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Autore: Teo5Astor    22/09/2021    10 recensioni
Quanto può essere labile il confine che separa sogno e realtà, sanità mentale e pazzia, amore e odio?
Quanto può far male il non riuscire a trovare il proprio posto nel mondo? Quanto può renderci fragili e allo stesso tempo forti il rincorrere un amore che sembra impossibile?
E quanto può essere forte il bisogno di evadere? La necessità di sentirsi davvero liberi, per una volta? Di fregarsene di tutto?
Quante domande ci poniamo? Quanti dubbi ci bloccano?
Lazuli Eighteen cercherà le sue risposte, ritrovandosi catapultata in un mondo incantato dove ogni cosa sembra essere possibile e dove tutto appare assurdo e allo stesso tempo perfetto.
Un viaggio nel Paese delle Meraviglie, in mezzo a personaggi straordinari, ma, soprattutto, un viaggio dentro sé stessa.
Alla ricerca di sé stessa.
Un viaggio nell'amore e nell'amicizia, nelle gioie e nei dolori che la vita ci mette davanti.
Una sfida ai sentimenti e alle paure.
Con un ragazzo un po' matto con un cappello calcato sulla testa pronto ad aiutarla, a indicarle la via e a regalarle quel sorriso di cui tutti, in fondo, avremmo bisogno nei momenti difficili.
Benvenuti a "Lazuli in Wonderland", rivisitazione libera di "Alice in Wonderland"
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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11 - Lo Stregatto
 
 
Lazuli si stava guardando intorno, indecisa su quale direzione prendere per andare avanti nel suo viaggio, quando, all'improvviso, vide comparire Goku dal nulla su un ramo a pochi passi da lei.
Quasi le venne un colpo, anche se cercava di non darlo a vedere. Si era materializzato davanti a lei con due dita posate sulla fronte e un ghigno stampato sul volto che le faceva venire voglia di prenderlo a schiaffi. Sembrava più stupido del solito con addosso quel ridicolo costume da gatto variopinto, e quelle orecchie a punta tra i capelli arruffati gli davano un'aria ancora meno intelligente.
Seduto, la guardava senza parlare. Poi, con fare solenne, estrasse da una tasca un apparecchio e se lo infilò in bocca: si trattava di una specie di dentiera fatta di denti acuminati.
"Sembri un idiota conciato così..." sbuffò Lazuli, alzando gli occhi al cielo. "Qualcuno doveva dirtelo, eh".
"Urcaaa! Ma ne sei proprio sicura?!" esclamò Goku, allargando ancora di più il suo ghigno.
"Perché sei vestito come un gatto? Sembri un cretino... cioè, lo so già che lo sei, però..." sospirò la bionda.
Come faceva a essere il fratello di Radish?! Avevano davvero gli stessi geni?!
"Non sono un gatto!" protestò il ragazzo.
"Ah, giusto, fammi indovinare... un elefante?!" buttò lì Lazuli, sarcastica, distogliendo lo sguardo e incrociando le braccia sotto il seno.
"Sei uno spasso Lazuli!" scoppiò a ridere Goku, cominciando a ciondolarsi a testa in giù rimanendo appeso al ramo con le gambe piegate all'altezza delle ginocchia. "Lo dice sempre anche mio fratello!"
Lazuli arrossì lievemente e si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Davvero Radish la trovava simpatica? Cioè, lei sapeva essere sul serio divertente per qualcuno? Per qualcuno come lui che faceva sempre ridere tutti?
"T-Tu... sai dov'è Rad?" chiese, tornando a fissare Goku.
"Certo che lo so!" sorrise lui, fiero di sé. "Ma, toglimi una curiosità: sei incinta? Cioè, sto per diventare zio?! A me puoi dirlo!" aggiunse a bruciapelo, con aria sognante.
"Cosa ti salta in mente di chiedere ancora?! Ma sei scemo?! Perché dovrei essere incinta?! Ti ho già detto prima che non lo sono! E perché tu doversi essere lo zio?!" sbraitò Lazuli, paonazza, stringendo i pugni.
