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Autore: dragun95    25/09/2021    3 recensioni
Valtur è un membro degli inquisitori, un gruppo votato alla lotta alla piaga che da più di un secolo sta causando morte e dispirazione. E da cui non vi è una cura.
Il mezzelfo è stato incaricato di dirigersi in una delle città umane più avanzate, dove la piaga ha iniziato a diffondersi. In concomitanza con un'incontro molto importante.
Tra i tetti e i vicoli il nostro inquisitore dovrà affrontare la piaga e forse qualcosa di più di quanto avesse potuto immaginare.
Genere: Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
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Capitolo 12
Holmgang 



Aprì gli occhi mettendosi seduto di colpo col respiro accelerato e ansimante a causa del sogno che aveva appena fatto. Poteva sentire che i suoi occhi erano mutati ed istintivamente si portò la mano a controllarsi i denti sentendo al tatto che si erano fatti più aguzzi come zanne.

Inspirò un paio di volte per calmarsi, gli incubi avevano sempre il difetto di far venire fuori una parte di se che detestava. Si guardò intorno ricordandosi che la notte precedente l'aveva passata insieme alla proprietaria del bar in cui era finito a bere.
Al suo fianco la donna era completamente addormentata e nuda dopo la notte passata insieme. 
Non sembrava che gli fosse dispiaciuto passarla con lui e neanche al Mezzelfo dispiacque, nonostante la fama dei Inquisitori sapeva di essere un'individuo di bell'aspetto. Anche se lui non ci badava molto.

Scese dal letto stiracchiandosi, lasciando il corpo esposto all'aria della stanza. Fuori dalla finestra era giorno e per lui era meglio togliere le tende.
Riprese velocemente i vestiti sparsi per la stanza rivestendosi e lanciare uno sguardo alla donna ancora addormentata. Le si avvicinò coprendola delicatamente con il lenzuolo per non svegliarla per poi uscire dalla finestra salendo sul tetto.

Saltò sul tetto vicino trattenendo uno sbadiglio, aveva bisogno di qualcosa di forte per svegliarsi meglio. 

"Ho bisogno di un caffè!" Pensò saltando su un edificio più basso eseguendo una capriola per non farsi male. Intorno a lui le persone stavano iniziando ad uscire e i negozi ad aprirsi, di certo chi aveva un'attività come fornaio era il primo ad alzarsi per preparare il pane soffice e caldo.
A quel pensiero il suo stomaco iniziò a brontolare dato che la sera scorsa non aveva mangiato niente ma solo bevuto, non proprio l'ideale.

Si fermò arrestando la sua corsa rimanendo in ascolto del vento mattutino che soffiava, sentendo però anche qualcos'altro. Lentamente portò la mano al pomo di Durendart.
Un movimento alle spalle lo fece ruotare estraendo la spada che si scontrò contro la lama leggermente ricurva e spessa di un kukri di colore nero. Il Purificatore riconobbe il metallo Ignis guardando la figura che la teneva.

Era bassa e minuta con un folto mantello nero che sembrava composto da piume, sotto di esso indossava come lui un'uniforme che la copriva da capo a piedi ma questa era un pezzo unico con delle cinghie in cuoio sulle braccia e busto, le mani erano protette da guanti artigliati così come gli stivali che indossava. 
Alla vita era legata una cintura con i foderi delle sue armi, mentre il volto era coperto dalla maschera con un becco molto corto o ed uncinato come quelli di un gufo che era l'animale che ricordava la loro maschera.

-Oh, le Ombre- disse disincastrando le loro armi e rinfoderare la spada, riconoscendo il membro della divisione spionaggio degli Inquisitori.

-Ciao anche a te Fiocco di neve- la voce dell'Ombra lo fece sospirare, sapeva a chi apparteneva e soprattuto chi lo chiamava in quel modo.
Portò le mani al volto rimuovendo la maschera. Il suo volto era quello di una donna dalla pelle di un'insolito color cenere, era molto graziosa con lunghi capelli bianco zinco legati in una treccia a sfera, occhi marroni scuro, un nasino all'insù e labbra sottili. Ma il tratto più distintivo erano le lune orecchie a punta.

