Era diventata brava a trovare scuse, a inventare impegni che la trattenessero fuori casa una o due sere a settimana.
 
Stasera mi vedo con Judith, sai che il mercoledì è la nostra serata tra donne.
 
Provava rimorso?
Forse all’inizio, ma ora non più.
La verità è che tutto questo la faceva sentire viva.
 
Si erano conosciuti ad una cena organizzata dalla sua compagnia: una noiosissima cena piena di persone pompose e piene di sé che non facevano altro che parlare di quanto fossero bravi nel loro lavoro.
Un suo collega era impegnato in una conversazione a senso unico pensando di interessarla, quando si sentì osservata. Voltò lo sguardo a sinistra e vide due occhi grigi studiarla.
Sì, studiare era la parola giusta: sentiva quegli occhi percorrerle il corpo da testa a piedi.
Non seppe spiegarselo, ma sentì immediatamente un grosso calore irradiarsi dal centro del suo corpo, quegli occhi la stavano bruciando.
 
Non seppe nemmeno lei come passarono dal parlare amabilmente, al bere qualcosa, e successivamente all’appartamento di lui.
Non ragionava, si sentiva solo bruciare ogni volta che lui le parlava, la guardava, la toccava.
 
Quella notte fu passione, solo ed esclusivamente passione.
Il modo in cui l’aveva baciata, spogliata, toccata, il modo in cui l’aveva presa.
Dio, non ricordava di avere mai goduto così tanto come quella notte.
 
Dopo due ore passate in quel letto si era ritrovata a guardarlo, con la vergogna che iniziava a crescere dentro di lei.
 
Io… io devo andare.
Puoi restare se vuoi.
No… io non… io non posso.
 
Fu in quel momento che lui la guardò, con un nuovo sguardo consapevole sul volto.
Sei sposata.
 
Nessun biasimo, solo una constatazione.
Lei, da brava codarda si era limitata ad annuire, si era alzata, aveva recuperato i suoi vestiti e se n’era andata da quell’appartamento.
 
Aveva pensato di dimenticare.
Era stato solo un errore.
Uno stupido, stupidissimo errore.
Certo, aveva fatto del sesso spettacolare.
Certo, ancora si eccitava pensando a quella notte e sentiva l’impellente desiderio di darsi piacere quando ci pensava.
Ma voleva dimenticare.
 
Poi si rincontrarono.
Anche questa volta, per caso.
Presero un caffè e, mentre lei era estremamente tesa, lui era il ritratto della tranquillità.
 
Non mi aspetto niente, capirò, se vorrai dirmi di no.
Ma io continuo a pensare a quella notte, continuo a pensare al tuo corpo, al tuo profumo…
Vieni da me stasera.
 
Sapeva di non doverci pensare, sapeva di aver già deciso appena lo aveva rivisto.
Forse voleva una prova, magari facendolo di nuovo avrebbe scoperto che non era così grandioso, che era stato tutto dettato dalla passione di una notte e avrebbe potuto archiviare quella faccenda e andare avanti con la sua vita.
 
Quella sera erano diventate due, poi tre, poi dieci… e poi smise di contarle.
 
La trepidazione che sentiva quando si preparava per andare da lui, l’eccitazione che provava al pensiero di cosa avrebbero fatto, di come avrebbero goduto insieme, cresceva di settimana in settimana.
Non accennava a smettere.
 
E ora, mentre si guardava allo specchio e si metteva il rossetto rosso, quello che a lui piaceva così tanto, capì che non le importava.
Lei non voleva smettere.
 
Si diresse verso l’ingresso, salutò suo marito con un bacio sulla guancia ed uscì.
 
Diretta verso il suo amante.
 
Sì, erano amanti.
 
E il suono di quella parola le piaceva ogni giorno di più.

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Storia scritta per il Writober 2021
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Parola chiave: Amanti