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Autore: Wild_soul    21/09/2021    1 recensioni
Stiles Stilinski, un giovane poliziotto forse fin troppo sveglio per la sua età.
Derek Hale, dichiarato colpevole dell’omicidio della sua famiglia.
Il loro incontro-scontro avverrà proprio di fronte alla scena di un crimine. Ma sarà possibile per Stiles avere fiducia in un ricercato?
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non mi porta un bel niente del tuo fisico da dio greco. Stasera a cena è previsto fast-food” affermò il ragazzo e, per evidenziare maggiormente le sue intenzioni, attaccò la chiamata che stava avendo con il maggiore per digitare il numero del ristorante. Quel giorno Derek non era potuto venire in centrale perché occupato, insieme al branco, a controllare villa Hale dove, alcuni giorni prima, avevano avvertito la presenza dell’alpha. Tuttavia, da quello che il moro aveva appena riferito a Stiles, le loro ricerche si erano rivelate un completo buco nell’acqua.

“È permesso?” la voce dello sceriffo fece traballare i fogli che l’agente stava per riporre nella valigetta. Come faceva quell’uomo ad essere così maledettamente silenzioso? “Non ho delle buone notizie, per te, Stilinski” la sua voce grave fece alzare un sopracciglio interessato all’agente “Parrish vorrebbe indietro i documenti, dice di aver trovato una nuova pista da seguire sul caso di villa Hale, ma per accertarsene ha bisogno dei fascicoli”

Il poliziotto mosse un paio di volte le labbra prima di decidersi a parlare “Di già?” domandò scioccamente. In quei giorni era riuscito solo a dare una rapida occhiata ai fogli, ed aveva anche scoperto mancassero alcune informazioni importanti, come le foto dei corpi, ad esempio.

“Hai avuto una settimana a disposizione, ma sei stato incaricato di altri impegni. Perdonami, Stiles” lo sceriffo poggiò una mano sulla spalla del ragazzo “Ma ritengo che forse tu sia troppo giovane per poter seguire un caso di questo livello” affermò sinceramente, guardandolo negli occhi.

L’agente rimase alcuni secondi immobile, ignorando una bizzarra voce nella sua testa che gli stava letteralmente gridando di scappare “Quindi…li devo consegnare?”
“Ora”

“Ora?” spalancò gli occhi. Non avrebbe neanche avuto il tempo di scannerizzare le informazioni più importanti.

 
 
Stiles parcheggiò svogliatamente la jeep nel piazzale di casa e diede via ad una cascata di insulti verso lo sceriffo e qualsiasi persona discendesse dalla sua famiglia. Una volta soddisfatto, lasciò andare la testa contro lo schienale e chiuse gli occhi, inspirando a fondo.
Li riaprì. Un Derek Hale molto serio era comparso fuori dallo sportello del guidatore, facendo saltare l’agente dallo spavento.

“Hai preso sotto un gatto? Che diavolo è quell’espressione?” si sentì domandare, non appena ebbe aperto la portiera.

“Non abbiamo più i documenti” affermò, chiudendo la jeep e facendo per entrare in casa. Venne bloccato per un polso dal mannaro.

“In che senso?” chiese Derek, risultando essere più preoccupato di quanto Stiles si sarebbe immaginato.

“Lo sceriffo crede che io non abbia abbastanza esperienza per fare ricerche sul caso di villa Hale, quindi i fascicoli sono di nuovo in mano a Parrish” rispose sconsolato, ritrovandosi a guardare le sue scarpe per evitare il contatto visivo con il moro. Sarebbe stato imbarazzante se l’avesse visto con gli occhi lucidi.
D’un tratto, Stiles si sentì avvolgere dalle braccia del licantropo.
Rimase alcuni istanti immobile, indeciso se ricambiare o meno quella stretta, quando il mannaro si allontanò bruscamente da lui, tenendo comunque salda la presa sulle braccia del minore.

“Dove sei stato?” chiese seccamente, con pupille innaturalmente dilatate.

