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Autore: cassiana    29/09/2021    7 recensioni
Becky, algida e severa manager è a Miami per concludere un affare importante. Il suo collega la convince a seguirlo sullo yacht del carismatico Raul potente, ma ambiguo uomo d'affari. Ma le cose non vanno come previsto e Becky incontra Richard, appassionato attivista ambientale, nonché fratello della sua migliore amica Brenda. Nel tentativo di salvarsi i due finiscono nella foresta del Belize tra mille pericoli che li faranno avvicinare e riavvicinare in maniera pericolosa.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La famiglia Jones ovvero Londoners '80'
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En un solo momento una eternidad








Quando aveva visto il posto in cui l’aveva portata Richard, una villetta a un piano bianca come molte in città, Becky aveva pensato che fosse una casa di amici, ma non appena entrata si rese conto che invece era un piccolo locale a gestione famigliare, ma con una certa classe. Richard salutò con la mano uno dei camerieri, segno che doveva essere un abituè del luogo e il cameriere li condusse a un tavolo sul retro, affacciato sul piccolo cortile del ristorante. Era decorato anch’esso con bandierine colorate e piccole luci tutt'intorno a delineare il perimetro. Al centro del cortile c’era una pista da ballo e un dj che proponeva il set musicale. Becky era splendida con il vestito verde, sandali piatti a listini di cuoio che le ingabbiavano i piedi magri e i capelli spettinati ad arte che le ammorbidivano i lineamenti. Quando era scesa per incontrare Richard era rimasta un attimo incantata a guardarlo: aveva i capelli ondulati ancora umidi per la doccia e si era curato la barba, indossava i soliti jeans e stivaletti, ma aveva messo una camicia bianca con le maniche arrotolate fino agli avambracci, segno che doveva aver fatto uno sforzo notevole.

- Che eleganza!

lo prese in giro lei, con un sorriso.

- Non potevo sfigurare, ti pare?

Il ristorante aveva un menù speciale e entrambi piluccavano le pietanze, mentre ridevano ricordando episodi del passato. Erano rilassati, come se quella sera fosse stata una tregua della strana tensione che c'era sempre stata tra loro.

- Come mai c’è tutta questa animazione? C’è qualche festività in particolare?
- Come, non sai che fra qualche giorno è il compleanno della Vecchia? Sai, Elisabetta…
- Oh, giusto il 21 aprile. Ma non urlare così, sei oltraggioso!
- Pfff, è solo una donna anziana seduta su un pezzo di legno ricoperto di velluto.
- Per fortuna tua nonna non è qui a sentirti…

Richard fece una risatina e rubò una patata fritta dal piatto di Becky e cambiò discorso:

- Non ti ho chiesto che cosa ti ha detto Hugo.
- Oh, è tornato a Miami per seguire l'affare, come mi aveva detto.
- Ho idea che ti abbia fregato.
- Al contrario, è stato abile a mantenere la mia assenza celata alla società. In effetti loro sanno che io sto a Miami.
- Per questo vuoi mantenere un basso profilo.
- Già. Tra poco meno di una settimana però dovremmo essere entrambi a Londra. Ma non ho voglia di parlare di lavoro.
- Strano.
- Scemo!

Esclamò lei infilzandogli una mano con i rebbi della forchetta per gioco. In realtà la telefonata con il collega era stata molto tesa, lei lo aveva accusato di averla spinta in una trappola e che se fosse stato per lui avrebbe potuto anche essere morta, per quanto gliene fregava. Lui si era scusato con veemenza dicendole che aveva parlato molte volte con Raul nel frattempo che gli aveva sempre assicurato che lei stesse sana e in salute, ma che stava iniziando ad avere dei dubbi. Tanto che se non fosse stata per quella sua telefonata avrebbe chiamato lui stesso le autorità per denunciare la sua scomparsa, e che si fottesse l’affare di Miami. Becky aveva creduto parzialmente alle sue spiegazioni, ripromettendosi che comunque gliela avrebbe fatta pagare prima o poi. Ora inclinò il capo per ascoltare meglio la musica reggae che proveniva dall'area da ballo del ristorante.

- Questa canzone mi piace, perchè non balliamo?
- Cosa? No, no.
- Oh andiamo, non fare il guastafeste. Una volta ballavi!

Implorò lei alzandosi e tirando Richard per una mano.

- Se per ballare intendi pogare e saltellare in giro come uno scemo, te lo posso concedere...va bene, va bene, eccomi!

Si portarono sulla pista, mentre le parole di Bob Marley si libravano nell'aria. La canzone sfumò in una più lenta che prese il suo posto. Becky si fermò e imbronciò le labbra.