Si sicuramente un'elfa, ma dato il colore della pelle e la stazza minuta si trattava di un'elfa oscura. Un ramo della discendenza degli elfi in netto contrasto con quelli alti con cui non si sopportavano molto.
La loro razza era famosa per essere cacciatori formidabili ed estremamente silenziosi e letali, anche per questo erano ottime spie oltre che ottimi costruttori di trappole e armi magiche

-Akerith anche tu qui?- chiese sbadigliando.

-Notte passata in bianco o con una donna?- l'albino sapeva già che lei sapeva della sua scappatella della notte scorsa.

-Non mi pare che la cosa mi sia vietata. O volevi la mia compagnia?-

-Puoi fare quello che vuoi Valtur, basta che non infrangi la legge. E poi non ho bisogno di te!- rispose l'elfa oscura. Dopotutto ciò che fanno gli altri Inquisitori nel loro tempo libero era affare loro, sempre ammesso che non uccidano persone non infette per divertimento o commettano altri crimini.

-Eppure non mi pare che l'ultima volta ti sia dispiaciuto. Da come ti stringevi a me- disse per poi sentire qualcosa che gli toccava in basso. Abbassò lo sguardo vedendo che gli stava puntando la punta del suo coltello proprio sul cavallo dei pantaloni.

-Sai non dovresti provocare chi ha in mano un coltello!- gli disse guardandolo negli occhi, lui sostenne il suo sguardo per un tempo che non seppero calcolare del tutto immobili. Mentre lo sguardo del Mezzelfo non lasciava trapelare alcuna emozione di ansia o paura nonostante l'oggetto pericolosamente vicino ad una parte sensibile del suo corpo.

-Tralasciando ciò, perché sei venuta a cercarmi?- chiese infine, Akerith tolse il coltello rinfoderandolo con un movimento del polso, riavvolgendosi nel mantello.

-Il Vicario Evereth ha richiesto la tua presenza all'istante. Sei decisamente nei guai, Fiocco di neve!- disse invitandolo a seguirla. Lui non sapeva come potesse essere nei guai col Vicario, non aveva fatto niente per meritarsi la sua ira.


Silenziosa come un'ombra l'elfa lo condusse fino alla residenza del Vicario. Mentre camminava dietro di lei non poté che stupirsi ogni volta che incontrava un membro della loro divisione, la loro capacità di passare inosservati e di nascondere la loro presenza era tale che persino alcuni membri dell'ordine ignoravano che esistessero.

-Da quanto siete qui?-

-Siamo arrivate insieme al Vicario, iniziando già a raccogliere informazioni- rispose facendo cenno dietro di lui. Spostò lo sguardo non vedendo o percependo niente, ma era chiaro che lei voleva dirgli che vi erano altre Ombre nascoste.

Tutti i membri della divisione di spionaggio che formano le Ombre erano esclusivamente donne di corporatura esile e avvolte minute. Proprio per essere più leggere e leggiadre possibili per non farsi sentire ma allo stesso tempo come una rosa nascondono delle spine mortali.
Si fermò davanti alla porta facendosi di lato, lasciandolo il passo. Il Mezzelfo guardò la maniglia nervoso, ma strinse i pugni aprendo la porta. Appena varcò la soglia poté sentire che l'aria nella stanza era satura di nervosismo e rabbia, mentre individuava il Vicario e Blossom che stava al suo fianco.

-Lasciaci soli- il tono della Minotaura era serio e fermo, molto più del solito. Akerith chinò la testa uscendo e chiudendo la porta.
In quel momento Valtur sentì di essere appena finito dalla padella alla brace. Rimase immobile come un blocco di ghiaccio mentre Evereth sospirò togliendo le mani davanti al volto.

-Inquisitore Valtur, sai perché ti ho convocato?- lui scosse la testa.

