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Autore: kanejvibes    23/09/2021    0 recensioni
In un mondo post apocalittico, dove il controllo è stato preso con la forza da una grande corporazione, Nina si ritrova a dover lottare per sopravvivere e proteggere i suoi fratelli minori, mentre il suo gemello è scomparso. E proprio quando pensa di essere al sicuro, un misterioso sconosciuto entra nelle loro vite, scombussolandole.
Tratto dal testo:
La verità era che era stato e sarebbe sempre stato un egoista.
Nel suo cuore, James lo sapeva.
Accettò quella verità e le sorrise appena per cercare di farla tranquillizzare.
"Non posso perderti, Nina".
Moriranno tutti al bunker? Sì.
Tuo fratello diventerà una cavia da laboratorio? Sì.
Ma tu sarai viva.
Chiuse per un attimo gli occhi e quando tornò a guardarla lei aveva quell'espressione di rabbia che spesso gli rivolgeva. Rabbia e odio. Ma un odio temporaneo, un odio che nascondeva tutt'altro.
Genere: Commedia, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 20

Il corpo di Nina era rimasto sul pavimento per almeno mezz'ora, poi era stato portato via da due guardie, e Nicholas non aveva fatto altro che urlare, piangere e dimenarsi per tutto quel tempo.
Quando finalmente sembrò non avere più le forze, si abbandonò contro il muro, sospirando e lanciando uno sguardo distrutto al soffitto.
James evitò di guardarlo.
"Mi dispiace", disse, in un soffio.
"Non avremmo dovuto essere qui, saremmo dovuti restare nel bunker. Eravamo al sicuro! E' colpa tua! La sua morte è colpa tua!", esclamò Nick con quello che era rimasto di fiato nei suoi polmoni.
James deglutì a fatica, abbassando la testa.
"Lo so. Mi dispiace", mormorò, ancora.
"Questo l'hai già detto, ma che me ne faccio delle tue scuse?", sbottò l'altro, tirando su con il naso.
"Che cosa vuoi che dica?".
"Niente! Voglio che tu chiuda la bocca", sbottò Nick, poi fece una smorfia e si voltò per evitare lo sguardo di James.
Il lupo sospirò, però non smise di parlare.
"Ti amava", disse.
Nick non rispose per un po' e quando James pensò che non l'avrebbe fatto per niente, il moro lo guardò. Aveva gli occhi così rossi per il pianto che quel verde solitamente brillante delle sue iridi era molto più scuro e cupo del solito.
"No, invece. Ci teneva a me, ma finiva lì. Io l'amavo però. E ora...ora cosa?".
"Mi dispiace, Nick".
"Cazzo, la vuoi piantare? Non penso che tu ti sia scusato tanto in tutta la tua vita", sbottò il moro, scuotendo la testa.
James annuì, totalmente d'accordo con lui.

Lucien tornò qualche ora più tardi con quel suo odioso ghigno sul volto che era diventato insopportabile per James. Mise le mani dietro la schiena mentre una delle sue guardie lo sorpassava, avvicinandosi a Nick, e una ragazza con un perfetto caschetto biondo lo affiancava, intimorita.
La guardia iniettò qualcosa nel collo di Nicholas, facendo agitare entrambi i ragazzi.
Lucien aumentò il sorriso quando Jaime lo guardò con odio.
"Vai pure", disse poi, senza smettere di guardarlo, alla ragazza bionda.
Lei indugiò, osservando le catene di James che venivano aperte dalla guardia.
"Oh, non preoccuparti. Non ti farà del male visto che ho fatto iniettare del veleno nel corpo del suo amico. Un veleno molto forte e molto letale, che lo farà morire in modo atroce, Liam. Mi capisci?", continuò lo scienziato, trascinando una sedia più vicina a James.
Il lupo ricambiò il suo sguardo con il collo tirato, poi annuì appena e si sedette. Allora Lucien si voltò verso la ragazza.
"Cosa stai aspettando? Non ha tutto il giorno", sbottò, spazientito.
La bionda trasalì e si avvicinò a James, tirando fuori un paio di forbici e un rasoio. James le si allontanò meccanicamente quando realizzò che cosa volesse farle fare Lucien. Qualsiasi forma di tortura sarebbe stata meglio.
Ma dovette farsi tagliare i capelli senza obiettare.
