Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Red Saintia    07/10/2021    5 recensioni
Anche se è difficile immaginarlo, impossibile sapere come sarà, imprevedibile capirne i vari percorsi... il futuro arriva per tutti. Anche quando il presente incombe come un macigno pronto a schiacciarci a terra, ci sarà sempre un domani nuovo, diverso, migliore. Perché il dolore anestetizza cuore e sentimenti, inaridisce l'anima e spegne le speranze. Ma come tutte le cose di questo mondo pian piano passa, e resta solo un silenzioso compagno con il quale si riesce pacificamente a convivere.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Armin Arlart, Hanji Zoe, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mitras, anno 829

Chi l'avrebbe mai detto che sarei entrato a far parte della Gendarmeria Centrale. Un bel salto di qualità non c'è che dire.

Non che avessi molta scelta in effetti. Con la reputazione che mi ero fatto dubito che mi avrebbero lasciato in pace, almeno così avrò le spalle coperte. Dovrei ringraziarlo per questo, in un modo o nell'altro. 
Eppure... credo che per me lui rimarrà sempre un mistero. Lo osservo tutti i giorni, gli sono a stretto contatto ma non riesco mai a cogliere appieno il filo dei suoi pensieri. Che sia davvero questo il fardello che porta addosso un re, il re delle mura? Un'eredità che Uri si è accollato di sua volontà. Ma chissà se farebbe la stessa cosa potendo tornare indietro.

Se non altro in questi mesi sono venuto a conoscenza del motivo per cui la nostra stirpe è stata da sempre perseguitata. Credo che appartenere ad una delle famiglie più importanti ed influenti dell'isola sia stata una condanna. La nostra vicinanza è fedeltà alla famiglia reale ci ha portato ad essere usati come 'cavie'. 
Il vecchio sovrano voleva assicurarsi la nostra perpetua lealtà trasformandoci in giganti, usandoci come armi e deterrente per eventuali nemici. Ma qualcosa è andato storto... il siero per la trasformazione non si è legato al nostro sangue, mutandoci però in qualcosa di diverso. Siamo rimasti esseri umani, incapaci di trasformarci ma con poteri quasi pari ad un Titano. A quel punto non poteva neanche più modificare i nostri ricordi manipolandoci la mente come aveva fatto con tutti gli altri. Eravamo delle mine vaganti che spaevano troppo e non potevano essere controllate. Da lì è cominciata la persecuzione nei nostri confronti.

Da fedeli alleati eravamo diventati delle minacce viventi di quella verità che lui voleva a tutti i costi nascondere.

La nostra stirpe è sopravvissuta a stento, nascondendosi nei sobborghi, o sulle montagne, sfuggendo ad attentati e false accuse. Non so neppure io se ci sono ancora degli Ackerman in vita e che tipo di legame possa esserci tra noi. Menzionare il nostro cognome era troppo rischioso, Kuchel l'aveva capito, e credo che anche altri come lei siano giunti alla stessa conclusione. Ciò che eravamo stati un tempo non contava più, a quel punto eravamo reietti che andavano eliminati. 
Mia sorella Kuchel è stata una delle tante vittime di tutto questo, costretta a vivere nella Città Sotterranea e a prostituirsi. Dannazione! Il cognome Ackerman è stata solo una condanna. 
A volte ripenso a quel ragazzo... al suo sguardo, a quella forza e quella rabbia che teneva chiusa dentro. Credo si tenesse tutto stretto per non lasciarlo fuggire via, perché fosse una motivazione per non arrendersi, per non lasciarsi andare. Non so se sia sopravvissuto... e sinceramente non so nemmeno se sopravvivere in questo mondo valga davvero la pena. Molti credono che qui in superficie ci sia la luce, la libertà.

Ma cosa penserebbero se sapessero che c'è più oscurità qui sopra che lì sotto?

Proprio una bella fregatura del cazzo.

 

Era come ipnotizzata dal movimento ondulatorio delle onde, quella distesa d'acqua la intimoriva e affascinava allo stesso tempo, impedendole di distogliere lo sguardo. Si strinse nelle spalle rabbrividendo appena. Erano partiti molto presto quella mattina, e la brezza del mare aveva ancora quel gelido tocco che sembra volerti entrare nelle ossa. Richiuse ciò che aveva tra le mani giusto un attimo prima che un abbraccio familiare le cingesse dolcemente i fianchi.

