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Autore: purpleblow    02/10/2021    0 recensioni
Posò un dito sulla montatura degli occhiali da sole scuri, sistemandoli meglio sul naso in un gesto che faceva quando era agitato e, sbuffando, cominciò a camminare avanti e indietro con nervosismo di fronte al nuovo Seventh Heaven con la speranza che la donna non uscisse proprio in quel momento o lo avrebbe preso per pazzo e lui poteva dire addio a quel briciolo di coraggio che aveva trovato dopo tutti quegli anni. [Fanfiction partecipante a Clocktober di Lande di Fandom col prompt "Chi ha tempo non aspetti tempo".]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rude
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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I’ll be everything you need



 

Non poteva andare avanti così.

Rude lo sapeva perfettamente che non avrebbe potuto continuare ancora per molto ad osservare da lontano la donna che amava, così come dentro di sé sapeva che molto probabilmente di speranze con lei ne aveva meno di zero, ma Reno finalmente era riuscito ad inculcargli che se nemmeno tentava non poteva saperlo con certezza — e soprattutto se ne sarebbe pentito per il resto della vita.

Una cosa però era dalla sua, ovvero il fatto che Cloud Strife non aveva ancora dato segno di ricambiare Tifa — non che avesse certezze dei sentimenti che lei provava nei suoi confronti, ma diamine, dopo anni un po’ tutti lo sospettavano. In ogni caso questo non doveva essere un freno ai propri, di sentimenti.

 

Posò un dito sulla montatura degli occhiali da sole scuri, sistemandoli meglio sul naso in un gesto che faceva quando era agitato e, sbuffando, cominciò a camminare avanti e indietro con nervosismo di fronte al nuovo Seventh Heaven con la speranza che la donna non uscisse proprio in quel momento o lo avrebbe preso per pazzo e lui poteva dire addio a quel briciolo di coraggio che aveva trovato dopo tutti quegli anni.

Già, erano passati ormai circa sette anni da quando Rude l’aveva vista per la prima volta: lui era solito frequentare i locali al di sopra del piatto, ma un giorno avendo del lavoro da sbrigare nelle Slums del Settore 7 gli era capitato di fermarsi al Seventh Heaven col suo compare a prendersi un meritato drink ed era stato allora che l’aveva vista.

Non avrebbe mai dimenticato la sensazione provata nel momento in cui i loro occhi si erano incrociati per caso: lei, indaffarata a lavare alcuni bicchieri, aveva alzato lo sguardo per pochi secondi, sorridendo e invitandoli a sedersi dove preferivano; letteralmente Rude era rimasto incantato a fissarla, sentendo uno sfrigolio strano dalle parti dello stomaco che lo spiazzarono dato che mai prima di allora aveva provato niente del genere alla vista di una bella donna. Persino Reno era rimasto un attimo di stucco vedendolo frastornato, ma non mancò di smorzare la situazione prendendolo bonariamente in giro, cosa che Rude a momenti neppure fece caso talmente era preso dalla figura della barista.

Da quella volta era tornato spesso nelle Slums per incontrarla nonostante mai una volta le avesse rivolto parola, al di là di quando le ordinava da bere, ma oltre al fatto di essere un tipo molto riservato e silenzioso non voleva neppure essere invadente o disturbarla. A niente erano valsi i tentativi di Reno di convincerlo a scambiarci due chiacchiere, tanto che dopo un po’ aveva persino smesso capendo l’antifona.

Un’altra cosa che non avrebbe mai dimenticato era quando aveva scoperto che Tifa Lockhart era un membro degli AVALANCHE che, inevitabilmente, in un futuro non tanto lontano si sarebbe trovato a dover combattere. Non gli piaceva affatto, detestava la sola idea di poterle fare del male ma non si sarebbe mai tirato indietro trattandosi del suo lavoro, anche se poi alla fine dei conti le volte in cui si era scontrato col gruppo non aveva mai osato sfiorarla preferendo concentrarsi sugli altri.

Fortuna voleva che AVALANCHE e ShinRA avevano smesso di farsi la guerra a un certo punto e, complice anche il periodo difficile causato dalla pandemia del Geostigma, i rapporti tra le due fazioni si erano distesi arrivando persino ad aiutarsi a vicenda.

Sempre più spesso aveva ricominciato a frequentare il Seventh Heaven come ai vecchi tempi, ma diversamente da allora adesso non la guardava più da lontano. 

E aveva tentato di convincersi che gli bastava essere suo amico e parlarci qualche volta, buttando giù quel muro di timidezza che pareva impossibile superare le prime volte. Aveva creduto che fosse abbastanza, che gli andava bene accontentarsi dei suoi sorrisi, ma recentemente aveva scoperto che non gli bastava più e che doveva — voleva — fare qualcosa in più per farsi notare, per farle capire che c’era qualcuno che teneva a lei molto di più di quella persona che spesso l’aveva delusa. 

Rude detestava Cloud per mille motivi, uno dei quali era perché infantilmente lo invidiava, ma ciò che più di tutto gli creava rabbia e fastidio era il fatto che non si rendesse conto di quanto quella ragazza avesse sofferto e continuasse a soffrire a causa sua e del suo egoismo. Spesso l’aveva vista incupita, preoccupata, troppo coinvolta per una persona che non si era mai davvero curata di poterla ferire e anche se sicuramente aveva tutti i pensieri o problemi del mondo per Rude non era una giustificazione sufficiente — e sì, sapeva di essere schifosamente di parte ma non gli importava.

Rude voleva starle accanto, voleva cancellare tutte quelle delusioni e farle sapere che meritava qualcuno che la facesse sentire importante, che la mettesse al centro dei propri pensieri: qualcuno che la amasse come meritava.

Ecco perché finalmente dopo tutto quel tempo si era deciso a farsi avanti e mai come quel giorno si era sentito tanto sicuro.

“Chi ha tempo non aspetti tempo” gli aveva detto Reno più volte, cercando di fargli capire che se non si dava una mossa qualcuno avrebbe potuto portargliela via da sotto il naso e se non fosse stato Cloud a risvegliarsi e prendersela, sicuramente qualcun altro sarebbe arrivato, lasciando dunque Rude col rimorso di non averci nemmeno provato.

 

Con un sospiro fermò la propria camminata nervosa, schioccandosi le nocche nel tentativo di darsi coraggio, dopodiché trattenendo il respiro entrò nel pub, vivendo una sorta di deja-vu: ed eccola lì, meravigliosa come sette anni prima e forse anche di più.

Ancora una volta si ritrovò completamente perso a guardare quel bellissimo sorriso che coinvolgeva anche i suoi occhi rossi, così ridenti e colmi di gioia che si rivelarono uno sprone in più per lui: forse non sarebbe andata come sperava ma non importava, per il momento la paura di un eventuale rifiuto era stata accantonata lasciando posto alla determinazione.

 

« Buonasera Tifa. » le disse pacato come ogni volta, sedendosi sullo sgabello per poi ordinare il solito drink, pronto ad affrontare quella serata che nel bene e nel male non avrebbe dimenticato tanto facilmente.

   
 
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