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Autore: ClostridiumDiff2020    25/09/2021    0 recensioni
Una notte fredda, in un vicolo oscuro Jennefer si incontra e si scontra con William e così...
Lei è anaffettiva e insensibile a qualsiasi stimolo, dotata di poteri telecinetici e soprattutto vede spettri. Nuovi ma soprattutto quelli antichi senza volto e molto pericolosi.
Lui è un groviglio di emozioni, incapace di controllare la rabbia ma soprattutto ferito e agonizzante.
Due universi in collisione.
(Prendere Billy Russo e lanciarlo in una nuova avventura)
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billy Russo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. How To Say Goodbye Forever?
 



 
William posò il libro massaggiandosi le tempie con forza. Aveva di nuovo mal di testa, come se una creatura artigliasse il suo cranio e premesse per uscire con forza.
Con le dita percorse le cicatrici che gli solcavano il volto, come se la creatura vi potesse uscire.
Una goccia di sudore scivolò lungo la curva della schiena facendolo rabbrividire.
Saltò in piedi e a grandi passi si recò in bagno.
Infilò la testa sotto il lavandino e aprì il rubinetto. Si mise le mani sul volto e chiuse gli occhi.
Era come se ogni goccia che scivolava via dai suoi capelli scorrendo lungo la pelle del suo viso lo graffiasse come mille spilli. Si appoggiò al lavandino e si osservò allo specchio con respiro ansate.
E in quel momento lo vide rabbrividendo.
Scattò verso lo specchio e sgranò gli occhi. L’antico era là, nel suo occhio sinistro, si stagliava la longilinea figura senza volto. L’essere parve notare la sua attenzione e allungò la sua pallida mano verso di lui. William sobbalzò andando a inciampando nei suoi piedi e cadendo a terra.
Il tempo di un battito di ciglia e l’antico apparve davanti a lui. L’indice su delle labbra mute, non poteva parlare ma William ebbe l’impressione di udire le sue grida riecheggiargli nella testa.
Le lunghe dita gli sfiorarono il volto e le tenebre calarono su di lui.
Il cuore di William accelerò, il battito gli rimbombava nella gola. Il suo respiro era come una presenza riecheggiava attorno a lui.
Percepiva il pavimento freddo sotto di se, sfiorò la parete fredda. Cercò di alzarsi e urtò con la spalla il tavolo vicino al bagno. Crollò di nuovo a terra. Era cieco? L’antico gli aveva tolto persino questo?
Si puntellò contro la parete e si spinse a forza in piedi, ma poi si paralizzò. Era paralizzato, bloccato dal proprio terrore.
 
Jennefer!
 
Le sue labbra si mossero senza emettere un suono.
 
Jennefer!
 
Cercò di urlare con forza fino a provare dolore alla gola. Ma non si arrese. Urlò in silenzio piantandosi le unghie nei palmi delle mani.
Poi un sospiro gelido gli carezzò il volto e delle gelide dita gli sfiorarono le labbra.
Si mosse con rabbia colpendo solo l’aria. Poi delle braccia spettrali lo strinsero. …
 
Una morsa al cuore, una stretta ghiacciata. Era la morte che lo stringeva tra le mani?
“Ehi Zombie, sei in ritardo…”
La voce di Jennefer afferrò la sua coscienza strappandola alla presa spettrale.
William sbattè le palpebre lentamente, il mondo tornava lentamente a fuoco come il suo corpo. Si sentiva zuppo di sudore I rumori, un fischio sordo copriva tutto il resto sovrastato solamente dal battito del suo cuore.
“Ehi Zombie sei… più pallido del solito…”
Il volto di Jennefer appariva lentamente vicino al suo.
William si pose il palmo della mano sull’occhio destro, percepiva una puntura di spillo al suo interno, come se lo spettro premesse dal suo interno.
William chiuse gli occhi, percepiva lo sguardo di Jennefer gravare come un macigno mentre cercava di riassemblare i pezzi di se scosso dai brividi. Un freddo che sembrava non voler mai lasciare la presa. Quando Jennefer gli afferrò la mano percepì il suo calore e il bisogno fu insopportabile. La afferrò e la trasse a sé stringendola con forza.
“Ehi Zombie… calma… sei… fradicio… che…” cercò di protestare la ragazza.
Lui nascose il volto cercando di calmarsi, Jennefer dopo le iniziali proteste rimase immobile come in attesa.
 
