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Autore: Prettybene9816    03/10/2021    0 recensioni
I protagonisti sono diversi, ma è consigliato leggere prima i sequel per capire meglio i protagonisti.
All'interno del libro ci saranno vari protagonisti, altre storie che vi illustrerò mano a mano. Iniziamo con la prima coppia:
Flora non ha scampo, Khalil, il suo stalker dall'età di 14 anni, ha un obiettivo...vuole umiliarla, distruggerla, farle passare l'inferno, vuole che strisci per terra come un animale, vuole denudarla di emozioni, anima e vita.
Lei si sveglia in una stanza buia ed estranea, non sa cosa possa succedergli, e chi o perchè le stanno facendo ciò, ma lei è forte, furba e caparba...sa che quello è il suo inferno, ma meglio regnare all'inferno che servire in cielo.
Seconda coppia:
Jamal è testardo, Swarna è volubile, Jamal è burbero, Swarna è affabile, Jamal è arrogante, Swarna è timida, Jamal non prova più emozioni, Swarna dà il cuore alle persone, Jamal ama il potere, Swarna ama la semplicità, Jamal vuole tutto, Swarna non vuole nulla...cosa hanno in comune?
Jamal ha perso il suo migliore amico Farid, Swarna ha perso sua sorella Bekka...ogni responsabilità sulla bambina appena nata dall'unione di Farid e Bekka ricade su di loro, sono di colpo genitori e non si sopportano a
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Il Paradiso lo preferisco per il clima, l’Inferno per la compagnia. -Oscar Wilde SAMIR'S POV: "Non so quando potrò tornare a farti visita, Bilel mi ha convocato da lui stamattina" dico a Mustafa a sottovoce. Devo molto a mio cugino, quando rapimmo la figlia di Jamal, e Bilel e i suoi uomini ci beccarono nella fabbrica, Mustafa si sacrificò fingendosi me e facendosi arrestare. Per Ibrahim non c'è stato altro da fare, quando amputarono una gamba a Mustafa, per colpa della sparatoria in fabbrica, in ospedale gli dissero che Ibrahim era morto. Non ho potuto seppellire mio fratello, l'immagine di lui per terra in un lago di sangue mi perseguita da 15 anni, da quando quella stessa notte andai a vendicarmi ed entrai a far parte degli uomini di Bilel Cortada, il mio acerrimo nemico. "Per i nuovi lettori, recuperate il capitolo 75 del libro precedente "Contro ogni mia ragione" Baba, ex sceicco dell'organizzazione, si fidava di Bilel, sperava che portasse avanti la jihad, la guerra santa contro gli infedeli in nome dell'Altissimo. Nessuno si sarebbe mai aspettato che potesse pugnalarci alle spalle tradendo l'organizzazione per una puttana e togliendoci tutti i finanziamenti. Mi ritrovai all'età di 15 anni con un papà assassinato, un fratellino di cui prendermi cura, mio cugino, alcuni uomini ancora fedeli a mio padre. Mi ritrovai a dover risanare l'organizzazione e riprendere a combattere la jihad. Provai a fare guerra a Bilel e i suoi uomini rapendo la figlia di Jamal, suo alleato, ma ottenni un fratello morto, mio cugino in carcere che mi copre e io nella tana del lupo. Mi presentai a Bilel come Tariq, povero orfano che non aveva nulla con sé, ma tanta voglia di riscattarsi. Mi unii ai suoi uomini, migliorai le mie tecniche di combattimento, andai a scuola, mi alleai a Bilel per uccidere i miei stessi uomini. 