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Autore: Lunaharry66    08/10/2021    0 recensioni
STORIA PUBBLICATA ANCHE SU WATTPAD
tre one-shot AU a temi BakuTodo ambientate in situazioni diverse.
the blind guy: Smettila di fissarmi! 
medic resident: Bacio al paracetamolo
clerk in Tokyo: Concerto.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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the blind  guy : Smettila di fissarmi! (2.444)

attenzione: POV di un Bakugou adolescente e altamente irritante, linguaggio a tratti volgare e per niente family-friendly. La disabilità di un personaggio è trattata con ironia, sempre nel rispetto, perchè sono adolescenti che non dovranno salvare il mondo o combattere contro Shiragaki, quindi a mio parere, più spensierati.

Ripeto: POV DI BAKUGOU.

(non esattamente la personcina più delicata di questo mondo)

Siete stati avvisati. 

Katsuki non può fare a meno di sbuffare annoiato.

Gli sembra di essere seduto su quella sedia da delle ore,mentre invece sa benissimo che l’ultima lezione è iniziata da appena venti minuti.

Il venerdì può assumere sfumature particolarmente irritanti, Yamada che si impunta nel migliorare la loro pronuncia; Kirishima che non la smette di ciarlare e il tizio in fondo all’aula che lo fissa.

Per dire.

Capita che, durante il quinto girone  infernale della sua personalissima Divina Commedia, si ritrovi con la faccia contro il vetro della finestra oppure a scarabocchiare un quaderno.

Non possono pretendere che sopporti Yamada nella settima ora quando gli sembra di avere uno stalker molto originale.

Nella sua testa ha iniziato a chiamarlo affettuosamente, che parola strana e melensa, “lo stalker inconsapevole”.

Perchè il possessore di quelle iridi spaiate e dannatamente intiganti afferma di vedere giusto qualche ombra frenetica che si muove, quindi non sa di fissarlo per quelle sette ore e di renderlo stranamente nervoso.

Todoroki, o Metà e Metà, ha le mani strette in grembo, la fronte corrucciata e lo sguardo, non funzionante, dritto verso di lui.

Osserva, lui che può,quel corpo stranissimo e che sembra essere nato mescolandosi a proprio piacimento.

Una parte dei capelli sono chiarissimi, l’altra rossa e fiammante; gli occhi, Mina ha detto “eterocromatici”, hanno sfumature diverse e contrastanti.

Poi, c’è lei.

La cicatrice si espande sulla maggior parte del suo viso,ma solamente nel lato sinistro: circonda l’occhio e prosegue, ignara di tutto.

Katsuki è capitato, li ha seguiti per l'intero corridoio, di trovarsi esattamente dietro il muro dove Metà e Metà e Deku stavano parlottando fittamente.

Sa abbastanza di quella storia per desiderare di dimenticarla, ma è anche noto per essere impulsivo.

E attaccabrighe. 

E dannatamente bello.

La sua idea, maturata in contemporanea a l'appassionante spiegazione del genitivo sassone, prevede due step molto semplici.

Attendere che la classe si svuoti, avvicinarsi a Todoroki e parlargli, chiedendogli perchè cazzo lo fissa come se fosse la reincarnazione di Marilyn Monroe ma dotata di caratteristici organi maschili.

Yamada indica una frase alla lavagna, picchietta il gessetto rumorosamente e richiama l’attenzione della classe.

-Oh guys, I don't know how I have to explain with you … Kirishima! Can you say a few sentences for me? Please, I hope who you listened me…

Katsuki riserva al compagno di banco un’occhiata sbilenca e ghignante, conscio che l’altro sia stato distratto fino al richiamo.

-Ehm… My… sister’s… dog? Ehm… are big, no… Is? Is big?

Yamada sbuffa contrariato e si arrende all’evidenza.

-Ragazzi, why don't you listen to me? I think I can explain, but you don't know how to study!

I think, and I am telling the truth, that I have to give a lot of negative notes!

Gli studenti lo guardano confusi.

L’uomo si accascia affranto sulla sedia posta dietro la scrivania.

Katsuki vede Yaoyorozu alzare timidamente la mano e parlare al cenno incoraggiante del professore.

-Quindi… Crede di dover dare molte insufficienze?

Lui annuisce rincuorato.

-Ottimo, avrai un più sul registro,in quanto a voi… Lunedì interrogazione di recupero per tutti!

