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Autore: Mave    26/09/2021    0 recensioni
Vale vuole solo buttarsi tutto alle spalle, chiudere a doppia mandata il cassetto del passato e sotterrarne la chiave. Non serve rigirare il coltello nella piaga.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Lo so...In segreto ti vergogni di te stesso. Suppongo che quando sei da solo e senza gente intorno ti levi quella maschera che ti sei messo. Non capisco come mai non sei venuto a trovarmi. Però sono sicuro che ... Che a volte ci sei stato male. "

Quelle parole sembrano essere state scritte apposta per lui, marchiano a fuoco la sua colpa come lettere indelebili sulla sua coscienza.

"Beh continua!"

Lo incalza il professore di lettere.

" Non ho più voglia di leggere queste cazzate!"

Vale vuole solo buttarsi tutto alle spalle, chiudere a doppia mandata il cassetto del passato e sotterrarne la chiave.

Non serve rigirare il coltello nella piaga.

"Vorrei capire a quali cazzate alludi!"

Il ragazzo prende un respiro profondo e cerca di spiegare il suo punto di vista con voce balbettante.

"Perché Wilde non cerca di capire il motivo per il quale il suo amico non è andato a trovarlo?"

Sentirsi in colpa può essere molto doloroso, è come essere perseguitati da una parte di sé un po' tirannica che martella per aver tradito un codice di comportamento interno.


Vale sa che il suo comportamento, le sue omissioni degli ultimi mesi sono stati riprovevoli ma, al momento, è difficile trovare un ragazzo meno spensierato di lui.

"Quell'altro è fuori, è libero. Per quanti problemi possa aver avuto non sono paragonabili ai suoi!"

Ma che ne sanno loro dei suoi grattacapi?

Nessuno sembra essersi accorto del fragile Valentino trincerato dietro una maschera di falsi sorrisi che si è costretto ad indossare per schivare sguardi preoccupati e l'assillante Come ti senti oggi ? Che puntualmente gli rivolge sua madre.

Essere forte è stata l'unica scelta che ha avuto per non essere annientato dal dolore di quell'arto fantasma, di una gamba in titanio che sente ancora estranea al suo corpo.

Essere forte per non essere soverchiato dal ricordo straziante di un giovane amico che ormai è soltanto spirito.

Essere forte per soffiare sulle ceneri di un matrimonio naufragato e tentare di tenere insieme i relitti di una famiglia che non esiste più.

La maschera di finta felicità è stata soltanto un sotterfugio provvisorio per apparire il Vale perfetto che era fino ad appena un anno addietro.

"Forse l'amico di Wilde voleva soltanto riprendersi la sua vita. Forse voleva soltanto che..."

In aula regna sovrano l'imbarazzo e, accerchiato dagli sguardi di disagio dei compagni, Vale si sente come una formica in mezzo a tante persone che viene schiacciata senza che nessuno prenda le sue parti.

La classe si limita a guardarlo con pietà ed un po' di preoccupazione, prima che la maggior parte distolga lo sguardo da quel siparietto increscioso.

"Basta Vale, basta! Io ti consiglio di leggere altrimenti sarò costretto a mandarti dal preside!"

Sorprendentemente è lo stesso prof, esasperato dalla sua resistenza, a fornirgli una possibile scappatoia.

"Io non leggo più!"

Lascia cadere il libro sulla cattedra e si allontana con il suo passo claudicante.


I corridoi sono vuoti e le pareti tinte di marrone sembrano una scatola di cioccolatini.

Vale si appoggia qualche secondo alla ringhiera in ferro battuto che conduce al secondo piano. Guarda distrattamente le due bandiere esposte, il tricolore dell'Italia e la bandiera dell'Unione Europea con le sue dodici stelle dorate e cerca di calmarsi.

I colori non sono più vivaci ma i vessilli svolazzano sospinti dal vento che entra da una delle grandi cinque finestre.

Poi accade all'improvviso.

Tra l'odore di cuoio che arriva dalla palestra e quello di carta stampata e ardesia che si diffonde dalle aule da cui filtrano vociate indistinte.

A Vale sembra di soffocare, come se il cuore gli stesse per esplodere nel petto. Gli manca il respiro e la paura che gli serra la gola sembra voglia risucchiarsi anche un po' delle sue speranze.

Apre la bocca e finalmente, dopo un paio di tentativi, riesce ad inspirare un filo d'aria e a buttarla fuori con un sibilo.

Si è sentito come se stesse annegando e non riuscisse a tornare in superficie durante una delle sue gare di surf di un tempo.

Non può fare altro che andare in bagno, sciacquarsi il viso con l'acqua fredda, cercare di regolarizzare il respiro e rindossare quella maschera di imperturbabilità che si sta sfilacciando ogni giorno di più.

Dubita che sarà convincente ancora per molto.

   
 
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