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Autore: Illidan17    05/10/2021    2 recensioni
Sono le scelte che facciamo, a determinare chi siamo, non i nostri poteri. Usagi lo ha sempre saputo, e ora dovrà dimostrarlo... e non solo lei. Cosa sarebbe successo, nella seconda stagione, se i personaggi avessero preso decisioni diverse?
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demando/Diamond, Serenity
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda serie
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Capitolo 8

Alle porte di Nemesis 

 

Erano le dieci di sera, al parco. Le vacanze estive erano finite, e di lì a poco le foglie verdi degli alberi avrebbero cambiato colore, annunciando l’arrivo dell’autunno. Normalmente, a quell’ora, il parco era deserto, ma in quel momento si teneva una specie di conciliabolo, al quale partecipavano le guerriere Sailor, Tuxedo Kamen e la piccola Chibiusa. Era presente persino Sailor Mercury, la quale era riuscita a creare un portale spaziale che da Berlino la conduceva a Tokio. Erano tutti attorno alla bambina. 

-Chiedo scusa se non ho potuto farlo prima, ma dovevo fare un po' di pratica... con i viaggi nel tempo non si scherza! Per fortuna ho avuto le vacanze per allenarmi. 

-Non ti ha vista nessuno? 

-No, Rei. Zia Ikuko ha scelto un posto isolato, aveva detto di volere un po' di privacy, e lo zio l’ha accontentata. 

Eppure aveva il dubbio che lo avesse fatto per darle modo di esercitarsi... Cercò si non pensarci. Tirò fuori la chiave che Pluto le aveva dato... 

*** 

Sailor Pluto era di guardia alle Porte del Tempo. Vedere passato, presente e futuro allo stesso momento si era rivelato utile. Sapeva cosa sarebbe successo, e quando. Quindi aveva agito di conseguenza ed elaborato un piano. Per questo motivo aveva richiamato in servizio le guerriere esterne. E aveva detto loro che il clan della Luna Nera non era il nemico. 

Non fu stupita di vedere la Piccola Lady in compagnia. Li aspettava. Chibiusa le corse incontro. 

-Pluto, mi sei mancata! 

-Anche tu, Piccola Lady. Come stai? 

-Sto molto bene, ora che tornerò a casa. 

-Certamente, ma prima dovete andare a prendere la tua futura madre, non credi? 

-Dunque... dovremo prima andare su Nemesis? 

Chibiusa era dubbiosa. Perché andare lì? Pluto sicuramente lo sapeva. La guerriera si rivolse agli altri. 

-Grazie per aver protetto la Piccola Lady. Permettete che mi presenti: sono Sailor Pluto, la guerriera del tempo e degli inferi. La regina Selene mi ha posto a guardia di queste porte mille anni fa. E mille anni dopo, ora servo la famiglia reale del Nuovo Regno Argentato, di cui la Piccola Lady fa parte. 

Le guerriere la guardarono basite. Ovviamente, il tempo non esisteva in quel posto, ma era comunque strano... Sailor Pluto continuò. 

-Vi espongo la situazione. Ho tenuto d’occhio la principessa, la quale è ospite presso la corte di Nemesis. A dire il vero, è ufficialmente la fidanzata del principe Demando. Sta bene, ma ha avuto... una divergenza di opinioni con uno dei consiglieri, che ha tentato di ucciderla, fallendo. In seguito a questo fatto, e all’esposizione continua al Cristallo Nero, ha subito una mutazione. Ora è la principessa Serenity di Nemesis. 

Sailor Mars strinse i pugni. Questo non doveva accadere. 

-Ha subito il lavaggio del cervello? 

-No, ha accettato il Potere Nero di sua spontanea volontà, ma tutto ha un motivo. La principessa ha fatto una scelta, e in base a quella il suo futuro è cambiato. Quando vi spiegherà il perché, anche voi dovrete fare una scelta. Sappiate che sa quello che fa. Proprio per questo andrete su Nemesis. La principessa vi aspetta per parlarvi. Vi deve dire delle cose molto importanti, che ha scoperto a corte. Vi devo però avvertire di una cosa, che credo già sappiate: una volta su Nemesis, non potrete usare i vostri poteri. Il Cristallo Nero assorbe qualunque energia estranea. Non temete: ho mandato qualcuno ad aiutarvi. 