Katsuki rotea gli occhi: aveva intenzione di passare il weekend con i suoi amici, invece si ritroverà con quel libraccio d’inglese tra le mani…

Getta velocemente un’occhiata all'orologio rosso appeso in classe, sempre più convinto che sia rotto.

O che Aizawa, il loro coordinatore e insegnante di educazione civica,abbia manomesso le lancette per costringerli a rimanere più ore dentro quella classe di merda.

Il suo stalker, quello dall’espressione indecifrabile e tremendamente silenzioso, sembra non accorgersi del lento passare delle ore.

Katsuki non è un bullo, Deku è un discorso a parte, quindi non ha mai infastidito il coetaneo, se non affibbiandogli qualche nomignolo poco carino.

Quei capelli sono allo stesso tempo la cosa più oscena ma bellissima che abbia mai visto in vita sua.

Forse ha preso la questione dei due step un po’ troppo a cuore, come se ne avesse uno, ma vuole solamente chiarire qualcosa.

E ottenere un’ uscita con il bastardo.

In base a come gli girerà sul momento, deciderà se ficcarlo in un gabinetto o intrattenere una conversazione accettata dal buon senso e con un gelato in mano.

Quei restanti quaranta minuti li affronta a testa alta, senza farsi mettere in soggezione dalla noia, nemica universalmente riconosciuta da ogni studente del primo anno.

Kirishima gli direbbe che, no, Iida e Yaoyorozu non fanno parte di questa categoria.

E magari neanche il suo stalker personale.

Katsuki non sa effettivamente, solo Deku potrebbe fornire qualche dettaglio, cosa pensi Todoroki durante la giornata.

La sua espressione imperturbabile rende complicato capire le sue emozioni, o qualsiasi stronzata gli galleggi per la testolina bicromatica.

Cosa fa il pomeriggio?

Non conosce altre persone cieche, ma è sicuro del fatto che Todoroki sia una spanna più autosufficiente di quelle persone viste per strada o nei film.

Il tipo non ha un cane, non lo ha mai visto a braccetto con nessuno ed è munito di un semplice bastone pieghevole che ripone nella tasca esterna dello zaino blu.

In teoria è paragonabile a qualsiasi secchione della sua età, rara specie in via d’estinzione, su cui sono nate leggende metropolitane.

Esse non hanno mai varcato i confini della loro classe, ma Kaminari dice sempre che chiamarle leggende di classe stoni decisamente, per ben due ragioni:

di classe riconduce a qualcosa di elegante, elemento assolutamente esiliato dai loro racconti, troppi riferimenti ai film splatter amati da Sero per poter usare questo aggettivo; inoltre hanno un po’ tutti le manie da protagonisti, la voglia di conquistare il mondo frequentando uno dei licei, rigorosamente ad ammissione,più famoso del Giappone e quindi di classe suona troppo riduttivo.

Katsuki pensa che siano una banda di deficienti, sé compreso, a volte.

La leggenda che riguarda il suo stalker ha radici nei primissimi giorni di scuola, quando ancora non si capiva se Todoroki vedesse da entrambi gli occhi o meno. Ora non hanno granchè in più, ma almeno qualche mera conferma.

Kaminari aveva ipotizzato che non ci vedesse solamente dall’occhio sinistro e la cicatrice sembra essere un punto a suo favore.

Poi Katsuki si era ritrovato ad ascoltare la conservazione, ormai la etichettava come il “pettegolezzo” più importante che avesse mai udito, avendo il privilegio di sapere che il Bastardo non potesse vedere con nessuna parte.

Lui e il suo cervello, in un tacito accordo e senza discussioni, avevano deciso di custodire gelosamente quel segreto rubato a Deku e a Todoroki.

Tanto l’altro aveva ceduto alle domande di Mina e tempo una settimana, la classe si era chetata riguardo la questione che riguardava il suo stalker.

-Ragazzi, the lesson is over, be careful when you are on the street and watch the cars! Goodbye, see you next Monday with an oral exam!

Katsuki scatta sulla propria sedia.

Era riuscito a perdersi metà della lezione, non che gli dispiacesse più di tanto, ma ciò lo avrebbe costretto a rimediare qualche appunto in più da Mina…

Oppure poteva prendere due piccioni con una fava!

E poi prenderne uno a martellate per tutte le volte in cui riempiono il balcone di casa sua con la loro cacchetta puzzolente.

Se solo qualcuno gli comunicasse l'indirizzo dei loro nidi, Katsuki ricambierebbe gentilmente il favore.

Ma i cechi prendono appunti?

Lo avrebbe presto scoperto.