Quando Jenner pensò che potesse essere il giusto momento scostò William prendendolo per le spalle. Aveva uno sguardo assente e un respiro affannoso.
“William io… l’ho trovata…”
 
….
 
“Sai non esco spesso dall’obitorio e… di rado entro nei reparti, ma visto che ci tenevi tanto ho iniziato a bazzicare dalle stanze dove so che siete passati entrambi e… stamani lei ha trovato me…”
William osservò la camera, un’anonima stanza d’ospedale ma la ricordava bene. Era stata tutta la sua realtà per tanto, troppo tempo. E Lei era stata il suo unico vero contatto. La sola persona che tra tanti sguardi ostili si sforzava di ascoltarlo veramente.
Lei era in piedi e lo osservava, con lo stesso sguardo inarrivabile dei loro primi incontri. Sorrise, aveva sempre trovato frustrante tutto quel suo autocontrollo, qualunque cosa avesse fatto. Percepiva lo spettro premere dentro di se ma Krista era davvero davanti a lui, nient’altro importava.
 
William aprì la bocca ma la voce non giunse, di nuovo muto con una rabbia che gli bruciava l’anima. Aveva la tentazione di afferrare la prima cosa che aveva a portata di mano e lanciarla contro il muro.
Krista lo osservava in attesa, cosa poteva dirle? Che gli dispiaceva che fosse morta da sola? Che non avrebbe mai voluto questo per lei?
Lo spettro lo osservava silenzioso, che lo incolpasse? Forse adesso l’amore era diventato odio, magari per questo l’antico era entrato in lui, era marcio e corrompeva ogni cosa entrava in contatto con il suo spirito?
 
William sussultò quando la mano di Jennefer prese la sua. Si voltò verso di lei, i suoi grandi occhi scuri colmi di lacrime. Lei osservava lo spettro, impassibile come sempre, ma quando aprì bocca William si soprese nel percepire vibrante emozione nella voce di lei.
“Era a un passo da te…” prese parola Jennefer “E non avrebbe mai voluto che ti accadesse niente. Aveva preparato ogni cosa, per poter fuggire, non aveva mai desiderato niente così tanto prima di immaginare di iniziare una nuova vita assieme a te. Tutto quello che ti ha detto era vera, ogni momento è stato intenso… Adesso non può dirlo ma… Non è colpa tua né sua… anche se non ha voce il suo cuore non smette di parlare un solo istante… E chiede di te…”
Jennefer si voltò verso William cercando di dar voce a quella valanga di emozioni.
Lo spettro si avvicinò a Jennefer e quando le sue dita le sfiorarono il cuore Jennefer si un tramite tra due cuori connessi.
“Non sono brava a esprimere sentimenti perché… Non ho mai sentito nulla prima di… Prima del nostro disastroso contatto… e…”
Lasciami entrare…
La voce dello spettro era chiara, avvolgente e Jennefer aprì la sua anima.
“Non voglio che resti solo…” Era la voce di Krista che parlava tramite Jennefer.
William la osservò afferrò Jennefer e la strattonò verso se per baciarla con foga. Voleva percepire il sapore di Krista, l’odore dei suoi capelli, il suo suo e battere vicino al proprio. Ma quando Jennefer scivolò con i piedi a terra osservando la confusione nel suo sguardo comprese che lo spettro se n’era andato, svanito per sempre. Era andata oltre.
Jennefer rimase ad osservarlo interdetta.
“Non sono sicura ma… Credo di aver bisogno di bere dell’alcool. Molto, moltissimo alcool…”
   
 
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