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Autore: AlbAM    25/09/2021    24 recensioni
Alba e Azaele finalmente si sono ritrovati e la loro storia sembra filare a gonfie vele. Ma la vita non è mai semplice e i problemi sono sempre dietro l'angolo, soprattutto se il protagonista è un diavolo innamorato e talmente sbadato da rischiare di provocare una nuova "Grande Guerra" tra Inferno e Paradiso. Ma che diavolo avrà combinato stavolta Azaele?
La scombinata banda di Demoni e Angeli di Un diavolo a Roma è tornata più in forma e incasinata che mai!
Genere: Azione, Commedia, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo I


Tutto a posto?



La ragazza bruna uscì frettolosamente dalla camera che si affacciava sul lungo e buio corridoio dell'appartamento costruito negli anni del boom edilizio e si diresse verso il bagno. Un'inquietudine sorda la tormentava mentre passava davanti alle porte chiuse delle altre stanze. Avvolta nel silenzio delle sei del mattino, poteva sentire chiaramente il battito accelerato del suo cuore.

Raggiunto finalmente il bagno si sfilò la succinta sottoveste con cui aveva dormito, poco a dire il vero, e si concesse una doccia veloce.

L'acqua calda ebbe su di lei un effetto calmante, il battito cardiaco rallentò, ritornò quasi normale.

Ma non era il caso di rilassarsi troppo, doveva vestirsi velocemente e uscire di lì al più presto.

Scostò la tenda della doccia, uscì un po' infreddolita e si avvolse nell'asciugamano. Alzò lo sguardo per cercare il phon e si accorse che una creatura alata, completamente nera e dagli occhi rossi, la fissava attraverso lo specchio.

“Aaaaaah!” urlò terrorizzata.

"Aaaargh, che cavolo succede!" urlò a sua volta la creatura.

Alba si voltò costernata "Per la miseria Aza, ma perché diavolo hai questo aspetto spaventoso?"

Azaele si guardò allo specchio "Ops, scusa tesoro, ero mezzo addormentato e ho fatto un po' di confusione con il mio aspetto infernale…" si interruppe e fece un piccolo sorrisetto ammiccante mentre tornava umano.

"Di un po', ma sei nuda lì sotto?" domandò avvicinandosi.

"Aza, non ci provare, devo andare a lavoro e sono spaventosamente in ritardo. Oggi abbiamo pure un incontro di allineamento attività con Veggetti. Lo sai che entro in ansia quando c’è lui di mezzo!"

See, hai paura di quell’idiota?” ridacchiò il demone agguantando l'asciugamano che la copriva e tirandoglielo via con un gesto elegante.

"Aza… ti ho detto che…" non riuscì a finire la frase perché si ritrovò schiacciata contro il muro, con Azaele che le baciava il collo.

"Aza dai, lo sai che devo timbrare prima delle otto!"

"E allora? Sei una strega, correggi la timbrata, no?" replicò Azaele sollevandola senza sforzo e portandosi le sue gambe intorno alla vita.

Alba sospirò e provò ancora a protestare ma con meno convinzione "Odio quando provi a tentarmi, fermati subito!"

"Ti amo da morire!" sussurrò il demone continuando a baciarla.

"Aza… io… devo… dovrei… Oh, per la miseria!" si lamentò Alba capitolando completamente.

In fondo che male c'era a correggere la timbratura di qualche minuto?


#


Michele era ancora mezzo addormentato quando cominciò a sentire dei lamenti al suo fianco. Grugnì leggermente e mise la testa sotto il cuscino, ma i lamenti si fecero più forti.

Si svegliò del tutto e si rese conto conto che provenivano da Sael che si agitava nel sonno.

"Di nuovo" pensò. "Era da un po' che non capitava"

Allungò una mano sulla spalla del compagno e lo scosse leggermente, come faceva di solito quando il giovane demone era in preda agli incubi "Sael, hei, svegliati!"

Sael ringhiò come una bestia infernale tirandosi su a sedere.

Aveva aperto le ali ed era diventato nero come la pece, tranne per i capelli rosso scuro e i candidi canini da lupo che contrastavano con l'oscurità del resto del corpo. Michele trovò che nonostante il ringhio da bestia feroce, fosse decisamente molto bello.

Provò a chiamarlo di nuovo, dolcemente. "Sael, svegliati. È solo un incubo"

Sael si girò e lo guardò con occhi vitrei "Non voglio farlo!" ringhiò ancora.

"Non sei costretto, ora calmati, ok?" rispose Michele per tranquillizzarlo.

Quelle parole e il tono pacato con cui l’angelo le aveva pronunciate, riuscirono a calmare Sael.