“In ufficio, lo sa-” il poliziotto si bloccò non appena vide il mannaro avvicinare il viso alla sua spalla ed inspirare. Quando tornò a guardarlo, quegli occhi verdi si spalancarono, se possibile, ancora di più “Hale, va tutto bene?”

“Chi hai incontrato?” domandò, ignorando le parole del minore.

“I-io…i miei colleghi”

“Stronzate”

“Credi che ti stia prendendo in giro?” chiese bruscamente l’agente, iniziando ad innervosirsi per lo strano comportamento del licantropo “Dove credi che sia stato, eh? Ho parlato con Brander e poi è venuto in ufficio lo sceriffo per chiedermi di restituire i documenti”

L’altro non rispose, continuando ad annusare quasi in modo ossessivo la spalla del ragazzo “T-tu hai addosso un odore” fece una breve pausa in cui inalò nuovamente quanta più aria possibile, studiandola “Un odore che non sento più da oltre due anni”

“Derek di che stai-”

“Portami alla centrale” sentenziò il mannaro, salendo velocemente nella jeep senza neanche trasformarsi.

“Hale, potrebbero riconoscerti se non ti-”

“STILES” il ringhio profondo del moro fece bloccare l’agente sul posto “Portami in centrale” vide i suoi occhi brillare. Sembrava stesse per perdere il controllo, a tal punto che l’umano impiegò qualche secondo prima di autoconvincersi a salire sulla jeep. Durante il viaggio l’agente riuscì a percepire il respiro irregolare del mannaro accanto a sé. Immaginava si stesse trattenendo dal ringhiare, ma non riusciva a capirne il motivo.

Una volta giunti al parcheggio, fece per aprire lo sportello, ma una mano pericolosamente artigliata di Derek lo bloccò per un polso, senza ferirlo.
“Chiama Scott e digli che l’abbiamo trovato”

“Potresti avere la decenza di spiegarmi cosa stia succedendo?” dire che fosse irritato e, in egual misura, preoccupato per comportamento del moro sarebbe un puro eufemismo.

“Abbiamo l’alpha”

“Nella…centrale?” di risposta, il licantropo fece brillare impazientemente i suoi occhi per la seconda volta. Il branco impiegò poco più di cinque minuti per raggiungerli al parcheggio della sede, temendo che Stiles e Derek potessero essere attaccati da un momento all’altro.

“Hale, la centrale è quasi completamente vuota…sono le dieci passate e credo che dentro sia rimasto solo l-”

“Lo sceriffo, lo so” gli rispose l’altro, in un basso ringhio. L’umano venne sorpassato con una potente spallata, come chiaro invito a rimanere dietro il moro, ed i suoi occhi si incontrarono automaticamente con quelli di Malia, altrettanto confusi.

Cosa stava macchinando la mente di Derek?

Stiles non si era mai immaginato come sarebbe stato entrare alla chetichella dentro alla sede di polizia. Non che gli fosse mai venuto in mente di dare la caccia ad un fuorilegge proprio dentro un posto del genere, sarebbe sembrato così strano. Ma non aveva mai neanche pensato che proprio le sue ricerche soprannaturali avessero come epicentro il luogo che, ormai da qualche mese, poteva benissimo considerare casa.
Camminò velocemente tra i vari corridoi della centrale, mentre si impegnava ad autoconvincere il suo cervello che stesse facendo un’azione giusta. Da quando aveva parcheggiato la jeep fuori dalla sede, Stiles aveva percepito la sgradevole sensazione dei sensi di colpa farsi strada nel suo stomaco. Si ridestò da quella specie di trance solo quando quasi impattò contro la schiena di Derek, che si era improvvisamente bloccata di fronte ad una porta. L’agente dovette sporgersi di lato per poter leggere la targhetta applicata sopra la superfice di legno.