"Dovresti rientrare di sotto, fa piuttosto fresco qui potresti prenderti un malanno." lei sorrise senza voltarsi stringendo a sua volta le mani che la tenevano abbracciata.

"Credo che non ci farò mai l'abitudine..."

"A cosa scusa?"

"A questa tua premura nei miei confronti."

"Quindi preferiresti che me ne infischiassi?" chiese leggermente offeso.

"Certo che no, ma devi ammettere anche tu che è strana." Mikasa non smise di sorridere mentre gli parlava, al contrario di lui e della sua espressione imperturbabile. Alla fine preferì glissare sul quel discorso, vederla serena per lui era più che sufficiente.

"Lasciamo perdere... piuttosto sei ancora impegnata nella lettura del diario di Kenny?"

"Direi che le parti che potevano interessarmi le ho quasi lette tutte. Il resto sono pensieri personali che preferisco rimangano tali. Mi sento troppo invadente nel leggerli, anche se lui non c'è più."

"Conoscevo abbastanza bene Kenny da dubitare fortemente che ci possano essere scritti pensieri di una tale profondità lì dentro."

"Invece ti sorprenderesti nello scoprire che anche persone come Kenny Ackerman aspiravano a trovare qualcuno che li comprendesse davvero."

"E tu invece? Hai compreso quello che ha scritto lì dentro?"

Mikasa si voltò e finalmente gli fu di fronte, Levi puntò lo sguardo nei suoi occhi, come faceva sempre quando voleva capire qualcosa prima ancora che lei parlasse. Stavolta però la sua attenzione fu attirata da altro. 
Non disse nulla, ma Mikasa colse subito il lieve cambiamento della sua espressione.

"Sei sorpreso?"

Levi sembrò ridestarsi all'improvviso. "Cosa? Scusami stavo..."

"Stavi osservando che non indosso la mia consueta sciarpa e la cosa ti ha stupito, non è così?"

Fu lei stavolta a prenderlo in contropiede lasciandolo senza parole. Negarlo sarebbe stata fatica sprecata. "Sono talmente abituato a vedertela al collo che la sua assenza mi è saltata subito all'occhio."

"L'ho riposta in valigia, insieme a tutti i dubbi, alle domande e ai rimpianti che appartenevano al mio passato. Adesso è giusto così." rispose, senza distogliere lo sguardo da lui, quasi volesse sottolineare la risolutezza e la convinzione di quella decisione.

 

 

Mitras, anno 830


Ci sono giorni in cui Uri è particolarmente loquace. Cazzo quanto parla! A volte penso che lo faccia apposta, sa che dopo un po' faccio fatica ad ascoltarlo ma lui continua imperterrito.
Mi chiede spesso scusa... per tutto ciò che è stato fatto alla nostra famiglia. Credo si senta terribilmente in colpa anche se le colpe non sono le sue.

Mi ha detto che le conseguenze di quelle sperimentazioni sui membri fondatori degli Ackerman hanno portato un'anomala conseguenza. Pare che in particolari circostanze di pericolo o di forte stress emotivo il soggetto cominci a soffrire di frequenti dolori alla testa sviluppando un forte attaccamento nei confronti della persona a lui più vicina. D'altronde... noi siamo sempre stati il braccio armato della corona, quindi credo che in modo latente quell'istinto di difendere e proteggere qualcuno sia sempre rimasto, in attesa di risvegliarsi.

Quindi dovrei pensare che ciò che sento per Uri sia una sorta di asservimento? Di dipendenza dovuta ad un vecchio retaggio legato al clan Ackerman?

No... sono tutte cazzate, non può ridursi tutto a questo. Io non sono una marionetta, non mi lascio raggirare in modo così stupido. Eppure a volte sento che il nostro incontro non è avvenuto per puro caso. Come se ci stessimo cercando entrambi da tempo. Lui mi ha cambiato, non so come diavolo ci sia riuscito, ma lo ha fatto. E semmai il fondatore abbia avuto un potere così grande, senza dubbio dev'essere questo. Quello di convertire anche un pezzo di merda come me.