Il ringhio si trasformò in un respiro affannoso, gli occhi tornarono verdi. Sael riprese il suo aspetto solito, quello di un ragazzo umano sui ventisei anni.

Guardò Michele e finalmente lo riconobbe.

"Che è successo? Ti ho svegliato?"

"Si, ti lamentavi nel sonno! Hai sognato di nuovo la tua caduta all'Inferno?"

Sael abbassò lo sguardo "No..."

"Vuoi parlarne?" Domandò ancora l'angelo accarezzandogli i capelli.

"No!” rispose Sael agitandosi. “E poi non mi ricordo più nulla" mormorò abbracciando Michele e accoccolandosi sul suo petto.

Michele non insistette, aveva capito che Sael aveva mentito e che ricordava benissimo il sogno.

Semplicemente, non si sentiva di parlarne. Sospirò e lo strinse a sé per confortarlo.

Va bene, però promettimi che quando sarai più tranquillo, se ricorderai qualcosa me ne parlerai. Sono sicuro che ti farà bene!"

"Ok" sussurrò Sael contro il suo petto. Ma non era affatto sicuro di mantenere la promessa, quello che sognava era troppo orribile.


#


Alba passò il badge nel marcatempo "Porca miseria, lo sapevo… le otto e venti!" sospirò sconsolata.

Rigirò il badge tra le dita e dopo pochi istanti si decise. "Massì, chissenefrega. Per una volta!"

Diede un'occhiata furtiva in giro. Non c'era nessuno tranne il collega della reception, impegnatissimo a seguire lo scontro finale tra Vichinghi e Rus'.

Esitò un attimo e poi passò di nuovo il badge nel marcatempo sussurrando "Sette e cinquantacinque".

Controllò la timbrata e sorrise imbarazzata constatando che la correzione era andata a buon fine. Non si era ancora abituata ai suoi poteri da strega.

Si avviò verso l'ascensore frettolosamente, l'incontro di allineamento con Veggetti iniziava alle otto e trenta e se fosse arrivata in ritardo il Direttore di stabilimento non gliel'avrebbe fatta passare liscia. Non aveva voglia di iniziare la settimana con una pubblica umiliazione .

All'apertura delle porte dell’ascensore si ritrovò di fronte l'odiosissima Corelli che come suo solito si era preparata alla riunione con il tailleur più serio e professionale in suo possesso. Con Veggetti infatti le scollature e i tacchi vertiginosi, normalmente usati dall’impiegata, avevano lo stesso effetto di un pacchetto di Mentos nella Coca Cola. Li interpretava come tentativi di circuirlo e dava la stura a delle sfuriate bestiali e pure un tantino misogine.

Alba aveva sempre pensato che la Corelli, pur essendo una grandissima stronza, avesse il diritto di vestirsi come le pareva a prescindere dalle paturnie di Veggetti. Una volta aveva anche provato a parlargliene, ma la donna, che peraltro era un'insopportabile arrivista, le aveva risposto freddamente che poteva fare a meno di rivolgerle discorsi da falsa buonista femminista per cui aveva abbandonato definitivamente qualsiasi tentativo di comunicazione che non fosse strettamente legato al lavoro.

"Ciao Maxia, siamo un po' in ritardo, eh?" commentò la Corelli con un sorrisetto acido.

"Buongiorno anche a te!" rispose Alba lapidaria, senza degnarla di uno sguardo.


#


Alba rientrò nel suo ufficio depressa e con un mal di testa feroce, l'incontro era stato un delirio.

Veggetti si era alzato con la luna storta per cui aveva avuto da criticare su tutto e tutti. Come se non bastasse a causa dei suoi nuovi poteri era stata in grado di vedere sia demoni che angeli al lavoro.

Ysrafael infatti, dopo quello che era accaduto al Drag me to Hell, aveva inviato alcuni dei suoi collaboratori a tenere monitorata la situazione nell'azienda di Alba onde evitare che si potessero verificare altri incidenti così gravi. I demoni, abituati ad avere campo libero, non l'avevano presa troppo bene e ogni occasione era buona per litigare con i colleghi angelici.

Alba, spettatrice involontaria di questi litigi, pur ammettendo che il clima aziendale era nel complesso migliorato grazie agli interventi pacificatori degli angeli, certe volte desiderava ritornare ai tempi in cui era ignara di tutto e dopo le riunioni era ugualmente depressa, ma almeno non aveva mal di testa.

Era presa dalle sue riflessioni quando Sael si affacciò sulla porta e la salutò "Hei, ciao! Come va, posso entrare?"