15 anni a obbedire a ogni suo comando, a comportarmi impeccabilmente per guadagnarmi la sua fiducia, per poter attaccare al momento giusto. "Sei riuscito a entrare in casa sua?" chiede Mustafa sorridendo scaltro. "Ho fatto di meglio..." mi sporgo sul banchetto e sussurro "Mi ha affidato sua figlia" "Non ci credo, come hai fatto figlio di puttana" dice Mustafa dandomi uno schiaffetto. Mi rimetto a posto e racconto tutto, racconto delle foto fatte di nascosto a Zaira all'università, per strada, in casa, sul suo stesso letto. "Crede che sia Samir dal carcere a muovere i fili" gli comunico mentre lui scoppia a ridere e la guardia dietro si avvicina a noi. "Se solo sapesse che il temuto Samir è più vicino di quanto possa pensare" Ridacchio e abbassando lo sguardo chiedo "Come te la passi qui?" "Meglio di stare fuori in quell'inferno. Qua ricevo cibo e ho anche la mia gang e ah...grazie per le puttane che mi hai mandato" "Ringrazia Eugenio che le ha lasciate passare" "Poi lo ringrazierò allora. Quando ti rivedrò quindi?" "Non lo so, devo stare molto attento. Anche se ho la fiducia di Bilel, ho sempre gli occhi puntati dei suoi uomini" "Samir?" mi chiama Mustafa. "Si?" chiedo alzando lo sguardo a lui. "Sei la nostra unica speranza, tuo padre Ahmed sarebbe fiero di te se riuscissi a riportare in vita l'organizzazione" si avvicina e ribadisce "Farai grandi cose ragazzo mio, non mollare per nessuna ragione al mondo" Annuisco con la testa mentre la guardia ci comunica che il tempo a nostra disposizione è finito. "Cortada non ha idea di quello che gli aspetta" dico guardandolo dritto negli occhi. Mustafa mi dà un altro schiaffo d'incoraggiamento e mormora "Quando avrai finito con la figlia, mandala un po' da me che mi voglio divertire anch'io" Ridacchio mentre la guardia esclama "Samir, forza!" "Arrivo, e che cazzo!" "Allah u akbar" dice salutandomi. "Allah u akbar" rispondo abbassando il capo. Lo seguo con gli occhi fino alla porta e lo saluto con la mano un attimo prima di sparire. Esco anch'io e raggiungendo la Maserati, rispondo alla chiamata dello stronzo "Signore" "Ho finito con la riunione, tra dieci minuti da me." "Subito signore" dico riattaccando. Sorrido calandomi gli occhiali da sole e partendo a tutto gas. ZAIRA'S POV: "E' un onore che possa essere seguita da lei, professoressa Lombardo" dico allungandole la mano. "Oh cara, hai conseguito un percorso accademico brillante. Sono io a dovermi congratulare con lei" Scuoto la testa sorridendo "Ho solo fatto il mio dovere, professoressa" La Lombardo si rimette gli occhiali da vista e afferrando la sua agenda chiede "Giovedì pomeriggio dovrei essere libera per un'oretta, potremmo discutere sull'argomento che vorrà trattare nella tesi. A lei va bene come giorno?" "Sì certo" "Ottimo, la fisso per le 17?" "Perfetto" La Lombardo richiude l'agenda e sistemandosi la chioma bianca, mormora piano appoggiandosi alla sedia "Però non ci vediamo in studio, giovedì avrò una giornata pesante. Potremmo vederci al bar dell'angolo della strada e ne approfitteremo per prendere un caffè" "Va benissimo, la ringrazio per la disponibilità" dico mentre lei riceve una chiamata. "Che seccatura, cara allora noi ci vediamo giovedì" "Sì, buona giornata e buon lavoro!" esclamo uscendo dal suo studio e passandomi una mano sul viso per asciugare il sudore sulla fronte. Ho tremato tutto il tempo e non mi aspettavo che potesse accettare di seguirmi per la tesi. E' un colosso all'interno della facoltà di Giurisprudenza, è molto severa e pretende tanto dai suoi alunni. Ho deciso che avrei chiesto a lei la tesi dalla prima volta che si è presentata a lezione, è stata così chiara e geniale nella spiegazione, mi ha subito incantata. Non ha una bella fama tra i ragazzi, ne parlano tutti male, è soprannominata "iena" proprio per il fatto che si mostra gentile, ma