Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: Ghost Writer TNCS    02/10/2021    0 recensioni
Niflheim è sempre stato famoso per essere un pianeta tetro e ostile, ma questo non aveva fermato i coloni. Il loro spirito intraprendente e gli interessi economici di una grande multinazionale sembravano sufficienti per far fronte a qualsiasi avversità, ma si sbagliavano.
Il sogno si è infranto contro misteriose interferenze, e alla frustrazione ha fatto seguito la criminalità. Se per un amante degli esplosivi la situazione è particolarmente allettante, lo stesso non si può dire per le forze di polizia che cercano di ristabilire l’ordine, costrette a combattere un’organizzazione malavitosa più influente delle autorità ufficiali.
La sfida per la frontiera è iniziata e il più forte imporrà la sua giustizia.
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

40. Martire

La colonia occidentale non aveva mai visto così tanti poliziotti: era praticamente assediata. C’erano anche moltissimi giornalisti e non mancavano le figure importanti, inclusi alcuni dirigenti della Orborum Domini. Il motivo di tutto ciò era uno solo: il funerale dell’ormai ex governatore Vitaly Glazkov.

La cerimonia era trasmessa in diretta su tutto Niflheim e oltre, sugli altri pianeti di proprietà della Orborum Domini ma non solo. Persone che non avevano mai nemmeno sentito parlare della colonia occidentale, ora potevano assistere all’ultimo saluto al suo dirigente.

«Tutti devono sapere» stava dicendo uno dei rappresentati della Orborum Domini. «Tutti devono sapere che grande uomo era il governatore Glazkov. Tutti devono sapere ciò che ha fatto per la colonia occidentale. Tutti devono sapere quanto si sia speso per il bene dei suoi cittadini.»

Guardò con rammarico la bara, adagiata a pochi metri di distanza su un piedistallo d’onore.

«Non sarà facile trovare un degno sostituto, ma soprattutto sarà impossibile rimpiazzarlo nei nostri cuori. Per tutti noi della Orborum Domini, un uomo come il governatore Glazkov era insostituibile.»

Fece una breve pausa per osservare la folla radunata lì davanti, composta per almeno la metà da giornalisti.

«Quando il governatore Glazkov si è insediato, lo sappiamo tutti, la colonia occidentale era in condizioni critiche. È proprio grazie a lui, al suo impegno costante e alla sua inesauribile determinazione se la colonia occidentale è ciò che vediamo oggi: l’ultima frontiera della civiltà. Un baluardo di progresso e opportunità per tutti coloro che sono pronti ad accettarne le sfide.»

Di nuovo fece una pausa, forse per via della commozione.

«La sua improvvisa scomparsa è un colpo durissimo per tutti noi, ma non temete! Il suo spirito e i suoi ideali sono ancora con noi. La sua opera non sarà lasciata incompiuta e tutte le sue promesse saranno mantenute. Questo sarà il nostro tributo alla memoria di un uomo così straordinario.»

Si girò leggermente e allungò il braccio destro.

«Lascio ora la parola al commissario Shanti Mantina, che ha assunto l’incarico di governatore ad interim in attesa della nomina del nuovo governatore.»

Il dirigente si fece da parte e l’insettoide prese posto davanti al leggio. La sua espressione era, come sempre, vagamente ostile.

«Grazie, signor LaBates. E grazie per le belle parole sul governatore Glazkov. Quello che è successo al governatore Glazkov è una tragica fatalità, ma come ha detto il signor LaBates, continueremo a lavorare anche per lui.»

Rispetto al dirigente della Orborum Domini, l’insettoide mancava nettamente di emotività.

«Il governatore Glazkov ci ha aiutato a salvare la colonia occidentale, ma il suo impegno non si era fermato. Il suo sogno era rendere la colonia occidentale l’ultima frontiera della civiltà, e noi faremo tutto ciò che è in nostro potere per realizzarlo.»

Gli agenti della colonia occidentale, che stavano seguendo il funerale in diretta dalla centrale, non sembravano contenti.