- Oh, che peccato: è finita.

C’era delusione nei suoi lineamenti e Richard la prese tra le braccia:

- Beh, volevi ballare. Balliamo.

Becky fece solo un minimo di resistenza, poi si lasciò cullare dall'abbraccio dell'uomo. Volteggiavano lentamente dondolandosi l'uno nelle braccia dell'altro. Becky si appoggiò al torace dell'uomo inalando la sua colonia e il suo odore, le labbra di Richard erano appoggiate ai suoi capelli e le sue mani forti la tenevano per la vita. Il canto sembrava disperato e Becky alzò il capo:

- Di cosa parla?

Richard che conosceva lo spagnolo le sorrise:

- E’ una canzone d'amore.
- Mi sembra molto triste.

Richard inclinò la testa per captare le parole:

- Lui è molto triste e arrabbiato.
- Perchè?
- La donna che ama non lo vuole.
- Tipico.

Ascoltarono ancora un po' le parole in silenzio volteggiando tra le altre coppie, Richard piegò la testa in ascolto:

- Ma lui sa che anche lei lo ama.
- Se lo ama, dovrebbe stare con lui.
- Lei ha paura a quanto pare.
- Che stupidaggine. Non si dovrebbe avere paura dell'amore.
- Già.

Richard rispose quell'unica sillaba amara. Rimasero in silenzio, Becky appoggiò il capo al petto dell’uomo e si morse il labbro inferiore, ripensando a quello che aveva appena detto e dandosi della stupida. Dopo un paio di giravolte e un lungo bridge di chitarra il canto ricominciò. Richard la premette a sé un po’ di più:

- E' stanco, ma non vuole darsi per vinto.

Le mormorò di nuovo. Becky chiuse gli occhi, mentre le parole le cadevano nelle orecchie. Richard le sollevò il viso dopo un attimo ancora di silenzio e lei lo guardò con occhi sognanti:

- Le ha promesso un'ultima notte d’amore - Si lasciò scappare un sorrisetto - Tutta la notte.

Becky sgranò gli occhi e lo colpì scherzosa al bicipite:

- Te lo sei inventato. Ti sei inventato tutto!

Per tutta risposta Richard sorrise e fece spallucce, la canzone era terminata e tornarono al loro posto, pensierosi.
La sera era tiepida e profumava di fiori tropicali, cibo e salmastro. Becky rabbrividì mentre camminavano verso il suo hotel e Richard le mise un braccio intorno alla spalla e la strinse a sè per tenerla al caldo. Erano silenziosi, sazi e rilassati, un brivido di anticipazione spirava tra di loro. Era qualcosa che era accaduto raramente. Di solito scherzavano con ferocia o lasciavano che l'astio fermentasse tra di loro esplodendo poi nei più caustici insulti o nelle nottate più sfrenate, alimentando il fuoco che li ardeva fino a lasciarli freddi e un po' più distanti di prima. Ma quella sera, anzi quella settimana c'era stato un sottile cambiamento nella loro dinamica, non avevano più parlato della notte alla capanna, quando avevano lasciato una volta di più che la passione repressa sfogasse nel sesso più bollente. Dopo le liti e le prese in giro sarcastiche, era nata tra di loro una nuova complicità di cui erano stupiti e grati essi per primi.
Erano arrivati davanti alla porta della camera di Becky, incerti sulla prossima mossa.

- Che farai adesso?

Chiese stupidamente Richard, Becky fece una risatina:

- Credo che andrò a dormire o forse vedrò se c’è qualcosa da bere nel frigobar.
- Se hai voglia di svuotare tutte le bottigliette posso darti una mano.

Si tirò indietro i capelli con una mano e Becky lo guardò da sotto in sù con occhi da cerbiatta:

- Sai, avrei proprio bisogno di aiuto. Entra.

Accese uno dei paralumi che diffuse una luce ambrata e lasciò cadere la borsa su una sedia. Quando si voltò Richard le mise le mani sulle spalle nude, si leccò le labbra e la guardò serio:

- Quello che diceva la canzone, per quanto mi riguarda, era vero.