"Beh, ma è facile: tu e mio fratello vi piacete, persino io me ne sono accorto! Una volta vi ho visto mentre vi tenevate per mano!" rispose, grattandosi la nuca.
Lazuli si sentì ancor più a disagio, non pensava che li avesse visti quella volta che stavano guardando un film mano nella mano a casa di Radish e Goku era rincasato all'improvviso.
"E poi hai il seno più grosso del solito, come Chichi che infatti ha appena partorito! Sono un genio, vero?" aggiunse, soddisfatto, picchiettandosi sulla tempia il dito indice e fissandola con aria tronfia.
"No che non lo sei! Non so perché mi sia cresciuto il seno, è tutta colpa di un fungo che mi ha fatto mangiare Cell!" gridò Lazuli, guardandolo malissimo. "E poi, secondo te, dove sarebbe il bambino!?" aggiunse, indicandosi la pancia piattissima nascosta solo dal leggero vestito aderente che le era apparso addosso dopo il balletto della squadra Ginew.
"Urcaaa! Quindi hai già incontrato Cell?! È forte?! Non vedo l'ora di combattere contro di lui!"
"Non so se è forte, di certo è inquietante e disgustoso... io lo odio..." soffiò Lazuli. "E comunque, te lo ripeto, non sono incinta, tantomeno di Rad, non stiamo neanche insieme!"
"Però ti piace, no?" buttò lì con ingenuità il gatto.
La ragazza abbassò lo sguardo e rimase in silenzio per alcuni secondi che a Goku parvero interminabili. Stava fremendo, sperava con tutto sé stesso che lei dicesse di sì.
Quando Lazuli sollevò di nuovo la testa e vide che lui la stava fissando con occhi sgranati e sognanti, annuendo impercettibilmente e invitandola a rispondere, alzò lo sguardo verso il cielo e sbuffò sonoramente.
"Sì..." si limitò a dire con un filo di voce, generando un'esultanza sfrenata in Goku, che si lasciò andare dal ramo e atterrò agilmente sull'erba.
Su quattro zampe, proprio come se fosse un felino.
"Tu, piuttosto... com'è che Chichi ha partorito?" indagò Lazuli.
"Non so bene i dettagli, però mi ha detto che Gohan è uscito dalla sua pancia e... cioè, più precisamente è uscito dalla...".
"Idiota, lo so come nascono i bambini!" lo interruppe, irritata e sconfortata allo stesso tempo. "E ti do anche una notizia bomba: so anche come l'hai messa incinta!"
"Urcaaa, davvero?! Ma perché ci hai visti o perché te l'ha detto Chichi?!"
Lazuli lo osservò perplessa, prima di schiaffarsi una mano sulla fronte e decidere di lasciar perdere.
"Per favore, dimmi quale direzione devo prendere per andarmene via da qui..." sbuffò, omettendo di aggiungere che non lo sopportava più.
Ogni tanto provava a dimostrarsi gentile. O, almeno, accomodante. Anche se la gente provava in tutti i modi a tirarle fuori il crimine.
"Dipende, e non poco, dove vuoi arrivare" rispose Goku, pensieroso.
"Non importa molto dove, non so neanche dove sono... so che devo proseguire il mio viaggio" precisò Lazuli, che non voleva dirgli espressamente di portarla da Radish, dato che lui l'aveva appena messa a disagio.
"Allora importa poco in quale direzione andare" stabilì il gatto, allargando le braccia.
"Non hai capito: io voglio arrivare da qualche parte" scandì per bene le parole Lazuli, assottigliando il suo sguardo glaciale.
"Oh, allora hai le idee chiare e sei sicura di farcela!" ghignò Goku, con quell'assurdo sorriso felino che si ritrovava. "Ti basta camminare abbastanza a lungo ed essere sincera con te stessa".
Essere sincera con sé stessa...
Lazuli rimase colpita dalle parole di Goku. Lui aveva tanti difetti, ma di sicuro i suoi pregi erano la sincerità, la lealtà e la genuinità. Anche Radish era spesso eccessivo e plateale nei suoi modi di fare, ma non era capace di mentire.
