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Autore: la_pazza_di_fantasy    29/09/2021    0 recensioni
Per Jerome la giornata non è iniziata nel migliore dei modi e peggiora quando una belva feroce cerca di ucciderlo per una ragione a lui sconosciuta.
Questo sarà solo l'inizio di una serie di avvenimenti che faranno capire a Jerome di non essere quello che credeva.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jerome si stava tenendo lo stomaco per non rimettere quello che aveva mangiato velocemente a colazione. Quando aveva preso la mano della donna era stato come strattonato e il suo stomaco aveva protestato tanto da farlo piegare in due per il dolore.
Quando però il ragazzo alzò lo sguardo restò sorpreso nel trovarsi davanti un enorme castello medievale che però non sembrava uno di quelli antichi e diroccati ma come se fosse stato costruito da poco. Più avanti di lui la donna bionda aveva preso a camminare in direzione dell’ingresso del castello e dopo un po’, cercando di riprendersi il più possibile, anche Jerome la raggiunse continuando a guardarsi intorno e chiedersi cosa si fosse mangiato la sera prima per fare un sogno del genere.
Solo quando si avvicinarono abbastanza all’ingresso Jerome iniziò a notare la presenza di tantissimi ragazzi in divisa, una divisa che vista velocemente gli sembrava molto simile a quella che indossava su fratello ogni mattina solo che la sua cravatta era di un blu elettrico bellissimo mentre quelle che indossavano i ragazzi che erano passati li vicino l’avevano verde.
-dove siamo?- chiese titubante Jerome avvicinandosi ancora di più alla donna notando che tutti i ragazzi che la notavano chinavano il capo per salutarla.
-siamo a Wawi, la scuola di magia elementare. Quello che hai fatto prima per difenderti da quella bestia era una magia elementare-
-non ti sto seguendo- disse Jerome continuando a guardarsi intorno cercando soprattutto di uscire da quell’incubo.
-per quelli come te all’inizio è difficile accettare una verità celata agli occhi degli altri, ma lo farai ben presto- gli disse semplicemente la donna entrando nell’edificio. Jerome sospirò e continuò a seguire la donna all’interno del castello chiedendosi dove stessero andando e soprattutto perché lui era li.
-Alexander- disse la donna facendo aggrottare la fronte a Jerome, Jerome che vide un ragazzo dai capelli rossi sbuffare e con aria scocciata dirigersi verso di loro.
-che vuoi?- chiese scocciato il ragazzo alla donna guardandola male con i suoi occhi nero pece.
-questo ragazzo è appena stato attaccato da un riforgiato…-
-e io che centro? Devo andare a lezione- brontolò il rosso interrompendola e la donna alzò un sopracciglio quasi scettica.
-ma se arrivi sempre in ritardo, comunque ti ho bloccato perché aiuterai tu questo ragazzo con le lezioni di recupero- disse convinta la donna incrociando le braccia al petto mentre il rosso sgranava gli occhi.
-perché io?-
-perché ho visto prima te e mi fido del fatto che tu sappia le cose meglio di altri. A dopo- e così dicendo la donna continuò a camminare. Jerome la guardò per poi spostare lo sguardo sul rosso che lo stava guardando quasi con odio. Sentendosi troppo esposto a quello sguardo corse nella direzione nella quale era scomparsa la donna sperando di ritrovarla.
-Jeje?- sentendosi chiamare da una voce conosciuta si girò di scatto per poi sgranare gli occhi. Suo fratello, che era anche l’unico a chiamarlo in quel modo, lo stava guardando tra il sorpreso e lo sconvolto. -che ci fai qui e perché sei completamente bagnato?- gli chiese avvicinandosi velocemente preoccupato.
-signorino Jhonson conosce questo ragazzo?- chiese la bionda avvicinandosi ai due.
-si, è mio fratello- rispose velocemente Caleb -che è successo?- chiese allora alla bionda.
-è stato attaccato da un riforgiato poco fa e ha creato uno scudo con la pioggia che stava scendendo. Signor Jhonson posso sapere perché la sua famiglia non ci ha avvisato di avere un altro figlio? Avremmo evitato questa situazione- a quelle parole Caleb guardò nervosamente Jerome prima di riguardare la donna che aveva difronte mordendosi il labbro non sapendo cosa fare.
-cosa mi stai nascondendo?- chiese allora Jerome che oramai conosceva bene i gesti del fratello. Caleb sospirò chiudendo gli occhi prima di spiegare la situazione:
-ecco Jeje, Jerome, non è proprio mio fratello di sangue- Jerome sgranò gli occhi paralizzato, in che senso non era veramente il fratello di Caleb. -mi dispiace dirtelo in questo modo- disse poi il castano in direzione del moro che aveva lo sguardo vitreo oramai. -i miei genitori ti hanno trovato davanti alla porta di casa quando io avevo due anni, noi siamo wachawi da generazioni e per questo mi hanno detto che non eravamo veramente fratelli e di non rivelarti la mia vera natura, ma a quanto pare lo sei anche tu-
-quindi non lo sapevate- concluse la bionda massaggiandosi il mento pensierosa -potrebbe anche essere stata la vostra influenza a fargli sviluppare i poteri, è una cosa che possiamo prendere in considerazione- Jerome però non la stava ascoltando si stava guardando le mani in completo imbarazzo e soprattutto si sentiva inutile.
-Jeje?- provò a dire Caleb notando lo stato in cui era finito il fratello -ehi- continuò poi abbracciandolo nonostante fosse completamente bagnato -anche se non siamo realmente fratelli tu sarai sempre il mio piccolo fratellino- gli sussurrò all’orecchio e Jerome dopo quelle parole si strinse ancora di più tra le braccia del fratello. Tutto quello era assurdo e lui ancora non riusciva a crederci.
-vi lascio un attimo da soli, più tardi raggiungetemi nello studio del direttore- disse la donna e Caleb annuì visto che Jerome non aveva nessuna intenzione di lasciarlo andare.
-grazie Sibilla- gli rispose poi il castano -dai ti porto nella mia camera cos’ ti asciughiamo un po’, rischi di prenderti un raffreddore- Jerome annuì e seguì il fratello incurante della strada che stavano facendo.

 
   
 
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