all'esame è un mostro...ci sono colleghi che sono stati bocciati 9 volte da lei e altri che hanno proprio lasciato la facoltà scoraggiati. Personalmente credo che sia una persona in gamba, grazie agli interventi che facevo in aula ho avuto modo di entrare in contatto con lei e di farmi conoscere. All'interno dell'università siamo tutti delle matricole, dei numeri e delle teste a cui i professori generalmente non sanno dare un nome, mi fa piacere che la Lombardo mi abbia notata. Sogno di entrare a far parte, come lei, del Consiglio superiore della magistratura; è un po' il sogno di tutti quelli che studiano Giurisprudenza, ma sono determinata a realizzare questo sogno, farò qualsiasi cosa per arrivare alla mia prestigiosa meta. Scendo velocemente le scale del palazzo in cui si trova lo studio della professoressa e prendo subito il cellulare per dare la bella notizia ai miei, quando noto all'ingresso Sebastian, l'autista di papà. "Sebastian, ciao...che ci fai qui?" sposto lo sguardo a destra e noto che la mia macchina non è più dove l'ho parcheggiata "Che fine ha fatto la mia auto?" "Salga signorina, la porto a casa" "Ma la mia macchina..." "E' in garage alla villa, non si preoccupi" Corrugo subito la fronte "Per quale ragione non sono stata avvisata?" "Suo padre ha cercato di contattarla" Sblocco il cellulare e solo adesso noto cinque chiamate da parte sua, avevo messo il silenzioso per non essere disturbata in studio. "Un attimo solo" mormoro chiamando papà e dandogli le spalle. "Zaira, ti ho chiamato più volte" risponde seccato papà dopo il primo squillo. "Scusami, ero..." "Torna subito a casa, ci sarà Sebastian fuori ad aspettarti" m'interrompe bruscamente. "L'ho visto, è successo qualcosa?" chiedo preoccupata. "Ti spiegherò più tardi, sbrigati" "Va bene, arrivo. Un bacio" riattacco rigirandomi verso Sebastian. "Andiamo" mormoro mentre lui apre la portiera dietro e io lo ringrazio. Chiamo mamma nel mentre, ma non risponde...le lascio un messaggio aggiornandola sulla professoressa. Arriviamo alla villa dopo mezz'oretta e scendendo dall'auto, fanno un cenno a Sebastian. Poso la mia Chanel all'ingresso e slegando il foulard di seta al collo, vado all'ufficio di papà al piano superiore. Busso prima di entrare e sento papà gridare "Avanti" Entro e vedo una guardia che parla con papà "Scusatemi, passo più tardi" mormoro indietreggiando. "No, Zaira entra pure. Ti aspettavo" dice papà mentre la guardia si fa da parte. Chiudo la porta ed entrando dentro esclamo "La Lombardo mi ha detto di sì, sono così contenta!" Papà mi sorride e prendendomi la mano da dietro la cattedra dice "Bravissima piccola, ero sicuro ce l'avresti fatta" "Mi ha invitata per un caffè giovedì, discuteremo sull'argomento della tesi...ho moltissime idee" mormoro ancora eccitata. "E' fantastico, gioia senti...potresti sederti un attimo, dovrei parlarti di una cosa" "Ooh ehm...certo. Si tratta di Diana? Che ha combinato stavolta?" chiedo riavviandomi i capelli scuri ereditati da mamma. "No, tua sorella non c'entra. Stamattina ho ricevuto questa busta in forma anonima" dice papà serio passandomi una busta gialla. "Capisco, e cosa c'è dentro?" "Guarda tu stessa" Mi mordo il labbro curiosa e prendendo la busta, frugo dentro tirando fuori delle foto. Spalanco gli occhi quando vedo foto di me mentre studio in libreria, mentre parcheggio la macchina, mentre entro in casa "Chi le ha scattate?" chiedo sconcertata sfogliando altre foto di me nella mia camera, in cucina, in salone con le mie sorelle... "Temo