Toga Himiko/Uraraka Ochaco
ROCKTOBER: 08. Nobody’s wife - Anouk
CLOCKTOBER: 08. Futuro Anteriore
280 parole (ma ehi, scrivere in futuro anteriore è una tigna) 

I'm sorry but I ain't gonna change my ways
You know I've tried but I'm still the same
I got to do it my way
It's too bad, but hey, that's me

Domani se ne sarà già andata, Ochaco lo sa. Se ne sarà andata e avrà lasciato dietro di sé le tazze sporche di caffè, le lenzuola sgualcite con ancora una traccia del calore del suo corpo, forse qualche vestito. 

Domani o dopo domani o tra una settimana. Un mese o un anno. 

Ochaco non se ne sarà accorta per tempo comunque, perché Ochaco è bravissima a pensare il meglio delle persone anche quando sa di cosa sono capaci 

(e di cosa sia capace Toga oramai lei lo sa benissimo)

ma sperare è l’unica cosa che le rimane. 

Himiko sarà alzata da ore quando Ochaco si trascinerà in cucina, i capelli spettinati e gli occhi ancora mezzi chiusi, e forse sarà ancora lì a imprecare contro il tostapane o forse sarà già sparita senza dire niente, nemmeno buongiorno. 

Toga è imprevedibile e Uraraka non la prevederà. 

Ci vediamo stasera, le avrà detto Toga sulla soglia di casa, salutandola con un bacio. O forse quel bacio resterà solo una traccia perché Toga non sarà stata più in casa per quel momento. 

In ogni caso sarà passata la sera prima che Ochaco se ne renda conto, preoccupata della sua assenza. Sarà seduta a tavola, torcendosi le mani, il telefono abbandonato accanto a lei, la tv un ronzio in sottofondo.

Ci vediamo stasera e Ochaco avrà annuito senza capire che lei avrebbe visto Toga, insieme al resto del Giappone, al notiziario, ma Toga non avrebbe visto lei. 

“Pensavo fossi cambiata,” dirà lei allo schermo muto. 

Himiko non dirà niente, perché non l’avrà sentita, ma Ochaco capirà lo stesso. 

“Sai che ci ho provato, ma sono sempre la stessa,” e sarà sembrato soltanto un sorriso.