Sceriffo P. Tate

Percepì il corpo di Derek irrigidirsi contro il suo. Si prese un piccolo attimo per guardarsi intorno, tutto il branco si era trasformato ed ora aveva zanne, occhi e artigli in bella mostra per combattere. Alzò di nuovo gli occhi verso la targhetta.
“Derek, credo che tu ti stia sbagl-” la sua voce, che gli era parsa poco più di un sussurro, venne malamente zittita con lo spalancarsi della porta di fronte a loro. Vide Derek fare irruzione nell’ufficio ed osservare l’uomo che, dietro alla scrivania, lo guardava con aria stupita. Lo sceriffo gli sorrise amabilmente.

“Beh, che piacevole sorpresa” affermò, alzandosi dalla sua postazione. Fece per aggirare la scrivania, ma con un rapido movimento il moro gli fu addosso, afferrandolo per il colletto della camicia e sollevandolo.

“Tu” il ringhio era fuoriuscito così prepotentemente che Stiles non era neanche sicuro contenesse delle parole. Fece per avanzare di un passo, ma il suo compagno lanciò violentemente il corpo dello sceriffo contro la scrivania, inclinandola perfettamente a metà.

“Ammetto che avrei preferito rivederci in altre occasion-” l’uomo venne zittito da un pugno in pieno volto. L’agente, convinto di aver visto abbastanza, avanzò nella stanza, cercando di allontanare il licantropo dal suo capo.

“Derek, devi calmarti” la risposta che ottenne fu un secondo cazzotto sul viso dello sceriffo, e Stiles giurò di aver sentito il rumore del naso rompersi. L’umano tentò di nuovo, avvicinando una mano alla spalla del mannaro, ma Derek si scrollò prepotentemente da quel contatto, ruggendogli e facendo brillare gli occhi di blu.

Che stava succedendo?

“Non ora” a parlare era stata Malia che, preoccupata, lo aveva afferrato per un braccio e fatto indietreggiare di qualche passo “Credimi, non è il momento”

“Come hai potuto farci questo?” la voce di Derek non aveva più nulla di umano, era bestialità pura.

“Credimi, se tu sapess-” la risposta dello sceriffo venne intercettata dall’ennesimo pugno.

“Sapere cosa? Che hai preferito nasconderti per due anni?”

“L’ho fatto per vendicare la nostra famiglia” a quelle parole, il quarto pugno, già pronto ad essere tirato, si bloccò a mezz’aria “Io so chi ci ha fatto tutto questo”

“Derek” la voce di Scott era poco più di un sussurro “Puoi spiegarci cosa stia succedendo?”
Il moro fissò prima l’unico umano nella stanza per qualche secondo, poi puntò il suo sguardo sull’uomo che teneva ancora inchiodato a terra “È lui l’alpha” a confermare le sue parole, lo sceriffo fece brillare per un breve attimo i suoi occhi di rosso, ghignando divertito. Come previsto, entrambi avvertirono il battito cardiaco di Stiles accelerare in modo preoccupante.

Lo sceriffo…alpha?

“Hai finto la tua morte per due anni” ennesimo ruggito del moro “Figlio di p-”

“È di tua nonna che stai parlando” anche se debole, la voce sarcastica dello sceriffo riuscì comunque ad irritare Derek, che, in risposta, gli sferrò l’ennesimo pugno. Ci fu una breve pausa in cui l’alpha si portò una mano a quel che rimaneva del suo naso, ormai totalmente coperto di sangue. “I-io sono sempre stato dalla vostra parte”

“HAI TENTATO DI UCCIDERCI”

“Concordo, ma c’era la luna piena. Mi stavate ostacolando ed ho perso il controllo” si giustificò lo sceriffo, alzando la mano libera in segna di resa “Sai che non ti ucciderei mai”
A quelle parole, Derek parve allentare la presa dal suo colletto “Come hai fatto a sopravvivere all’incendio, Peter?”




ANGOLINO FELICE
Informazioni di servizio non richieste: stanotte c'è la luna piena e attendo in trepidante attesa l'arrivo di un Derek Hale selvatico.
Come al solito, scusate per il ritardo con cui aggiorno. Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto (io lo amo, perchè è finalmente entrato in scena il mio personaggio preferito di TW!!!)

 
   
 
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