Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Chiara PuroLuce    07/10/2021    2 recensioni
Nonna Pina è molto confusa, perde la memoria e il filo del discorso assai spesso e la nipote Asia non riesce più a gestirla. Una decisione difficile, dolorosa e straziante per la ragazza, ma anche necessaria, cambierà la vita di entrambe.
Lasciatevi trasportare nel mondo dell'Alzheimer e di quello che combina in una persona e su chi gli sta vicino.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                                                             Questa storia partecipa al
                                                                       Writober 2021 del sito Fanwriter.it
 
 
                                                                         LA NONNA HA PERSO IL FILO
 
                                                                       pumpNIGHT 2021 - Prompt 4 – Filo
 
 
 
 
«Il fruttivendolo aveva finito le mele e così ho preso le albicocche e… e poi mi ha dato anche un bel pezzo di manzo magro sa, devo preparare il lesso per cena. Vuole unirsi a noi?»
 
Ma che stava dicendo sua nonna? Era preoccupante e peggiorava ogni giorno di più. Asia guardò il medico geriatra che la stava visitando, per capire se anche lui era spiazzato o meno da quel discorso senza senso. Ma lui sorrideva e prendeva nota.
 
«Signora Lisetti, sono veramente dispiaciuto di dovere rifiutare il suo gentile invito, ma vede, mia moglie mi ha preparato i pizzoccheri e se non mi presento per mangiarli si arrabbia moltissimo.»
 
«Ah, la capisco. Li ho sempre amati, vero Asia?» lei annuì e la nonna continuò imperterrita. «Vede? Lo dice sempre anche mio marito che i miei gli fanno leccare i baffi. Se Pisolo li vede devo affrettarmi a metterli via o entra nella teglia per mangiarseli tutti. A proposito, Asia, ricordami di chiamare il veterinario che è ora del vaccino annuale e poi dobbiamo passare a comprargli i croccantini al pesce che li ha finiti.»
 
«Pisolo? Nonna, il tuo bel certosino è morto vent’anni fa e tu sei una delle poche nonne che ai fornelli è pericolosa, altro che pranzetti succulenti. E lascia riposare in pace il nonno per favore, che se non è morto prima, avvelenato dalla tua cucina, è un miracolo.»
 
«Se posso permettermi un consiglio» bisbigliò il geriatra rivolto a lei mentre la nonna frugava nella borsetta «non la contraddica mai, soprattutto durante i suoi deliri. È straziante rendersi conto di come la malattia progredisca e cambi le persone, distorcendo anche la loro realtà, ma è molto importante che lei le dia corda. Stia a vedere.»
 
Poi attirò l’attenzione della nonna e le sorrise.
 
«E così suo marito e il gatto erano dei buongustai, buon per loro. Lei è molto fortunata signora Pina, vede, il mio Geppetto mangia solo le bustine e guai a dargli altro, ti guarda storto e se ne va arrabbiato» disse facendola ridere.
 
«Sì, sono molto abitudinari sul cibo. Se si fissano su una cosa vogliano solo quella e basta. Ieri ho cucinato la torta di mele per il mio Pasquale – era la terza volta in due settimane che me la chiedeva – e doveva vedere come l’ha divorata in poco tempo. Ah, gli uomini, che esseri strani sono. Adoravano mangiare bene, peccato che non ci siano più, mi mancano lo sa?»
 
Asia guardò la nonna e la vide triste sì, ma con uno sguardo più sereno del solito. Aveva mischiato presente e passato – che aveva abbellito un po’ – ma tutto sommato non le sembrava turbata. Che avesse sempre sbagliato tutto con lei?
 
«Nonna hai ragione, il nonno era proprio un golosone di dolci.»
 
Lei la fissò come inebetita per un po’ e poi scosse la testa.
 
