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Autore: Ombrone    28/09/2021    0 recensioni
Immaginate ambientare X Files in un posto dove gli alieni o i vampiri sono solo l’ultimo dei tuoi problemi, perché i veri pericoli sono la burocrazia, le trame politiche, i colleghi arrivisti e, ovviamente, quelli raccomandati: l’Italia
I protagonisti sono due agenti dell’Ente, la Divisione speciale dei Servizi Segreti il cui compito è preservare il segreto sul ”Fatto”, l’esistenza di esseri sovrannaturali, le “Entità Non Convenzionali”.
Il primo è Andrea Casiraghi, uno dei vicedirettori dell’Ente, ufficiale di carriera dei Servizi, un uomo con troppi segreti e un passato misterioso, la seconda è la sua fidata spalla Caterina La Vipera Russo, un ex agente della Squadra Mobile che. nel passato, si è messa nei guai una volta di troppo.
Le loro vite, la loro “tranquilla” routine lavorativa e il loro rapporto verranno messi a dura prova quando quella che era solo un’avventura di Andrea con una ragazza troppo giovane per lui si trasformerà in qualcosa di più serio e nel contempo qualcosa, là fuori, inizierà a dare la caccia ai cacciatori.
Spero che la storia di Andrea, Caterina ed Elena vi possano divertire. Venite a scoprire l’Italia che non vi raccontano.
Commenti, suggerimenti e critiche sono benvenuti
Genere: Azione, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Art 7 Comma1 È istituita l’Agenzia informazioni e sicurezza interna (AISI), alla quale è affidato il compito di ricercare ed elaborare nei settori di competenza tutte le informazioni utili a difendere, anche in attuazione di accordi internazionali, la sicurezza interna della Repubblica e le istituzioni democratiche poste dalla Costituzione a suo fondamento da ogni minaccia, da ogni attività eversiva e da ogni forma di aggressione criminale o terroristica.


L’urlo di spavento di Elena mi sveglia all’improvviso. Un incubo penso. Al caldo, abbracciati, si è finalmente aperta e mi ha confessato quanto fosse terrorizzata dal rischio che aveva corso, se ne è realmente resa conto ora passato lo shock. La sento che mi stringe e apro gli occhi.
Nella camera c’è un’ombra. È troppo tardi, lo so già mentre allontano Elena e mi allungo verso il comodino, è disperatamente troppo tardi, afferro il calcio della pistola (sì ho una pistola carica nel comodino, proprio come nei film, vi assicuro può servire).
Una voce conosciuta mi blocca.
“Calma, sono io.”
Lascio la pistola e accendo la luce.
“Certo, che ormai hai un sonno proprio troppo profondo: si è svegliata prima lei. Devi rimediare sai. Visto il sistema di sicurezza di merda che tieni, almeno è il caso ti svegli.”
 Caterina mi guarda dai piedi del letto, un sorrisetto che meriterebbe di essere cancellato a calci in bocca.
“Che cazzo ci fai dentro casa mia??”
“Dovevo parlarti.” M. de Lapalisse si accomodi, prego.
“Il cellulare magari? Quello di servizio non lo paghi nemmeno sai?”
“Sono cose da non dire su un cellulare, scramblato o meno. E visto che c’ero ho messo alla prova i tuoi sistemi di sicurezza. Sono decisamente bocciati.”
Si ricorda all’improvviso di una cosa.
“Scusate, comunque, non volevo disturbarvi.” guarda Elena “Scusami cara non sapevo che fossi qui, non volevo spaventarti a morte.” Le sorride. “Comunque io sono Caterina.” si presenta.
Un sorriso spietato da predatore. Se non fosse lei, mi affretterei a riprendere la pistola nel cassetto. Dato che è lei so che non sarei abbastanza rapido.
Elena ha, giustamente gli occhi sbarrati, e probabilmente il cuore in gola. L’altra sera ha rischiato la vita, ora questo. Una settimana di memorabili emozioni. La abbraccio e la sento tremare.
La mia prima reazione è tranquillizzarla e ri-abbracciarla, incurante dell’occhiata mezza ironica, mezza di compatimento di Caterina (con grande soddisfazione noto anche un pizzico di gelosia). 
Non riesco a trattenere uno sbadiglio. “Che ore sono… Cristo le sei! Ma che vuoi alle sei di mattina?”
“Abbiamo problema.” M. de Lapalisse parte II la vendetta.
“Cioè?”
“Cinque cadaverini.”
“O cristo, di chi sono ‘sti cadaveri?”
“I cinque negretti simpatici che volevano fare la festa alla tua giovane amichetta qui.”
Intontito dal sonno e dal risveglio improvviso non riesco a mettere perfettamente a fuoco e nemmeno a incazzarmi per aver definito Elena “la mia giovane amichetta” di fronte a lei.
“E chi li ha ammazzati?”
Mi guarda, guarda Elena, mi fissa, giustamente tace, ancora stordito dal sonno scuoto la testa cercando di schiarirmi le idee. 
