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Autore: cara92    01/10/2021    0 recensioni
Agatha,un pò Shelby un pò Smith.
una bambina arriva nella vita della famiglia dei Peaky Blinders, senza saper chi è e da dove venga, l'unica cosa che ricorda è solo il suo nome.
riuscirà a capire chi sia? Tra indizi, nuovi personaggi nella sua vita e forse qualche amore improvviso la nostra ragazza piano piano capirà le sue vecchie origini.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, John Shelby, Thomas Shelby
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Pov Thomas
Quella ragazza era davvero qualcosa che non riuscivo a capire.
Erano dodici anni, che non la perdevo d’occhio, dal suo primo giorno in questa casa, mi aveva fatto una strana impressione, (nostro padre se n’era da poco andato, ci aveva abbandonato, mentre mamma non c’era più da un bel po'), così minuta, magra, lo sguardo perso nel vuoto e silenziosa.
Mi colpì da subito, i suoi occhi, così verdi, e profondi, era arrivata una notte di fine novembre, tutta infreddolita e sporca.
Zia Polly, aveva perso da poco i suoi figli, allontanati da lei e destinati a famiglie più consone, e sicuramente la vista di Agatha, l’aveva fatta sentire ancora utile, poteva rimediare dove prima non ne era stata capace.
L’aveva trovata zio Charlie al molo, non si sa come sia finita li, ma era spaventata e non ricordava più nulla di lei, solo il suo nome.
Per settimane cercammo notizie su qualche ragazza scomparsa che aveva le sue caratteristiche, ma mai nessuno era venuto a recuperarla, era stata abbandonata, per zia Polly non fu un problema tenerla e nemmeno per Arthur il quale, si affezionò subito a lei, tutti l’avevano accolta in famiglia e l’amavano, ma per me era e rimaneva un’estranea, non era una Shelby e anche se zia Polly l’aveva resa a tutti gli effetti una del gruppo, per me lei era fuori da tutto.
Dopo dodici maledetti anni, ancora la vedevo come una donna da temere, una ragazza che nascondeva qualcosa della sua vecchia vita, se ci penso, non ci provai mai veramente a farla sentire a casa, e al sicuro, le avevo reso la vita un infermo.
 
Pov Agatha
Passai l’intera giornata tra un bicchierino di whisky al bar da Harry dove non perdevo d’occhio Grace, quella ragazza era strana anche se all’apparenza sembrava una ragazza innocua, e l’ufficio scommesse accanto a Scodboat che non ne era rimasto molto felice di aver una donna accanto che gli correggeva di continuo la scrittura, che orribile, era dire poco.
Le scommesse andarono alla grande e tutti avevano puntato su Monaghan Boy, dopo cena, decisi di andare a farmi un bagno rilassante, ne avevo bisogno, per liberare un po' la mente da tutte le cose assorbite dalla mattina e poi avrei cercato di dormire, sperando che almeno quella notte i miei incubi mi avrebbero dato tregua.
Venni svegliata di soprassalto dalla voce di Ada, mi urlava di scendere immediatamente era un’emergenza.
Mi ero addormentata, come era potuto succedere, mi vestii il più fretta possibile, e ancora con i capelli sciolti e mossi sulle spalle scesi di corsa e lo spettacolo che mi ritrovai davanti non fu dei migliori, Arthur era ricoperto di sangue, zia Polly gli stava steccando un dito e Ada rigirava per la cucina prendendo acqua calda e pezze e John se ne stava in un angolo con il solito maledetto stecchino in bocca, e se la rideva.
-che cosa è successo? Chiesi raggiungendo di corsa Arthur alquanto dolorante.
-nulla scricciolo, non ti preoccupare, ci vuole ben altro per distruggere Arthur Shelby, disse cercando di fare lo spavaldo.

Lo adoravo, perché con me era sempre stato così, mai una volta che si facesse vedere debole, neanche da morto, pensai.
Gli esaminai il viso e presi i panni imbevuti nell’acqua per togliergli il sangue e capire se aveva qualcosa di rotto, ma per fortuna non aveva nulla di grave, noi donne, ci scambiammo uno sguardo indagatore e ringraziai il cielo che oltre a qualche contusione e un dito slogato si sarebbe rimesso a nuovo.
Mi sorrideva sotto i baffi mentre gli ripulivo il viso, Oh ma stai zitto Arthur e togliti quel sorrisetto da ebete dal viso, chi ti ha ridotto così? Di solito sei tu che le dai e no quello che le prende.
Gli scoppiai a ridere in faccia seguita dagli altri fino a quando non entrò dalla porta Tommy con una bottiglia di whisky presa probabilmente da Harry e ciò significava solo una cosa, che aveva visto Grace.
Mi raggiunse, spostandomi in malo modo per vedere lui stesso il viso rovinato di Arthur.
-Tommy, è stata la polizia, l’ispettore nuovo arrivato da Belfast dice che lo manda il ministro Churchill in persona, interesse nazionale ha detto, qualcosa a che fare con un furto. Disse Arthur.
Il viso di Tommy cambiò, una vena di spavento percorse i suoi occhi mentre zia Polly lo guardava di sottecchi.
Centrava Tommy ne ero più che certa.
-vuole che noi lo aiutiamo, ha i nostri fascicoli militari Tommy, vuole che siamo i suoi occhi e le sue orecchie, ed io gli ho detto che avrei riunito la famiglia e messo ai voti.
Calò il silenzio era la prima volta che Tommy non emetteva una parola, stava pensando, macchinando qualcosa in quel suo cervellino.
Io mi ero appoggiata alla parete poco lontana da John senza mai perdere d’occhio Arthur, adesso era lui il mio pensiero, dovevo far in modo che si rimettesse a nuovo prima che qualcosa di più pericoloso sarebbe successo.
-che c’è che non va? ma mi dici che cazzo gli prende a questo disse Arthur guardando zia Polly.
- se lo sapessi, comprerei un rimedio al dispensario.

Tommy se ne andò rientrando solo a notte fonda, ero sveglia, come sempre del resto e l’avevo visto percorrere il corridoio per raggiungere camera sua che era poco lontano dalla mia.
Un’altra cosa che non sopportavo, le nostre erano le uniche due camere nell’ala sud della casa mentre le altre erano tra il piano terra e l’ala nord che si trovava sopra l’ufficio scommesse.
Cercai di non far rumore non avevo nessunissima voglia di litigare con lui dopo quello che era successo la mattina.
Alcune ore prima
 
Arthur dopo che si era ripulito era rimasto in ufficio per tutta la giornata, ogni tanto io e John lo tenevamo d’occhio solo per esser certi che non facesse qualche cavolata delle sue.
La mia mente era però verso Tommy, non so che cosa mi stava prendendo, io che pensavo e mi preoccupavo per Thomas non era da me, ma quello sguardo, quel barlume di paura che lo aveva percorso, era qualcosa che non vedevo da anni, solo quando era stato arruolato per la guerra con gli altri.
Tenni d’occhio anche zia Polly, doveva assolutamente parlarne con me, si poteva fidare, aveva bisogno di aiuto
Solo verso sera riuscii a rimanere sola con lei e andammo insieme in chiesa dove con un po' di tentennamento si confessò.
-Tommy ha combinato un guaio? ma dice che sta già rimediando disse zia Polly poco convinta di quello che diceva.
-che cosa ha fatto? te ne prego!! Chiesi con il rosario tra lei mani.
-doveva fare una commissione per un nostro cliente di Londra, dovevano prendere dei motocicli, ma sicuramente Charlie e Curly come dice Tommy dovevano essere stati un po' ubriachi, perché hanno preso il carico sbagliato, dentro c’erano delle armi, molte armi dirette in Libia e le hanno nascoste nel deposito al molo.
- lo ammazzo Polly, ma come ha potuto fare una cavolata di questo genere? E mi auguro che se ne stia sbarazzando non è vero?
-Si non ti preoccupare tra tre giorni Charlie finirà il lavoro e ritornerà tutto come prima.
-Zia Polly hai saputo che è arrivata una nuova ragazza al bar di Harry? È Irlandese ma ha qualcosa che non mi convince, non so dobbiamo tenerla d’occhio.
-Si me l’ha detto Thomas oggi, ma non mi è sembrato così preoccupato come te!!

fine
 
lo sentii muoversi nel letto, l’oppio aveva fatto effetto e stava avendo un incubo, più di una volta durante la notte, lo sentivo coprire i propri urli sul cuscino, ma aspettavo sempre che si addormentasse per andare a spiarlo.
Non so che cosa avevo nella testa ogni volta, ma volevo capire cosa sentiva in quel attimo, in quel breve secondo di ricordi, era li che potevo scorgere il vero Thomas Shelby, il ragazzo partito per la guerra e ritornato uomo.
Mi nascosi nella penombra della parete guardandolo sudare e mettersi le mani nei capelli castano scuri, gli occhi puntati verso la parete per scorgere qualcosa che da un momento all’altro poteva uscire e colpirlo.
Si rimise a letto tenendo sempre la lampada accesa, non ne capivo il motivo ma centrava qualcosa con i suoi incubi e rimasi li nascosta fino a quando il suo viso non si rilassò rendendolo quasi normale alla mia vista.
Lo coprii con la coperta e me ne andai lasciandolo solo con i suoi incubi e il suo dolore.
La mattina seguente scoprii dalle voci che giravano in cucina che Danny il ragazzo che avevo curato durante la guerra, aveva avuto una delle sue crisi, shock della guerra e aveva ucciso un uomo, un italiano e ora i suoi famigliari volevano vendetta.
Tommy, lo aveva ritrovato e Danny volle essere ucciso da lui, quel ragazzo era sempre stato gentile e buono con Rosie sua moglie e i ragazzi ma la guerra ti rendeva pazzo e lui, a volte si ritrovava ancora li in quelle trincee ricoperto di terra.
Mi aveva raccontato poco dopo il suo risveglio dentro quella tenda mentre aspettavamo di essere liberati del tutto, che il suo servizio era scavare tunnel e piazzare cariche per far esplodere i Francesi, ma quella sera avevano avuto un’imboscata ed erano stati colpiti.
Non mi disse mai chi era il terzo ragazzo coinvolto con lui oltre a Freddie e ora sicuramente mai lo avrei scoperto.
Stare accanto a Scodboat a volte era molto snervante, quell’uomo non osava minimamente che toccassi un penny per paura che lo incastrassi per ordine di Tommy, ma per chi mi prendeva per una Peaky Blinders? Ero li solo perché non era in grado di fare a volte il suo lavoro e un occhio in più non guasta.
Monaghan Boy aveva vinto e ciò significava solo una cosa un Arthur incavolato nero e una settimana magra, dovevamo tirare la cinghia questa settimana.
Verso sera dopo cena quando tutti se n’erano andati a letto, mi avviai verso la cucina per prendere qualcosa da bere, il mal di testa era uscito ancora e un bel bicchiere di whisky mi avrebbe aiutato a superare la notte.
La luce in cucina era accesa e la voce di zia Polly era appena un sibilo, mi nascosi per cercare di vedere con chi parlava e ritrovai Tommy con il libro delle scommesse in una mano e il sacco dei guadagni nell’altro.
-non c’era la luna piena ieri sera, quindi credo che tu abbia sistemato la faccenda? Chiese seccamente.
-quello che c’era da fare è stato fatto!!

Avrei raggiunto l’indomani uno dei moli degli sbarchi clandestini dei Peaky Blinders per capire se Tommy stava dicendo o meno la verità, dopo tutto ero una Shelby anche io e avevo imparato che degli uomini non ci si può fidare.
Erano passati due giorni, e sembrava che le cose si erano stranamente calmate, i ragazzi erano andati alla Fiera, mentre Ada come sempre si era rifugiata da Freddie mentre zia Polly passava troppo tempo in chiesa.
Andai da zio Charlie per indagare sulle faccende di Tommy, si trovava poco fuori dalla cittadina, vicino al molo, sapevo che lo avrei trovato li.
Mi fermai prima al pub, dove trovai solo Grace, sfoggiai il mio miglior sorriso e mi accomodai al bancone.
-cosa posso fare per lei? Chiese con il suo accento Irlandese.
-dammi una bottiglia di whisky scuro per favore, ci soffermammo a guardarci entrambe.
-se stai pensando se una donna possa bere tutto questo whisky ti sbagli, beh solo se vuoi ubriacarti, gli dissi sorridendole, è una commissione, sai come sono i Peaky Blinders, vivono di alcool, fumo e droghe.
-scusami se te lo chiedo ma tu sei di loro proprietà? Mi chiese quasi sfacciatamente.
- mi stai chiedendo se sono la loro puttana? Beh se me lo chiedono potrei anche farlo!!
Perché così tanto interesse? Chiesi cercando di scavare più a fondo possibile.
-perché non mi sembri una di quelle che si concedono ecco facilmente, mi disse indicandomi, guardando il mio modo di vestire.
-ricordati che l’apparenza inganna e le allungai la mano, sono Agatha comunque e tu non sei di qui?
-io sono Grace e no sono Irlandese, vivo in un paesino di Belfast.
-e dimmi cosa ci fa una donna con modi così eleganti in un pub di Birmingham?
-volevo cambiare vita e avevo letto che Harry cercava una cameriera ed eccomi qua.

Nel mentre entrò dal retro Harry che davanti alla mia presenza si irrigidì quel tanto per vedere Grace aggrottare la fronte.
-Tutto apposto signorina? Non le ha fatto pagare vero Grace? Disse superandola per trovarsi faccia a faccia.
-Harry, io pago sempre i miei debiti e questa è per me, non certo per i miei fratelli, è stato un piacere Grace ci vediamo presto e filai fuori direzione molo.
-quella è Agatha Shelby la sorella dei Peaky Blinders disse Harry alla povera Grace che sbiancò per l’imbarazzo.
  
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