Alba lo guardò con gli occhi semichiusi per il mal di testa "Insomma, le riunioni con Veggetti, ogni volta mi ammazzano, ho un mal di testa terribile!" si lamentò Alba, poi sussurrò dando un'occhiata intorno "Ti possono vedere?"

"No, tranquilla sono in modalità visibile solo a creature soprannaturali e streghe!" ridacchiò Sael accomodandosi sulla sedia libera al lato opposto della scrivania di Alba.

Lei sorrise "Vi siete dati da fare tu e i tuoi colleghi stamattina!"

Il demone sospirò "Mi dispiace, è il nostro lavoro. Comunque oggi non ero proprio in vena, ho permesso all'umana sobillata da Eowynziel di surclassare quello smidollato del mio umano!"

"Non te la prendere Sael, la Corelli è insopportabile, alla ragazza di Sakmeel piace vincere facile!"

"Si, ma come se non bastasse, quando finalmente avevo trovato un'idea per aiutare quell'imbranato di Bonetti a contrattaccare, si è messo in mezzo Anduiel a fare da paciere! Ma che palle! Da quando sono arrivati i ragazzi di Ysrafael non si riesce più a portare avanti un lavoro decentemente!" sbuffò contrariato il demone.

Alba sorrise "Bé… è il loro lavoro"

Sael le rispose con un grugnito e uno sguardo imbronciato.

Alba notò che il solito impiegato occhialuto dell'ufficio accanto, la stava fissando un po' perplesso. Si rese conto che agli occhi del collega sembrava una svampita che parlava da sola e finse di essere impegnata a scrivere qualcosa al computer.

"Comunque non sono venuto per parlare di lavoro, ma perché sono preoccupato!" disse Sael con un'espressione triste in volto.

"Che succede?" domandò l'amica smettendo per un attimo di battere le dita sulla tastiera "Azaele ne ha combinato una delle sue?"

"No, no… cioè sicuramente si!" ridacchiò il demone.

Alba lo guardò male “Spiritoso! Comunque dimmi, ti ascolto anche se faccio finta di scrivere!”

Il demone emise un profondo sospiro e ammise "È per via del mio rapporto con Michele!"

"Alba gli rivolse uno sguardo stupito "Che succede, qualcosa non va, tra voi?"

"No, no. Anzi è tutto perfetto!"

"Ma allora perché sei preoccupato? Non capisco!"

Sael si mosse a disagio sulla sedia "Alba, io sono tormentato da un sogno che..."

La frase fu interrotta dal geometra Renzo Galletti che oltrepassò la porta dell'ufficio tutto trafelato. "Alba, non immaginerai mai cosa ho sentito dire alla macchinetta del caffè" sentenziò poggiando entrambe le mani sulla scrivania e sporgendosi verso la collega.

Galletti era un trentasettenne alto e castano, dai grandi occhi color nocciola e con un fisico da ex pallanuotista di serie B tenuto in forma dall'allenamento regolare effettuato in piscina dopo l'orario di lavoro. Era noto come il più bello di tutta la ditta e dopo anni di totale indifferenza, aveva sviluppato una sincera simpatia verso Alba quando aveva saputo che si era rifiutata categoricamente di avallare l'idea di produrre e vendere delle magliette aziendali con la foto dell'impiegato/a del mese.

Bisogna avere le palle per mettersi contro un'intera squadra di dementi capaci di produrre un'idea così vergognosamente idiota!” aveva commentato.

Subito dopo era andato a offrire un caffè ad Alba e da allora aveva preso l'abitudine di passare verso metà mattina per farle un saluto o proporle di prendere il caffè insieme.

Alba alzò gli occhi dal computer e continuando a fingere di scrivere, rispose "La De Vito e l'Ing. Corradi, finalmente si sono messi insieme?"

Galletti la guardò basito "Come fai a saperlo?"

Alba ridacchiò "E dai Renzo, è dal fine settimana dei laboratori di Molinesi che quei due si guardano con gli occhi a cuoricino e lei arrossisce e ride come una quindicenne a ogni battuta scema di Corradi!"

Galletti rise, afferrò la sedia davanti alla scrivania di Alba e si sedette sulle ginocchia di Sael, ovviamente senza averne la benché minima consapevolezza. Alba strabuzzò gli occhi e rischiò di soffocare dalle risate nel vedere l'imbarazzatissima espressione del demone.

"Sai che hanno già dato un nome alla loro ship?" aggiunse l'ex pallanuotista sistemandosi meglio sulla sedia.

Ora, sebbene Sael fosse innamoratissimo di Michele, ritrovarsi il posteriore decisamente sodo e muscoloso di Galletti che strusciava contro le sue parti basse, stava cominciando a creargli un imbarazzante effetto collaterale che non è difficile da immaginare.

