Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: dragun95    08/10/2021    3 recensioni
Valtur è un membro degli inquisitori, un gruppo votato alla lotta alla piaga che da più di un secolo sta causando morte e dispirazione. E da cui non vi è una cura.
Il mezzelfo è stato incaricato di dirigersi in una delle città umane più avanzate, dove la piaga ha iniziato a diffondersi. In concomitanza con un'incontro molto importante.
Tra i tetti e i vicoli il nostro inquisitore dovrà affrontare la piaga e forse qualcosa di più di quanto avesse potuto immaginare.
Genere: Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 14
A CARTE SCOPERTE
 
 
Vedeva tutto nero, da quando aveva aperto gli occhi, quel colore era stato l’unica cosa che percepiva. Spostò lo sguardo intorno ma non vedeva altro che tenebre, iniziando seriamente a chiedersi se fosse morto.
Se quello era l’inferno allora era molto diverso da come se lo era immaginato, niente fiamme che bruciano o dannazione per l’eternità, solo oscurità che lo circondava.                                                                                            
Ma dopo quel pensiero delle scintille iniziarono a scoppiettare intorno a lui, diventando in una manciata di secondi delle grosse fiamme alte quanto delle torri circondandolo in un’anello di fuoco.
L’attenzione di Valtur però non fu catturata dalle fiamme, bensì da una figura che era davanti a lui: l’Abominio.             
La parte di se creata dalle maledizione era proprio davanti a lui, ma non si mosse si limitò a fissarlo a sua volta. Scrutò quelle grandi pozze rosse alzando lentamente il braccio e la creatura fece altrettanto. Intuendo che quello non era altro che un riflesso di se stesso. Abbassò il braccio seguito dall’altro, avrebbe tanto voluto saltargli addosso e piantargli Durendart nel petto. Ma non aveva niente con se, era completamente nudo armato solo con le sue stesse mani, anche se in quel momento uccidere la parte di se stesso che più odiava a mani nude era una visione molto allettante.

-Quanto vorrei che sparissi- sussurrò lui. Delle crepe iniziarono a formarsi sul petto dell’abominio, le quali si irradiarono in tutto il corpo come un vetro rotto. Per poi spaccarsi in tanti minuscoli frammenti sotto lo sguardo dell’albino. Lui si limitò a fissare la scena con indifferenza per poi alzarsi iniziando a sentire un certo caldo, vedendo una figura uscire dalle fiamme.
Era di dimensioni titaniche e completamente di fuoco, anche se la fisionomia sembrava di un’uomo in armatura, solo che aveva quattro grosse ali piumate di fuoco sulla schiena e sopra alla sua testa si poteva vedere un anello di fuoco con quello che sembrava il grande manico di una spada dietro alla schiena.
“La Fiamma” pensò istintivamente sgranando gli occhi davanti al gigantesco essere alato. Mentre le fiamme dietro di lui si tinsero di un colore viola, facendolo voltare, vedendo una seconda figura uscire da esse. Serrando la mascella alla sua vista.   
    Questa volta era una figura femminile alta quanto la prima, con indosso un soffice e succinto abito nero che nascondeva le sue forme. I capelli sembravano fatti di pura nebbia nera incorporei ma tangibili allo stesso tempo, aveva ben tre maschere d’oro, una sul volto e le altre due ai lati della testa sulla cui sommità c’era una mezzaluna nera.

«Hekate» Disse la figura fiammeggiante guardando le pozze nere della figura femminile

«Uriel» rispose lei a tono guardandolo. I due titani svanirono nelle loro rispettive fiamme, che subito scesero a terra come delle onde addosso al Mezzelfo.
 

Scattò in piedi con l’agilità di una tigre mettendosi subito in posizione di difesa per poi gemere di dolore un secondo dopo. Si portò la mano alla zona dolorante notando di essere stato medicato e di essere in una camera da letto.

-Mi hai spaventata- Disse la voce di Nerissa. La Scriba era sul pavimento completamente fradicia e con un catino vuoto in mano. Ora al posto delle gambe aveva una coda di pesce dalle squame nere e pinne dal taglio appuntito e fibrose come le ali di un pipistrello.

-Vuoi una mano?- lei scosse la testa facendo forza sulle braccia per trascinarsi verso una sedia della stanza e issarvici sopra.
e sirene era conosciute per avere al posto delle gambe una coda di pesce, ma questa coda se si asciugava mutava in gambe umane che potevano usare per muoversi sulla terra. Ovviamente una volta bagnate tornavano alla loro forma originale.

