Fanfic su attori > Youtubers
Segui la storia  |       
Autore: Naomy93    05/10/2021    0 recensioni
Anno 2020. Nicolas studia e lavora a Milano e divide la casa con il suo fidanzato Dario, l'amico Cesare, e altre due coinquiline. Le vite di Nicolas e Cesare si incroceranno inaspettatamente per entrambi mentre l'Italia inizia a fare i conti con il nuovo Coronavirus proveniente dalla Cina.
(Fanfiction Cesolas - Space Valley)
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il giorno in cui Nicolas decise di lasciare Bologna per frequentare l'accademia di fotografia a Milano diede una grossa delusione ai suoi genitori.

Entrambi avevano immaginato per lui un futuro da medico, da architetto, o magari da avvocato.

Erano assolutamente conviti dell'idea che posizioni come quelle gli avrebbero garantito un posto nel mondo, e Nicolas lo capì, comprese il loro desiderio di saperlo al sicuro anche quando loro non ci sarebbero stati, ma non ne volva comunque sapere di studiare senza avere la passione a dargli la forza necessaria.

Non avrebbe mai retto, lo sapeva, si conosceva fin troppo bene.

Così prese con coraggio la sua decisione, mise da parte i risparmi per comprare il biglietto e l'iscrizione al primo anno accademico, e con solo uno zaino in spalla salutò la sua famiglia che lo guardava andare via con l'amaro in bocca.

Fu un momento abbastanza difficile quello, probabilmente per tutti.

Nicolas era cresciuto in un ambiente familiare composto da legami stretti. Buona parte della famiglia Paruolo abitava nello stesso condominio quindi, ai loro occhi, la sua fuga era stata alla pari di un affronto.

Sorrise pensando a come lo avrebbero accolto quando sarebbe tornato.

Se sarebbe mai tornato.

Per quanto amasse la sua famiglia, al giovane Nicolas quel nucleo stava stretto. E nessuno, in fondo, aveva il diritto di giudicare le sue scelte.

<< Prossima fermata: Milano centrale >> risuonò dagli altoparlanti della metro.

Era la sua fermata.

Avrebbe fatto meglio a smettere di pensare e a darsi una mossa, se non voleva arrivare tardi a lavoro.

Eh si, Nicolas lavorava oltre a frequentare le lezioni nella sua tanto agognata accademia, altrimenti come li avrebbe pagati i suoi studi e la camera in affitto in cui stava?

Nonostante sua madre gli passasse del denaro, di nascosto da suo padre, lui si era ostinato a cercare una sua indipendenza.

Quando aveva deciso di partire, si era ripromesso di non essere un peso per nessuno, tanto meno per Dario, il suo ragazzo, trasferitosi a Milano prima di lui, e che si era reso disponibile ad ospitarlo clandestinamente nella sua stanza, almeno fino a quando non si sarebbe potuto permettere un affitto.

Doveva ammetterlo quelle settimane da "clandestino" furono tra le più eccitanti delle loro vite.

Il vedersi tutti i giorni, finalmente, nascondersi agli occhi del padrone di casa, e anche dagli altri abitanti della casa, inizialmente, gli fece sembrare di vivere un'eccitante avventura.

Ancora rideva quando pensava al ragazzo che, rientrando a casa un'ora prima dalla lezione, lo aveva beccato sotto la doccia e di come gli avesse candidamente domandato chi lui fosse, senza scomporsi più del dovuto, intuendo l'assenza di pericolo.

Nicolas si vergognò come un ladro, anche se l'altro si affrettò a tranquillizzarlo dicendogli di non preoccuparsi.

Quello fu il momento, ed il modo, in cui conobbe Cesare Cantelli, coinquilino di Dario da quasi un anno e, come scoprì successivamente, loro concittadino bolognese.

Dario stesso gli ricordò di quando si "beccavano" all'uscita della loro scuola ai tempi delle superiori.

Beh, Nicolas non spiccava per l'efficienza della sua memoria, era già molto se ricordava cosa avesse mangiato la sera precedente.

Comunque sia, Cesare, assieme a Dario, era stato quello che più gli aveva retto il gioco quando il padrone di casa lo sorprese in pigiama a fare colazione con il resto degli abitanti della casa, ormai, abituatisi alla sua presenza.

La fortuna lo aiutò parecchio perché riuscirono a convincere l'uomo di averlo ospitato lì con l'intento di fargli affittare una delle camere vuote. Cosa che poi fece, in verità, anche grazie all'aiuto (non richiesto) di sua madre.

Certamente non poteva dire di essere il ragazzo di Dario, poco, ma sicuro.

<< Stazione: Milano Centrale >>

Sorrise ancora pensando a quelle settimane risalenti a fin troppo tempo addietro e scese dal mezzo per correre verso l'uscita della metro.