Il demone lanciò uno sguardo implorante ad Alba che ridacchiò e ignorò la sue richiesta di aiuto. "Ah, davvero? E come li hanno definiti?" domandò allegramente.

Galletti si sporse strusciandosi di nuovo contro il sempre più imbarazzato Sael e ridendo fino alle lacrime annunciò "I Devradi".

"Ma è orribile sembra una maledizione oscura di Harry Potter!" commentò Alba anche lei con le lacrime agli occhi sia per i “Devradi” che per i gesti e gli sguardi disperati di Sael. Galletti infatti, soddisfatto per avere ottenuto da Alba la reazione che desiderava, aveva allungato le gambe e si era messo più comodo, praticamente sdraiandosi sul povero demone.

La ragazza ebbe pietà e decise, un po' a malincuore, di chiudere la conversazione.

"Oi, Renzo, devo finire questa mail, però ti ringrazio perché dopo la riunione di allineamento mi mancavano solo i Devradi per finire di allietare questo meraviglioso lunedì".

Galletti rise e finalmente si decise ad alzarsi.

"Ne sono felice!" scherzò e indicando la sedia aggiunse. "Voglio anche io una poltroncina come quella Alba, è super comoda! Dove diavolo te la sei procurata, saranno almeno tre anni che l'Ufficio Acquisti si rifiuta di acquistare qualsiasi tipo di mobilio con la scusa che possiamo riciclare quello degli uffici vuoti!"

Alba gli fece l'occhiolino. “Sono una strega!”

Galletti sorrise. “Allora vedi di usare i tuoi poteri per procurarne una anche a me!” rispose strizzandole un occhio anche lui e avviandosi verso il corridoio dell'ascensore. Alba riuscì a cogliere lo sguardo carico di invidia della Corelli nel vedere Galletti uscire dal suo ufficio. Era da almeno un anno che cercava di portarselo a letto senza successo. L'uomo, sposato felicemente, avevo perso la moglie pochi anni prima a causa di un brutto male e non era ancora pronto né interessato a iniziare una relazione di alcun tipo. A parte questo non aveva mai avuto alcuna simpatia per la Corelli.


Era ora!” sbuffò Sael rosso in faccia.

Di che ti lamenti!” sghignazzò Alba, qui c'è gente che pagherebbe per avere un'esperienza ravvicinata con il bel posteriore di Galletti!”

Ah, quindi l'hai notato anche tu, eh? Non sono sicuro che Azaele ne sarebbe contento!” rispose lui imbronciato.

Azaele, non ha niente da temere da Galletti, il suo posteriore è...!” Alba diventò paonazza e non riuscì a finire la frase.

Il demone sogghignò ma preferì non infierire. “Tornando all'argomento per cui sono venuto a trovarti...!”

Alba si fece seria “Stavi parlando di un sogno!”

Sael si rabbuiò "Si, ecco… io continuo a sognare di essere all'inferno con Michele e…" Il demone fece una piccola pausa “...lui è incatenato e io sono costretto a torturarlo"

Alba rimase senza parole per qualche istante.

"Sael, non capisco, tu ami moltissimo Michele, per quale motivo sogni di fare una cosa così terribile?"

Sael sospirò e guardò l'amica con gli occhi lucidi.

"Non lo so, Alba. Posso solo dirti che gli Arcidiavoli mi obbligano a torturarlo per punirci entrambi per… per quello che proviamo l'uno per l'altro!"

"Ma è terribile!"

"Lo so, è angosciante, io non voglio fargli del male, ma non posso evitarlo perché gli Arcidivoli mi costringono a fargli delle cose terribili!”

Sael si interruppe e la fissò angosciato. “Alba, e se fosse una specie di sogno premonitore? Se in qualche modo avessi percepito che laggiù… che stanno… organizzando qualcosa contro di noi?"

"Ma no! Michele stesso ha detto che i sentimenti sono rispettati e poi se stesse succedendo qualcosa di strano, sono certa che tuo padre lo verrebbe a sapere e vi proteggerebbe. Safet ti ama molto e vuole bene a Michele come se fosse suo figlio. Sono certa che non hai proprio nulla da temere!"

Sael si torturò il nodo della cravatta a disagio. “Si, ma… io non riesco più a dormire la notte, pensando che potrebbero fare del male a Michele per colpa mia. E se gli succedesse davvero qualcosa? Se decidessero davvero di punirlo a causa della nostra relazione? Se lo mandassero all'inferno? Sarebbe terribile… io non voglio che perda tutto, che finisca per odiarmi. Io… io così non ce la faccio Alba!"