Detto questo, mise una mano davanti a sé. Una delle porte si aprì. 

-Un’ultima raccomandazione: restate uniti. Ci sono state molte raffiche in quel corridoio spazio-temporale. Se vi separate, potrei avere dei problemi a rintracciarvi, in caso di pericolo. 

*** 

La sala scherma del palazzo non era molto frequentata a quell’ora, ma gli occhi dei presenti erano puntati sulle due sfidanti. Da una parte la principessa Serenity, la quale era diventata una spadaccina provetta durante la sua permanenza a corte. Dall'altra una nuova dama, appena entrata in servizio con le sue sorelle, che si era fatta notare per la sua abilità con la spada, una certa Lapis. Era pure carina, nonostante l’aspetto androgino, i capelli corti e gli occhi azzurri dallo sguardo corrucciato. Non era una sfida vera e propria, anzi, era un allenamento, ma su Nemesis le lame erano sempre vere. 

Lapis partì alla carica. Serenity parò i colpi, indietreggiando davanti a tanto ardore. Poi però cominciò ad andare avanti, con un impeto tale da mettere in difficoltà l’avversaria. L'arbitrò le separò. Lapis tornò alla sua posizione, seguita da Serenity che non perdeva una sua mossa. Aveva ragione. Su Nemesis nessuno giocava pulito. Infatti Lapis si voltò di scatto, roteando la lama in direzione del collo. Serenity però la anticipò, abbassando la testa e facendo la stessa mossa, in direzione della gamba. Il colpo andò a segno, ferendo la coscia. Lapis lanciò un grido più per la sorpresa che per il dolore. Galvanizzata da ciò, Serenity partì all’attacco. Lapis parò diversi colpi, ma alla fine si ritrovò disarmata, con la spada puntata alla gola. Il combattimento era finito. 

I testimoni applaudirono. Le avversarie si inchinarono e si strinsero la mano. 

-Te la cavi bene con la spada, Lapis. 

-Voi siete migliore di me, Altezza. 

-Oggi mi è andata bene. Si vede che maneggi le lame da più tempo di me. Resta in zona: potrei aver bisogno dei tuoi servigi. 

Lapis guardò la principessa allontanarsi. Serenity stava migliorando, per quello che riguardava le tecniche di combattimento. 

*** 

Usagi era tornata nei suoi quartieri, e si era cambiata. Ora indossava una tuta aderente color borgogna, con arabeschi dorati ricamati, con un mantello nero molto lungo, stivali neri dai tacchi d’acciaio e guanti dorati senza dita lunghi fino ai gomiti. Aveva ripreso la vecchia acconciatura. 

-Sei sempre così seducente. 

Demando era apparso dietro di lei. Le cinse la vita. 

-Possiamo pranzare nei miei quartieri, se vuoi, mio principe. 

-Una proposta allettante. 

La baciò sul collo. Lei gli accarezzò i capelli. Sarebbero andati avanti, se qualcuno non avesse bussato alla porta. Demando sbuffò. 

-Spero veramente sia urgente. 

-Perdonami, fratello, ma c’è un’emergenza! Deve venire anche la principessa. 

*** 

Poco dopo, erano nella sala del Cristallo. La pietra pulsava in modo frenetico. Saphir stava facendo rapporto. 

-Poco fa, il Cristallo Nero ha captato una raffica nel tunnel spazio-temporale che conduce fino a noi. Non è la prima volta, ma questa è stata molto forte... 

-Quanto forte, fratello? 

-Abbastanza da cambiare la nostra posizione nel tempo e nello spazio. Il Potere Nero ci ha protetto, e per questo non ne risentiamo, e ha creato una barriera che ci rende invisibili. Ci vorrà un po' per capire dove siamo finiti, anche se credo siamo ancora nella nostra galassia. 

-E il tunnel? 

-Non preoccuparti, Serenity. Se ne ripristinerà uno a breve. C'è però un problema. Ci è stata segnalata una presenza proprio alla porta che conduce al nostro pianeta... ah, il Cristallo l’ha trovata. 

