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Autore: crazy lion    09/10/2021    1 recensioni
[I pilastri della terra]
[I pilastri della terra][I pilastri della terra]Jack e Aliena si sono ritrovati dopo che lei è andata a cercarlo viaggiando per nove mesi. Ora i due sono a St. Denis e vanno nella casa che l'abbazia ha affittato a Jack. Si fermeranno lì qualche mese prima di tornare a Kingsbridge, ma la storia si concentra nella giornata in cui si ritrovano.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Ken Follett. La storia è scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Reunited

 
Quando Tommy si svegliò, Jack e Aliena avevano appena finito di fare l'amore. Il bimbo pianse e la mamma fu subito lì per lui. Gli aveva messo un fazzoletto sotto la testa come cuscino.
"Ehi, piccolino!" esclamò. "Come stai? Dai, vai da papà."
Lo mise in piedi e il piccino, con una camminata traballante, si avvicinò a Jack, che si alzò e lo prese in braccio.
"Nostro figlio" mormorò con dolcezza. "È incredibile, Aliena. Ancora non ci credo! Abbiamo un bambino."
Lei sorrise.
"Già. Bellissimo, vero?"
Lui continuava a camminare in cerchio attorno ad Aliena dondolandosi a destra e a sinistra.
"Com'è stato il parto?" le chiese.
"Molto doloroso. Ho sofferto davvero tanto, anche vista la situazione."
"Quale situazione?"
Lei gli raccontò di quando le si erano rotte le acque, della sua camminata fino alla cattedrale che poi era crollata e del fatto che aveva partorito sotto le macerie.
“Mio Dio, Aliena, dev’essere stato spaventoso. Avrei voluto essere lì per proteggerti, in qualche modo.”
“L’importante è che siamo sopravvissuti entrambi.”
“Già, grazie al cielo e a tutti i santi. L’abbazia mi ha affittato una casa, ci andiamo?”
Lei annuì e si incamminarono.
Quando entrarono, Aliena vide che la casa era molto graziosa. Era dipinta di un bel giallo acceso. Era composta da un salottino con alcune sedie, una piccola cucina, una latrina esterna e una camera da letto.
“Non ho una culla per Tommy” disse Jack. “Potremmo farlo dormire in mezzo a noi.”
“No. Ho sentito dire che è pericoloso. Non hai una cesta o qualcosa del genere?”
Lui non la trovò, così andò al mercato a comprarne una bella grande e, quando tornò. Aliena vide che aveva comprato anche un paio di cuscini: uno più piccolo per la testa e un altro più grande per il corpo.
“È perfetto!” esclamò.
Aliena allattò Tommy, che si lamentava per la fame.
“Lo allatti ancora? Anche se ha un anno?”
“Sì, ma tra poco smetterò, comincio ad avere meno latte.”
“Potremmo provare a dargli della pappa d’avena, stasera. Ho gli ingredienti.”
“D’accordo.”
Dopo un po’ Tommy si lamentò e cominciò a muovere braccia e gambe.
“Credo abbia bisogno di essere cambiato” disse Aliena.
Distese un’altra coperta sul letto e vi adagiò il bambino.
“Posso provare io?” chiese Jack..
“Certo.”
Lei gli passò una delle strisce di lino che si portava dietro. Jack gettò in un cestino quella sporca con un’espressione schifata che fece ridere Aliena.
“Che cosa ti aspettavi?”
“Che avesse fatto solo pipì.”
Lei rise ancora.
Jack legò la striscia di lino intorno al bassoventre di Tommy e la sistemò in modo che lo coprisse bene.
“Ecco fatto. Uh, è stato più difficile di quanto mi aspettassi.”
“Con il tempo diventerai bravissimo. Io le prime volte ci mettevo sette minuti per cambiarlo, tu molti meno, quindi complimenti!”
L’assolato pomeriggio sfumò nella sera e per cena Jack e Aliena mangiarono una zuppa d’orzo e pane e formaggio. Per Tommy prepararono una pappa d’avena, come avevano detto, facendo bollire i fiocchi nel latte. Il bambino sembrò gradirla molto.
