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Autore: MusicAddicted    09/10/2021    1 recensioni
Missing Moment/anticipazione da 'Incontri TenTENNANTi'
Peter Carlisle insegna ad Alec Hardy ad apprezzare la tecnologia del futuro... e non solo quella!
Questa one shot partecipa al Fluttober 2021. Prompt 9: Text messages
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Hardy, Altri
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fluff's never enough'
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Prima di inizare a leggere:
Se non avete già familiarizzato con questa storia delirante
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3906327&i=1  che sto scrivendo con la mia socia Loki https://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=115214
, vi invito a cliccare sulla X per uscire dalla pagina, perchè di questa shottina delirante ci capireste davvero poco o nulla ^^'

Se invece avete già preso confidenza con quel pazzo mondo e i suoi personaggi ancora più pazzoidi , siete le/i benvenute/i  e potreste trovare delle nuove aggiunte e dei nuovi sviluppi (non manca molto perché ci arriviamo anche nella long a questo punto, ma intanto lo potevate intuire che era nell'aria ;P )

Disclaimer: David Tennant e i suoi stra meravigliosi personaggi appartengono solo a lui (a Georgia <3 ) e agli sceneggiatori/registi ecc di ogni fandom affrontato

Se avete voglia di fluff made in DIL (con un piccolo cameo BarTen )  , questo è il posto giusto ;)


cover-fluff

dil2-r

Textual Education


 

“Sai, per me è come se venissi un po’ dal futuro, sei dodici anni più avanti di me…” commenta Peter Carlisle, di notte, in camera di Alec Hardy.

 

Ormai è diventata un’abitudine fra i due e alternano le loro camere a seconda della sera.

 

“Che cos’è, un altro modo per ricordarmi il gran divario d’età che c’è fra noi due?” borbotta Alec, sentendosi a disagio.

 

Per tutta risposta, Peter gli salta addosso.
 

“Tu sei perfetto così, non ti vorrei nemmeno di un giorno più giovane, caro il mio vecchierello!” ridacchia, prima di baciarlo.

Un’altra delle loro consolidate abitudini.
Non sono ancora pronti per questi atteggiamenti in pubblico, ma per il momento a entrambi basta così.

 

“Sbarbatello impudente, non ti azzardare più a chiamarmi un'altra volta così!” finge di minacciarlo Alec, restituendogli il bacio.
 

Peter sorride, ma quando meno Alec se lo aspetta gli ruba lo smartphone dalla tasca.
 

“Vedi? Quando intendo che vieni dal futuro intendo anche questo. Guarda che telefono futuristico, il mio a confronto ti sembrerà un pezzo di antiquariato.” gli spiega lui, tutto esaltato, mentre ne esplora ogni contenuto.

 

“Non è che mi sembra, è.” lo prende in giro l’altro.

 

“Sempre simpatico tu.” sbuffa Peter. “Guarda qui, delle App per comunicare con il comando di polizia e la tua squadra… io non ho nulla del genere,” continua a curiosare Peter, prima di aprire la chat e scoprire tutto un mondo che si cela dietro, rappresentato dal simbolo di una faccina sorridente.


“Accidenti! Ma c’è un’immagine per ogni cosa, per ogni stato d’animo, per ogni tipo di evento… e sono così divertenti!” si esalta Peter.

“Tu credi?” inarca un sopracciglio Alec, nel più scettico dei modi.


“Vuoi scherzare? Con il mio cellulare devi mettere insieme una successione di simboli e punteggiature precisi per ottenere quattro faccine in croce.. qui invece sono già pronte e ce ne sono a centinaia! Come puoi non trarne vantaggio?”

“Io ci stavo benissimo con i cellulari del periodo in cui vivi tu, facevano solo quello che era necessario!” borbotta Alec.

 

“Non sono d’accordo. I vostri agevolano le comunicazioni, aumentano gli orizzonti di possibilità, soprattutto ti fanno risparmiare tempo.” argomenta l’altro.

“Che intendi dire?”


“Prendi la domanda: ‘Come stai?’ Perchè star lì a digitare ‘Tutto bene’ o ‘Non c’è male, grazie’ quando puoi semplicemente spedire il pollice su che segnala che è tutto okay?” gli spiega l’altro.

 

“Non ci avevo pensato.” si accarezza il mento Alec.