di non saperlo, dentro c'era anche una lettera" "Che diceva?" Papà mi riafferra le mani e mormora "Siamo in pericolo Zaira, c'è qualcuno che mi sta minacciando con la tua vita" Spalanco gli occhi sentendo il mondo crollarmi addosso. "Mamma lo sa?" "No, non ho ancora avuto modo di dirglielo. Ho voluto prima parlarne con te perché so che sei una persona molto razionale che non si fa prendere dall'emozioni" Deglutisco cercando di calmarmi, sono sconvolta. "E' qualcuno dell'organizzazione in cui stavi?" "Può darsi" "Mi avevi detto che non c'era più nessuno" So tutto di papà, del suo passato a capo dell'organizzazione terroristica, di come ha mandato tutto all'aria per mamma, del suo piano per distruggere l'organizzazione e lasciarli a secco, di tutti gli uomini che adesso stanno dalla nostra parte...quando seppi tutto, non sbattei ciglio...capì le motivazioni di papà e lo appoggiai, ma se fossi stata mamma, una volta scoperto dell'organizzazione terroristica, l'avrei subito sbattuto in carcere e avrei tagliato i ponti. Non avrei mai permesso che si avvicinasse alla mia famiglia...mamma dice che si era innamorata, ma non sono scusanti, quando tuo padre finisce in come per colpa sua. Spero di innamorarmi di una persona per bene, magari un affascinante scrittore anticonformista o una persona attiva in politica per il bene del nostro popolo. "Evidentemente qualcuno mi è sfuggito, mi sono già adoperato per trovare la talpa" "Credi che sia qualcuno del personale?" "Tariq e io ce ne stiamo occupando" "Tariq?"chiedo non avendo mai sentito quel nome. "E' uno dei miei migliori uomini e di cui fidi di più, è per questo che ti affiderò a lui" dice papà indicandomi dietro. Mi giro e rivedo la guardia di prima vicino alla porta che fissa davanti a sé concentrato. "Cosa vuoi dire con 'ti affiderò a lui'?" sussurro per non farmi sentire, per fortuna l'ufficio è enorme e la porta è lontana dalla scrivania. "Sarà la tua nuova guardia del corpo, ognuno di noi ne avrà uno...Tariq però ti seguirà anche dentro casa, sarà la tua nuova ombra" Chiudo gli occhi sentendomi male per un secondo "Non ho capito bene, sarò seguita da uno sconosciuto dentro casa mia?" "Hai visto le foto? Ti ritraggono nelle tue faccende quotidiane, non possiamo stare tranquilli neanche dentro casa" "Non capisco perché io, perché seguire solo me?" "A questo non so darti una risposta, so solo che dobbiamo stare molto molto attenti in questo periodo. Sulla lettera c'era una tua impronta" "Cosa? In che senso?" chiedo sconvolta mentre ricordo un giorno di essermi risvegliata con una macchia sul pollice della mano destra. Ero convinta che fosse stato uno scherzo di Esmeralda, capita che giochi coi colori. "Capisci perché ti chiedo di aver un po' di pazienza? Finchè non troveremo il colpevole, dovrai collaborare con Tariq, me lo prometti?" Mi porto una mano sul viso e sospiro "Mi sembra tutto così surreale..." Papà si alza e facendo il giro della scrivania, si abbassa per abbracciarmi e darmi conforto. "Ho promesso a tua madre che non vi sarebbe mancato nulla e che vi avrei protetto con la mia stessa vita. Non devi preoccuparti, ho tutto sottocontrollo" mi rassicura papà prendendomi il viso con una mano. Appoggia la fronte alla mia e sussurra "Ti fidi di papà?" "Sempre" mormoro con gli occhi lucidi. "Allora adesso fammi un bel sorriso, odio quando metti il broncio" Gli sorrido e lui pizzicandomi la guance dice "Ecco la mia bambina" "Una bambina di 20 anni" replico divertita. "Una bambina brillante che sta per