Una sfaccettatura del Cristallo nero fece apparire un’immagine. Riversa per terra, c’era una bambina in uniforme scolastica. Aveva i capelli bianco argenteo. Usagi trattenne il respiro. Il colore era diverso, ma era lei. Chibiusa. Con Luna-P. 

*** 

Demando non era d’accordo, ma non aveva altra scelta. Ancora non aveva capito perché il Coniglio avesse cambiato aspetto, ma quella bambina non poteva rimanere lì. E se arrivava un’altra raffica? E visto che ormai aveva riconosciuto sua madre nel passato, la cosa migliore era che del recupero se ne occupasse proprio Serenity. L'avrebbe seguita volentieri. 

Usagi si avviava verso il portale. Andava, la prendeva e tornava subito. Eppure sentiva una strana inquietudine. Perché era da sola? Dove erano finiti gli altri? Pregò che nessuno si fosse fatto male. Si scontrò contro una giovane damigella. Non poteva avere più di dodici anni, vestita di viola, con gli occhi dello stesso colore e i capelli color prugna a caschetto. Era molto graziosa. 

-Chiedo scusa, Altezza. 

-Sono io che mi devo scusare. Non ho guardato dove andavo. Come ti chiami? 

-Io... mi chiamo Amethyst. 

-Mmm... sei per caso la sorella di Lapis? 

-Sì, esatto. 

-Bene, Amethyst, seguimi. Ho un incarico per te. 

Le due ragazze andarono nella parte più remota del giardino, dove il portale era stato aperto. Lo attraversarono. Attorno a loro, una landa deserta e piena di alte pietre. La bambina era proprio davanti a loro. 

-Stai all’erta, Amethyst. Forse non c’è solo questa bambina. 

Si avvicinò. Chibiusa aveva fatto una brutta caduta. Le ginocchia, le mani e il viso erano tutti graffiati. La tastò con delicatezza: non aveva niente di rotto. La sollevò. La bambina socchiuse gli occhi, ora diventati blu, e sorrise prima di riaddormentarsi. Potevano rientrare. 

Si era appena girata verso il portale, quando avvertì un’altra presenza. Amethyst invece la vide. 

-FATE ATTENZIONE, ALTEZZA! 

-STAI DIETRO DI ME! 

-TUXEDO LA SMOKING BOMBER! 

-BLACK SHIELD! 

Lo scudo di Potere Nero appena evocato da Serenity le protesse dall’attacco di Tuxedo Kamen, il quale fece la sua apparizione. Non c’era un momento da perdere. 

-Amethyst, prendi la bambina e torna su Nemesis. Chiama aiuto e portala in infermeria. Sbrigati! 

-Ma... 

-Se vengo con te ci seguirà e credimi, anche senza poteri può causare guai. Devo prima renderlo inoffensivo. VAI! TI COPRO! 

Amethyst corse via. Tuxedo sferrò un altro attacco, ma lo scudo era più forte. 

-Non so chi tu sia, strega, ma se torci anche solo un capello alla bambina... 

-BLACK BEAM! 

Una scarica di Potere Nero lo investì in pieno. Adesso Usagi ne aveva abbastanza. Prima la attacca per ben due volte, ora la insulta... Ora di dirgli due cosette. 

-Strega? Dopo tutto quello che c’è stato fra di noi, ora per te sono questo? Avrei capito se ti fossi rivolto così a Beryl, ma rivolgerti così alla sottoscritta... 

Mamoru alzò il capo. I capelli erano diventati bianchi, la pelle era più pallida, aveva una mezzaluna nera rovesciata sulla fronte, ma... 

-Usagi? Sei proprio tu? 

-In carne, ossa e codini. 

-Ma... che ti è successo? 

-Se parli del mio aspetto attuale, è stata l'esposizione al Potere del Cristallo Nero. Quanto al resto, sono stata... ospite alla corte di Nemesis, nel trentesimo secolo. Dove ho scoperto il nostro futuro. Non hai niente da dirmi, al riguardo? 

Seguì un minuto di silenzio assordante. Usagi alzò un sopracciglio. 

-Lo prendo come un’ammissione di colpa. Perché non me lo avete detto? Vi avrei lasciato andare... Non sono certo una tiranna. Avremmo voltato pagina, e tanti saluti. Perché? 