“Dovremmo fare un esercizio, se solo avessi un cellulare moderno come il tuo,” rimugina Peter, prima di venir colto da un’illuminazione. “Aspetta un momento, c’è chi può aiutarmi!” decide, alzandosi dal letto.
 

Alec ha seguito il suo stesso corso di ragionamenti.

“Ma… non puoi disturbarlo, è mezzanotte passata!” gli fa notare il più grande.

“Perché? Tu davvero credi che lui stia dormendo? Che ingenuotto.” ridacchia Peter. “Aspettami qui, torno subito.”

 

Il giovane detective si incammina per quei corridoi che ormai conosce come casa sua e arriva di fronte alla porta della stanza del Dottore, bussando.

Deve attendere qualche minuto prima che qualcuno gli apra e non è il Dottore a farlo.

“Che vuoi, Babbano Canterino?” ringhia, con uno sguardo non ha nulla di amichevole.

Indossa solo un paio di boxer verde smeraldo. Peter è ben cosciente che ci sia la regola del nudo, ma il respiro affannato del Mangiamorte, i capelli scompigliati, il volto e il petto imperlati di sudore e i segni di graffi e succhiotti freschi gli raccontano tutta un’altra storia.

“Mi servirebbe parlare col Dottore, forse sarà questione solo di pochi minuti.” domanda Peter, mentre Ten è già corso a darsi una rinfrescata in bagno.

 

“E se io non volessi?” ringhia il Mago Oscuro, ma Peter non si fa intimorire.
 

“Chi ti ha dato lezioni di cucina Babbana? Chi ti ha aiutato a fare quella pizza? In un certo senso sono in minima parte la conseguenza di tutto quell’entusiasmo sotto le lenzuola!” ha la risposta più che pronta il detective.

 

“Ha ragione lui, Barty,” interviene anche il Dottore, che ora indossa dei boxer blu TARDIS e una T-shirt con le banane, su sfondo blu. “E quando torno riprendiamo con gli interessi!” ammicca lascivo, dandogli un breve ma profondo bacio.

“Ci conto, mio Dottore.” lo lascia andare Barty.

“Dimmi tutto, Singy,” lo segue Ten, nel corridoio.

“Mi chiedevo se fosse possibile avere un cellulare un po’ più moderno, non dico addirittura come quello di Alec o Killgrave, ma…”

“Da’ qua,” tende la mano Ten, affabile, in attesa che Peter gli consegni il cellulare e non appena lo fa lo sottopone alla piccola ma prodigiosa luce del suo cacciavite sonico.

Ed è solo questione di pochi minuti.

“Ecco fatto. Divertiti col tuo nuovo, super tecnologico giocattolo.” gli sorride, riconsegnandogli il telefono, uguale solo nell’aspetto esteriore. 


“Grazie mille, Ten!”


“E di che? Va da sé però che quando tornerai te lo dovrò ripristinare… sai com’è darebbe un po’ nell’occhio quel tipo di tecnologia circa dieci anni prima che venga scoperta!” ridacchia Ten, prima di far ritorno nella sua stanza, con l’altro che annuisce riconoscente.
 

Bastano poche falcate perchè anche lui sia di ritorno non nella sua stanza, ma in quella di Alec.


“Che ti dicevo? Dormiva.” deduce Alec, vedendolo far ritorno così presto. “Oppure era sveglio, ma Barty si è opposto e ti ha fatto dimenticare cosa dovevi chiedergli.”


“Niente del genere, Barty è stato a suo modo tollerabile e il Dottore rapidissimo nell esaudire le mie richieste.” lo informa Peter, allegro. “Finalmente sei pronto per il tuo corso accelerato di emoticon!”

“Il mio cosa?!”

“Potrei chiamarlo l’EmotiCorso!” si accende sempre più di entusiasmo Peter, ignorandolo.


“Io non ho bisogno di imparare un accidenti!” si impunta Alec.

 

“Oooh, invece sì, caro mio, ti indottrinerò a dovere, saprai il significato di ogni immagine… dal primo sorriso all’ultima bandierina, cioè… ci sono pure le bandiere!” si sorprende il più giovane, guardando i contenuti del suo cellulare, ora che ha un upgrade di tutto rispetto.
 

“Mi sa tanto di minaccia…” brontola il più grande.

