Dopo un po' di mesi, eccomi tornata all'ovile con questi due. E niente, al solito un po' di feels con i due gemelli, che ci stanno sempre bene.
Purtroppo sono indietro di un giorno per questa flash, dato che il mio internet è morto fino a stamattina a causa del maltempo... ma fa nulla, ne ho approfittato per sistemarla un altro po'.
Vi auguro una buona lettura!
hapworth

Questa storia partecipa al "Writober" indetto da Fanwriter.it.
prompt: filo | lista: night

Dall'altro capo del filo

C'era un filo invisibile, legato al polso di Osamu. Un filo rosso, proprio come quello della leggenda; ma il suo non era al mignolo, perché si sarebbe spezzato troppo facilmente e il suo era un legame troppo speciale, per essere fragile come un cordino al dito più piccolo della mano.
Era il simbolo del suo collegamento con Atsumu, un legame di sangue, ma anche di sentimenti, qualcosa di così potente che Osamu, fino all'uscita dall'adolescenza, non aveva davvero compreso. Ma era lì, c'era sempre stato e lui lo sapeva.
Non importava quanta distanza mettessero tra loro, quanto le loro strade non si incrociassero, Osamu sapeva sempre come ritrovare Atsumu in quel labirinto, in quel mondo folle e dispersivo. Gli bastava pensarlo, gli bastava tirare quel filo, ritrarre un po' il polso, per sapere che 'Tsumu era proprio là, dall'altro capo.
«A volte mi sembra di sentirti.» gli aveva detto una volta suo fratello, in un momento dopo tanto tempo che non si vedevano; lui troppo occupato con il negozio, Atsumu troppo impegnato nella sua carriera di pallavolista. Osamu aveva sorriso, un sorriso lieve e un po' malinconico, così diverso dai sorrisi che suo fratello, invece, faceva. «Perché a volte ti chiamo.» ti chiamo così forte che mi sembra di urlare, anche se è solo nella mia testa.
«Cretino, è inquietante!» aveva ribattuto e lui non aveva detto altro; non era vero, non era ciò che pensava 'Tsumu, ma avevano imparato così bene quel teatrino di menzogne, che una di più e una di meno non avrebbe mai fatto differenza, per loro. Una bugia per coprire la verità che entrambi sapevano: erano gemelli, erano legati. Il filo era solo parte del tutto, il coronamento del loro percorso l'uno verso l'altro, condannati forse a girarsi intorno, senza mani riunirsi davvero.
A volte, mentre si voltava a vedere la parte del suo letto vuota, laddove ogni tanto dormiva 'Tsumu, Osamu sentiva la voce di suo fratello nella testa che lo chiamava e il polso che, allo stesso tempo, lo tirava verso l'altro capo del mondo. A volte gli bastava chiudere gli occhi per immaginare che fosse proprio lì, per potergli stringere la mano e districare finalmente il filo e vivere il loro destino.
Ma Atsumu era lontano e Osamu lo amava troppo per chiedergli di rinunciare al suo futuro luminoso, così luminoso che il loro filo, non era che un pallido e anonimo sfondo in un quadro di perfezione.

Fine