Mamoru si schiarì la voce. Doveva essere il più convincente possibile. 

-Usagi, io... avevo paura della tua reazione. Sei così sensibile... Temevo facessi qualcosa di stupido, o pericoloso... Non me lo sarei perdonato, se ti fosse successo qualcosa... per causa mia. 

La ragazza lo guardò impassibile. 

-Eri preoccupato per me? O eri preoccupato di perdere la tua posizione? Di perdere la posizione di potere che avresti avuto, rimanendo al mio fianco? Perché è sempre stato questo il motivo, oggi come allora! 

Adesso si era perso. 

-Usagi... di cosa stai parlando? 

Lei rise. Non era una risata di scherno, bensì di sorpresa. 

-Dunque non te lo ricordi? Diciamo che non avrebbe mai funzionato fra di noi. Povera Beryl: dichiararci guerra per un uomo che non avrei comunque sposato! Ma non è importante! Non mi importa più niente di te. Puoi andare via con Rei, ed essere felice. Ora ho Demando che mi ama, e mi rispetta. Soprattutto, mi dice la verità. Ecco perché lo amo, e ho deciso di passare il resto della mia vita con lui. 

Le ultime parole furono come pugnali per Mamoru, ma traboccavano di amore e sincerità. Quelle parole frantumarono le sue ultime speranze si riconquistarla. Non avrebbe più potuto essere re al suo fianco. Però... 

-E Chibiusa? 

-Dimmi, Mamoru: perché Sailor Pluto non vi ha mandato sulla Terra, dove avreste avuto un appoggio? Perché mandarvi qui? 

-Conosci Sailor Pluto? 

-Certo, dalla mia vita precedente. Era l’unica che poteva farvi viaggiare nel tempo. E visto che non trovi la risposta, te la dico io: sulla Terra il futuro è cambiato! Di chi credi sia figlia, ora? 

La scelta. Ora aveva capito. E la cosa lo mandò in bestia. 

-NO! NON LO POSSO ACCETTARE! TU SEI MIA! 

Usagi arretrò di un passo. Aveva visto un lampo cremisi nei suoi occhi. Come quando era schiavo di Metaria... Il Chaos ora lo possedeva. Come allora... 

Un lampo verdastro avvolse Tuxedo Kamen, trasformandolo nel principe Endymion. Il principe che per poco non l’aveva uccisa. Questa volta, però, l’Orologio Lunare non lo avrebbe salvato. Infatti sguainò la spada, pronto ad attaccare. Usagi sospirò. Levò le mani, facendo materializzare due spade di cristallo nero. 

-Io appartengo solo a me stessa. A quanto pare, devo combattere per dimostrarlo. Sei ancora in tempo per ritirarti. 

-MAI! 

-Come vuoi... 

Lo prese alla sprovvista, partendo all’attacco con un urlo belluino. Endymion parò i colpi con difficoltà, indietreggiando. Si abbassò, vedendo la lama sinistra avvicinarsi pericolosamente alla gola. Quando si rialzò, la vide attaccarlo con le lame parallele. Le parò, ma per respingerla dovette usare entrambe le mani. In quel momento, approfittando del suo disorientamento, le diede un pugno in viso. Usagi si bloccò, stupita di essere stata colpita. Endymion abbassò la guardia. Pessimo errore. La sua principessa sorrise, dicendo: 

-Sei migliore come combattente che come bugiardo. 

Ripartì di nuovo alla carica, mettendolo in difficoltà e facendolo indietreggiare. Endymion qualche volta riusciva a bloccare una lama, solo per essere attaccato dall’altra. Ad un certo punto parò un colpo diretto all’orecchio. Si distrasse guardando la lama arretrare, e lei lo colpì con l’altra lama, procurandogli un taglio profondo alla coscia, facendolo urlare. Alla fine decise di usare anche il bracciale sinistro per parare i colpi. Le cose andarono meglio, finché non parò un colpo a lame incrociate. Lei si disimpegnò, facendo scivolare le lame contro la sua, creando delle scintille che quasi lo accecarono. Lei approfittò della distrazione per attaccare di nuovo. Lui la vide appena in tempo. Con un colpo di piatto disarmò la spada sinistra, e puntò la propria lama alla gola... per poi ritrovarsi la punta della lama destra alla propria gola. Impasse. 