Si era fatto buio, il suo turno serale in pizzeria stava per iniziare. Ringraziando il cielo era un giovedì di fine gennaio quello, probabilmente, non ci sarebbe stata molta confusione in pizzeria dato il giorno e la glaciale temperatura.

Giunse in fretta alla meta salutando con un: << Ciao a tutti, corro a cambiarmi e arrivo! >> che i suoi colleghi ignorarono, presi com'erano dall'ascoltare la trasmissione in tv.

Quando tornò da loro, indossando i suoi abiti da cameriere, Nicolas li vide ancora lì fermi davanti allo schermo.

<< Ehi, che succede? >> domandò curioso, sapendo quanto rischiavano a farsi trovare dal capo a non fare nulla.

<< Ce un'edizione straordinaria del notiziario riguardo al virus cinese! >> rispose una collega, senza distogliere lo sguardo dallo schermo << Dicono sia arrivato in Italia! >>

<< Davvero? >>

<< Si, è stata ricoverata una coppia cinese a Roma! Non hai sentito? >>

Nicolas non ne sapeva molto, non guardava la televisione da giorni.

Ricordava distrattamente qualcosa sull'argomento, ma non aveva prestato abbastanza attezione.

In quello stesso istante la familiare sigla del Tg5 richiamò l'attenzione di tutti. Loro e clienti compresi.

<< Benvenuti a questa edizione straordinaria del Tg5, apriamo subito con la notizia della morte di almeno cinquecento persone, in Cina, a causa del un nuovo Coronavirus che sembra essersi diffuso a macchia d'olio, in queste settimane! >> disse la giornalista leggendo i suoi fogli << Confermati anche altri 2.300 nuovi casi di positività, che portano così a 30.100 il numero di persone infette nel paese! Non sono ancora chiare le dinamiche di come questo virus sia nato e di come abbia iniziato a circolare! Secondo gli esperti, c'è la possibilità che possa essere passato dall'animale all'uomo durante le mattanze nei mercati... >>

<< Oh, sono sempre i cinesi a portare le malattie! Non c'è nulla da fare! >> sbuffò il pizzaiolo venendo zittito da un'altra collega.

<< La coppia di turisti cinesi, ricoverati allo Spallanzani di Roma, sta bene e non presenta sintomi gravi, tuttavia, questo nuovo Coronavirus è praticamente sconosciuto! Ha un codice genetico simile alla SARS, diffusasi nel 2003 in Italia, ma è da verificare, e non è detto che sia distinguibile da una semplice influenza dati i sintomi in comune! >>

Parlò un virologo, ospite in studio assieme alla giornalista.

<< I medici cinesi riferiscono, comunque, di morti e malati gravi di età non inferiore agli ottant'anni, e con patologie pregresse! Le persone più giovani, invece, la vivono come una semplice influenza!>>

<< Quindi non è potenzialmente mortale? >>

<< Stando ai dati e contando la popolazione, si può dire che abbiamo un tasso di mortalità dello 0,2%, sicuramente meno di una banale influenza! >>

<< E ci dica dottore, adesso che il Coronavirus è in Italia, cosa succederà? >>

<< Come accadde ai tempi della SARS, dobbiamo aspettarci un contagio al livello globale, purtroppo, però posso rassicurarvi sul costante monitoraggio degli sviluppi! Faremo di tutto per tenere al sicuro la nostra Italia! >>

Cavolo, era proprio una brutta situazione, si ritrovò a pensare Nicolas cercando di capirci qualcosa in più mentre i suoi colleghi parlottavano tra loro.

<< Ragazzi, secondo me, è grave! >> stava dicendo uno di loro, preoccupato.

<< Ma dai, cos'hai da preoccuparti? >> rispose un altro con tono strafottente << Le persone più giovani la vivono come una semplice influenza, lo hai sentito! >>

<< Fa bene a preoccuparsi! Sai quanta gente arriva dalla Cina, specialmente qui a Milano? L'Italia è, per lo più popolata da anziani, potrebbe essere una strage! >>

<< Andiamo, non esagerare! >>

Con la conferma del blocco dei voli da e per la Cina per novanta giorni il gruppo si disperse velocemente evitando di farsi vedere all'arrivo del capo.

Nicolas si affrettò a fare il giro dei tavoli per ritirare i piatti o prendere le ordinazioni.

Come aveva immaginato, il locale rimase pressoché vuoto, e così, non appena il capo li lasciò lavorare in pace, il gruppo poté continuare a parlare di ciò che avevano ascoltato al notiziario esprimendo i loro pareri o le loro preoccupazioni.

<< Tu cosa ne pensi, Nic? >> gli domando una collega quando le passò vicino per andare a sparecchiare un tavolo.

Lui alzò le spalle, senza sapere cosa pensare.

<< Siamo ancora qui, vediamo cosa succede! >>

A dirla tutta era un po' preoccupato, essendo la sua stessa famiglia composta da persone anziane.