laurearsi, non potrei essere più fiero di te" dice lui baciandomi la fronte. "Brillante" è così che mi definiscono fin da piccola, la mia professoressa alle medie ha scoperto che ero superiore alla norma e dopo vari esami si è scoperto che ho un QI pari a 154. Ho saltato le medie e a soli 10 anni frequentavo la prima superiore, la professoressa aveva detto ai miei che avrei potuto frequentare direttamente l'università, ma i miei hanno pensato che la differenza di età con i miei colleghi sarebbe stata troppa e hanno preferito che frequentassi un liceo privato con materie più cariche e della mia portata. A 15 anni mi iscrissi a Giurisprudenza ma fino a 18 anni preferì seguire le lezioni online, forse troppo spaventata del giudizio dei miei colleghi molto più grandi. Con il sostegno della mia famiglia, incominciai a seguire le lezioni l'anno scorso, compresi che non era così male come credevo. Non che avessi stretto chissà che amicizie con i miei colleghi, al contrario, andavo dietro ai miei professori...m'infilavo a qualsiasi congresso, seminario, ero attratta dalla loro dialettica, dai loro contenuti...contenuti che non avrei mai trovato in un mio coetaneo. Diana, la mia gemella dice che sono una ragazza di vecchio stampo...può darsi, anche nel vestiario m'identifico nelle donne molto più adulte, amo le perle e il tweed, spesso Diana mi dà della snob, ma non è così, mi piace vestirmi elegante e sentirmi...ordinata, tutto qua. Abbraccio papà e sospirando mormoro "Ti voglio bene" "Anch'io, tantissimo" dice lui pizzicandomi ancora le guance, dice che ho delle guanciotte adorabili. "Va bene, io allora vado in biblioteca per studiare. Ho l'ultimo esame a settembre e devo schiarirmi le idee per la tesi" "Certo, vai piccola. Buono studio" mi saluta papà con un bacio sulla fronte prima di prendere una chiamata. Mi giro per uscire e solo adesso mi ricordo dell'uomo alla porta... "Molto piace signor Tariq" dico allungandogli la mano. Lui si limita ad annuire e io attraversata da mille brividi sulle braccia, faccio un cenno ed esco dalla porta. Vado a recuperare la borsa e mi giro per andare in biblioteca quando sussulto trovandomi dietro Tariq. "Buon Dio...giusto, mi ero dimenticata" mormoro stringendo a me la borsa. Sospiro paziente e marcio dritta in biblioteca, lui mi segue dentro e si posiziona accanto alla porta. "Può sedersi" gli dico indicando la poltroncina accanto. Lui non mi ascolta e non si smuove dalla porta...ok. Scuoto la testa e rimandando la chiamata a mamma più tardi, magari quando avrò un po' più di privacy, recupero i miei libri dal mio armadietto e mi siedo alla mia scrivania personale a studiare. Passo tutta la serata a ripetere, finchè sento la gola irritarsi e decido che per oggi possa bastare. Chiudo i libri e mentre sistemo un po' i miei schemi, lancio un'occhiata a Tariq. Non si è mosso di un millimetro, è in piedi da 4 ore ed è super concentrato. Riabbasso lo sguardo e finisco di sistemare gli schemi. Sentiamo bussare alla porta poco dopo e mamma si affaccia dalla porta "Disturbo?"chiede. "Mamma, no entra!" esclamo schiarendomi la voce. "Hai ripetuto anche oggi fino allo sfinimento? Ti ho detto mille volte che devi darti una regolata, rimarrai senza voce se continuerai così" "L'esame è tra poche settimane, devo farlo mamma" mormoro andandole incontro. "Ciao Tariq, piacere Benedetta. Puoi chiamarmi Beni" dice mamma presentandosi al mio bodyguard che anche con lei si limita a un cenno. Vado ad abbracciare subito mamma e piano sussurro "Hai