-Fammi un piacere e arrenditi! 

-Non ho intenzione di andarmene a mani vuote! Se non vieni via con me, puoi anche uccidermi. Ti taglierò la gola anche nell’ultimo spasmo! 

-E chi ha detto che ti avrei sgozzato? 

Usagi sparì dalla sua vista. Endymion si voltò, pensando che lo volesse colpire alle spalle, ma non c’era. Dov’era finita. Una risata gli fece alzare lo sguardo. Era sopra di lui, a mezz’aria. 

-Non ho mai detto che avrei giocato pulito. È la tua ultima possibilità. 

-La mia risposta è sempre no! 

Usagi sospirò. Non voleva arrivare a questo. 

-Immagino mi toccherà ucciderti. Per quel poco che c’è stato fra noi, farò in modo che sia indolore... 

Endymion strinse la spada, pronto a lanciarla contro di lei. Usagi levò un braccio in aria. 

-MERMAID’S DARK SONG! 

Il principe della Terra venne investito da un vento improvviso. Le sue orecchie vennero invase da una melodia bella e struggente, simile a quella che aveva sentito al ballo. La mente si svuotò. Il suo corpo si rilassò, lasciando cadere la spada. 

Usagi guardò gli effetti dell’incantesimo appena lanciato. Mentre Endymion era ipnotizzato dalla melodia, il suo corpo si stava ricoprendo di cristalli neri. Presto ne sarebbe stato prigioniero, e sarebbe morto soffocato. 

Infatti, qualche istante dopo, al suo posto ci fu una statua di cristallo. Usagi ebbe l’impressione che si fosse reso conto di qualcosa, nei suoi occhi, ma era troppo tardi. Tornò a terra. 

-Per quel che vale, mi dispiace sia finita così. 

 Sentì una presenza alle sue spalle. Si voltò. Erano Petz e Koan. 

-Le nostre scuse, Altezza. Siamo venute appena possibile. I principi e Ruben stanno arrivando. 

-Va tutto bene, Petz. Era un problema che dovevo risolvere da sola. La bambina sta bene? 

-Amethyst l’ha portata in infermeria. Le stanno disinfettando le ferite. 

-Ottimo Koan. Andrò incontro a Demando. Occupatevi della statua. Sarà la nuova decorazione del giardino. 

Le due sorelle si avvicinarono alla statua, mentre Usagi si avviava al portale. Uno scricchiolio la fece fermare. Si voltò di scatto. Si sentì un grande schianto. Vide una miriade di cristalli diretti contro di lei... 

Prigioniero dentro il cristallo, Endymion si rese conto di avere pochi secondi prima di morire soffocato. Fece affidamento alle sue ultime energie, per lanciare una Tuxedo La Smoking Bomber per liberarsi. Respirò a pieni polmoni, prima di darsi un’occhiata. Le due donne vicino a lui erano state praticamente dilaniate dall’esplosione. Usagi invece era volata via a causa dello spostamento d’aria. I frammenti di cristallo l’avevano conciata piuttosto male. Prese la spada e andò verso di lei. Visto che non poteva averla, non l’avrebbe avuta nessuno. Avrebbe raccontato che era stato costretto ad ucciderla. Avrebbe preso il potere in un altro modo, magari con le gemme degli Shitennou. Levò la spada contro di lei... 

Una scarica di energia lo investì con inaudita violenza, facendolo sbattere contro una pietra. Per un attimo gli si annebbiò la vista. Quando tutto tornò chiaro, un uomo era davanti a lui. Un uomo vestito di bianco, con un mantello viola alle spalle, i capelli bianco argenteo, una mezzaluna nera rovesciata sulla fronte e occhi viola che lo fissavano furente. Gli orecchini di cristallo nero brillavano in modo inquietante. Fra le sue braccia teneva Usagi, un angelo dalle ali spezzate. Endymion percepì l’aura di potenza attorno alla coppia. Quell'uomo avrebbe potuto distruggerlo solo con un cenno. Il principe Demando.  