-Come ti senti?- gli chiese lei.

-Ho ancora dolore- rispose portandosi la mano alla spalla ferita.

-Dammi il tempo di asciugarmi e poi ti cambio la fasciatura-.   

La scriba rimosse le bende sulla spalla, vedendo la ferita ancora aperta. Si stava rimarginando piuttosto velocemente e proprio per questo aveva preferito non suturarla. Prese una boccetta versandovi sopra dell’unguento per poi ribendarla, era sicura che in una notte si sarà già rimarginata.

La porta della stanza si aprì e Evereth fece il suo ingresso. Vedendolo subito il Purificatore abbassò il capo, forse per la vergogna di non essere riuscito a mantenere il controllo sulle sue emozioni e aver rischiato di ferire tutti quelli che gli erano vicino indiscriminatamente.

-Ti sei svegliato Purificatore Valtur. Eravamo in pensiero per te- ammise l’uomo sorridendogli. Come se il fatto di aver provato ad ucciderlo solo qualche ora fa, non fosse mai accaduto.

-Vicario Evereth sono terribilmente dispiaciuto. Spero di non aver ferito nessuno dei nostri- disse balbettando agitato, il solo pensiero di aver potuto far del male ad un suo compagno, lo faceva stare male.

-A parte l’elfa che era messa peggio hai morso la gamba di Blossom. Ma non era grave si rimetterà subito, in tempo per la riunione con gli elfi. Alla quale parteciperai anche tu non credere di poterla scampare!- l’altro annuì, dopo quello che aveva combinato era giusto seguire le sue istruzioni. Soprattutto visto che si sentiva in colpa per aver ferito la Minotaura non che donna del Vicario. Per quanto lui capisse come si sentiva sapeva che non avrebbe esitato a staccargli la testa qualora avesse ucciso Blossom anche per sbaglio.

-Tutti abbiamo un punto di rottura Valtur. Vedi di rimetterti presto…oh dimenticavo questa è tua- gli lanciò qualcosa prima di girarsi e uscire. L’albino prese l’oggetto al volo vedendo che si trattava della moneta di Hekate.
 

-Questo sarebbe il tuo piano B?- chiese Kruagag guardando il costrutto davanti a se. Sarà stato alto più di tre metri costruito con una pesante armatura corazzata molto spessa e dall’aria minacciosa.

-E’ molto massiccio si. MA NON è QUELLO CHE TI AVEVO CHIESTO!- sbraitò il Suiham puntando la pistola contro l’uomo che alzò lentamente le mani, ma la sua espressione era sempre calma e rilassata.

-Stia calmo Duca. Ora capirà tutto- cercò di calmarlo per poi alzare la mano con il guanto comandando il Golem. Quest’ultimo si mosse andando verso ad una grossa cassa di ferro ed estraendone un’ascia della medesima grandezza.

-Un’arma? È questo a cui avevi in mente?-

-Non una semplice arma!- rispose lo scienziato invitando il duca ad avvicinarsi per osservarla meglio. Appena il Suiham si avvicinò per guardarla più attentamente, vide che la lama e il manico erano cosparsi di tanti aculei uniti insieme al metallo. Il duca voltò la testa verso il castano, che lesse il dubbio nei suoi occhi.

-Questi sono…-

-Le spine degli infetti!- concluse per lui e subito il duca fece un salto indietro per allontanarsi da quell’arma potenzialmente mortale e contagiosa. Mentre Josef lo guardò orgoglioso.

-Controllare gli infetti è impossibile. Ma le loro spine rimangono pericolose ed estremamente contagiose anche dopo la morte dell’ospite- spiegò lo scienziato sistemandosi gli occhiali da vista.

-Ora…immagini un esercito di Golem pesanti armati con armi forgiate con le spine degli infetti. Un solo graffio sarebbe potenzialmente contagioso- continuò l’uomo. A quel pensiero sul volto del cinghiale si stampò un sorriso complice, l’idea di avere guerrieri con armi infettive lo entusiasmava. Se non altro era una buona alternativa al fallimento della “Catena Imperium”.

-L’unico problema sono gli Inquisitori. Sono troppo pericolosi!- affermò il duca quando una figura avvolto in un mantello nero e con un elmo dello stesso colore che gli copriva la testa esclusi gli occhi gli si avvicino sussurrandogli qualcosa nell’orecchio.