saputo?" "Purtroppo sì, tu come stai?" chiede mamma accarezzandomi i capelli. "Bene, mi fido di papà. Dovresti farlo anche tu" Lei mi lancia un'occhiataccia e dice "Io mi fido di tuo padre" "Ma...?" "Non fare la sapientona con me" mi rimprovera facendomi ridere. "Cosa c'è per cena? Ho una fame..." chiedo cambiando argomento. So com'è sensibile mamma, non voglio farle vedere che sono molto preoccupata in realtà...anche se è difficile nasconderle qualcosa. "Polpettone" "Mmm...che buono" dico uscendo con mamma abbracciate. Raggiungiamo la sala da pranzo e troviamo già papà ed Esme a tavola. Esme ha 14 anni ed è una ragazza adorabile, molto timida e particolarmente creativa...ama dipingere e la sua cameretta è un'opera d'arte, farà grandi cose. "Diana?"chiedo notando il suo posto vuoto. "A un concerto in un pub, mi pare che abbia detto" dice mamma sedendosi a capotavola. "Sebastian è con lei?" "Sì, è davanti al pub che la controlla" "Ottimo" dice papà sedendosi accanto a mamma che prende i nostri piatti per servirci. Papà l'aiuta e chiede a Esme com'è andata a scuola, frequenta il secondo anno del liceo artistico ed è così contenta di poter coltivare le sue passioni. Nel mentre lancio un'occhiata alla porta e noto Tariq fisso che si guarda attorno attento, fa quasi paura di quanto è professionale. Mangiamo tra le solite chiacchiere e mamma e papà si ritirano nell'ufficio di papà per parlare di "lavoro", certo come no. Scuoto la testa divertita mentre papà afferra mamma per i fianchi che esclama "Bilel, fermo!" Escono dalla sala pranzo ridacchiando e lasciando che la governante sparecchi, l'aiuto con i piatti. "Posso farti una domanda?" chiedo a Rosita, la governante mentre asciugo i piatti bagnati. "Certo gioia" Riposo il piatto e passando ad asciugare un bicchiere domando piano al suo orecchio "Tariq, lo conosci?" Mi giro per vedere se abbia sentita, ma non sembra...è sempre vigile a chi possa entrare in cucina. Mi rigiro verso Rosita e richiedo "Allora? Che mi dici?" Anche Rosita si gira a guardare e fa spallucce "Non ho idea" Sospiro scoraggiata "Perché? Non ti fidi di lui?" chiede Rosita passandomi un piattino. "Ho una sensazione strana a pelle, paradossalmente non mi sento al sicuro quando c'è lui" sussurro vicino a lei. "Vedrai che ti abituerai" "Speriamo di no, mi sono già stufata di dover parlare a bassa voce per non farmi sentire" "Dai che non ti è andata tanto male...a tua sorella è capitato quel vecchio di Sebastian" "Avete la stessa età o sbaglio?" "Io i 50 me li porto bene" Sorrido scuotendo la testa e finendo di asciugare le ultime cose. "Vado a dormire che sono esausta" mormoro alzando le braccia per sgranchirmi. "Vai tesoro, oggi è stata una giornata pesante" "Puoi dirlo forte, buonanotte" dico baciandola sulla guancia e uscendo dalla cucina, sempre seguita dalla mia ombra vivente. Nel corridoio per camera mia mi giro di poco per vedere se continua a seguirmi e faccio una smorfia, certo che non mi molla un attimo. "Notte signor Tariq" dico aprendo la porta di camera mia e richiudendola subito dopo. Butto subito un sospiro di sollievo ed entrando in bagno col cambio, mi faccio una bella doccia. Mi metto il pigiama una volta uscita e mi pettino i capelli lunghi alla schiena color caramello, ce li avevo neri come mamma, ma li ho schiariti all'inizio di quest'anno...penso che stiano bene con gli occhi castani tendenti al verde presi da papà invece. Nel resto, per fortuna ho preso il nasino piccolo di mamma e la bocca carnosa, mi sarebbe piaciuto prendere