Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    22/09/2021    0 recensioni
Nata con grandi poteri magici, Bryce è stata addestrata fin da bambina per diventare la strega suprema, la più forte della sua generazione. Lo scopo della sua stessa esistenza è guidare l’esercito dell’Alleanza nella guerra contro l’Orda.
Quando Malag il rinnegato esce allo scoperto e attacca Valonde, la vittoria sembra allontanarsi sempre di più e molti iniziano a dubitare delle sue capacità.
Per diventare la guida che tutti si aspettano che sia e vincere la guerra, Bryce dovrà rinunciare all’amore, all’amicizia e a tutto ciò che la vita potrebbe offrirle se smettesse di combattere.
Ma sarà davvero in grado di compiere un sacrificio così grande?
Da oggi con il 100% di Mappa in più!
La trovate in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Stupida e orgogliosa

 
“Se devo essere sincera” disse Erix sedendo sulla sua sedia imbottita. “Mi aspettavo esattamente questo quando ti ho mandata in città. E speravo che potessi parlare con persone come Raz Ofra e quel Grefton.”
“Parlare con loro non mi è stato di alcun aiuto” disse Bryce. “Il potere è nelle mani di Jacen e Tvezia.”
“Il potere è come l’acqua che scorre nel fiume” disse Erix. “Non rimane mai nello stesso posto troppo a lungo.”
Bryce si accigliò.
“L’incontro con Raz è servito a lui e alla parte di nobili che lo appoggia.”
“Non capisco.”
“Prima che tu andassi, ho fatto arrivare un messaggio di alcuni membri del consiglio cittadino.”
“Continuo a non capire.”
“Capirai, tra qualche giorno. Nel messaggio annunciavo l’arrivo della mia portavoce e invitavo chiunque avesse delle rimostranze a farsi avanti e parlarne con lei.”
Bryce si accigliò. “Quindi ero solo un mezzo per raccogliere informazioni?”
Erix annuì.
“Su chi?”
“Su coloro che sono leali ad Arzit. E quelli che tengono veramente alla loro città.”
“E chi sarebbero?”
“Jacen e Tvezia come ti hanno accolta?”
“Molto male” rispose Bryce. “Sembrava quasi che volessero dimostrare a tutti che la loro decisione era presa e non sarebbero tornati indietro.”
“Stolti, ma non potevano fare altro” disse Erix. “O sarebbero stati travolti.”
“E Raz Ofra e Grefton?”
“Ora sappiamo che possiamo contare su di loro.”
Bryce iniziava a capirci qualcosa. “Contare sul loro appoggio?”
Erix annuì di nuovo.
“Per ribaltare il voto del consiglio?”
“In una prossima votazione. Tra una Luna e mezzo, forse due. Avremo l’alleanza che ci serve.”
“Che fine faranno Jacen e Tvezia?”
“Nessuna vendetta, stanne certa. Non siamo rinnegati. Consentiremo a loro e quelli che non sono d’accordo di ritirarsi nelle loro residenze cittadine o di campagna, se ne hanno, fino alla fine della guerra. Dopo, potranno tornare in città e provare a riprendersi il potere, se ne avranno voglia.”
Bryce annuì solenne. “È vero che gli arziti erano i discendenti dei traditori che cercarono di conquistare il potere a Valonde?”
“È solo una leggenda. Agli arziti piace essere quelli che hanno osato sfidare un nemico troppo potente e ne hanno subito la tremenda collera, sopravvivendo lo stesso. Devono ritenerlo molto rassicurante, a modo loro.”
“E se invece fosse vera? Se li avessimo davvero esiliati solo per vendetta? Non gli staremmo facendo un altro torto in questo modo?”
“È per il loro bene” disse Erix con tono calmo. “Li stiamo proteggendo dall’orda di Malag.”
Bryce guardò altrove.
“Hai qualche dubbio?” le chiese Erix.
“No” rispose tornando a rivolgersi a lei. “Ma non voglio più essere usata per uno scambio di messaggi.”
“Se avessi mandato qualcun altro, gli arziti non lo avrebbero considerato importante. Si sarebbero potuti addirittura offendere e rifiutare di farlo entrare.”
“Io invece ero la messaggera perfetta.”