Furono minuti interminabili e decisamente orribili, che James passò a ricordare momenti altrettanto pessimi del suo passato. Poi la ragazza fece tornare i suoi capelli al loro colore naturale e, quando ebbe finito, si allontanò come se James sarebbe potuto scoppiare e travolgerla nell'esplosione da un momento all'altro. Mai l'aveva guardato negli occhi, ma in quell'attimo lo fece e lesse nelle sue iridi stanche puro terrore.
Lucien fece un piccolo applauso, esaltato, e passò oltre la sedia per osservare meglio il lavoro della ragazza, e, infine, allungò uno specchio verso James, che vide il suo riflesso per la prima volta.
Era un mostro. Di nuovo.
Tremò appena, prima di abbassare la testa.
"Guardati! Che cosa sei adesso? Non sei un leader, non sei un re, sei soltanto un ragazzino. Un ragazzino che ha perso molto e perderà ancora. E per cosa? Pensavi davvero di poter battere me? Me?! Sono io che ti ho reso chi sei. Ti ho reso più forte, più veloce, più resistente. E tu hai scelto di fuggire dal potere. Guardati! Non sei cambiato, sei la stessa persona di un tempo, è l'ora che tu la finisca di mentire a te stesso", esclamò Lucien euforico, afferrandolo per i capelli per costringerlo ad alzare lo sguardo e a fissare quel volto familiare e terribile nello specchio.
James, anche se tentò in ogni modo di nasconderlo, aveva gli occhi lucidi. Era finalmente stato completamente fatto a pezzi da Lucien.
Il moro gli si avvicinò all'orecchio, ghignando.
"Voglio che tu sappia che tornerai a fare il mio bravo soldatino per il resto dei tuoi giorni e, chissà, magari con il tempo tornerai ad amare ciò che ti farò fare". Rise e gli lasciò andare i capelli e James fece ricadere la testa. Ormai lacrime amare gli stavano rigando le guance e si lasciò scivolare in ginocchio.
"Ci vediamo più tardi. Devo occuparmi di una cosetta. Divertitevi nel frattempo!", esclamò Lucien, ridacchiando, e fece per andarsene.
"L'antidoto", mormorò James, senza guardarlo, stringendo forte i pugni a terra.
Lucien nemmeno si voltò.
"L'antidoto per cosa? Acqua distillata?", chiese, beffardo, prima di sparire dietro la porta, ordinando alla ragazza di ripulire la cella.
La bionda aveva lo sguardo incollato su James, ma quando lui si fu ricomposto e tirato in piedi, sembrò tornare alla realtà e alla paura. Indietreggiò goffamente fino a che il muro glielo consentì, poi incrociò appena lo sguardo del lupo, terrorizzata.
Evidentemente Lucien si era dimenticato di fargli rimettere le catene, o, meglio, non gli importava se lei fosse morta.
"Non ti farò del male", sussurrò James, piegando appena la testa di lato. Anche volendo, non aveva le forze. Era distrutto non solo emotivamente.
Lei non sembrò convinta e si strinse nelle braccia, tremante, poi passò lo sguardo su Nicholas, che, incatenato, non appariva altrettanto pericoloso.
"Fermo!", esclamò, quando James fece un passo verso di lei.
"Ok. Puoi portarci un po' di acqua?", riprese James, freddo e impassibile, nonostante le lacrime sulle sue guance non si fossero ancora asciugate.
"Io non...".
"Per favore...non abbiamo avuto da bere da quando siamo arrivati", riprovò James, cercando di addolcire il suo tono. Ma la ragazza approfittò dei pochi passi che li separavano per scappare via.
Jaime rimase a fissare il punto in cui si trovava prima la ragazza, schiudendo le labbra.
"Non sei più bravo a flirtare", sussurrò Nick, osservandolo.
James gli lanciò un'occhiata, alzando un sopracciglio, meravigliandosi dell'inappropriatezza di quel commento nella situazione in cui si trovavano. Ma si lasciò andare ad un mezzo sorriso.
"Felice di sapere che il tuo senso dell'umorismo sia sempre forte, invece", mormorò, affiancandolo.
"Come siamo arrivati a questo punto? Come vi ho portato qui?".
"Non è colpa tua, James".
"Invece sì. Avevi ragione. E' stata colpa mia. Non solo per questo, ma per tutto. Ho causato morte e distruzione. E dolore...sarei dovuto morire. Avrei potuto, moltissime volte. Sarebbe stato meglio per tutti", sussurrò il lupo, passandosi una mano tra i capelli, ormai di nuovo castani e corti. La sensazione che provò fu strana e dovette allontanare subito la mano.