«La perdoni Eminenza, questa donna non sa quello che dice, al momento è un pochino confusa. Eppure, lo sa che il mio… il mio… marito è a casa con la sciatica e non è potuto venire con noi oggi. Mi sa dire chi è?» Chiese poi al medico, fissandola con sospetto.
 
Oddio, ci mancava solo quella adesso. Già era straziante per lei assistere al lento declino della donna che l’aveva cresciuta dopo che sua madre – stanca di crescerla da sola visto che il fidanzato era scappato appena saputo della gravidanza – aveva abbandonato la famiglia improvvisamente e senza un reale motivo ed era sparita, ma che ora lei non la riconoscesse neanche più… era inaccettabile e dolorosissimo.
 
«Non si agiti, signora, questa donna è sua nipote Asia che è venuta ad accompagnarla.»
 
«Asia?» Chiese lei girandosi a guardarla «Ma non dovresti essere a scuola tu? O bambina cattivella, non si fa. Fila subito che l’autobus ti aspetta o lo perdi.»
 
Lei guardò il medico che le sorrise e con l’interfono chiamò l’infermiera del reparto per accompagnare la nonna nella sua nuova camera. Le dispiaceva immensamente il dovere fare ricoverare la nonna in una struttura, ma a casa era diventata ingestibile e la badante che aveva assunto negli ultimi mesi, se ne era andata via dalla disperazione, perché sua nonna Pina non la voleva in casa. Si era persino spinta a chiamare i carabinieri varie volte per denunciare di essere stata rapita da un’estranea che si era messa in casa sua con la forza.  Alla quinta volta, i militari le avevano suggerito di trovare una soluzione migliore per la nonna e la badante – che le dava il cambio quando lei lavorava – si era licenziata con effetto immediato. Dopotutto lei non poteva perdere il lavoro, che poteva farci se non riusciva a seguirla come voleva e aveva dovuto chiedere aiuto part time a una signora?
Persa nei suoi ricordi, a malapena registrò la donna formosa che venne a prendere sua nonna per portarla via.
 
«Parlo un attimo ancora col signore e poi ti raggiungo, nonna» le disse, ma lei neanche la sentì.
 
Appena la porta si chiuse, si appoggiò allo schienale della poltroncina e sospirò, chiudendo gli occhi per ricacciare le lacrime che le erano salite.
 
«Signorina Lisetti» esordì il medico «purtroppo, non poteva fare altrimenti. Sua nonna è entrata in una fase della malattia che necessita di cure h 24. L’Alzheimer è un bastardo.»
 
«Sì, lo so, l’ho capito già ai primi sintomi mesi fa» rispose lei con un filo di voce «il fatto è che mi sembra di averla tradita. Ma capisco anch’io che è impossibile gestirla a casa ora come ora. Se chiamava i carabinieri ancora una volta, chiedevo di farmi una tessera fedeltà» concluse poi facendolo ridere.
 
«Ce ne prenderemo cura. Oh, e per la cronaca, io sono sposato, divorziato, vedovo o single a seconda dei casi che ho davanti. Non mi faccio problemi a mentire se questo può tranquillizzare il paziente che, purtroppo, si scorderà tutto nel giro di poco tempo, persino il mio nome. Sembrerà una cattiveria, ma così non è. Però il gatto è vero.»
 
«Ho capito, grazie. Forse dovevo prenderla più sul serio quando ha iniziato a fare discorsi strani, a perdere il filo di quello che stava dicendo – che a pensarci bene, per una sarta è quasi comica la cosa –, a cambiare argomento più volte in una frase… come oggi. Invece pensai solo fosse un po’ svampita. Aveva sempre mille cose da fare e per la testa che non ci feci caso e non le diedi il giusto peso. E poi, da un giorno all’altro, ha iniziato a non riconoscermi più, ad aggredirmi come se fossi un’intrusa… e quando il medico mi diede la diagnosi… mi creda, per me è stata devastante da accettare come verità.»
 