“Niente affatto, è l’esatto opposto se mai, è un tentativo di salvezza… è come trovarsi su un’isola deserta e aver il modo di poter lanciare il tuo messaggio in una bottiglia, non che questo sia una bottiglia,” gli spiega Peter, agitandogli davanti il cellulare, mentre ridacchia.

 

Chi non ride affatto è Alec, che sente diffondersi un riff allegro di chitarra, accompagnata da una batteria ritmica.

“Oh no, no, no…” mugugna, mordendosi un labbro, sapendo cosa lo attende.

 

“Just a castaway, an island lost at sea, oh

Another lonely day, with no one here but me, oh” comincia a cntare Peter, muovendo la testa a ritmo.
 

“More loneliness than any man could bear

Rescue me before I fall into despair, oh”

Il giovane si alza, cominciando a saltare sul letto.

 

“I'll send an S.O.S to the world

I'll send an S.O.S to the world

I hope that someone gets my

I hope that someone gets my

I hope that someone gets my…”

Scende dal letto, camminando lento sul pavimento.

 

“Message in a bottle…”
 

Anche Alec si alza, per andare verso di lui e tenerlo per le spalle.

“E va bene, va bene, dammi pure quelle maledette lezioni, basta che smetti di cantare!”

 

La musica svanisce e Peter ritorna padrone delle sue azioni.

 

“L’ho rifatto di nuovo, vero?” gli chiede, con aria quasi colpevole.


Alec sorride, scompigliandogli i capelli.


“Ti va bene che mi piacciono i Police!”
 

“Okay, veniamo a noi.” si rimette sul letto Peter, attendendo che Alec lo raggiunga. “Ora ti manderò una serie di SMS e tu dovrai rispondermi solo con delle emoticon.”

 

“Se proprio non se ne può fare a meno,” aza gli occhi il più grande.

 

“No, non si può.” replica l’altro, prima di spedirgli il primo messaggio.

 

Come stai?’


In risposta gli arriva il famoso pollice in su nominato precedentemente.

 

Che lavoro fai?’

 

“Sbarbatello, sei serio?”

 

“Fidati.” ammicca l’altro.

 

Alec rovista un po’ fra le immagini che ha a disposizione e si stupisce quando trova anche la professione del detective, con tanto di lente in mano, che provvede a inviargli.

La lezione di Peter prosegue con argomenti che variano dagli animali, ai fiori, al cibo, agli hobby, tutte cose che danno modo a Alec di sperimentare con emoticon mai usate prima.

 

Dopo un po’, Peter decide di passare a cose un po’ personali.

 

Ti piace stare qui con me?’


Alec risponde con una faccina dal largo sorriso.

Ti piaccio io?’

 

In risposta gli arrivano svariati cuori e un abbraccio.

 

Peter gongola felice.
 

Subito dopo gli arrivano in sequenza uno speaker, un omino castano ripetuto più volte, dei puntini di sospensione, una sequenza di espressioni sempre più furibonde, altri puntini e po la faccina stecchita.

“Uhmm vediamo… se ti azzardi a dirlo agli altri…ti  ammazzo?” decifra il messaggio Peter, fra il divertito e il preoccupato.

 

Alec annuisce fiero.
 

“Ormai le emoticons non hanno più segreti per te!” lo encomia il più giovane, abbracciandolo.

 

“Già, vedrai come stupirò mia figlia Daisy… basta coi messaggi lasciati alla sua segreteria!” sorride Alec, prima di dedicarsi al ragazzo che ha fra le braccia. “Ora fatti ringraziare un po’, maestro!” si sporge in avanti per un bacio.

 

Il primo di una lunga serie.


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Mentre guarda Peter che si è addormentato da un po’, accanto a lui, Alec ne approfitta per curiosare un altro po’ fra le emoticon.

 

- Certo che c’è proprio di tutto… a chi mai verrebbe in mente di usare una melanzana? Forse per una qualche lista della spesa? O una chat tra agricoltori?- si domanda perplesso, prima di addormentarsi anche lui.

 

Se ne parlasse con David, potrebbe metterlo al corrente di una sconvolgente scoperta fatta qualche anno prima.

 

--
 

FINE



Del resto non si parla mai abbastanza dell'intervista dove David parla dell'emoticons della melanzana ahahah, appena posso la cito perché è oro puro XD
Se vi è piaciuta, fatemelo sapere ^^ ,
   
 
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