Da bravo ansioso quale lui era, ci pensò parecchio mentre rimetteva piede nella metro per tornare a casa.

Il giorno dopo avrebbe avuto lezione alle otto del mattino, doveva assolutamente cenare, fare una doccia, e andare a dormire. Non poteva permettersi di passare il tempo a rimuginare su quella questione, così lontana da lui.

Almeno, per il momento.

 

Tornò a casa tremendamente stanco e affamato, ma non rinunciò a bussare alla porta della camera di Dario.

Voleva stare un po' con lui, avrebbe avuto ancora del tempo per fare tutto quello che doveva fare.

<< Nic? >> sentì dall'altra parte.

<< Si, sono io! >>

Aprì, fiondandosi dentro e gettandosi con tutto il peso sulle ginocchia del fidanzato, seduto alla scrivania, senza curarsi di avergli fatto prendere un coccolone.

Dario era impegnato con la stesura di quello che sarebbe stato il suo primo libro, e Nicolas non vedeva l'ora di sapere cosa stesse tirando fuori quella sua mente tanto affascinate quanto complicata.

<< Sei stato seduto qui tutto il giorno? >> domandò imbronciandosi.

Strinse le braccia al collo del fidanzato avvicinando il volto e baciandolo sulle labbra.

Le sentì fin troppo screpolate quelle labbra, però.

Cattivo segno di disidratazione, dedusse, immaginandosi quanto tempo avesse effettivamente passato all'interno di quelle quattro mura, ignorando ogni bisogno fisiologico, soprattutto quello di bere.

<< Ho una consegna questo fine settimana, non posso perdere tempo! >> sospirò Dario circondandogli la vita con un braccio.

Fortunatamente Nicolas era abbastanza minuto, quindi tenerlo sulle ginocchia non gli costava alcuna fatica nonostante si agitasse come un gatto irrequieto.

<< Dà, perché non concedi un po' di pausa al tuo cervello? Faccio la doccia e preparo qualcosa da mangiare, eh? >>

Dario sorrise, lasciandogli un bacio sulla fronte.

<< Devo terminare la bozza e tu sei stanco, anche se cerchi di nasconderlo! >>

<< È merito mio se non sei ancora morto di stenti su questa scrivania, non rovinare tutto e prenditi una pausa, dai! >>

Detto ciò, Nicolas prese a stuzzicarlo catturandogli il labbro inferiore tra i denti e tirando leggermente.

Lo baciò ancora, nella speranza di ricevere una risposta che, nemmeno dopo diversi secondi, arrivò.

<< Dario, davvero? >> gli chiese serio, tirandosi indietro.

<< Te l'ho detto, ho una consegna questo fine settimana! >>

<< Andiamo, sei seduto qui da non si sa quanto, io sono stato fuori tutta la giornata e mi sei mancato da morire! >> insistette << Non ti costa nulla staccare e concedermi un po' del tuo tempo! >>

<< Non hai una lezione alle otto domani mattina? >>

A quella domanda rivoltagli con tono tanto scocciato, il più piccolo si offese.

Evidentemente, Dario, la sua mancanza non l'aveva sentita se considerava il suo lavoro più importante di lui... Di loro.

<< D'accordo, vado via! Ti lascio in pace! >> si scostò dall'abbraccio, alzandosi, per raggiugere la porta.

<< Nic, lo sai quanto è importante per me! >>

<< Certo, come no? >>

Uscì dalla camera accompagnato dal sospiro frustrato di Dario.

Sperava si stesse dando anche del deficiente nel frattempo.

Da quando aveva conseguito la laurea, precisamente, alla facoltà di scienze della comunicazione, la vita di Dario girava unicamente attorno al suo lavoro, anche perché era stato tanto fortunato da riuscire a farsi contattare da una casa editrice disposta a finanziarlo e a permettergli di dedicarsi in tutto e per tutto alla scrittura creativa, sua grande passione da anni.

Nicolas lo supportava in tutto, credendo da sempre in lui e nelle sue capacità. A volte passava intere notti a revisionare i suoi testi in modo da dargli un parere prima di spedire tutto a chi di dovere.

Ogni frase che parlava di amore, pensieri distratti, o momenti vissuti, lo facevano stare bene. Quelle frasi in cui, invece, vi riversava la sua negatività, lo innervosivano ed erano spesso in grado di tenerlo a lungo in uno stato di ansia.

Quando Dario scriveva le sue parole si percepivano sulla pelle. Era quella la sua più grande forza, quella che lo avrebbe portato lontano.

Come lo aveva già portato lontano da Bologna e come lo avrebbe, inevitabilmente, portato lontano anche da Nicolas.

Tutto quello era costato caro ad entrambi, ma lo avevano capito troppo tardi.