«I discorsi sconclusionati possono trarre in inganno, a chi non capita di farne a volte e non deve sentirsi in colpa. Perdere il filo del discorso – specie se accade di frequente – è un tipico segno della malattia e le dico subito che peggiorerà col tempo. Lei continui a starle vicina, e le dia corda, non le vada mai contro e non la corregga così di frequente, rischia solo di agitarla di più. Si affidi al nostro personale e vedrà che poi le verrà in automatico. Io passo ogni giorno a fare il giro medico e se vorrà sapere qualcosa, le basterà chiedere.»
 

                                                                                                               ֎֎֎֎֎




Poco dopo Asia raggiunse sua nonna nella sua nuova stanza. I dubbi non erano spariti, ma almeno il senso di colpa si era un po’ affievolito dopo avere parlato col geriatra a quattr’occhi.
 
«… cioccolato e banane e lana merinos» stava dicendo alla donna di prima in divisa bianca.
 
«Piacciono anche a me, ma la vedo dura fare un budino con la lana merinos.»
 
«Come? Cara, è meglio che vada a sdraiarsi un pochino, deve essere stanca. Stavamo parlando della lana migliore in circolazione. Cosa c’entra il budino adesso?»
 
«Ha ragione, sono in piedi da troppe ore, è meglio che vada a fare un riposino, Devo avere capito male» ne convenne quella per nulla risentita. Poi salutò entrambe e uscì, ma non prima di averle strizzato l’occhio non vista dalla nonna.
 
Asia raggiunse nonna Pina e l’abbracciò stretta, la sentì ridere prima di farle una carezza al viso.
 
«Starai bene qui, nonna? Non è male questa stanza, vero? C’è anche la vista sul parco.»
 
«Cara, non preoccuparti per me, non sarò qui da sola e il verde mi piace, lo sai. Hai visto quanta gente c’è in giro? Secondo me stanno andando alla Messa visto che è domenica.»
 
«Veramente è…» stava per dire martedì, ma poi scorse lo sguardo perso della nonna, ricordò le parole del geriatra e continuò «davvero tanta, hai ragione. Vuoi andare con loro o preferisci riposare? Sono sicura che stasera ne celebreranno un’altra.»
 
«Sì, ci andrò stasera, adesso devo controllare che i vestiti siano a posto bene. Sai, il personale di questo albergo non è male, ma è meglio essere previdenti. Ricordatelo sempre, fidarsi è bene…»
 
«…non fidarsi è meglio?» Concluse lei con un sorriso.
 
«Lo sapevo io, tu ti fidi troppo della gente e così poi resti delusa, chi è stato? Dimmelo che io… oh, ma quanto è carina questa giacchetta rossa, hai ragione cara, hai buon occhio, ma chissà di chi è, sembra della mia taglia. Dici che si offende la proprietaria del negozio se la provo prima che torna?» Ma quando lei fece per risponderle, la nonna continuò. «Vuoi darmi una mano? Non so perché quella strana signora in bianco di prima mi ha svuotato la valigia e poi se ne è andata via.»
 
Asia si trattenne un paio d’ore durante le quali visitarono la struttura e parlarono molto. Di tutto. E tutto insieme. Nello stesso discorso passarono dalla lasagna da scongelare, alle camicie del nonno da stirare. Dalla partita a Burraco con le amiche – la nonna non sapeva neanche giocare a briscola – alle vacanze da prenotare. E tutto perché, a un certo punto, non si ricordava più quello che stava dicendo e cambiava argomento.
Quando tornò a casa con il cuore spezzato, Asia si lasciò andare contro la porta e pianse tutte le sue lacrime.
No, doveva essere forte per sé è anche per la nonna. Era stato un gesto d’amore il suo e non egoismo, doveva ricordarselo sempre, se non voleva impazzire dal dolore.
Si riscosse e si ricompose, poi andò al freezer e sorrise. Era ora di scongelare le lasagne per cena.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Chiara PuroLuce