Per qualche secondo nessuno dei due parlò lasciando che fossero gli occhi a scrutarsi le anime. Becky aprì appena la bocca e colmarono lo spazio tra di loro, le labbra di Richard erano elastiche e premevano su quelle di Becky, in attesa che lei gli desse l'accesso. Le sue grandi mani calde vagavano sulle spalle e sulla vita, sulla schiena. Lei gli circondò il collo con le braccia, incastrando le dita nei capelli di lui. Procedevano lenti, assaporandosi, lasciando che il desiderio crescesse. Richard accarezzò le spalle rotonde e iniziò a sciogliere il nodo dietro la nuca della donna, ma Becky lo fermò mettendogli le mani sulle mani. Lo guardò dritto in viso e sciolse lei stessa i lembi del corpetto, scivolò fuori dal vestito, mentre lui si mordeva il labbro inferiore sorridendo. Era gloriosa, la penombra offuscava le imperfezioni lasciando intravedere solo la pelle cremosa, le lunghe gambe nervose e i piccoli seni intrappolati nel pizzo. Si avvicinò a Richard, gli slacciò i bottoni della camicia e la lasciò scivolare lungo le sue braccia scolpite, lui contrasse gli addominali mentre le unghie di lei gli passavano lungo i pettorali. Si abbracciarono scambiandosi calore e si baciarono di nuovo ovunque le loro labbra potessero arrivare. Si avvicinarono al letto e Richard fece sedere Becky mentre si inginocchiava. Le prese un piede e le slacciò i listini di cuoio, baciò l'interno della caviglia mentre lei tratteneva il respiro sorpresa. Fece lo stesso con l'altro piede, questa volta baciando la piccola nuova cicatrice sul dorso. Lei gli carezzò i capelli, gli occhi offuscati dal desiderio. Per una volta i gesti di Richard non erano dettati dalla pura lussuria, ma le sue labbra vagavano con adorazione lungo il corpo della donna. Lei si stese all'indietro, avvolse una delle gambe intorno alla sua vita e lo sentì, la sua erezione premerle contro il centro della sua femminilità. Le stava piantando piccoli bacini teneri lungo tutto il volto e sebbene lei stesse impazzendo di desiderio lo lasciò fare, voleva godersi ogni singolo battito di cuore di quella notte. La carezzò in viso mentre la guardava, gli occhi verdi colmi di amore e desiderio e lei baciò le punte delle sue dita ricambiando la carezza. Si allungò a baciargli la mandibola, la gola, la clavicola, con la lingua tornò indietro fino a trovare il suo punto segreto, il neo sotto l'orecchio, quello che aveva reclamato come suo tanti anni prima. Il gemito di Richard fu la sua ricompensa e lei sorrise. Ma gemette a sua volta quando lui le succhiò un capezzolo da sopra il pizzo. Con dita abili la liberò dell'ormai inutile indumento e avvicinò i seni tra loro, baciò a turno i capezzoli e poi li prese tra le labbra succhiando lieve, la lingua che disegnava un otto tra l'uno e l'altro. Becky si inarcò all'indietro spingendo il pube contro il bacino dell'uomo. Lo stava implorando adesso, scivolò da sotto di lui, liberandosi e gli si mise a cavalcioni, Richard rise. Chiuse gli occhi e sibilò mentre lei lo baciava per tutta la lunghezza da sopra gli slip. Richard aprì gli occhi a guardarla, mentre lo liberava e continuava a leccarlo, gli sguardi s'incontrarono e fu fuoco.

- Dio, ti voglio così tanto.

La voce gutturale raspò le orecchie di Becky procurandole un brivido, si adagiò sulla schiena e aprì le gambe in un invito senza parole.
Fecero l'amore con lentezza e tenerezza sussurrandosi promesse d'amore e parole dolci. Si persero e ritrovarono, ridendo, ansimando, muovendosi l'uno contro l'altro, sepolti profondamente nel proprio piacere che si schiantava contro di loro a ondate sempre più forti fino a che trovarono una sospirata liberazione. Dopo, per un bel po' rimasero in un silenzio sazio e complice, abbracciati stretti. Becky respirava il sudore dell'uomo a occhi chiusi, lui le aveva intrappolato la mano contro il proprio torace e lei poteva sentire il battito del suo cuore, passò le dita tra la peluria del petto e percepì la vibrazione della sua risata. Sollevò il capo a guardarlo:

- Cosa c'è di così divertente.
- Tutto. Niente. Sono felice.
- Sei solo saturo di sesso.

Per tutta risposta lui le prese il mento con due dita e si allungò a baciarla.

- Anche io sono felice, Rick.

Mormorò lei sulle sue labbra. Ma una strisciante paura iniziò a lambirla, perchè ogni volta che si lasciavano andare alla passione lo scotto da pagare era delusione e lacrime e lei era stanca di quel dolore. Lui si accorse del sottile cambio di umore di Becky, ma invece di irrigidirsi e cercare di farle cambiare atteggiamento, le permise di lasciarsi andare. Le lacrime si ammucchiarono ai lati degli occhi della ragazza e scivolarono a inzuppargli il petto. Era troppa, l'emozione, era troppo complicata perchè lei riuscisse a gestirla. Avrebbe solo voluto stare per sempre tra le braccia dell’uomo, al sicuro. Lui la strinse di più a sè facendole percepire che non andava da nessuna parte e le baciò i capelli. Fecero l'amore ancora e ancora lavando via la paura per quella notte.
La mattina dopo li ritrovò avvinghiati, le lenzuola sgualcite avviluppate intorno le gambe.