«Che buffonata! Hanno trasformato il funerale di quel cazzone in una pubblicità per attirare nuovi coloni!»

«Più lo guardo, e più mi sembra incredibile che se la siano bevuta. Complicazioni a seguito dell’attentato? Bah!»

«La Orborum Domini era d’accordo fin dall’inizio» fece notare l’ispettore Smidr. «Se loro sono contenti, nessuno verrà a fare domande. E dopo un funerale così plateale, nessuno penserà che si tratta di una messinscena.»

«Già. E questo mi fa ancora più rabbia!»

«Sono d’accordo con voi che questa non sia la soluzione migliore, però il commissario ha ragione a dire che così abbiamo risolto il problema: il governatore ha avuto ciò che meritava, i suoi uomini di punta sono fuori dai giochi e tutti gli altri criminali sono fuggiti o dietro le sbarre.»

«Ma tu davvero riusciresti a lavorare in un posto chiamato “Glazkov City”, sapendo quello che è successo davvero?»

«Non è ancora sicuro che si chiamerà così.»

«La P.O.W.A. continua a rimandare, e poi se la chiamassero “P.O.W.A. City” tutti penserebbero che sono degli ingrati.»

Di nuovo calò il silenzio. Un silenzio pieno di astio e disappunto.

Di fatto, l’unico che non sembrava turbato dall’immeritato tributo all’ex governatore era Albion. Appena la polizia aveva portato alla centrale le carcasse delle biomacchine, lui aveva cominciato a studiarle in maniera ossessiva. Alcuni agenti avevano brontolato, ma il commissario li aveva rapidamente messi a tacere.

Erano passati un paio di giorni dall’attacco e il metarpia non era ancora uscito dal suo laboratorio di fortuna; non aveva quasi dormito – come dimostravano le occhiaie particolarmente vistose – e se non fosse stato per i poliziotti probabilmente non avrebbe nemmeno mangiato.

«Nora, a che stai pensando?»

«A Mowatalji. Ammesso che sia il suo vero nome. Pensavamo fosse un assistente del Sindaco, ma a quanto pare sbagliavamo. Ho fatto qualche ricerca incrociata, e sapete cos’è saltato fuori? Gli Eletti.»

Improvvisamente l’atmosfera cambiò: si fece tesa, e nessuno aveva più voglia di lamentarsi del funerale-show.

Tutti conoscevano gli Eletti: erano una delle organizzazioni criminali più potenti dell’universo. Purtroppo nessuno sapeva l’identità dei suoi membri o dove si nascondessero, solo che disponevano di immense risorse e che non si facevano alcuno scrupolo a perpetrare i loro fini.

«Credo che gli Eletti abbiano mandato Mowatalji per aiutare il governatore a inscenare la minaccia del Sindaco, così da distrarci mentre cercavano il bunker. Il loro unico obiettivo erano le biomacchine, per questo una volta ottenute, hanno abbandonato il governatore.»

«Ma allora… potrebbero tornare?» chiese un altro agente, preoccupato. «E ora hanno tutte quelle biomacchine…»

«Potrebbero esserci loro dietro la scomparsa di Freyja?»

 Una nuova inquietudine si diffuse nella centrale di polizia.

«Difficile dirlo con certezza.»

«L’unica certezza è che quel goblin non si è più fatto sentire. Sicuri che non se la sia svignata?»

«No, non credo» ribatté Nora. Non lo conosceva abbastanza da poterlo affermare con certezza, ma qualcosa le suggeriva che il fuorilegge non avrebbe abbandonato la ricerca di Freyja tanto facilmente. «Spero solo che non sia morto.»

***

I due schieramenti di orchi si erano lanciati uno contro l’altro in maniera abbastanza confusionaria, urlando e menando fendenti con le loro rozze armi di legno e metallo.