-Come cazzo è possibile?!- lo scienziato si stupì di quella reazione violenta del duca.

-Qualche problema?-

-Sembra che gli Inquisitori abbiano messo le mani su uno dei collari. Non era compito tuo far in modo che non accadesse!- l’uomo alzò la mano creando una barriera, fermando un proiettile sparatogli contro. Di certo questa volta non sarebbe riuscito a fermarlo facilmente.

-Si calmi duca. Possiamo usare la nostra squadra assassina per recuperare il collare e visto che ci siamo…potremmo far fuori il Vicario degli Inquisitori- gli propose Josef, sebbene avesse ancora le zanne esposte per la rabbia il Suiham ci pensò sopra per poi annuire. Sbarazzarsi di quei dannati Inquisitori è di certo un’ottima idea.

-Hai ragione Josef. Stando così le cose fai preparare tre squadre. Voglio il Vicario morto e anche quello bianco!- affermò per poi lanciare una cosa all’uomo. Lui prese la scatolina aprendola e vedendo che si trattava di una penna in oro.

-Una piccola ricompensa se il tuo lavoro fosse andata bene. Te la sei guadagnata!- lo scienziato sorride abbassando il capo in segno di ringrazziamento per poi infilarla nel taschino superiore del camice.
 
 

Valtur se ne stava sdraiato sul letto intendo a giocherellare con la moneta. Sebbene non gli piacesse era come se non riuscisse a liberarsene, aveva il presentimento che se ci avesse provato gli sarebbe tornata sicuramente indietro.

-Quella è una moneta di Hekate?- chiese Nerissa che stava buttando via le garze vecchie e sporche di sangue. Il Mezzelfo si limitò ad annuire passandosi la moneta tra le dita.

-Non credevo la venerassi- ammise lei.

-Non lo faccio infatti, anche se mi protegge non l’ho chiesto io! Inoltre anche tu sembri venerare qualcun’altro!- disse lui guardando la collana che era rimasta fuori dalla divisa della ragazza che raffigurava un serpente marino attorcigliato in una spirale.

-Quello è il simbolo del Leviatano- Sapeva che le Sirene veneravano il Leviatano simbolo distruttivo del potere degli oceani. Gli Inquisitori dato il loro legame con il fuoco per epurare gli infetti, affidavano la loro fede in Uriel, l’arcangelo della fiamma che purifica il male. Ma a Valtur non interessava a chi gli altri rivolgessero le loro preghiere, dato che erano cose personali e non gli sembrava giusto criticare le scelte altrui.

-Era di mia madre. Me lo ha lasciato prima di morire- ammise lei.

-Scusa non volevo rivangare brutti ricordi- rispose subito, la corvina scosse la testa.

-Tranquillo…sono passati anni da quando una malattia me l’ha portata via. Il dolore alla fine passa- anche se aveva detto così agli occhi del Mezzelfo non sembrava del tutto sincera. Aveva sofferto molto in tenera età e ciò lo aveva portato a sviluppare una specie di sesto senso per le persone che stavano male interiormente.

-Ti va di parlarne?- Quella domanda spiazzò totalmente la Scriba. Soprattutto perché anche se lo conosceva solo per sentito dire e non direttamente non si sarebbe aspettata che gli chiedesse di parlargli del suo passato. Anche se sembrava freddo in realtà sotto era molto caloroso. Lei arrossì diventando di un color ciliegia.

-Sicuro di voler sentire la mia storia?- lui annuì. La sirena vampiro si sedette su una sedia davanti a lui prendendo un profondo respiro prima di cominciare.

-Mia madre era una cameriera, lavorava nella villa di un nobile vampiro. Lui era già sposato con due figli, ma ciò non gli impedì di divertirsi con mia madre…finché lei non rimase incinta di me- disse sospirando -Mia madre sapeva che con un’erede illegittimo, la moglie avrebbe provato ad uccidere sia lei che il bambino che portava in grembo, per cui una notte scappò via senza voltarsi indietro-

-Quindi tuo padre non sapeva?- lei scosse la testa per poi continuare.

-Anche senza di lui io e mia madre siamo stati bene da sole. Ma lei si ammalò e morì…poi però tocco anche al villaggio in cui abitavano a causa della piaga. Forse è per questo che mi sono unita agli Inquisitori…trovare una cura e provare a curare i malati, come lo era mia madre- Valtur ascoltò in silenzio senza interromperla.