La figura di Nicolas rimase ferma al centro del corridoio per diversi minuti nella speranza di vedere la porta aprirsi e Dario uscire con l'intenzione di parlargli. Cosa che non accadde.

Anzi, una delle sue coinquiline si spaventò a morte quando, uscendo dalla sua stanza, se lo ritrovò davanti, inaspettatamente.

<< Ehi, hai fatto tardi questa sera! Pensavo fossi già a letto! >> disse questa superandolo.

Nello stesso istante, dal bagno, uscì Cesare con indosso il pigiama.

<< Non è ora di andare a letto? Cosa fate in giro voi due? >> scherzò, salutandoli << Sei tornato adesso, Nic? >>

Nicolas annuì con il suo solito sorriso mascherando la tristezza, ormai, impossessatasi di lui.

Non gli andava di farli preoccupare o, in generale, non gli andava di raccontare i fatti suoi.

Voleva rimanere da solo, ne aveva bisogno.

<< Faccio una doccia, mando giù qualcosa, e poi mi ritiro in stanza! Domani ho una lezione molto presto! >>

<< Lavori troppo per essere un semplice studente! >> sospirò la ragazza, dirigendosi al bagno riservato alle ragazze << Cerca di non crollare, un altro coinquilino al tuo posto non lo vogliamo! Vero, Cesi? >>

<< Sicuro! >> le diede manforte, sorridendo ad un Nicolas un po' imbarazzato.

Rimasti da soli, Cesare si fece da parte per permettergli di usare il bagno, però lo frenò prima che vi si chiudesse dentro.

<< Ti preparo qualcosa mentre sei sotto la doccia? >> domandò << Sto andando in cucina per uno spuntino! >>

<< Grazie, non ce bisogn... >>

<< Dai, preparo qualcosa anche allo Scrittore, chiuso in camera! A tal proposito, è ancora vivo? Non lo vedo da due giorni! >>

La stava buttando sul ridere, come faceva sempre, ma era veramente preoccupato per Dario, e pensava che lui, essendo il suo ragazzo, ne sapesse qualcosa.

Tuttavia, l'espressione turbata di Nicolas gli fece intuire di stare sbagliando argomento di conversazione.

<< Eh, è vivo, vero? >> si affrettò a chiedere, confuso, ricevendo in risposta un: << Si, non preoccupati! >> non proprio convincente.

Alla domanda se tutto andasse per il verso giusto, Nicolas, scosse la testa, come a dire che andava tutto bene, e si scusò, chiudendosi in bagno.

Cesare preferì non aspettarlo in cucina. Si limitò a preparare del riso, alcune fette di pollo alla piastra con foglie di insalata, e a coprire tutto con un piatto prima di tornare in camera.

Aveva intuito il malumore dell'altro e non voleva rischiare di infierire ulteriormente, anche senza volerlo.

<< Magari era soltanto stanco! >> sospirò, gettandosi sul letto ed accendendo la tv.

Fece zapping selvaggio, annoiato, ingerendo le sue fette di pane e marmellata.

Sarà stato a causa dell'ora tarda, però non trasmettevano altro se non svariate edizioni notturne dei notiziari a cui, per forza di cose, dovette assoggettarsi.

Odiava mangiare da solo, quanto meno, avere la tv in sottofondo sarebbe stato meglio di nulla.

<< ... con un'Ordinanza del ministro della Salute, l'Italia ha bloccato tutti i voli da e per la Cina per 90 giorni, oltre a quelli provenienti da Wuhan, già sospesi dalle autorità cinesi! >> stava dicendo il giornalista.

Erano giorni, ormai, che si parlava soltanto della storia del virus cinese, peggio ancora dopo il suo arrivo in Italia.

Non ne poteva già più, si disse Cesare, comunque, guardando con più attenzione lo schermo quando il giornalista comunicò l'arrivo di una nuova notizia sul momento.

<< Ci giunge in questo istante la comunicazione che il governo ha appena dichiarato lo Stato di emergenza! >> l'uomo guardò fisso in camera << Il Presidente Conte ha deciso di nominare Commissario straordinario il capo della protezione civile: Angelo Borrelli, e firmato lo sblocco dei primi fondi per far fronte all'emergenza! Con questa ultima notizia, vi diamo appuntamento alla prossima edizione! >>

C'era da dirlo, la Cina l'aveva combinata grossa. 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice.

Ciao, sono Noemi e dopo tanto tempo sono tornata con una nuova fanfiction. Questa volta in un contesto particolare. 

La verità è che questa è una storia su richiesta, ma ho deciso di pubblicarla, anche se mi rendo conto che non sarà facile sviluppare una storia del genere e ci metterò tutto l'impegno di cui sono capace. 

Spero vi piaccia. Ci risentiamo al prossimo capitolo :)

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Youtubers / Vai alla pagina dell'autore: Naomy93