"Sei uno stronzo. Probabilmente il più grande idiota sulla faccia della Terra, ma hai salvato così tante vite, James. Hai aiutato molte persone...".
"Se stai cercando di farmi stare meglio, non disturbarti. Niente che potrebbe succedere mi farebbe stare meglio".
Pensò a come sarebbe stato rivedere Nina, anche solo un'ultima volta. Sana e salva e sorridente. O anche arrabbiata. Perfino furiosa. Se avesse voluto prenderlo a pugni lui ne sarebbe stato felice.
Ecco.
Solo questo avrebbe potuto farlo stare meglio.
Nicholas sospirò e non rispose.
"Morirai qui, Nick. E mi dispiace dirti che la tua morte sarà molto più lenta e dolorosa di quella di Nina".
Il moro lo guardò, schiudendo le labbra, ma poi si voltò a fissare il muro davanti a sé, pensieroso per un attimo.
"Così sia", mormorò.
James aggrottò la fronte, sorpreso.
"Potrai non credermi, ma sono felice della mia vita. Sono felice delle mie scelte e di averti incontrato. Non mi pento di nulla. Certo, sarebbe potuta andare meglio, ma quale vita non potrebbe?", disse, sorridendogli.
"Se devo morire oggi, domani o tra cento anni, allora così sia".
Prese un lungo respiro.
"Sono grato per quello che ho avuto".
James annuì, poi abbassò la testa, abbattuto.
"I capelli sono solo capelli. Non ti rendono ciò che sei. Non ascoltare quel pagliaccio. Non sei più chi eri un tempo", commentò Nick, guardandolo.
James chiuse gli occhi e li riaprì un attimo dopo, stanco.
"Non sai chi ero, Nick. E non vuoi saperlo".
"So che odi quella persona così tanto da aver cambiato i capelli, il tuo nome, e chissà cos'altro".
James scosse la testa e si passò una mano sul viso, senza rispondere.
"Cosa hai fatto di tanto terribile?".
"Ho mentito".
"Hai mentito?". Nick alzò un sopracciglio, osservandolo.
"Ho mentito a tutti. A te, Aline, Rose, Nina...a tutti. Perfino a me stesso. Vi ho detto che appena ho scoperto quello che i Westing avevano in programma per il mondo, sono fuggito con Rose...la verità è che...". James smise di parlare e si ritrovò a provare una vergogna e un ribrezzo che non ricordò di aver mai provato prima.
"Non è stato così. Rose era troppo presa dagli esperimenti per rendersene conto, ma io no. Volevo andarmene, ma una parte di me voleva quel potere. Per un po' di tempo, sapevo cosa stesse realmente succedendo. Lucien e Adrian mi dissero tutto e io credevo stupidamente che la responsabilità fosse tutta loro. Che idiota! Ho fatto cose che...", esclamò, picchiandosi una mano sulla fronte e alzandosi di scatto.
"Questa è la mia resa dei conti e ho incasinato tutto così tanto da aver intrappolato anche tutti voi!".
Nicholas stava per rispondergli quando la porta della cella si aprì di scatto, cigolando.
La ragazza bionda entrò timidamente nella stanza con una bottiglietta d'acqua.
Si avvicinò a James senza dire niente, guardandosi intorno come se qualcuno avesse potuto rivelare la sua presenza all'improvviso e coglierla sul fatto. Poi gliela porse. James schiuse le labbra e la afferrò, incredulo che lei fosse tornata davvero.
Non aveva nemmeno pensato a quanto potesse essere assetato, ma quando sentì l'acqua fresca sulle labbra si lasciò andare a quel bisogno e ne tracannò quanta più potè, dimenticandosi per un attimo del suo piano.
Poi fu il turno di Nick e anche lui sembrò essere sopraffatto dalla sete.
Fu quando la ragazza stava già per andarsene che James parlò di nuovo.
"Aspetta!", esclamò.
La bionda si fermò, anzi si congelò sul posto.
Aspettò qualche secondo, poi voltò appena la testa e lo guardò.
"Grazie...davvero", riprese Jaime, sorridendole.
Lei non rispose e fece per uscire dalla cella, ma lui non era deciso a lasciarla andare.
"Io sono James...e lui è Nicholas", disse.
La bionda indugiò.
James era teso, sapeva benissimo che se se ne fosse andata non avrebbe avuto un'altra occasione del genere.
E lei se ne andò.
Ma non prima di aver sussurrato qualcosa tra le labbra. Un nome. Amanda.
Forse le guardie la videro uscire di corsa perché entrarono nella cella per incatenarlo di nuovo.
  
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