Una delle fazioni era in netta superiorità numerica e alcuni dei suoi guerrieri sventolavano dei vessilli a rappresentare gli dei che veneravano. I ribelli eretici, meno numerosi ma altrettanto determinati, sembravano pronti a morire piuttosto che sottomettersi nuovamente al Clero.

In mezzo a tutto quel frastuono di urla e metallo, combatteva Freyja. In mano aveva una semplice mazza, non molto diversa dal suo manganello, che usava per sbaragliare qualsiasi eretico le si parasse davanti.

Il suo sguardo era freddo, insensibile, ma non assente: la magia di Yalina aveva alterato la sua mente, sopprimendo la sua coscienza e costringendola a seguire gli ordini del suo padrone, tuttavia non aveva cancellato il suo addestramento di stampo militare.

Un orco ribelle si lanciò sulla poliziotta urlando. Sollevò la sua tozza spada per colpirla, ma nel farlo si scoprì a tal punto che Freyja riuscì a stenderlo con un fulmineo pugno alla mandibola prima ancora che calasse il colpo.

Tutti quei guerrieri stavano combattendo con vigore e coraggio, ma nessuno di loro poteva vantare una tecnica particolarmente raffinata. Il loro stile era rozzo, come ci si aspetterebbe da barbari e predoni: sicuramente erano più abituati alle scorribande che alle guerre.

Un nuovo nemico provò ad attaccare Freyja, ma lei riuscì a parare la spada con la sua mazza. Era pronta a contrattaccare, ma un urlo la mise in allerta. Un secondo ribelle calò la sua ascia su di lei. L’orchessa sollevò la mano e afferrò l’arma. Con uno strattone disarmò il nemico, che probabilmente pesava il doppio di lei, e lo colpì in fronte con la punta del manico.

Lo spadaccino, intimorito dalla quella dimostrazione di forza, si riscosse. «Maledetta!»

Provò a colpirla con un tondo laterale, ma di nuovo Freyja parò senza problemi. Gli tirò una gomitata sul naso e anche lui cadde a terra stordito.

La battaglia stava già volgendo al termine: i ribelli erano stati annientati e i pochi ancora in piedi si stavano dando alla fuga. Anche tra i guerrieri del Clero c’erano diversi morti e feriti gravi. Tutti quanti avevano combattuto con ferocia, cercando di uccidere chiunque capitasse a tiro, convinti che quello fosse l’unico modo per raggiungere il proprio scopo.

Tutti tranne Freyja.

***

Era una tranquilla giornata di sole e alcuni animali stavano brucando nella pianura erbosa che circondava il villaggio fortificato. Tutto intorno alla palizzata di legno era stato allestito un accampamento militare, dove si muovevano numerosi orchi indaffarati.

D’un tratto un insolito vento smosse l’erba e allarmò gli animali, che corsero via in formazione compatta. Così com’era arrivato, il flusso d’aria si dissolse e pochi istanti dopo tre figure apparvero dal nulla.

«Siete sicuri che potranno aiutarci?» chiese D’Jagger, scettico.

«Lo scopriremo presto, bombarolo» affermò Shamiram.

«Preferisco artificiere, maestà» ribatté il goblin, il cui tono non aveva la minima traccia di riverenza. «Stiamo solo perdendo tempo: andiamo a prendere quello che ci serve. Abbiamo le mie bombe, la tua magia e l’ammazza-draghi: questi primitivi non possono mica fermarci.»

«Non possiamo andare in giro per il pianeta affrontando chiunque ci si pari davanti» gli fece notare Sigurd. «Noi non dovremmo nemmeno essere qui.»

«Neanche lei dovrebbe essere qui!» imprecò D’Jagger, spaventando Lunaria con il suo scatto di rabbia.

«Smettila di fare i capricci e segui il piano!» lo sgridò la donna, autoritaria. «Salvare la tua amica e recuperare l’arma ammazza-dei è tutta roba secondaria. Noi siamo qui per un solo motivo: evitare che questo fottuto pianeta esploda.»


Segui Project Crossover: facebook, twitter, feed RSS e newsletter!

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Ghost Writer TNCS