non resta che fissare una data”
 
Il cuore di Kaori iniziò improvvisamente a battere più forte mentre attendeva di conoscere la fatidica data in cui, forse, avrebbe trovato una nuova vita.
 
“Oggi è il 28 marzo, cosa ne pensa del 5 aprile, tra una settimana esatta? Dovrebbe venire in clinica la sera prima”

“Mi sembra ottimo” rispose Kaori.
 
“Allora è deciso, glielo scrivo su un foglio così da poter fissare l'appuntamento con l'anestesista senza dover aspettare oltre”
 
Kaori e Hideyuki ringraziarono il dottor Mitana e, prima di lasciare l'ospedale, Kaori prese appuntamento per il giorno successivo con l'anestesista di turno.
 
Sulla strada di casa, Kaori non fu molto eloquente, e Hideyuki immaginava cosa dovesse occupare la mente di sua sorella. L'avrebbe supportata il più possibile. Non l'avrebbe lasciata da sola ad affrontare quel grande cambiamento.
 
x x x
 
Quando entrarono nell'appartamento, trovarono Ryo sdraiato sul divano che sfogliava riviste a luci rosse. Makimura urlò all'amico di metterla via subito per non sconvolgere Kaori. Ma lei aveva la testa completamente altrove per poter notare l'espressione da pervertito di Ryo.
 
Il comportamento della giovane incuriosì alquanto lo sweeper, che mise via le riviste sotto il divano, con disappunto del suo partner.
 
“Cos'ha detto il dottore?” chiese a Makimura.
 
“L'appuntamento è il 5 aprile. A quanto pare c'è alta probabilità di successo” rispose Hideyuki, guardando la sorella.
 
Il silenzio cadde tra loro, ognuno pensava alle possibili conseguenze che l'operazione avrebbe potuto avere. Nessuno voleva rompere quel silenzio, allo stesso tempo gravoso e rassicurante. Ma tutti condividevano lo stesso pensiero: 'Fa' che vada bene', perché Kaori potesse finalmente avere di nuovo una vita più normale. Quando Hideyuki se ne andò per raggiungere Saeko, la serata era già ben avviata e Kaori non aveva ancora detto nulla. Guardando la giovane donna totalmente assorta nei suoi pensieri, Ryo decise finalmente di intervenire.
 
“Qualcosa non va?” le chiese.
 
Lei lo guardò, come se lo vedesse per la prima volta. Con la mente completamente disconnessa, tornò lentamente alla realtà.
 
“No...è solo che...devo abituarmi all'idea di poter forse tornare a camminare...” sussurrò. “Sicuramente ti sembrerà stupido, ma mi ci sono voluti 18 anni per accettare di vivere per tutta la vita su questa sedia, quindi ora tutto questo mi sconvolge un po'...oh, non credere che non sia contenta di quello che sta succedendo, anzi. L'ho aspettato per molto tempo. Ma...solo che, ora che sta succedendo, non so perché, sono preoccupata...”
 
“Posso capire...” sussurrò Ryo, più a se stesso che a Kaori.
 
Ma lei l'aveva sentito. Era sicura che effettivamente lui potesse capirla. Non riusciva a spiegare perché, ma aveva la sensazione che solo lui potesse sapere cosa stava veramente provando in quel momento. Gli era molto grata per averle prestato attenzione. Soprattutto sapeva che, qualsiasi cosa lei avesse detto, anche al punto di shockare, lui non l'avrebbe giudicata. No...solo compresa...
 
“Beh, dai” riprese Ryo più allegramente per rompere la buffa monotonia che si era insediata da qualche minuto, “non è una brutta notizia, anzi, è un nuovo inizio per te. E per festeggiare, ti porto a vedere un bello spettacolo”
 
Kaori non capì cosa Ryo intendesse, ma prima che potesse fare domande, si ritrovò tra le sue braccia, mentre uscivano dall'appartamento.

 

  
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