Aspetta che tutti i suoi compagni, chiacchieroni come sempre, svuotino l’aula. Deku è vicino a Todoroki.

-Todoroki-kun? Vuoi venire con  noi o…

-Grazie Midoriya, ma credo proprio che Uraraka stia aspettando te.

E Katsuki lo vede sorridere.

Non lo ha mai visto fare un’espressione che non fosse  lievemente accigliata o rilassata, si chiede come abbia potuto vivere senza sapere che quella labbra sottili hanno la facoltà di piegarsi all’insù e di sfoderare i denti.

Incredibile.

Deku si dilegua saltellando e Katsuki osserva un altro po’ il compagno:in questo momento lo stalker è lui.

Si riscuote, pronto a portare a termine la missione accuratamente, si fa per dire, studiata prima.

A passo felpato, ma non abbastanza, diminuisce la distanza tra lui  e Todoroki.

-Bastardo, hai un paio di appunti?

Due iridi vuote ma coloratissime allo stesso tempo lo sorprendono,dovrebbe concentrarsi maggiormente.

-Perchè non chiedi ai tuoi amici?

Katsuki capisce che in quella frase l’unico sentimento presente è la curiosità. In effetti, perchè dovrebbe chiederli a lui.

-Sei un secchione e non mi va di essere in debito con Deku.

-Midoriya non ti chiederebbe mai un favore in cambio.

Arriccia la bocca, sta per raccattare una delle sue espressioni più incazzate, quando…

Il Bastardo è cieco.

Che lui assomigli o meno a Jack lo Squartatore non ha importanza.

-Non sono qui per della psicoanalisi… Piuttosto, perchè non scrivi con quei pallini strani?

Katsuki guarda con attenzione il quaderno, ancora aperto, che l'altro ha sul banco;le pagine sono fitte e in rilievo Todoroki ha scritto alcuni appunti.

-Il braille? Mio padre… preferisce che io scriva come le persone normali.

Katsuki storce il naso a quella affermazione.

Per quanto Todoroki possa essere un emerito coglione e un grande bastardo, lo reputa una persona normalissima.

E carina,molto carina,così carina da spingerlo a inventarsi una scusa patetica per rimediare una passeggiata in città.

Si fa pena da solo.

-Senti… Come torni a casa?

-Vado a piedi di solito.

-Ma sono quasi due chilometri.

-Sì. 

-Da solo.

-Sì. Bakugou, vuoi un passaggio?

-E come me lo daresti?

-Che ne so, forse hai bisogno di qualcuno che ti sorregga… Questa conversazione è inutile ed imbarazzante.

-Concordo.

-Al fatto che tu abbia bisogno di qualcuno che ti sorregga?

-Bastardo.

Katsuki nota che gli occhi di Todoroki brillano.

Questo è il momento adatto.

-Perchè mi fissi tutto il giorno?

-Bakugou, sono cieco.

-Sì, ma mi fissi in continuazione. Ho iniziato a pensare di avere uno stalker.

-Hai pensato male. Per quanto ne so potrei fissare anche Yaoyorozu.

-E le sue tette.

-Le sue che?

-Tette, Todoroki. Quasi quasi mi dispiace che tu non possa godere di quella magnifica vista.

-Sei schifoso. Comunque preferirei guardare le tue, di tette.

-Io non ne  ho! Aspetta… Hai tipo fatto coming out? Dovrei abbracciarti o roba del genere?

-Forse e no.

-Sei gay.

-Forse.

-Hai detto due volte forse a distanza di due minuti.

-E tu hai ripetuto due per due volte.

-E tu mi hai rotto le palle.

-Anche tu, Bakugou.

Katsuki ghigna soddisfatto: quella conversazione è stupida ma incredibilmente necessaria.

-Quindi non sei uno stalker.

-Almeno non il tuo.

-Intraprendente, eh?

-...

-Non attivare il mutismo selettivo o ti spacco la faccia. Che fai il pomeriggio oltre a percorrere due chilometri a piedi?

-Cerco di non rimanere chiuso a scuola per il weekend.

-Cosa?

-Probabilmente stanno per chiudere.

-Oh, cazzo,sbrighiamoci.

Todoroki infila il quaderno nello zaino e se lo mette in spalla.

Tira fuori dalla tasca esterna il bastone e lo punta verso di lui, ma leggermente più a destra.

Katsuki lo afferra e lo indirizza verso di sé.

-Allora,Bastardo. Cosa fai di bello dopo scuola?