Alba lasciò perdere la tastiera del computer e infischiandosene di quello che potevano pensare i colleghi spostò lo schermo del computer per guardare il demone dritto negli occhi "Sael, non è che ti sta prendendo il panico perché la vostra relazione è diventata una cosa seria?"

Sael non riuscì a reggere lo sguardo di Alba.

"No… cioè non credo!"

"Sael! Che significa non credo? Hai idea di quanto Michele abbia investito nel vostro rapporto e soprattutto di quanto sia stato coraggioso nello scegliere te come compagno?"

Il giovane demone non ebbe il coraggio di ribattere, si limitò a muoversi imbarazzato sulla sedia cercando una posizione più comoda.

"Sael!" lo incalzò Alba sempre più arrabbiata "Io spero che tu non stia cercando delle scuse per interrompere la vostra storia! Hai idea di quello che significherebbe per lui? Michele ha sofferto moltissimo quando Yliel lo ha lasciato, da allora non si è più realmente legato a nessuno fino a quando vi siete messi insieme! Vuoi deluderlo anche tu?"

"Bé, veramente è stato per quasi cinquecento anni con Aleniel!" provò a ribattere Sael debolmente.

"Ma per piacere! Sai benissimo anche tu che quella con la tettona bisbetica era una relazione tira e molla, basata più sul sesso che sui sentimenti!"

Il demone sospirò e borbottò a bassa voce "In effetti non si è neanche arrabbiato più di tanto quando lei e Azaele…!" Sael si rese conto che Alba lo stava osservando con uno sguardo infuocato e si fermò.

Troppo tardi.

"Scusa cosa hai detto?" sibilò la strega sbattendo le dita sulla tastiera del computer e sporgendosi verso di lui.

Sael sbiancò. "No, nulla…!" farfugliò arretrando leggermente con tutta la sedia.

"SAEL. COSA HAI DETTO?" domandò ancora Alba con le pupille rosse.

Sael rabbrividì nel vedere una colonnina di fumo innalzarsi dalla tastiera del computer “Alba, co... controllati” balbettò indicando i tasti che stavano cominciando a sciogliersi sotto le dita della strega.

Alba si rese conto di quello che stava succedendo e soprattutto della puzza di plastica bruciata che stava cominciando a diffondersi nell'ufficio.

Merda!” esclamò soffiando inutilmente sulla tastiera nel tentativo di rimediare al principio di incendio che aveva appena provocato.

Cazzo, il tuo collega! Spegni, spegni!” la incalzò Sael vedendo che nell'ufficio a fianco l'impiegato occhialuto, stava annusando l'aria perplesso.

Cosa?” domandò Alba totalmente nel panico continuando a soffiare sulla tastiera per cercare di fermare fiammelle e scintille che avevano cominciato a spandersi sulla scrivania.

Sael balzò dalla sedia, si tolse la giacca e la usò per cercare di soffocare il fuoco, con il risultato che le fiamme cominciarono ad avvolgere anche quella.

La magia. Alba, per la miseria usa la magia!” esclamò il demone rendendosi conto che il fuoco, frutto dei poteri dell'amica, non si sarebbe spento se non usando la stessa magia che l'aveva provocato.

Ok, giusto... hai ragione!” ansimò lei.

Smise di soffiare, tese le mani sopra la tastiera e inspirando profondamente ordinò “Ora basta!”

Le fiamme si spensero, la tastiera ritornò più nuova di prima e la puzza di plastica bruciata sparì come era comparsa.

Alba e Sael si scambiarono uno sguardo poi crollarono ognuno sulla propria sedia respirando di sollievo.

Tutto a posto?” domandò una voce maschile profonda e sconosciuta.

La strega e il demone si girarono. Fermo sulla soglia dell'ufficio, l'impiegato alto e occhialuto osservava perplesso la scrivania di Alba.

Si, perché?” domandò la strega assumendo un'aria vagamente distaccata.

Mi era sembrato di sentire puzza di plastica bruciata!”

Davvero? Boh, io non ho sentito nulla!” commentò Alba fingendosi stupita.

L'uomo fece spallucce e senza aggiungere altro si girò e rientrò nel suo ufficio.

Cinque anni che lavora qui a fianco e non ho mai saputo che avesse la stessa voce di Luca Ward!” commentò Alba rivolgendo uno sguardo allibito al suo amico infernale.

Sael accennò un sorriso, ma sbiancò immediatamente nel vedere le pupille di Alba nuovamente rosse.

“Tornando ad Azaele e Aleniel...” sibilò la strega.

Il demone deglutì impaurito.



   
 
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