"Tu non mi sembri nelle condizioni di poter dare consigli agli altri... ho visto com'era arrabbiata Chichi con te!"
Era tipico di Lazuli: reagire male per difendersi, nonostante pensasse tutt'altro. Lo faceva da una vita. Era una cosa che le riusciva bene. E che allontanava tutti da lei.
Tutti o quasi... perché anche Goku, dopotutto, la considerava un'amica. Lui non portava mai rancore, probabilmente non ne era capace.
"Urcaaaa, me la sono vista brutta prima!" ridacchiò Goku, grattandosi la nuca. "Però, ecco... io non vorrei mai farla arrabbiare..." aggiunse con aria mesta.
"Lei ti perdona sempre, perché sa come sei fatto..." sospirò Lazuli, decidendo di mostrarsi gentile. "E poi sappiamo anche com'è fatta lei, quando si arrabbia esplode. Però dovresti impegnarti di più, promettimelo!"
"Promesso!" sorrise Goku. "Un giorno Chichi sarà fiera di me e non si arrabbierà più!"
Anche Lazuli accennò un sorriso.
"È normale che sia preoccupata, però. Non ci ho capito molto, non so perché avete un figlio e perché è cresciuto a vista d'occhio accanto a me, però non vedo perché debba combattere. È solo un bambino".
"Se potessi vincere da solo contro Cell, lo farei. Ci proverò, domani, prima di mandare lui sul ring" rispose Goku, più serio che mai. "Però sento che Gohan è più forte di me. E che solo lui può salvare il mondo. Lui e te, ovviamente. Cioè, questa è una cosa che dice Rad, io non so molto a riguardo".
"Rad dovrà spiegarmi molte cose..." scosse la testa la bionda.
"Lui... lui ti fa mai arrabbiare? Come io faccio infuriare Chichi?" chiese a bruciapelo Goku, facendola arrossire di nuovo.
"E cosa c'entra adesso questo?! Io e lui non stiamo insieme!"
"Beh, però ti piace! L'hai detto tu!" tornò a ghignare Goku.
Lazuli sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
"Certo che mi fa arrabbiare. Anzi, a volte mi fa davvero incazzare..." ammise, arrivando anche a rincarare la dose. "A volte mi sembra di odiarlo...".
"Non è che lo ami e odi te stessa?!" buttò lì Goku con naturalezza.
Lazuli lo fissò, aprendo un po' di più gli occhi. Lui si stava grattando il mento e allo stesso tempo il centro della testa. Più che un gatto le sembrava una scimmione... come poteva avere uscite così illuminanti, talvolta?
"Non mi hai detto cosa ci fai conciato come un gatto..." eluse l'argomento Lazuli, tornando alla domanda di poco prima.
"Non sono un gatto!" ribadì Goku, guadagnandosi un'occhiata omicida da parte di lei, così intensa da convincerlo a spiegarsi meglio. "Cioè, sono un gatto di Paoz!"
"Perché di Paoz? Cosa cambia?"
"Niente, di Paoz perché sono pazzo! Cioè, Paoz e pazzo, capisci?! Mi faccio chiamare Stregatto! E qui in giro vivono anche la Lepre Marzolina e il Cappellaio Matto, infatti! Sono pazzi tutti e due! Le loro case sono di lì e di là!" rispose il ragazzo, sgranando gli occhi e alzando il tono della voce, tutto esaltato, indicando due direzioni precise nel bosco.
Lazuli ricordò subito che Cell aveva associato Radish a un cappellaio, anche se non era riuscita a dare un senso a quelle parole, almeno fino a quel momento.
Si rese conto che il cuore le stava battendo più forte, e non sapeva se esserne fiera o se sentirsi sciocca ad emozionarsi per una cosa tanto stupida.
Rad era davvero lì vicino?
"Il Cappellaio è..." provò a dire, prima di venire subito interrotta da un sempre più galvanizzato Goku.
