VIII. Salgo io, poi sali pure tu
[Incisione]
[Incisione]
Qualche volta mi domando come tu abbia fatto a incidermi in questo modo – se tutto d’un colpo, come una ferita inferta da un bisturi, o tu non mi sia entrato dentro lentamente, passo dopo passo, secondo dopo secondo: quand’è che ha smesso d’essere uno scherzo senza che io me ne rendessi conto?
Pensavo fosse una scommessa con me stessa e che avrei potuto barare: come hai fatto a vincere tu, che non avevi nemmeno le carte in mano, me lo spieghi?
E, adesso che sono a un nuovo giro di giostre (salgo io, poi sali pure tu?1 ), mi domando se mi verrai a prendere e m’inciderai dentro il tuo nome ancora una volta – pensi che io sia come te ma, mentre mi chiedo se sia meglio aspettare un altro giro o buttarmi giù, penso che fondamentalmente non ci somiglieremo mai.
Rimarrò sempre come sono stata: in posa, appoggiata sullo schienale della tua sedia, a domandarmi perché mi guardi e non mi vedi mai.
[164 parole]
1Sangiovanni, Malibù