 


"Credo che tu sappia cos'è meglio per te." rispose lui, preferendo non approfondire quell'argomento. Non si sentiva in diritto di giudicare quanto Eren avesse significato per lei. Forse perché inconsciamente temeva il confronto con il suo ricordo, che sapeva avrebbe sempre fatto parte di lei.

"Diciamo che so cosa è meglio adesso. In fondo avevi ragione, non mi serve conoscere la verità assoluta sulle nostre origini. Quello che Kenny ha scritto mi può bastare. Gli Ackerman non sono dei traditori, anzi... si sono sacrificati perché credevano nella famiglia reale. Poi le cose hanno preso una piega diversa, ma nella vita accade sempre qualcosa d'imprevisto, e spesso noi non possiamo farci niente."

Avvertì istintivamente un profondo cambiamento in lei. Adesso aveva quella maturità di giudizio che le permetteva di accettare le cose così com'erano. Pensò che l'incidente avvenuto a Londra avesse contribuito ad accrescere quelle già radicate consapevolezze. La vita andava vissuta e affrontata giorno per giorno guardando avanti e imparando dal passato. Ma quel passato, adesso, andava necessariamente lasciato alle proprie spalle.

"Allora alla fine Kenny qualcosa di buono lo ha fatto lasciando quegli appunti?"

"Direi di sì, ma tu questo lo sapevi già perché li hai letti prima di me. E sai che in fondo lui teneva molto sia a te che a tua madre."

Levi socchiuse l'occhio sinistro guardando altrove. Sentire nominare sua madre gli provocava sempre un misto di rabbia e nostalgia, come se tutto ciò che aveva vissuto in quel periodo tornasse prepotentemente a galla.

"Tse... se ci teneva così tanto direi che aveva proprio uno strano modo per dimostrarlo." disse, con non poca amarezza nella voce.

"Non siamo tutti uguali Levi, siamo frutto delle esperienze vissute. Anche per Kenny è stato così."

"Lui era tante cose... e se l'è portate tutte nella tomba per sua scelta."

Mikasa si avvicinò di più a lui stringendogli le mani. "Sicuramente è stato una persona che ha sempre vissuto oltre il limite consentito, ma sai una cosa, non penso che lui si sentisse schiavo di qualcuno o qualcosa. E penso che neanche tu ti sentissi così quando hai seguito Erwin. E non mi ci sono mai sentita neppure io quando ho difeso ad oltranza Eren. Noi abbiamo visto qualcosa in quelle persone, qualcosa di grande e straordinario. Abbiamo visto la speranza e la voglia di rivalsa da un mondo opprimente e meschino. Abbiamo vissuto per loro e con loro, condividendo gli stessi sogni e le stesse speranze. Noi Ackerman non siamo schiavi, siamo sognatori disillusi da ciò che speravamo. Ma nonostante tutto non molleremo mai perchè mollare non è mai stata una strada percorribile per noi, giusto capitano?"

"Sì, giusto, mi pare ovvio.” si limitò a confermare sorridendo appena.

Era la prima volta che lei riusciva a spronarlo motivandolo con le sue parole. In passato era toccato a lui il compito di fare in modo che lei non crollasse. Che credesse nelle proprie capacità e imparasse a fidarsi degli altri.

Alla fine... poteva ritenersi soddisfatto, guardandola ne ebbe la certezza. Tre anni prima lui aveva gettato le basi per farle acquisire quella sicurezza che avrebbe determinato la sua sopravvivenza. A distanza di tempo lei le aveva recepite, consolidate e fatte proprie. Aveva imparato a convivere con il suo dolore e le scelte fatte, aveva compreso che nonostante tutto poteva e doveva andare avanti. Adesso che sapeva parte di quella verità che aveva così ostinatamente inseguito poteva definitivamente chiudere quel capitolo della sua vita fatto di dubbi e incertezze. E lui poteva finalmente permettersi l'ardire di guardarla con occhi diversi. Non più da superiore a sottoposta, ma da uomo a donna. In quell'istante il suo animo sembrò liberarsi da un pesante fardello.