"Matto! Matto da legare, eh! Ah, ah, ah! Mi fa troppo ridere! Urcaaa! Devi vedere quanto è fuori di testa! È pazzo, anche se non è un gatto di Paoz!"
"Io non voglio finire in mezzo ai matti..." osservò Lazuli, infastidita dal comportamento di Goku.
"Oh, non puoi evitarlo" tornò serio il gatto, facendo brillare di lucida follia i suoi occhi neri. "Siamo tutti matti qui. Io sono matto. Tu sei matta".
"Come sai che sono matta?!" lo fulminò lei col suo sguardo glaciale.
"Tu devi esserlo, per forza" rispose Goku. "Altrimenti non saresti venuta qui".
Lazuli sollevò un sopracciglio, per nulla convinta dalle parole che le erano appena state rivolte.
E se invece fosse stata la verità? Stava diventando pazza? Lo era già?
Quello che stava vivendo era tutto nella sua testa? O era stata lei stessa a creare quel mondo dal quale era convinta di essere arrivata inseguendo Bulma? Cosa era reale e cosa no?
"Tu come fai a sapere di essere matto?" domandò a Goku.
"Tanto per cominciare, un cane non è matto. E io sono un gatto di Paoz. Sei d'accordo?" rispose lui, dopo averci pensato un po' su.
"Suppongo di sì..." buttò lì Lazuli, decisamente perplessa e di nuovo sul punto di perdere la pazienza.
"Bene, allora: un cane ringhia quando è arrabbiato e scodinzola quando è felice. Io invece ringhio quando sono contento e scodinzolo quando sono arrabbiato. I gatti di Paoz fanno così".
"Io lo chiamo essere scemi, altro che ringhiare, scodinzolare o gatti di Paoz..." sospirò la ragazza, alzando gli occhi al cielo.
"Chiamalo come ti pare..." fece spallucce Goku. "Ci pensi che manca pochissimo al Cell Game?! Io non vedo l'ora!"
"Non hai risposto alla mia domanda, ma deduco che non sei in grado di pensare a due cose contemporaneamente..." sbuffò lei. "Io non ho nessuna voglia di rivedere Cell, ma sento che la meta finale del mio viaggio è quello stupido ring nel deserto".
"Bene! Ci vedremo là!" sorrise Goku, prima di appoggiare due dita sulla fronte e smaterializzarsi, mentre la sua interlocutrice lo stava ancora guardando.
Lazuli non se ne sorprese granché, l'aveva già fatta spaventare una volta e in più si stava abituando a veder succedere cose strane. Mentre stava ancora guardando il punto esatto in cui era scomparso Goku, questi ricomparve di nuovo.
"A proposito, che ne è stato di mio figlio?" le domandò. "Mi stavo quasi dimenticando di chiedertelo".
"È cresciuto in pochi secondi fino a diventare un bambino di dieci o undici anni, poi l'ho affidato a Junior e sono spariti nel bosco per allenarsi".
"Urcaaa! Perfetto allora!" esultò, sparendo di nuovo.
 
Lazuli cercò di riflettere per provare ad elaborare le informazioni caotiche che aveva ricevuto da Goku. Aveva indicato due direzioni, una per la casa delle Lepre Marzolina e una per quella del Cappellaio Matto. Non aveva idea di chi potesse essere questa lepre, ma pensò che non doveva essere poi così matta. Non tanto quanto il Cappellaio, almeno. Dopotutto si diceva che le lepri diventavano matte a marzo perché entravano nella stagione degli amori, ma, essendo luglio, forse non sarebbe stata così pazza.
Tuttavia, non era questo il punto: non aveva buone sensazioni sulla lepre, al contrario del Cappellaio, che, stando a quello che le aveva detto Cell, doveva essere Radish.
E se l'avesse ingannata? Del resto le aveva fatto un bello scherzo col fungo, anche se almeno aveva ritrovato la sua consueta altezza. Certo, c'era solo il dettaglio del seno più grosso e di quei tatuaggi imbarazzanti, ma aveva capito che non poteva soffermarsi troppo su quello che accadeva in quel mondo.