“Tu sei la figlia di Marget e Andew di Valonde e loro lo sapevano. Il messaggio sarebbe stato più forte e chiaro.”
“Capisco. Ma non voglio più farlo.”
Erix emise un sospiro rassegnato. “Adesso vai e riposati. Attendo una visita tra poco e devo prepararmi.”
“Come vuoi” disse inchinandosi. Si girò e raggiunse l’uscita della tenda.
 
“Erix è stata furba” disse Divash sedendo davanti al focolare. “Io avrei fatto lo stesso.”
“Certo” disse Elvana ghignando.
Divash le scoccò un’occhiata di traverso. “Metti in dubbio la mia intelligenza?”
“Non ce n’è così tanta da metterla in dubbio” rispose la strega. “La vera sfida sarebbe trovarne abbastanza.”
Divash raddrizzò la schiena. “Avevo dimenticato quanto eri irritante. Molto meglio la compagnia di Vyncent. Almeno non dice sciocchezze quanto te.”
“Tu e Londolin sareste una coppia perfetta” disse Elvana.
Divash emise un grugnito.
Bryce, seduta in disparte, ascoltava con la mente altrove il battibecco. Vyncent dovette accorgersene perché andò a sedersi vicino a lei e le porse del pane abbrustolito e una striscia di carne essiccata.
Bryce la guardò controvoglia.
“Non è come il vero cibo di Arzit” disse Vyncent. “Ma è buono. Se fai finta che lo sia. Quella è la parte difficile.”
Bryce sorrise. “Non è per questo.” Allungò una mano e prese il pane e la carne. “Stavo pensando agli arziti e alla loro voglia di essere lasciati in pace.”
Vyncent annuì. “Quindi ora non sei più convinta che debbano far parte dell’alleanza?”
“Come possiamo fidarci di un alleato che ci aiuta con riluttanza?”
“È più o meno quello che penso anche io” ammise Vyncent.
“Lo so.”
Ricordava ancora il discorso che avevano fatto mentre tornavano a palazzo dopo aver incontrato Raz Ofra e Grefton.
“Se mi fossi inginocchiata a Coralena, sarebbe cambiato qualcosa secondo te?”
“Credo di no” disse Vyncent. “Avresti perso il rispetto degli arziti.”
“Ma avrei garantito un alleato fedele a Valonde.”
“Un alleato che non ci rispetta.”
“Non avrebbero rispettato me” disse.
“Tu sei Valonde in questo momento. Erix sapeva bene che mandandoti ad Arzit non ti saresti mai inginocchiata davanti a loro.”
“Sono così prevedibile?”
Vyncent sorrise. “Sei orgogliosa. Non è per forza un difetto, ma lo sei.”
Bryce annuì. “Stupida e orgogliosa. Bene.”
“Non ho detto questo” disse lui stupito.
“Non importa. È così. Servo solo a portare messaggi. Azaril mi ha usata allo stesso modo e lui mi conosceva a stento. Devo emanare una specie di aura che mi precede.”
“Bryce” iniziò a dire Vyncent. “Nessuno ti chiede di essere più di ciò che sei.”
“E che cosa sarei secondo te?”
“Un simbolo. Un segno. Tu sei quello che molte streghe e stregoni non saranno mai. Ti invidiano. Sento i loro discorsi quando pensano di non essere ascoltati e quindi lo so.”
“Che cosa dicono?”
Vyncent scrollò le spalle. “Che ti sei sacrificata per loro e li hai salvati. Che hai sfidato da sola cinquanta mantelli rinnegati e li hai battuti.”
“Non ero da sola” protestò. “E non erano cinquanta.”
“È uguale. Non importa se fossero dieci o cento.”
Bryce sbuffò.
“Arriva qualcuno” disse Divash alzando la testa di scatto.
Bryce guardò verso l’ingresso del campo e vide una fila di cavalieri marciare attraverso il cancello fatto di tronchi di legno. In testa procedevano tre mantelli azzurri.
“Sono nostri” disse a bassa avviandosi nella loro direzione.
Devono essere le persone che Erix sta aspettando, pensò.
Elvana e Vyncent la seguirono mentre Divash rimase seduto di fronte al focolare, l’espressione cupa.
Sa qualcosa, si disse. Sa qualcosa e non lo ha detto. Ma cosa?