“Ho preso anche questi, al mercato” disse Jack, mostrando ad Aliena dei giochini di legno.
“Sono molto belli, vero Tommy?”
Il bambino aveva già preso in mano un orsetto e lo batteva sul pavimento di legno sul quale era seduto.
“Sembra che gli piaccia” disse suo padre.
I genitori giocarono con lui a costruire torri di cubi e a fare vocine stupide per far parlare gli animali di legno.
“Guarda, amore mio” gli disse Jack. Uscì e rientrò poco dopo con un pezzo di legno e degli attrezzi. Iniziò a costruire per Tommy un gattino di legno e lui lo guardava affascinato, con gli occhi sbarrati. Anche Aliena lo osservava. “Mi ci vorrà qualche giorno per finirlo, ma sarà pronto presto.”
 Fu ora di andare a letto. Tommy si era già addormentato fra le braccia di Aliena. La ragazza lo adagiò nella culla e lo coprì con una copertina leggera. Jack sorrise guardandola fare quei gesti dolci con i quali si prendeva cura del loro bambino.
Ritrovarsi assieme nello stesso letto fu meraviglioso per entrambi. Si baciarono e si abbracciarono, fecero l’amore cinque volte e, quando Tommy si svegliò, Aliena si alzò per capire quale fosse il problema. Non aveva fame – provò a dargli il seno, ma il bambino non succhiò –, non era né bagnato né sporco, e lei non sapeva che fare. Sperò non si stesse ammalando di nuovo. Si era preoccupata da morire quando era successo a Tours. Ne parlò con Jack.
“Povero, si è ammalato pur essendo così piccolo! È stato fortunato a guarire.”
Entrambi sapevano che la mortalità infantile a quel tempo era altissima.
“Già, non sai quant’ero preoccupata. Peggiorava sempre di più. E la donna che l’ha curato mi ha detto che avrei potuto averne altri, ma a me non interessava il suo pensiero, io volevo mio figlio, non altri bambini.”
“Forse sta mettendo i denti” suggerì Jack e i due gli guardarono la bocca con la luce di una candela. Aveva una gengiva gonfia e rossa. Il primo dente era spuntato verso i sei mesi e Aliena ricordava ancora le notti insonni che aveva passato a cullarlo, non sapendo come calmargli il dolore.
“Gli do un po’ d’acqua fresca” disse, sperando che gli donasse un po’ di sollievo.
La attinse da una brocca in cucina e la fece bere al bambino da un bicchiere di vetro. Il piccolo bevve avidamente e, con il pianto, ne chiese ancora. La mamma lo accontentò e poco dopo il piccolo riprese sonno e dormì tutta la notte.
Il giorno dopo Jack andò a lavorare alla chiesa di St. Denis e Aliena rimase a casa con il piccino. Trovò delle stoffe e iniziò a cucirle per preparare dei vestiti per il bambino. Aveva diversi cambi, ma gliene sarebbero serviti ancora. Poi fece una passeggiata per il paese con il bimbo in braccio. Jack la raggiunse per pranzo e rimase con lei e il figlio tutto il pomeriggio.
“Pensavo lavorassi anche adesso” disse Aliena.
“In teoria sì, in pratica ho spiegato che mia moglie è appena arrivata con nostro figlio e i frati mi hanno dato il pomeriggio libero.”
Aliena sorrise.
“Tua moglie? Ma non siamo sposati.”
“Lo saremo, se il Papa concederà l’annullamento del tuo matrimonio.”
“Speriamo.”
La ragazza sospirò.
“Comunque,” disse Jack abbracciando Aliena che teneva in braccio Tommy, “la cosa importante è che ci siamo ritrovati. Sei stata molto coraggiosa a intraprendere un viaggio così lungo per venire a cercarmi, e questo mi fa capire quanto è grande il tuo amore per me.”
Aliena sorrise ancora.
“Ci siamo riuniti,” mormorò, “e giuro su Dio che non ci lasceremo più.”
   
 
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