"Levi..."  lo chiamò, distogliendolo dai suoi pensieri. Lui tese appena lo sguardo aspettando che lei continuasse "... grazie."

Si sorprese di quella breve e inaspettata affermazione. Attese qualche istante cercando di capire le implicazioni nascoste in quella semplice parola. "Guarda che io non ho fatto niente, se non cercare di darti le risposte per le quali sei venuta fin qui."

"Non è per questo che ti ringrazio..." rispose repentina sollevando il diario di Kenny. "… ti ringrazio per avermi salvata, da me stessa e dall'oscurità che mi portavo dentro. Da bambina Eren mi ha insegnato che dovevo combattere se volevo sopravvivere. Tu invece... mi hai insegnato a vivere senza nascondermi dietro l'ombra di nessuno, e te ne sarò per sempre grata."

In quel momento ebbe la certezza che quella ragazza non avrebbe mai finito di stupirlo. "Non mi devi niente Mikasa, sapevo che ce l'avresti fatta. Solo che avevi la testa troppo dura per capirlo, ecco perché ci sono andato giù pesante."

Era vero, non poteva negarlo, lui più di chiunque altro aveva gestito le sue intemperanze, si era accollato parte della sua sofferenza per impedirle di soccombere. Mikasa aveva rappresentato una sfida, e la donna risoluta che adesso aveva di fronte era il risultato di quella sfida che finalmente entrambi avevano vinto.

“Allora grazie... per non esserti mai arreso con me.”

 

 

Mitras, anno 842

 

Lo sguardo di Uri è cambiato, lo percepisco chiaramente. Non serve che lui me ne dia conferma. Quando trascorri così tanto tempo al fianco di una persona impari a capire tante cose, tanti piccoli segnali. Quel potere che si è accollato addosso tanti anni fa lo sta lentamente logorando, credo che in parte sia il prezzo da pagare per aver in qualche modo manipolato il destino di tante persone.
Eppure... non una sola volta l'ho sentito lamentarsi o rimpiangere la sua scelta. L'unico suo rammarico è quello di non aver potuto fare di più per cambiare le cose. Che idiota! Io lo ascolto parlare e penso che al suo posto avrei fatto tanti di quei casini da rivoltare l'intero mondo dalle fondamenta, ma d'altronde... ho sempre saputo che tutto ciò che potevo fare era solo seguirlo e stargli accanto.

Quando ti rendi conto che c'è una persona che vede il disegno delle cose più grande di te allora non ti resta altro che rimanere a guardare lasciandoti guidare dagli eventi.

Sarà così anche quando non ci sarai più Uri? Tutto ciò che mi rimarrà da fare è cercarti negli occhi di un'altra persona, una nuova Monarca delle mura. Mi sembra tutto così assurdo. Alla fine è davvero questo quello che desideri? Che tutto si ripeta in un ciclo infinito? 
Forse persino adesso che te ne stai andando non saresti in grado di dirmi cosa pensi veramente. Ma la vera domanda è un'altra... stavolta prenderò parte a questa assurda farsa o sarò un semplice spettatore? Già... la vita alla fine deve sempre fotterti, in un modo o nell'altro.

 

“Poco prima di morire Kenny mi disse una cosa, che tutte le persone che aveva incontrato nella sua vita erano state schiave di qualcosa per poter sopravvivere a questo mondo. Credo che volesse intendere che avevano bisogno di una ragione, una motivazione per andare avanti.”
Aveva scordato il discorso che Kenny gli fece quel giorno, o per lo meno così credeva. Parlare di lui e di tutto ciò che era accaduto loro in quegli anni glielo aveva riportato alla mente come se fosse stato sempre lì, quasi in attesa.

“E tu pensi che lui avesse ragione?”

“Sinceramente non lo so. Però ci sono state volte, in passato, in cui ho creduto che se non avessi seguito Erwin probabilmente sarei finito ammazzato, gettato in qualche angolo di strada come immondizia. Non che mi sentissi come una sorta di schiavo, sia chiaro, ma in qualche modo dipendevo da lui, questo penso che in parte fosse vero.” rispose, con estrema sincerità.