-Credo che oggi prenderò un gelato con te.

Sorride, cazzo.

Lo ha anche anticipato.

-Mi sembra un’ottima idea. 

Camminano insieme e Katsuki cerca di non mettere i piedi dove Todoroki appoggia il bastone per sondare il terreno.

Vorrebbe dire che sono praticamente soli e che da qui all’uscita sono un paio di metri, ma d’altronde l’altro avrà le sue motivazioni.

-Mattonella.

Sente di star scivolare ma un braccio, incredibilmente forte, lo afferra.

-Ma che cazzo?!

-La mattonella, è rotta o alzata, ora non conosco esattamente i termini tecnici.

Katsuki sospira: ecco ,cosa stava pensando a proposito dell’inutilità di sondare il terreno?

-Va bene, bastardo. Hai vinto tu.

L’altro sorride vittorioso.

Katsuki è vicino al rincoglionimento totale, ma quando Todoroki gli sfiora timidamente i polpastrelli con i propri è sicuro di aver preso una direttissima per quella situazione.

-Quale gelateria frequenti?

-Vado a un carretto, per la verità.

-Dove?

-In centro, fidati.

-Sei cieco.

-E tu arguto.

-Per quanto ne so potrei finire sotto a un treno.

-Ti ho appena salvato da una mattonella.

-Oh, mio grande eroe! Che vuoi, un bacio di ringraziamento?

Todoroki non risponde e Katsuki lo segue.

Per le strade affollate del centro è sempre difficile camminare,praticamente è riuscire a districarsi ne l'ondata di turisti e persone indaffarate.

Non è per niente piacevole.

Katsuki sta già aspettando quel momento, il trovarsi fermo tra la folla che avanza a passo di lumaca, ma Todoroki gli tocca le dita.

Di nuovo.

Sembra quasi un loro linguaggio in codice segreto e Katsuki è entusiasta come poche volte.

-Che vuoi Metà e Metà?

-Fammi aggrappare e arriveremo in un attimo.

Katsuki non capisce, ma Todoroki è serio e sorride.

Lo asseconda esitante porgendogli il braccio, l’altro lo stringe e si rigira il bastone nella mano destra.

-Preparati allo show.

Il ragazzo più alto inizia a muovere senza un senso preciso, mappando comunque il marciapiede in cerca di buche, il bastone bianco e rosso.

I passanti si distanziano da loro, chi gli lancia occhiate commosse o di compassione, chi si allontana infastidito.

Katsuki crede che Todoroki sappia di ricevere entrambi gli sguardi e gli dispiace tremendamente che lui sembri abituato.

Più che altro vorrebbe picchiare quei deficienti, ma ha  il sospetto, fondato, che il bicolore non sarebbe d'accordo.

-Arrivati.

-Cazzo.

-Lo hai detto molte  volte.

-Zitto… Ma sei un genio! Psicopatico, lasciatelo dire.

Non suona decisamente meglio: «Sto scoprendo quanto tu sia fantastico e mi piacerebbe che questo pomeriggio non finisse mai? »

Nah, troppo melenso.

E forse è melenso pure quel gelato alla fragola che una tipa annoiata gli ha buttato nella coppetta.

E forse è melenso pure lo sguardo sognante che sta regalando a Todoroki, che oggi ha dimenticato a casa gli occhiali da sole con la montatura fina che indossa quando esce.

E forse Katsuki  sta ringraziando con tutto il cuore qualsiasi cosa glieli ha fatti dimenticare e gli sta permettendo di fissare le sue iridi e di caderci.

E forse sta per dire una cazzata.

-Prima non mi hai risposto.

-Vorrei lanciarti un’occhiata sarcastica, ma credo che il risultato sarebbe abbastanza deludente.

-Lo vuoi o no questo bacio di ringraziamento?

-In verità, me ne spettano due.

-Che?!

-Ti ho fatto venire qui velocemente o a quest’ora saremmo ancora bloccati vicino scuola.

-Bastardo, mettiamo le cose in chiaro. Vuoi o no questo bacio?

-Due.

-Li vuoi questi cazzo di baci?

E forse le labbra ti Todoroki che si posano sulle sue e le mani di Katsuki che incorniciano quel viso particolare e bellissimo sono un vero spettacolo.

Alla fine, ha catturato più di un piccione con una fava.

Inoltre la presenza dell’altro lo rende nettamente migliore, quindi forse, forse, non penderà a martellate nessuno uccello.

A meno che non gli caghino in testa.

   
 
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