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Autore: Gaia Bessie    08/10/2021    1 recensioni
I miei pensieri in posa, prendeteli con le pinze.
[Raccolta di Flashfic | Scritto per il Writober (lista pumpNIGHT) indetto dal sito di fanwriter.it | Partecipa alla challenge "Rigurgiti di scrittura" indetta da VigilanzaCostante sul forum "Ferisce più la penna"]
1: D’inverno bevo vino rosso, d’estate mi trasferisco al sud: se avessi saputo che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui t’avrei sentito, forse te lo avrei detto.
7: Londra è un buon posto, per raccogliere i cocci, non lo pensi anche tu?
12: Mi dicono che luccico, ma non brillo mai – che forse non sono oro, ma qualcosa che è duro come diamante e, allora, ti taglio come vetro soffiato.
19: C’è un segreto – per ridere bisogna fare ridere, oppure avere tanto da piangere: indovina. Indovini?
26: non trovi che il blu sia il mio colore?
29: E per convincermi che va tutto bene mi dico che mi hai messo Saturno contro – che è cambiamento, rinascita, rottura e opportunità: la mia possibilità di ricominciare tutto da zero, di fingere che quest’anno non ci sia mai stato.
31:Con amore,
G.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VIII. Salgo io, poi sali pure tu
 
[Incisione]
 
Qualche volta mi domando come tu abbia fatto a incidermi in questo modo – se tutto d’un colpo, come una ferita inferta da un bisturi, o tu non mi sia entrato dentro lentamente, passo dopo passo, secondo dopo secondo: quand’è che ha smesso d’essere uno scherzo senza che io me ne rendessi conto?
Pensavo fosse una scommessa con me stessa e che avrei potuto barare: come hai fatto a vincere tu, che non avevi nemmeno le carte in mano, me lo spieghi?
E, adesso che sono a un nuovo giro di giostre (salgo io, poi sali pure tu?1 ), mi domando se mi verrai a prendere e m’inciderai dentro il tuo nome ancora una volta – pensi che io sia come te ma, mentre mi chiedo se sia meglio aspettare un altro giro o buttarmi giù, penso che fondamentalmente non ci somiglieremo mai.
Rimarrò sempre come sono stata: in posa, appoggiata sullo schienale della tua sedia, a domandarmi perché mi guardi e non mi vedi mai.
 
[164 parole]


 

1Sangiovanni, Malibù
   
 
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