Scosto il piumino leggero, la sera fa ancora piacere, e mi alzo. Perfettamente nudo.
“Andiamo di là ho bisogno di un caffè.” 
Qualche osso scricchiola mentre mi metto dritto: i ringraziamenti che Elena mi ha fatto durante la notte per averle salvato la vita, sono stati spettacolari, ma hanno lasciato il segno, beata gioventù, che non ci sei più.
Caterina mi guarda sorpresa, come se fosse volesse fingere che è la prima volta che mi vede nudo…
“Scuso se turbo la tua virginale innocenza,” le dico, “tanto se non ricordo male l’hai persa verso i 15 anni no?”
Ghigna “Errato sedici, ma voi uomini non ci state mai ad ascoltare, badate solo a guardare le tette.”
Va verso la porta, io afferro i pantaloni della tuta e una maglietta e giro intorno al letto. Mi chino su Elena.
“Scusa, piccola mia. Lo so non è un bel risveglio.” Le dico baciandola. “Tranquilla, rimani ancora un po’ a letto, ti preparò un caffè anche per te?” Le risfioro le labbra con le mie delicatamente. Il fatto che in tutta questa operazione sono piegato a novanta puntando il mio glorioso deretano nudo proprio in faccia a Caterina non è propriamente casuale.
In cucina accendo la macchinetta espresso e mi appoggio al tavolo e la guardo pensieroso. Mi gratto il mento che raspa un po’.
“Allora ricapitoliamo: punto uno, come cazzo avresti fatto a forzarmi l’allarme?”
L’aria di profondo disprezzo con cui mi Caterina mi guarda mi fa immediatamente pentire della domanda.
“Ma certo che sei proprio imbecille.” La sua non è una affermazione apodittica. “Ho usato le chiavi che mi hai lasciato, no?” afferra la borsetta e le me le dondola davanti. “Mi sono inventato una stronzata, per non far venire strane idee alla tua amichetta di là. Che gli dicevi, che mi hai lasciato le chiavi per dar da mangiare al gatto che non hai?” Poi il coup de grace alla Caterina. “D’accordo che per venire a letto con te probabilmente mica è tanto sveglia.”
Grugnisco e faccio finta di controllare la macchinetta espresso e provo a cambiare argomento.
“Invece dimmi dei i miei amichetti nigeriani che sono morti e, soprattutto, chi li ha fatti fuori?”
Mi risponde con una innocenza e una allegria fanciullesca. 
“Ho chiesto io a Tommaselli delle Operazioni Nere di farli eliminare da una delle sue squadre di fuoco.” 
“Che cazzo hai fatto????” Sbotto.
“Come temevo ti avevano preso la targa della macchina e avevano ricostruito chi eri e dove trovarti. Volevano venire a ricambiarti la tua gentilezza di ieri sera.” Sorride. “Ma tranquillo, io, la tua fidata wingwoman, li ho tenuti d’occhio, l’ho scoperto in tempo e come al solito ti ho coperto spalle e culo.” 
“Quindi stavano venendo qui?”
“Era la loro intenzione, si erano procurati un bel arsenale. Visto come stai messo qua ti avrebbero pure beccato facile.”
“Come hanno fatto a trovarmi?”
“Hanno, beh avevano, un amichetto in magistratura che ha fatto la ricerchina per loro.”
Alzo un sopracciglio
“Gli passavano la coca, e occasionalmente qualche bel pisellone negro.”
“Annotiamocelo, può essere utile.”
“Annotato, annotato, e appena posso controllo e documento QB.”
Brava la Caterina, quando dal problema riesci a tirar fuori una opportunità.
“L’operazione è andata bene?” Torno sull’argomento
Storce un po’ la bocca.
“Come ti ho detto avevano un arsenale, piombo ne è volato tanto, uno dei ragazzi di Tommaselli è andato giù, ma sembra non sia niente di grave. Nessun danno collaterale. Domani i giornali faranno le solite storie sui regolamenti di conto tra bande di spacciatori e di come San Lorenzo sia invivibile. Tutto ok insomma.”
Annuisco. Ne ho viste di peggio.
“Perché Tommaselli però? Non c’era qualche altro asset meno compromettente da usare?”
“E chi? Contro una banda della mafia nigeriana armata come quella? Mica c’è ancora la Banda della Magliana purtroppo, ormai sono tutti scalzacani e non volevo coinvolgere l’AISI, avrebbero fatto un casino.”
Riannuisco, non posso negare che se questi sono i fatti, Caterina ha organizzato bene la cosa.
“Cosa hai detto a Tommaselli?”
“Ecco questo è il punto” uh-oh, ecco il bigolo “Io gli ho detto solo che era una richiesta urgente tua e adesso lui vuole parlarti direttamente. Conviene che lo becchi e ti inventi qualcosa di verosimigliante prima che veda il direttore domani mattina se vuoi tenere la cosa in silenzio.”
Cazzo, cazzo, cazzo!
   
 
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