Lei amava avere tutto sotto controllo, tutto inserito in uno schema, ma lì non era possibile.
Quello era un mondo senza regole, in cui chi aveva fantasia e chi sapeva non prendersi troppo sul serio poteva far saltare il banco. Poteva vincere tutto.
Quello era il mondo di Radish, e non aveva dubbi che fosse proprio lui il Cappellaio Matto.
Goku aveva detto delle parole precise, indicando le case, "di lì e di là", e aveva citato prima la Lepre e poi il Cappellaio. Che fosse anche questo un messaggio che Radish gli aveva detto di riferirle? Non si era dimenticata di quel cartello caotico che aveva incontrato poco prima e la scritta "Là" che l'aveva aiutata a decidere quale direzione prendere.
Lei era Là, e Radish voleva che andasse di "là".
Sorrise, inoltrandosi nel bosco nella direzione in cui reputava potesse trovare la persona che, in fondo, stava rincorrendo da una vita.
 
"Dove vai?"
La voce di Goku, comparso dal nulla su un ramo, tornò a infastidire di nuovo Lazuli, che sbuffò, guardandolo male.
"Dal Cappellaio".
"Urcaaa! Hai capito subito dov'era! Io non ci sarei mai arrivato!"
"Ci sarà un motivo se tu sei stupido e io no, giusto?" sibilò la bionda, senza smettere di camminare.
"Giusto!" ridacchiò Goku, gioviale, saltando giù dall'albero e camminando accanto a lei, sempre con addosso quel suo ridicolo costume da gatto, Stregatto o gatto di Paoz.
Lazuli non l'aveva ancora capito, e non le interessava nemmeno più di tanto.
"Sicura di non voler vedere anche la casa della Lepre Marzolina?" chiese il ragazzo. "È davvero buffa! È fatta di pietra, ma ha due enormi comignoli a forma di orecchie che spuntano dal tetto ricoperto di pelliccia! Devi vedere che roba!"
"Non me ne frega molto della Lepre e della sua casa" sbuffò Lazuli.
"Ma non sai nemmeno chi è!" protestò il gatto.
"Così a pelle sento che mi starà antipatica questa lepre. E il mio sesto senso raramente sbaglia" rispose lei, distaccata.
"Non è che hai semplicemente tanta voglia di vedere il Cappellaio?" domandò ingenuamente Goku.
Lazuli avvampò e distolse lo sguardo di scatto, con stizza, come se stesse controllando qualcosa che non esisteva tra i rami che avvolgevano quella porzione di bosco.
Colpita e affondata.
"Io so che lui ha voglia di vederti" aggiunse il gatto, grattandosi la nuca.
"Come lo sai?!" sbottò Lazuli, tornando a guardarla.
I suoi occhi di ghiaccio erano sgranati, lucenti, espressivi come non mai.
La gente la accusava di essere apatica, e forse non aveva tutti i torti. In certi frangenti lo era, ma solo perché era lei a volerlo essere.
"Me l'ha detto lui" rispose Goku, riprendendo a ghignare in maniera inquietante.
Lazuli arrossì di nuovo e si voltò, incrociando le braccia sotto al seno e cercando di ridarsi il suo consueto tono.
"Non mi hai ancora spiegato come fai ad apparire e scomparire all'improvviso..." buttò lì, come se gliene fregasse realmente qualcosa.
Era brava a recitare, quando voleva. Una persona le aveva detto che poteva avere un futuro nel mondo dello spettacolo. Che poteva cambiare vita, cambiare lavoro. Che poteva abbandonare Cell e quell'ambiente malsano che certi giorni sembrava risucchiarla in un'oscurità nella quale non riusciva a intravedere l'uscita. Ma lei aveva preso tempo. Perché aveva paura di cambiare vita, di uscire da quella che era diventata la sua routine. Perché non c'entrava nulla coi suoi studi, anche se l'aveva sempre ispirata una professione di quel genere. Perché era timida e silenziosa, ma neanche troppo se si sentiva a suo agio. E perché, soprattutto, non aveva nessuno con cui poterne parlare. Che poteva consigliarla, aiutarla, spronarla. O meglio, esisteva quel qualcuno, ed era proprio da lui che voleva andare. Per dirgli questo, per dirgli che l'amava, per dirgli che voleva che fosse suo e suo soltanto, senza se e senza ma.