-Akerith mi ha solo detto che volevate la mia presenza...e che sono nei guai-

-Oh non hai idea di quanto tu sia nei guai!- sbottò Blossom battendo il pugno sulla scrivania, stupendo non poco il Purificatore a quella reazione. Sapeva che quando si arrabbiava era pericoloso, ma non capiva cosa avesse fatto per meritarselo.
Il castano le posò una mano sulla testa iniziando ad accarezzarla, a quel tocco lei sembrò rilassati appena.

-Ora voglio forti una domanda e in quanto ex membro dei Purificatori. Vorrei che tu mi rispondessi sinceramente...va bene?- non sapeva più cosa pensare, una domanda come quella gli faceva intuire che qualunque cosa fosse successa doveva essere grave. Deglutì appena annuendo con la testa, non aveva il coraggio di mentire ad un suo superiore sopratutto quando l'aria era così tesa.

-L'altra sera è venuto a parlarmi il rappresentante del popolo degli alti elfi. Ha detto che uno dei nostri ha aggredito una delle loro guardie....tu ne sai qualcosa?- lui iniziò a sudare freddo, ricordandosi della "scaramuccia" di tre giorni fa con l'elfa guerriera lunga sulla strada e di come l'avesse sbattuta a terra. 
Lo aveva totalmente rimosso probabilmente per non pensarci visto che aveva altro da fare, ma era stato un vero stupido a credere che quell'elfa avrebbe lasciato perdere. Ed infatti erano andati dritti a lamentarsi con la carica degli Inquisitori più alta in città.

-Si, sono stato io....ma non è stata un'aggressione- si giustificò subito.

-A no e allora cos'è stato?- la Minotaura era sul piede di guerra con lui e di certo non poteva biasimarla visto il casino che aveva creato, proprio un bel casino.

-Fallo spiegare- disse Evereth serio cercando di far calmare la sua compagna. Il Mezzelfo prese un profondo respiro prima di rispondere.

-Quel giorno stavo andando in chiesa per confessarmi, ma durante l'andata ho urtato lievemente l'elfa distrattamente. Io mi sono subito scusato, ma quella ha iniziato ad assillarmi che avrei dovuto togliermi la maschera e inginocchiarmi per chiedergli scusa- riprese fiato massaggiandosi il collo -Avrei voluto colpirla...ma mi sono trattenuto e ho cercato di andarmene visto che mi ero già scusato. Ma lei mi ha afferrato per la spalla cercando di trattenermi...a quel punto ho reagito d'istinto sbattendola a terra-

-Istinto?- chiese lei scettica, cosa che fece adorare l'albino.

-Senti Blossom, odio quei megalomani e narcisisti orecchie lunghe questo è vero. Ma non sono stupido! Non attaccherei mai uno di loro sapendo che c'è una riunione in programma, rischiando di metterci nei guai!- rispose lui serio, non avrebbe mai compromesso volontariamente gli Inquisitori.

-Istinto o no, ora il loro rappresentante pretende che l'Inquisitore coinvolto affronti l'elfa umiliata in un Holmgang- il Purificatore non si stupì più di tanto a quella richiesta, visto che era uno dei duelli più tradizionali per porre fine ad una disputa in modo onorevole e per quanto fossero superbi gli elfi, l'onore per loro contava molto. 
E ciò a lui andava benissimo poter umiliale quell'arrogante guerriera elfica in uno scontro leale così da dimostrare la sua forza senza rappresaglie visto che erano stati loro a chiederglielo.

-Ma preferirei che tu ti scusassi invece di combattere- quelle ultime parole del Vocario uccisero subito il suo entusiasmo. Anzi lo fece solo arrabbiare di più.

-SCUSARMI? L'ho fatto subito in modo calmo e quella puttana mi ha detto che dovevo prostrarmi per farlo. E voi mi state chiedendo di fare come dice?! Preferisco risolverla con i pugni e la spada questa faccenda!- sbottò lui sbattendo le mani sulla scrivania, sentendo la sua rabbia crescere e i denti farsi più aguzzi tanto da dargli fastidio alle gengive, mentre le unghie graffiavano la scrivania allungandosi anch'esse.