- Ciao.

Sussurrò Richard baciando il naso di Becky che sorrise e si stiracchiò.

- Buongiorno…

Aprì gli occhi e trovò Richard che la guardava appoggiato ad un avambraccio, gli occhi che sfavillavano nella luce mattutina.

- Spegni quei fanali!

Becky fece finta di coprirsi gli occhi come abbagliata, facendo scoppiare a ridere Richard che si rovesciò su di lei. Giochicchiarono per qualche minuto confondendo i baci alle risatine.

- Dai, è troppo presto per tutto questo movimento!

Mormorò senza fiato Becky e Richard si sporse a guardare l'orologio sul comodino, che segnava le sette.

- Allora che ne dici se facciamo la doccia e poi colazione.
- Perché non ce la facciamo portare qui?

Suggerì invece lei suggestiva. L'uomo guardò il soffitto come a soppesare quella proposta:

- Idea affascinante, ma non fare la pigrona su! Voglio farti vedere un po' di cose prima che parti.

Becky gemette, mentre Richard si districava dalle lenzuola e si alzava.

- Rick - lo richiamò lei - Quello che hai detto nella capanna l’altra notte, è vero?

Richard si bloccò per un momento mentre si avvolgeva un asciugamano intorno ai fianchi, pensava che lei non lo avesse sentito. S'inginocchiò a metà sul letto, sorridendo:

- Ti amo da quando ho diciannove anni, zucchina.

Le confessò con una punta di sarcasmo nella voce, vinto dal suo stesso sentimento. Lei si sollevò lasciando scivolare il lenzuolo a svelare le proprie forme nude e lo baciò attirandolo a sé di nuovo sul letto. Dopo qualche minuto di coccole l'uomo si liberò di nuovo:

- Dai, muoio di fame, vado a farmi quella doccia adesso.
- Pensavo...è ora che faccia la mia parte per aiutarti a salvare l'ambiente: possiamo farla insieme.

Finalmente la coppia scese nella hall dell'hotel, tenendosi per mano e ridacchiando. Richard stava descrivendo a Becky le meraviglia della frutta tropicale quando due uomini in uniforme kaki li bloccarono:

- Mr Jones?
- Non mi chiamavano così dai tempi della scuola superiore.

Rispose lui con il sorriso nella voce.

- Dovrebbe seguirci per favore.

Fu la risposta anodina. Il sorriso scomparve dal volto dell'uomo.

- Ma che succede? Richard?
- Ci sono problemi agenti?
- Come le abbiamo detto, dovrebbe seguirci per cortesia.

Richard si irrigidì:

- No, finché non mi sarà spiegato che cosa sta succedendo. Ho bisogno di un legale?
- Pensa che ne avrebbe bisogno?
- Ci segua senza fare storie. E' in arresto.
- Cosa? E per quale motivo!

A questo punto i poliziotti presero per le braccia Richard, che per evitare di fare troppo casino, si lasciò portare fuori.

- Becky va all'associazione, racconta tutto ad Angie: abbiamo degli avvocati.

Becky era rimasta a guardare la scena, basita torcendosi le mani in preda alla confusione. Seguì Richard e i poliziotti che lo portavano via e prima di entrare in macchina uno di loro le disse:

- Lo portiamo per interrogarlo in commissariato, signora: è accusato di detenzione di sostanze stupefacenti.

La lasciarono così impotente in mezzo alla strada.







Angolino Autrice:

Il titolo del capitolo è tratto dalla canzone Abrazame di Julio Iglesias… che è anche quella su cui ballano insieme e vabbè Richard se la traduce un po’ a modo suo, d’altra parte deve portare acqua al suo mulino! XD
La citazione del trono che è un pezzo di legno coperto di velluto Richard (sempre lui) l’ha rubata a Napoleone. Colto il ragazzo!
Infine vi lascio con questo cliffhanger con una piccola comunicazione di servizio: per tutto il mese di ottobre sospenderò questa storia per il writober in cui scriverò per un altro fandom. Mentre dedicherò il mese di novembre al nanowrimo durante il quale cercherò di finirla. Perciò ci rivedremo tra fine novembre e dicembre!
   
 
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