Ma ne sarebbe stata davvero capace?
"È una tecnica che si chiama teletrasporto! Me l'hanno insegnata degli alieni che vivono su un pianeta che si chiama Yardrat!"
La voce giocosa e squillante di Goku la distolse dai suoi pensieri e la fece quasi trasalire.
"Alieni? Sei andato nello spazio? Tu?!" domandò, scettica.
"Può andarci chiunque, qui... basta chiedere al papà di Bulma di costruire una navicella e il gioco è fatto!" spiegò. "Nella mia ha messo anche una camera gravitazionale per gli allenamenti!".
Lazuli lo fissò per qualche istante, prima di scuotere leggermente la testa e andare avanti. Non sentiva il bisogno di approfondire ulteriormente quell'argomento. Che fosse realtà o il delirio di un folle poco le importava, ormai.
Lei e Goku superarono dei rovi e poi una ripida salita piena di funghi colorati e fiori che emanavano un profumo dolcissimo, prima di ritrovarsi davanti a un gigantesco spazio bianco, un vero e proprio pavimento di pietra, in mezzo al quale si stagliava un grande edificio formato da un'alta navata centrale con un cupola dorata e due navate laterali, più basse, col tetto curvo e rosa. Ai lati si trovavano due enormi clessidre d'oro, dentro le quali scorreva una finissima sabbia verde smeraldo. Al centro della cupola c'era incastonato un orologio dorato, con le lancette al suo interno che scorrevano velocissime e costanti, senza mai fermarsi.
Tutto era pace lì intorno. Tutto era silenzio.
"Urcaaa! Siamo arrivati!" sorrise Goku.
"È qui che vive il Cappellaio Matto?!" chiese Lazuli, accennando un sorriso.
"No, questa è la Stanza dello Spirito e del Tempo".
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note: e adesso cosa c'entra la Stanza dello Spirito e del Tempo?
Ben ritrovati e grazie per esserci sempre, spero che vi sia piaciuto questo capitolo dedicato interamente a Lazuli e Goku in cui si alternano momenti un po' deliranti e importanti rivelazioni da parte di lui e di consapevolezza dei propri sentimenti da parte di lei.
Nel libro lo Stregatto viene chiamato il Gatto del Cheshire, ed è per questo che Goku si definisce un gatto di Paoz. Per il resto anche qui abbiamo qualche frase tratta direttamente dall'originale.
 
Ringrazio anche oggi tutti voi che continuate ad amare questa storia e a sostenermi, le vostre parole per me sono sempre importantissime e fondamentali! Un grazie gigante va alla mia amica Sweetlove che ha realizzato una splendida immagine di Lazuli con in braccio il piccolo Gohan, che rischia di restare soffocato nel suo seno mentre cresce a vista d'occhio! Niente, ho adorato che abbia voluto farmi questo regalo!
 
Bene, so che tutti voi aspettavate dall'inizio il prossimo capitolo perché sono consapevole che molti di voi mi seguono perché amano il mio Radish e anche il modo in cui utilizzo Vegeta nella mia storie, la loro brotherood, il loro battibeccare e volersi bene. E quindi non potevano che essere loro il Cappellaio e la Lepre Marzolina!
E poi sì, in molti di voi mi seguono perché amano i miei Rad e Là come coppia, non posso che augurarmi che vi piacerà il loro primo faccia a faccia in questa long, è stata una sofferenza arrivare fin qui senza farli interagire!
Vi ho fatto tanti spoiler perché ve li siete meritati, spero abbiate gradito! Posso dirvi anche ci sarà un nuovo personaggio, perché insieme al Cappellaio e alla Lepre c'è anche il Ghiro. Chi lo impersonerà?
Ci vediamo mercoledì con "Un tè da matti"!
 
Teo
 
 

Laz-Gohan

   
 
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