Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: PerseoeAndromeda    24/09/2021    0 recensioni
“Tu mi senti” mormora.
Certo che lo sente, tutto quello che prova Eren, Armin lo assorbe nell’anima, anche se non può cogliere l’origine di tanto dolore, non può sapere quello che il compagno ha dentro davvero.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Armin Arlart, Eren Jaeger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Fanfic scritta per la challenge Wriptember del gruppo Hurt/Comfort Italia – Fanfiction and fanart - GRUPPO NUOVO
 
 
Fandom: Attack on titan
Autore: Perseo e Andromeda, Heather-chan
Titolo: Il nostro ultimo lieto fine
Prompt: “Non c’è molto da fare” – Lieto fine – “Ho combinato un casino” (Day 13)
Personaggi: Eren e Armin, ship Eremin
Generi: angst, introspettivo, hurt/comfort, drammatico, accenni lemon alla fine
Rating: giallo
Note: missing moment prima della partenza di Eren per Marley. SPOILER per chi non è andato oltre la terza stagione dell’anime
 
  • IL NOSTRO ULTIMO LIETO FINE 
 
È un mondo che va in frantumi quello che lui e Armin hanno sognato.
La bellezza che speravano di vedere non esiste, soffocata dal sangue, dalla disperazione, dalla morte che non lascia scampo.
La morte che lui sta portando, quella che cancellerà ogni libertà.
“Io sarò libero” mormora, in piedi in mezzo alla devastazione, tra macerie e corpi smembrati, le sue mani che grondano liquido rosso, gli occhi che riflettono un oceano scarlatto.
Sangue lungo le guance, insieme alle lacrime.
“Io sarò libero… Armin e gli altri saranno liberi… tutti liberi in mezzo al nulla”.
Apre gli occhi.
Il silenzio della morte viene sostituito dal silenzio della notte.
Poche ore prima si è addormentato così, seduto, la schiena appoggiata al muro.
Il braccio destro avvolge un corpo abbandonato addosso a lui.
La mano sinistra affonda in una nuvola di capelli morbidi.
Un lieve movimento contro le sue gambe gli fa abbassare lo sguardo sui capelli d’oro, accesi dalla luna piena che culla il sonno di Armin, un po’ agitato, come sempre.
Ma mai come è stato quello di Eren.
Perché quello di Eren non è sogno.
Quello di Eren è il passato, è il presente, è il futuro, tutti insieme in un calderone di disperazione e orrore.
Armin emette un piccolo lamento, simile a una stella caduta una lacrima gli attraversa la guancia. Eren la raccoglie con un dito.
“Tu mi senti” mormora.
Certo che lo sente, tutto quello che prova Eren, Armin lo assorbe nell’anima, anche se non può cogliere l’origine di tanto dolore, non può sapere quello che il compagno ha dentro davvero.
“Ho combinato un casino, sai, Armin?”.
Quel casino che è già avvenuto da qualche parte nei sentieri, che sta avvenendo ora, perché il tempo, per lui, non ha più senso.
È tutto così orribilmente confuso, non esistono più logiche sequenze temporali dentro di lui.
I suoi occhi si stringono al nuovo lamento di Armin, gli accarezza i capelli.
“Saremo liberi… sarai libero…”.
Il lieto fine per le persone a lui più care, cerca di ripeterlo a se stesso, ma sa benissimo che, in realtà, di lieto non ci sarà nulla…
Non c’è nulla.
Armin strofina per qualche istante il viso contro la sua gamba, mormora qualcosa, poi i loro sguardi illuminati dalla luna si incontrano.
“Eren… che cosa c’è?”.
Glielo ripete, adesso che è sveglio:
“Ho combinato un casino”.
Le palpebre di Armin ammiccano, sono così azzurre quelle iridi, così grandi, ancora così piene di sogni che Eren si chiede come faccia, come ci riesca.
Quel ragazzo, che è il suo tesoro più prezioso, si tira su, si mette seduto, le mani sulle sue spalle, i loro nasi si sfiorano e Armin scuote il capo.
Sta sorridendo, mentre altre lacrime, silenziose, rigano le guance che sembrano ancora quelle di un bambino.
“Andrà tutto bene, Eren”.
E Eren vorrebbe scoppiare a piangere, stringerlo forte a sé. È consapevole che quella sarà l’ultima volta che potranno stare ancora così, vicini, uniti come una cosa sola.
Non può dirglielo che non è vero, che non andrà tutto bene, che lui li salverà, ma a un prezzo troppo alto, perché l’anima di nessuno di loro sarà salva.
Lo attira a sé, lo stringe con una tale forza che teme di romperlo: è così piccolo, fragilissimo vicino a lui che, in confronto, è cresciuto così tanto da non riconoscersi.
“Non c’è molto da fare” gli sussurra all’orecchio. “Posso fare solo questo… quello che farò… nient’altro che io possa fare”.
Lo sente tremare, le sue mani gli raggiungono le guance: ha la pelle fredda, Armin ha sempre freddo, è sempre delicato, non c’è colossale che tenga.
“Tutto quello che potremo fare, lo faremo”.
C’è una certa disperazione nelle parole di Armin, perché non capisce, non può capire, non può sapere.
“Shhh” gli dice Eren, accarezzandogli a sua volta la guancia. “Non parliamo di niente stanotte…”.
Lo vede arrossire, l’espressione dolce si fa languida. Ha capito.
Le loro labbra si sfiorano, amare, le anime e i corpi si intrecciano trasudando tristezza: Eren lo sa, Armin lo percepisce che, quella notte d’amore, sarà il loro ultimo lieto fine.
 
   
 
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