-Neanch’io ho mai conosciuto mio padre- gli disse. Se lei gli aveva raccontato la sua storia era giusto che lui facesse altrettanto.

-Io sono un mezzo sangue…una cosa vista come un disonore per gli alti elfi come saprai. Così mia madre mi abbandonò lasciandomi appeso su un ramo appena nato- lei deglutì portandosi la mano a coprirsi la bocca, di certo non si sarebbe aspettata che la sua vita fosse iniziata in modo così tragico.

-Mi dispiace-

-Sarei morto su quell’albero se il mio maestro non mi avesse trovato e adottato. Sai era anche lui un membro degli Inquisitori: un Forgiatore- I Forgiatori erano la divisione incaricata della lavorazione del metallo Ignis e la forgiatura delle armi degli Inquisitori, ogni arma che un membro dell’ordine brandiva era opera loro.

-Quindi sei entrato nell’ordine quando eri molto giovane-

-Si, ma non subito come Purificatore. Orsten questo era il nome del Forgiatore che mi ha cresciuto, mi ha insegnato alla lavorazione del metallo forse per farmi seguire le sue orme- ammise lui ricordando tutti i momenti passati nella forgia a battere il metallo insieme al suo maestro.

-Cosa ti ha fatto cambiare idea?- a quella domanda lui si portò la mano al collo massaggiandolo, come se stesse cercando le parole.

-Forgiare armi mi piaceva, anzi lo faccio tutt’ora come passatempo…ma credo che volessi diventare un membro del gruppo armato perché volevo viaggia ed esplorare il mondo oltre che aiutare gli altri. Almeno questo era il mio pensiero iniziale e ancora infantile- allungò la mano prendendo la brocca d’acqua che era appoggiata sul mobile vicino al letto iniziando a berla a canna, sentiva di avere la gola molto secca.

-Alla fine ho compreso la vera natura del mio ruolo quando ho dovuto dare alle fiamme un intero villaggio- Nerissa non osò dire niente, anche se non era una guerriera come il Mezzelfo anche lei sapeva che il loro ruolo era molto duro soprattutto emotivamente e interiormente, cosa che le altre persone non riuscivano a comprendere.

-Allora perché non hai lasciato dopo la tua prima missione?- chiese lei guardandolo.

-Dopo aver visto quegli orrori e il modo in cui si diffondevano. Ho capito che se non fossi stato io a provare a fermarli…nessun’altro lo avrebbe fatto!- rispose serio. Quel giorno il Mezzelfo aveva trovato lo scopo della sua vita, impedire che la piaga si propagasse, anche se ciò avrebbe voluto dire mettere in gioco la proprio per salvarne molte altre.

Vedendolo serio dopo aver detto quelle parole, la ragazza si sentì come ispirata da lui ritrovandosi ad arrossire. Lei però si riscosse subito rimettendosi in piedi.

-Scusa ma ora devo andare, sembri stare bene ma non sforzarti troppo- gli raccomandò Nerissa prendendo le sue cose e andando verso la porta.

-Va bene. E salutami l’Alchimista- lei si bloccò diventando di un color peperone.

-N.n…non sto andando da lui…okey- rispose infilandosi la maschera e uscendo dalla stanza. Lui scosse la testa sdraiandosi e poggiando la testa sul cuscino, sospirando di quella piacevole sensazione di morbidezza.
“Non è brava a mentire!” affermò avvolgendosi tra le coperte per cercare di dormire almeno un po’.
 
 
 
 
 
Note dell’autore
Nuovo capitolo. Valtur si risveglia e nonostante ciò che è successo durante l’Holmgang il Vicario sembra preoccupato per lui e senza aver rancore nei suoi confronti, forse. Qui facciamo la conoscenza di due entità molto potenti che paiono contendersi il protagonista, cosa ci sarà sotto?
Intanto apprendiamo che le Sirene venerano il Leviatano, la famosissima creatura marina. Inoltre scopriamo anche il passato sia della Scriba che del nostro Purificatore, che dire nessuno di loro due ha avuto un bell’inizio di vita soprattutto il protagonista.
Ecco svelato il Piano B di Josef: armi spinose e contagiose. Di certo un bel piano alternativo. Inoltre il duca ha dato l’ordine di assassinare gli Inquisitori, vedremo se avrà fortuna oppure no.
Grazie anche solo a chi legge la storia e ci vediamo al prossimo capitolo.       
A presto.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: dragun95