-Dammi un motivo per non ucciderti, Endymion. 

Per la prima volta, il principe della Terra ebbe paura. Demando lo voleva morto, sul serio. E lo avrebbe ucciso. 

-Volevo... vivere. 

-Vivere e vendicarti, a quanto pare. Sono combattuto: occuparmi di te di persona o lasciarti a mio fratello e al mio luogotenente più fidato? Le donne che hai ucciso erano le loro compagne. O forse dovrei lasciarti alle loro sorelle? Su Nemesis prendiamo la vendetta molto sul serio. E alzare la mano su un membro della famiglia reale implica la pena capitale. Era meglio se rimanevi una statua. In fondo, Serenity ti ha voluto fare un’ultima cortesia, anche se non la meritavi affatto. Ho sempre amato la sua gentilezza d’animo, una qualità che non hai mai saputo apprezzare fino in fondo. 

Così dicendo, abbassò lo sguardo sulla principessa. Erano occhi pieni di amore. Non solo gliel’aveva portata via, ma era veramente innamorato di lei! Quanto odiava tutto questo... 

-Che cosa le hai fatto? Usagi non avrebbe mai ceduto davanti al primo venuto... 

-Usagi? Si chiama così nel passato? Comunque, per risponderti, le ho semplicemente detto la verità, visto che nel trentesimo secolo, continui a non tenerti i pantaloni a posto. O dovrei dire continuavi, visto che il futuro è cambiato. A quanto pare sarò il padre della Piccola Lady... 

-Non se lo posso impedire... 

Demando rise. 

-Non credo sia più un tuo problema... 

Dalla mano di Demando si materializzò una scarica di energia, diretta verso Endymion... 

Una mano lo fermò. 

-Serenity... 

-Se lo uccidi gli fai un favore. Io... voglio che soffra, per quello che ha fatto a Petz e Koan. Lo devo a loro, alle loro sorelle, alla loro famiglia, a Saphir e a Ruben! 

Si voltò verso Endymion. Era uno sguardo duro che non le aveva mai visto prima. 

-Ti volevo dare una morte indolore, ma sono stata troppo buona. Non ti ucciderò, ma desidererai morire ogni singolo istante. Vagherai negli angoli più bui della galassia... in eterna solitudine. BLACK HOLE! 

Un buco nero si aprì sopra Endymion. La forza di attrazione lo trascinò inesorabilmente verso di esso. Urlò, cercò di liberarsi, invano. Venne risucchiato al suo interno. Il buco poi scomparve. Usagi svenne. 

*** 

Le guerriere Sailor si svegliarono, con un gran mal di testa. 

-Oh... cosa è successo? 

-Una raffica, Sailor Mars. Più forte del solito. Vi ha separato dalla Piccola Lady e dal principe Endymion. 

La guerriera di Marte si voltò. Erano tornate alle Porte del Tempo. Sailor Pluto le aveva sistemate in un angolo protetto. 

-State bene? 

-Sì, solo un po' ammaccate. Sai dove sono finiti Tuxedo e Chibiusa? 

-Purtroppo sì, Sailor Venus. Venite, ve lo mostro. 

Alzò il suo scettro in aria. La sfera di granato alla sua sommità si illuminò, e proiettò le scene alle porte di Nemesis. Rimasero tutte basite. 

-Ma... era Usagi? Cosa le è successo? 

-Il Cristallo Nero le ha conferito un grande potere, Sailor Mercury. Un potere che sa maneggiare molto bene. Non temere: la Piccola Lady è in buone mani. Tuttavia, è la corruzione di Endymion a preoccuparmi. 

-Come è potuto succedere? 

-Si tratta di un umano, Sailor Jupiter. Lo era anche nella sua vita precedente, e quindi facile da corrompere, per le forze del Chaos. Questo Serenity lo sapeva bene. È anche per questo che dovete parlare con lei. Ha delle rivelazioni importanti da farvi. 

-E cosa stiamo aspettando? 

-La raffica ha spostato Nemesis in un’altra linea temporale. Appena si ripristina il tunnel, riaprirò la porta. Questa volta, però, vi raggiungerò per un’altra via. Ve lo ripeto: su Nemesis non sarete da sole.
   
 
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