anche la sua carnagione scura, ma sono nata mulatta. Metto dell'olio d'argan nei capelli e facendo una treccia, esco sbadigliando dal bagno. "Cazzo, che spavento!" quasi urlo portandomi una mano sul petto. Solo adesso mi ricordo della mia canottiera senza il reggiseno sotto e incrociando le braccia per nascondere i capezzoli chiedo brusca "Chi le ha dato il permesso di entrare in camera mia signor Tariq?" Abbasso lo sguardo al letto davanti a sé all'angolo della stanza e sbatto velocemente gli occhi non capendo, da quanto tempo è lì quel letto? Com'è che non l'ho notato prima? "Lei dormirà qui?"chiedo con orrore indicando il letto. Lui continua a guardarmi severo e dandomi le spalle, si leva la giacca. Aspetta un attimo, si sta spogliando davanti a me?? Presa dall'ira esco subito fuori dalla camera e marcio fino alla stanza dei miei, come previsto Tariq mi sta col fiato sul collo. Busso alla stanza e senza aspettare una risposta, entro sbattendo la porta in faccia a Tariq...me ne pento subito dopo e riaprendo la porta spiego "E' una conversazione privata." Richiudo la porta e vedo papà a letto, mamma non c'è...sarà giù a farsi un tè, a quest'ora lo beve sempre. "Che succede?" chiede subito papà corrugando la fronte. Corro da lui e buttandomi sul letto esclamo piano "Non ti sembra eccessivo che uno sconosciuto dorma nella mia stessa stanza?" "Tariq non è uno sconosciuto" "Questa è la mia privacy!" Papà sospira e scendendo dal letto, apre un cassetto del comodino per poi passarmi una foto "Questa l'ho trovata sempre nella busta, ho evitato di fartela vedere per non spaventarti ulteriormente" Prendo la foto e mi porto subito una mano sulla bocca "Com'è possibile..." Osservo la mia foto in primo piano mentre dormo e una mano con un guanto che sfiora i miei capelli con un coltellino. "Capisci perché ho fatto mettere un letto in camera tua?" "Avresti potuto chiedermelo prima" dico infastidita restituendogli la foto. "Forse" Mi gratto la testa e scendendo dal letto chiedo "Non potresti darmi una guardia del corpo femmina? Sarei più a mio agio" "Tariq lo conosco bene, l'ho cresciuto io praticamente. Mi fido di lui" "Ho capito..." borbotto andando alla porta. "Piccola?"chiede papà prima che possa andare via. Mi giro e lui mormora "E' per il tuo bene, vedrai che risolveremo le cose al più presto. Resisti per ancora un po', ritornerà tutto alla normalità" "Va bene...notte" mormoro uscendo fuori mentre vedo mamma nel corridoio con una tazza in mano. E' in vestaglia e mi guarda stranita "Tutto bene?"chiede lanciando uno sguardo a me e a Tariq. "Sì, una sciocchezza. Buonanotte mamma" "Ehi ehi...che ti prende?"nota subito il mio umore nero. "Niente, sono stanca. Vado a dormire" dico scuotendo la testa. "Va bene, buonanotte amore mio" mi abbraccia mamma prima di lasciarmi andare. Rientro in stanza insieme alla mia guardia e noto che chiude a chiave la porta "E' necessario?"chiedo indicando la chiave. Come previsto, non mi calcola. Sospiro ancora e ancora cercando di non ribellarmi, non posso farlo...papà si fida di lui, forse è il caso che incominci a farlo anch'io. "Buonanotte signor Tariq" dico mettendomi sotto le coperte. Lui continua a non proferire parola, inizio a credere che non capisca l'italiano. Mi metto la mascherina e cado tra le braccia di Morfeo, sperando che quest'incubo possa finire al più presto. __________________________ Vi aspetto su Wattpad con la continuazione di questo nuovo libro! Xoxo Benilka
   
 
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