Guardò il terzetto in testa alla fila di cavalieri. Lo stregone a destra era anziano e portava la barba. La strega a sinistra era più giovane e aveva un sorriso sfrontato mentre si guardava attorno. Il terzo, che procedeva al centro, aveva la testa lucida e il naso adunco.
Persym, pensò Bryce ripescando dal fondo della sua memoria quel volto dall’espressione severa.
I tre le sfilarono davanti dirigendosi alla tenda di Erix e Bryce li seguì mescolandosi alla piccola folla che era stata attirata dallo scalpiccio degli zoccoli.
Arrivò quando i tre erano già smontati ed erano entrati nella tenda della comandante.
“Chi sono?” le domandò Vyncent.
“Conosco solo uno di loro” rispose. “Persym. Lo stregone che cavalcava in mezzo.”
Vyncent annuì grave. “È il comandante dell’alleanza in assenza di tuo padre. Ne ho sentito parlare. Sai anche chi sono gli altri due?”
Scosse la testa.
“Ve lo dico io chi sono” disse Divash emergendo alle loro spalle come un fantasma.
Bryce notò che la sua espressione si era fatta ancora più cupa.
Sa decisamente qualcosa, si disse.
“Parla” lo esortò Elvana.
“Il tizio con la barba si chiama Ervik Daronda. Invece la ragazza con la faccia antipatica si chiama Amya Shelef.”
“Mai sentiti prima” disse Elvana. “Non è che te li stai inventando?”
Divash sorrise mesto. “Magari fossero solo il frutto della mia fantasia. No, sono reali e so chi sono.”
“Li conosci?” gli chiese.
“Di fama principalmente, ma li ho visti un paio di volte al campo precedente. Non si fanno mai vedere troppo in giro e di solito vengono al campo solo per ricevere gli ordini e ripartire subito. Ecco perché voi non li avete mai visti. Passate tutto il tempo a discutere di quanto siete bravi e scaltri.”
“Ma smettila” disse Elvana. “Lo dici solo per sentirti importante. Chi sarebbero questi due? Ne parli come se fossero dei dannati spettri.”
“Niente spettri” disse Divash. “Io userei piuttosto la parola massacratori.”
 
“L’ultima volta che li ho sentiti parlare” disse Divash mentre tornavano verso il focolare lasciato a languire. “Si vantavano di aver attaccato e distrutto una dozzina di piazzeforti dei rinnegati. Piccole basi che usavano come nascondiglio con l’appoggio degli abitanti del luogo.”
Bryce lo fissò in silenzio.
“Avreste dovuto sentirli come si vantavano delle loro imprese” proseguì lo stregone. “Ervik meno dell’altra. Amya sembrava quella più soddisfatta e a chi glielo chiedesse faceva l’elenco dei posti che avevano visitato e ripulito. Questa era la parola che usavano.”
“Quali posti?” gli chiese Bryce con tono inquisitorio.
Divash scrollò le spalle. “Nessuno davvero importante. Non li troverai sulle mappe.”
“Dimmene un paio” lo esortò.
“Tzion, Famel, Matholin, Sharim, Shahona e altri così. Nomi senza alcuna importanza.”
“Senza alcuna importanza” disse Bryce con lo sguardo fisso davanti a sé.
Vyncent dovette notare qualcosa e anche Elvana le scoccò un’occhiata perplessa.
“Hai la faccia di una che ha visto uno spettro” disse la strega.
“Non uno spettro, ma una massacratrice” disse Bryce. Si girò di scatto e tornò a passo veloce verso la tenda di Erix.
“Aspetta” disse Elvana.
Bryce la ignorò. Non voleva ascoltarla. Il sangue le martellava nelle tempie offuscando qualsiasi altro pensiero.
“Bryce, fermati un attimo” sentì dire a Elvana.
Accelerò il passo.
“Londolin, aiutami dannazione.”
“Bryce” disse Vyncent. “Bryce, vuoi fermarti un attimo?”
La sua voce la fece sbandare. Si voltò di scatto, un dardo magico che le brillava nella mano destra e uno in quella sinistra.
Vyncent la guardò stupito. “Che vuoi fare con quelli?” le chiese allarmato.
“Non è chiaro? Voglio uccidere Amya Shelef ed Ervik Daronda.”

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor