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Autore: laNill    01/10/2021    0 recensioni
#1. to the boy for whose the flowers bloom – Xiao non sente più il sapore del vino sulle labbra di Venti, ma quello salato delle sue lacrime.
#2. dawns are heartbreaking – Venti se n'era andato, e con lui tutta la luce del sole.
#3. because there are no other place where i want to be – “Posso baciarti? In segno di scuse.”
{ xiaoven | raccolta di fic per il writober di fanwriter.it}
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Venti, Xiao
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Characters: Xiao/Alatus; Venti
Pairing: Xiao/Venti
Day 1 #writober2021: Vino | Mnestic (riguardo il passato)
 



to the boy for whose the flowers bloom
 

“Portalo via di qui, ha bevuto abbastanza persino per lui.”
Xiao allunga le braccia automaticamente quando il corpo caldo, estremamente caldo, di Venti gli viene buttato addosso senza alcuna grazia né umana decenza. Guarda l’uomo con ostilità, un ringhio muto ad arricciargli le labbra. Non vuole screzi con gli umani, non in un territorio che non gli appartiene e non sente suo da dovere proteggere. Ma quell’uomo dai capelli rossi come foglie d’acero d’autunno, e quella sua espressione sfacciata nel suo modo di trattare il proprio Archon –  lui sì, potrebbe farlo deviare dal suo dovere e dalle sue imposizioni.
Venti ridacchia divertito, abbandonandosi a lui.
E’ così che lo aveva trovato. Ubriaco, il respiro alticcio e risate sogghignate contro il bordo di una bottiglia ancora tra le mani che Xiao tenta di togliergli.
La taverna è affollata quella serata di inizio estate, festoni acquamarina correvano dai balconi e fiori freschi erano stati raccolti dalle donne appesi alle porte come corone, sparsi lungo le strade come tappeti di velluto. Scorrevano litri di alcool per una festività di cui non era al corrente.
Venti, dal canto suo, mugola contro la sua spalla canticchiando ballate di antiche battaglie piene di gloria e sacrificio.
“Non devi bere così tanto.” Gli ricorda Xiao, tenendo con attenta accortezza le mani dietro le ginocchia per non farlo scivolare di lato. La sua schiena lo supportava sicura.
“Mmnh ma è festaaa~ bisogna bere, e cantare, e bere di nuovo!”
Gli occhi sono due biglie del colore dell’erba morbida dalla rugiada del primo mattino. Xiao si sente morire ogni volta che li guarda così da vicino.
“Con moderazione.” E mentre lo dice si costringe a distogliere lo sguardo per guardare la strada selciata. Le mura di Mondstad alle spalle, assieme al clamore, le risate ebbre e le danze scalmanate. Ringrazia di averlo portato via, in quelle condizioni può essere un pericolo lasciarlo così. Ringrazia di essere andato da lui.
D’improvviso sente le mani piccole di Venti circondargli il collo, e non fa in tempo a sentire il cuore sussultare che si sente tirare indietro di peso.
“Venti-.. Venti non sbilanciarti così.” Si era tirato indietro di peso. Nulla che Xiao non riesce a gestire, ma lo prende alla sprovvista. Quel corpicino così piccolo e elastico aveva in sé più forza di quanto ci si poteva aspettare.
“Brillano- brillano!! Guardale Xiaaaooo, a Liyue non ci sono stelle così belle, non è vero?” Sanno entrambi che è una sciocchezza, che ogni volta che Xiao alza gli occhi al cielo è perché sa che Venti sta guardando le stesse stelle che illuminano lui, che il cielo è dello stesso blu velluto e che la loro distanza non è poi così tanta. “Questo è il miglior posto.. è questo- questo qui. Qui è dove rimarrò, la musica si sente bene, anche se Jean mi sgriderà domani- era anche il suo posto preferito.”
Xiao lo sa, lo sapeva fin da quando ha imboccato i portoni d’uscita della cinta muraria della città. Sa che quello è il posto preferito di Venti, che i fiori che più ama sono i cecilia, che si dimentica la sua lira nell’erba alta per farci giocare gli slime e che, quando rimane a dormire sopra i rami del suo albero, il sole che sguscia tra le foglie e gioca in barbagli di luce tiepida col suo viso è la sensazione che più adora a questo mondo. 
Lo accompagna seduto, ma Venti non gli lascia andare il collo. Si tiene a lui con un broncio leggero e un diffuso, delizioso rossore sulle guance.
E’ l’acool, si ripete Xiao per l’ennesima volta.
“Non andartene.”
“Sono qui.”
Gli occhi di Venti lo guardano, sembrano metterlo a fuoco per la prima volta. Inghiottiscono il suo viso e l’espressione si apre di un meraviglioso, luminoso stupore.
“Wha, Xiao, sembri avere un’aureola tra i capelli.”
Non sa cosa voglia dire, ma il suo sguardo non l’ha mai visto così cristallino e disarmante come in quel momento, pieno di uno stupore e di meraviglia sconfinati.
“Mh.”
“Sembri un angelo. Un angelo lucente, sembri di un altro mondo.. Come se provenissi da molto lontano. Tanto lontano. Dimmi, Xiao, se vieni dal cielo, lì c’è qualcuno come me? Qualcuno uguale – proprio uguale – a me. Nelle ballate esiste ancora, sai, quella persona esiste.. è sempre qui, è sempre con me. Vorrei l’avessi conosciuto, era proprio come lo narrano le canzoni.” La sua risata è uno scampanellio d’argenteo che riverbera nel vento. Ma c’è qualcosa, nel modo in cui il sorriso si piega, spezzandosi agli angoli, le braccia che lo lasciano e si alleggeriscono di un peso allo stesso modo in cui il petto di Xiao si riempie di un macigno di apprensione. Gli occhi brillanti non lo guardano più, sono oltre lui, verso un qualcuno che le canzoni ricordano nelle ballate tristi.
Per qualche momento, Venti rimane in silenzio – e perfino quando Venti tace il mondo si ferma ad ascoltarlo. Le labbra tremano, poi l’aria si riempie della sua voce.
Oh the bravest fell, and the requiem bell
rang mournfully and clear
For those who died that stormbear lair
in the springing of the year
And the world did gaze, in deep amaze,
at that fearless man,
Who bore the fight
that freedom might shine as the starlight.*
Xiao non osa muoversi, persino il respirare gli costa fatica. Ascolta spesso Venti cantare, ma non così, non con quella disperazione nel cuore. Darebbe la vita per prendersi carico di tutta quella sua sofferenza e del suo dolore; per Venti, si farebbe carico di qualsiasi patimento per vederlo felice e senza alcuna ombra a inghiottirgli gli occhi.
Xiao sente il cuore battergli in gola. Vorrebbe farlo tacere, ma quello è un bastardo traditore che non è mai stato in grado di trattenere i battiti per il suo Archon prima e per l’unico suo amore dopo e Venti non ha mai avuto problemi nel farsi strada tra i suoi pensieri. È per quello che lo tocca, gli sfiora una guancia tiepida. Gli occhi verdi si alzano, grandi come la luna, belli come le stelle. Il rossore dettato dall’alcool lo ammanta di un’innocenza e un torpore doloroso.
“Mi dispiace.”
Perché Xiao sa quello che si prova a perdere – un amico, un fratello, un qualcuno che si aveva nel cuore. Essere l’unico a restare, l’unico a ricordare, a piangere, a vivere.
Venti lo osserva immobile, poi uno sbuffo di vento accompagna una risatina debole e fioca.
“Non c’è motivo; non è il tuo, Xiao.”
Non è il suo dolore, ma vorrebbe che lo fosse. Xiao può proteggerlo da tutto, ma contro un dolore passato è disarmato.
“Mi dispiace.” Ripete. E Venti lo guarda a lungo prima di prendergli il viso tra le mani, e quel singolo contatto accende scintille in tutto il corpo del giovane adepto, facendo impazzire le particelle di vento che gli scorrono dentro e che Venti riesce a tenere a bada, in qualche modo. Come sempre riesce a leggergli dentro.
“Non esserlo. Sto bene, sto bene.” Gli sussurra parole che Xiao vorrebbe fosse lui a dirgli. Ma lui non è mai stato bravo con le parole, né con i gesti – pochi e asciutti, dettati da istinti più che da moti di sentimento.
Ed è quello che fa. Alza gli occhi, chiede il permesso in maniera goffa e ingenua, e Venti glielo da ad occhi chiusi, col cuore in mano e il vento a solleticargli i capelli.
Il bacio è bagnato dall’alcool che Venti ha ancora sulle labbra; la bocca di Xiao lo assaggia e lo porta via nella speranza di non vederlo più in quello stato. Le dita si intrecciano e sfiorano la pelle esposta della camicia slacciata, mentre labbra si aprono con una certa urgenza, in cui quelle di Venti si spalancano su quelle tremanti e incerte di Xiao.
Venti chiude gli occhi e sulle labbra ora Xiao sente non più il sapore del vino, ma quello del sale. Piccole, calde lacrime scendono come lucciole tra le sue ciglia, perdendosi negli angoli delle labbra. Con pazienza e cura – estrema, amorevole cura – Xiao lecca via lacrima dopo lacrima per farle sparire in fretta, affondando nella bocca di Venti e annullarne il sapore. Lo bacia piano, beve di lui, della sua saliva e dei suoi respiri.
Le sue dita accarezzano la sua pelle con una venerazione tutta sua, come se fossero fatte per toccarlo, per adorarlo e amarlo. Lo bacia contro la corteccia del grande albero, all’ombra della sua statua.
Non è un bacio dolce, ha il sapore dolceamaro della solitudine e del ricordo di aver perso qualcosa che non si può più riavere. I respiri, il modo in cui il suo corpo si piega sotto di lui, le mani sottili e affusolate che si aggrappano alle sue spalle – tutto, in Venti, canta un canto di perdita.
Dita lunghe, ruvide, si muovono d’istinto a stringere quelle più piccole - per non farlo cadere, per sostenerlo, per tenerlo al sicuro sempre.
E nonostante tutto, Xiao lo trova bellissimo, pur nel dolore, pur nella sofferenza.
Quando la sua voce si spegne e le stelle ancora brillano sopra la nuca come corone tra i capelli di velluto, Xiao si sente il cuore in gola e la risata brilla di Venti tra le orecchie.
“Se qualcuno sapesse quello che hai fatto ad un povero ragazzo ubriaco, cosa direbbero del Conquistatore di Demoni Xiao?”
“Mh..” Con la guancia premuta sul suo petto, Venti si gode dello spettacolo che è Xiao, il suo arrossire contrariato e il modo che i suoi occhi hanno di sviare i propri. “E’ stato il momento. Non lo farò più.”
Venti ride, e a Xiao gli si apre il cuore in petto.
“Scherzo scherzo; ho smesso di esserlo da quando sono arrivato qui.”
“Non prenderti gioco di me.”
“Sei così carino, come posso fare?” Lo dice in quel suo modo terribilmente adorabile che Xiao non ha cuore di contraddirlo. “Sono grato che tu sia venuto da me.”
Il cuore batte piano, un tamburellio leggero contro la cassa toracica. Ha ancora addosso l’odore di Venti, di erba e fiori in boccio. Sono io che sono grato che tu esista, avrebbe voluto dirgli, sono grato a quella persona per la tua nascita.
La mano si stringe ferma in quella più piccola, la tiene nella propria presa e si stupisce di quanto amore può esplodere in quel semplice gesto.
E non c’è nulla che Xiao desideri di più di quello.

 
 
 

Note sulla raccolta: si tratta di storie (drabble e flashfic per la maggior parte) che ho deciso di racchiudere in una raccolta per i primi tre giorni del writober; non so come, mi è uscita così. Li amo così tanto che prima o poi dovevo scriverci e ovviamente mi so un pò strappata pezzi di cuore per farlo, piccoli bimbi <3
I prompt usati sono di fanwriter.it
*testo ripreso da una ballata irlandese 'The foggy dew" e riadattata al contesto e all'universo di genshin. 

 
  
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