“Sai... c'è stato un tempo in cui la parola schiava mi suscitava un'incredibile rabbia, un malessere fisico per il quale avrei davvero potuto ferire fisicamente qualcuno. Ma adesso mi accorgo che in tutto questo tempo ho interpretato solo parte del significato di questa parola. Le persone alle quali ci siamo legate Levi non ci hanno rese schiave, ma ci hanno insegnato a vivere e a lottare per ciò che crediamo sia giusto. Sono state la nostra ancora di salvezza e noi dobbiamo essergli grate, perchè se siamo ancora qui è anche per merito loro.”
Sentendo quelle parole si convinse ancora di più che lei avesse messo definitavamente la parola fine a tutti i dubbi che riguardavano il suo passato.

“Beh... devo ammettere che detto in questi termini suona decisamente meglio.”

“Lo penso anch'io.”

“Adesso però dovremmo rientrare di sotto. O quei tre si chiederanno che fine abbiamo fatto.” Si voltò per incamminarsi ma la stretta di lei sulla mano lo bloccò all'improvviso.

“Levi aspetta...”

“Cosa c'è?”

“Sei ancora sicuro della decisione che hai preso. Sei certo di voler tornare con me sull'isola?” chiese, bisognosa ancora di un'ultima impellente conferma.

“Diciamo... che non mi hai dato molta scelta dopo i casini che hai fatto a Londra, quindi posso affermare...”

“Puoi mettere da parte il tui atroce sarcasmo per una volta e parlare sul serio per favore?”

Levi si divincolò dalla sua stretta avvicinandosi di più a lei. "Adesso guardami, guardami bene, e avrai la tua risposta. Se pensi di avere ancora dei dubbi allora vuol dire che non non hai capito niente di me. Ma non credo tu sia tanto sciocca... Mikasa Ackerman.” il blu intenso del suo sguardo vibrò appena riflettendosi in quello grigio di lei.

“Non lo sono infatti. A questo punto allora non mi serve sapere altro...” si voltò, sporgendosi appena dalla prua della nave e lasciò che il vento adagiasse sull'acqua le pagine di quel diario. Le onde sembrarono cullarle dolcemente per qualche istante, prima di inghiottirle in quelle profondità che non conoscevano tempo.

Si voltò, e lo sguardo di approvazione che Levi le rivolse fu la conferma di aver fatto la cosa giusta. Le risposte che cercava adesso erano lì accanto a lei, racchiuse in quella mano che stringeva la sua e in quello sguardo nel quale avrebbe sempre ritrovato parte di se stesssa.

Per la prima volta sentì di potersi affidare completamente ad un'altra persona, e che insieme... avrebbero guardato nella stessa direzione, verso il futuro.


                                                                                                               
Fine





Cosa dovrei dire adesso? Non saprei, non sono brava con i saluti. Voglio solo dirvi che se un anno fa qualcuno mi avesse detto che avrei scritto sul fandom di Shingeki no Kyojin gli avrei dato del folle. Eppure eccomi qua, con addirittura una long su due personaggi che già solo per il fatto di averli messi insieme potrei essere considerata una folle a mia volta. Però le sfide e gli azzardi mi piacciono, e in fondo... credo che nell'insieme sia stato un buon lavoro. Voi che dite?
Io intanto vi ringrazio di cuore, per l'affetto, le belle parole, l'apprezzamento, le recensioni e il supporto. Spero che questo epilogo vi sia piaciuto e che il distacco tra ciò che ha lasciato scritto Kenny e il discorso tra Levi e Mikasa non risulti confuso o poco chiaro. L'immagine che introduce il capitolo l'ho trovata particolarmente adatta a questo finale. Gli sguardi di entrambi rivolti verso il tramonto e verso ciò che il futuro ha in serbo per loro. Mi piacciono davvero tanto insieme, credo che siano gli unici a potersi realmente capire e comprendere pienamente. Detto ciò vi saluto, vi auguro il meglio e spero di ritrovarvi di nuovo dalle mie parti. Perchè come diceva qualcuno molto più in gamba di me: "Non finisce qui..."

   
 
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