Un'istante dopo ciò che aveva detto si sentì afferrare il collo, guardando il Vicario che con una mossa veloce gli aveva stretto il collo in una morsa decisamente molto salda, tanto che lo fece deglutire.

-Ora calmati e ascoltami bene!- esordì con un tono serio e tagliente che non lasciava obiezioni. I due si guardarono negli occhi per un breve minuto, dopo di che l'albino espirò cercando di rilassarsi mentre i denti e le unghie tornavano normali. 

-Per quanto comprenda la tua rabbia nei loro confronti, non possiamo permetterci un'altro problema di cui occuparci oltre che alla piaga. Anche se non ti piace dovrai scusarti, per il bene degli Inquisitori- Solo allora il Vicario lasciò la presa sul suo collo.

-E se loro non accettassero le scuse?- chiese toccandosi il collo, non aspettandosi quella reazione. Sapeva che il Vicario era un ex membro della sua unità ma nonostante il tempo passato era ancora forte.

-In tal caso, dovrai per forza combattere l'Holmgang- sospirò l'uomo. Blossom rimase a guardarli stupita anche lei della sua reazione, visto che lui era sempre calmo e comprensivo.


Il suono di uno sparo rimbombò per tutta la stanza, mentre Josef guardava il corpo del suo aiutante con un foro in testa. 

"Come previsto non l'ha presa bene!" Sospirò guardando Kruagag con la pistola fumante in mano, i suoi occhi trasudavano rabbia e odio. Mentre buttava via l'arma estraendone un'altra subito puntandola verso lo scienziato.

-Duca forse dovrebbe calmarsi- disse lui per niente spaventato al fatto di avere un'arma puntata contro. 

-Hai fallito, Josef. Il tuo esperimento si è rivelato un totale fallimento!- grugnì molto deluso da lui.

-Io lo avevo detto che forse non era fattibile- a quella risposta il Suiham gli poggiò contro la fronte la canna della pistola poggiandogliela contro. Aveva snudato le zanne mostrando il lato bestiale e per nulla elegante della sua razza.

-Dimmi perché non dovrei ucciderti qui all'istante?-

-Perché le sono più utile da vivo! E poi Duca....crede che io non abbia pensato ad un piano B!- Kruagag lo guardò negli occhi ancora con la voglia di ucciderlo, ma si calmò abbassando la pistola rimettendola nella giacca.

-Che piano di preciso?- l'uomo sorrise a quella domanda invitandolo a seguirlo con un'inchino.


Tutti gli Inquisitori giunti in città si ritrovarono insieme in una sola stanza. In tutto saranno stati al massimo una decina incluso il Vicario. L'atmosfera all'interno era decisamente molto tesa, tutti erano nervosi per l'arrivo degli alti elfi. Di certo quello con i nervi più a fior di pelle di tutti era proprio Valtur.

I suoi però  erano dovuto alla rabbia, se avessero potuto vedere sotto alla maschera gli altri avrebbero notato le vene che gli pulsavano sulla fronte.
Aveva accettato di scusarsi per il bene della serenità dell'ordine e anche perché era colpa sua se erano finiti in quella situazione. Ma ciò non gli poteva certo impedire di essere incazzato nero.

"É una mia impressione o mi sembra più incazzato lui del Vicario?" Chiese uno degli Inquisitori del gruppo rivolto agli altri al suo fianco.

"Considerando che dovrà abbassare il capo davanti agli alti elfi e tutti sanno quanto li detesti. Non mi stupisce"

"Spero solo che questa storia non lo faccia uscire in bestia. Avete sentito il resoconto di quella sua missione al nord"

"O in quel villaggio tre anni fa" disse un'altro intromettendosi nella conversazione sotto voce.

-Lo sapete che vi sento vero?!- gli disse l'albino facendo irrigidire quelli che avevano parlato, che trasalirono di colpo allo sguardo del Purificatore.

-Paintatela di parlare tutti, chiaro!- rispose secca la Minotaura con le braccia incrociate contro il seno lanciando un'occhiata a Rowanne. La maga era lì perché aveva insistito di assistere in quanto cittadina e nobile di Nidolan, il Vicario non ebbe il coraggio di opporsi a ciò ma lei non lo trovava giusto dato che si trattava di una faccenda degli Inquisitori.
Evereth guardò l'orologio appeso al muro per vedere l'ora, alla fine la porta si aprì e gli elfi fecero il loro ingresso in modo elegante ed ordinato.

-Vedo che siete in orario! Se non altro è già qualcosa- disse Svalfar davanti al resto degli elfi.

"Ma se sono loro ad essere in ritardo di venti minuti!" Sbuffò mentalmente il Mezzelfo.

-Dunque chi di loro è il barbaro che ha offeso Silvally? Spero che sia tra di voi, Corvi!- Evereth poteva percepire che tutti i suoi compagni si stavano innervosendo per essere stati insultati da uno che li guardava dall'alto in basso.

-E qui....ma Svalfar...-

-Per te è Signor Svalfar- precisò il rappresentante facendo apparire una piccola vena pulsante sulla fronte del Vicario, ma che tuttavia stette al gioco.

-Signor Svalfar. Non credo sia necessario combattere, siamo qui per discutere di qualcosa di più urgente: La piaga delle spine- si fermò per un secondo -La quale mette a rischio tutti noi, non solo il suo popolo. L'Inquisitore che ha fatto un torto alla vostra guardia è disposto a chinare il capo e porgergli le sue scuse...ma questo combattimento al momento non è necessario- 

-Invece è proprio necessario!- si intromise la guardia offesa mettendosi davanti a lui -Si tratta del mio onore che mi è stato sottratto da voi Corvi. Ed io esigo di avere la possibilità di riottenerlo! Se non con lui...- estrasse la spada con un sibilo metallico puntandola contro il vicario.

-Allora contro di voi!- a quel gesto tutto gli Inquisitori erano pronti a sguainare le loro armi, vedendo quell'arrogante femmina di elfo sfidare il loro Vicario. Ma lui gli fece cenno di non farlo, anche se era consapevole che avrebbero voluto, sopratutto Blossom era certo che avrebbe voluto avventarsi su di lei.

Prima che potesse dire qualcosa una mano afferrò la lama elfica, i due alzarono lo sguardo trovando la figura di Valtur.

-Con tutto il rispetto Vicario Evereth. Questi pomposi narcisisti non demorderanno finché non avranno ciò che vogliono- disse guardando gli alti elfi che subito incrociarono gli occhi per quelle parole poco velate su di loro. 
Lentamente il Purificatore si tolse il cappuccio liberando i capelli per poi portare le mani alla maschera togliendosela dal volto così che potessero vedere chi avessero davanti.

-Sono Valtur Uuner, l'Inquisitore che ti ha offeso. E accetto l'Holmgang!-.







Note dell'autore 

 In questo nuovo capitolo scopriamo finalmente l'aspetto di un membro della divisione spionaggio degli Inquisitori: le Ombre.
E a sorpresa si tratta di una vecchia conoscenza del protagonista con cui si direbbe fosse stato intimo. Ma anche lei ha un certo caratterino.

Alla fine Valtur ha dovuto ammettere le sue colpe per quanto riguarda la faccenda degli elfi, anche se è stato del tutto accidentale. Il Vicario gli ha intimato di scusarsi senza combattere e dopo che lui cerca di ribattere, Evereth mostra il suo disappunto con la forza.
Kruagag è insoddisfatto dei fallimenti del suo collaboratore, ma lo scienziato ha un'alternativa al piano "Catena Imperuim", ma lui ha un piano B e questo potrebbe essere preoccupante.

Alla fine Valtur ha accettato l'Holmgang, dato che gli elfi non vogliono sentire scuse oltre al duello. Come reagiranno a scoprire che l'Inquisitore è un mezzo sangue e come finirà questo duello?
Dovrete aspettare il prossimo capitolo per scoprirlo. A presto.
  
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