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Autore: ScoSt1124    09/10/2021    0 recensioni
[Sterek]
Spesso i conti con il passato li devi fare, che tu lo voglia o no. A volte, però, non è un male.
***dal testo***
Odiava ancora di più il suo collega. Quello, tuttavia, era un dato di fatto. Purtroppo quando Peter gli aveva offerto il lavoro, sapeva già che sarebbe andata a finire in quel modo. Non aveva potuto rifiutare. Non aveva altre soluzioni in quel momento, più avanti forse. [...] Il fatto era che in quegli otto anni era diventato ancora più figo e a lui la cotta non era passata manco per nulla. Però lo odiava, l'aveva già detto che l'odiava?
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Peter Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un'altra settimana era passata e di novità non ce ne erano. Stiles sapeva che erano ricerche lunghe, ma odiava le attese. Non facevano per lui. Lui era abituato a non dormire la notte finché non trovava una soluzione e di notti insonni - i primi tempi - ne aveva fatte parecchie per cercare risposte e trovare soluzioni, solo che non erano servite a molto. Deaton non riusciva a dargli risposte e nemmeno tutti i libri che aveva letto. Peter aveva provato più volte a cercare la madre di Malia, sperando in qualcosa, in un aiuto, ma anche le sue tracce erano sparite, proprio come quelle della figlia. In più Claudia era sempre più stanca. Troppo stanca. 

Le cose con Derek erano rimaste invariate. Almeno fino a che, una mattina, entrando in ufficio, non si era trovato sulla scrivania la colazione. Caffè lungo, decaffeinato, e cornetto alla crema. Aveva toccato la tazza, era ancora calda. Aveva alzato lo sguardo verso la scrivania del collega e quest’ultimo continuava a tenere bassa la testa. 

Sapeva che era stato lui, si ricordava ancora cosa prendeva la mattina. Si era seduto per poi tirare a sé la tazza per poi girarsi di nuovo verso Derek e aveva accennato un sorriso, forse era stata la prima volta per davvero da quando era tornato a New York. 

<< Questo? >> aveva poi chiesto. 

Il maggiore ci aveva messo un po' per dire semplicemente <<È un gesto di pace>> e portare una mano a grattarsi leggermente la nuca mentre si alzava dalla scrivania e si avvicinava al castano. 

<< A cosa lo devo? >> Stiles sapeva che era quello che voleva sin dall'inizio. Purtroppo, però, le discussioni avevano sempre avuto la meglio. Avevano bisogno di chiarirsi prima di tutto, ma aver già superato le prime settimane era tanto. Forse potevano davvero mettere una pietra sopra il passato e farla andare meglio questa volta. Forse Derek era davvero cambiato e di certo era cambiato anche lui. 

<< Ricominciamo? >> aveva chiesto il maggiore guardandolo negli occhi, per la prima volta davvero quella mattina. 

<< Perché dovremmo? >> Stiles era serio. Voleva davvero una risposta sincera a quella domanda, anche se Derek non lo era allo stesso modo. 

<< Dì sì >> aveva ribattuto serio.  

Stiles aveva alzato gli occhi al cielo per poi sorridere.  Era sempre imperativo quando voleva qualcosa, anche se lui voleva andarci piano, non voleva fregarsi con le sue stesse mani così << Ci penserò >> aveva sussurrato poi. 

<< Grazie, ragazzino >> Derek gli aveva risposto di getto senza far caso a come l'aveva chiamato. Il più piccolo si era irrigidito a quel soprannome. Quello rendeva le cose troppo intime, non andava bene, sotto nessun aspetto. Soprattutto non faceva parte dell’andare piano. 

<< Non… Sono Stiles. Stiles e basta >> Si era affrettato a dire. Derek aveva abbassato lo sguardo prima di rispondere << Lo so >> e passargli una mano tra i capelli. 


(10:02) Mi ha portato la colazione in segno di pace. SS

 

Stiles non poteva fare a meno di chiedere aiuto a Lydia. Era una dei pochi che sapeva tutta la verità. I suoi amici non sapevano molte cose e lui spesso le ometteva di proposito anche a suo padre, ma non con Lydia e Scott. Loro c’erano sempre stati. 

 

(10:06) Aspetta che vengo a portarti un secchio. LM

(10:07) Che? SS

(10:09) Evito, ho capito. LM

(10:13) Tanto vuole solo portarmi a letto, come è sempre stato. SS

 

Era quasi convinto che fosse per quello anche questa volta. Si sarebbe giocato qualsiasi cosa. 

Il problema era che lui, in quel momento, aveva semplicemente bisogno di un amico. Non di qualcuno con cui divertirsi a letto. Aveva bisogno di una spalla su cui piangere, quando credeva che tutto fosse perduto, aveva bisogno di qualcuno con cui parlare che non fosse a distanza di chilometri, qualcuno che non lo lasciasse cadere quando sbatteva contro quel muro che stavano diventando i loro problemi, ma non era certo che Derek volesse riallacciare i rapporti come amico. Almeno come amico e basta, non come l'ultima volta. Sperava con tutto sé stesso che avesse quantomeno accettato la sua sessualità durante quegli anni e dopo il messico, ma non gli aveva mai chiesto come era andato. Era lucido, si vedeva, quindi deduceva fosse andato bene, almeno sotto quel punto di vista. 

Era stato riscosso dai suoi pensieri dalla risposta di Lydia. 

 

(10:18) Anche se fosse? Basta che ricordi il preservativo ed è fatta. LM

 

Aveva anche sorriso prima di riprendere lucidità. 

 

(10:26) Non lo sopporterei. SS

(10:31) Ergo ci sei ancora sotto come un treno. LM

(10:34) Non pensavo di dirlo, ma sì. SS

 

Ed era vero. Non l'avrebbe sopportato, l'ultima volta c'era riuscito in qualche modo. Aveva tirato le somme, era andato avanti, cercando una soluzione. Anche se le cose erano andate distruggendosi poco a poco e lui era rimasto inerme a subire. Ora aveva anni in più sulle spalle e una maturità diversa. Anche allora l'aveva, ma la sua testa non era stata abbastanza lucida per rimanere in linea e coerente con le sue idee e soprattutto era solo, non aveva nulla da perdere. 

 

**

 

Scoprire che Derek frequentava la sua stessa facoltà era stata una sorpresa. L'aveva rivisto per caso a lezione e non credeva potesse succedere. Il moro era rimasto altrettanto stupito. Ci avevano messo davvero poco a fare conoscenza, la parlantina di Stiles spesso si scontrava con le sopracciglia di Derek, ma nonostante questo avevano iniziato a conoscersi. Anzi, Derek si sentiva rassicurato dalla parlantina di Stiles perché copriva i suoi silenzi, quelli che quasi tutti gli rimproveravano.

Stiles, invece, nascondeva bene i suoi sentimenti, anche se sapeva che prima o poi si sarebbe fatto male, molto male. Soprattutto se le volte in cui finivano a letto superavano quelle in cui parlavano. Sì, perché difficilmente i discorsi erano a doppio senso. Anche se ormai non ce n'era bisogno, il più piccolo capiva al volo gli sguardi e le occhiate del moro. 

Era un giorno d'inverno la prima volta che era successo. 

Derek aveva subito chiarito che non gli piacevano gli uomini ma che con lui si trovava talmente a suo agio da poter fare certe cose e Stiles aveva ribattuto che comunque questo non cambiava le cose tra di loro, erano comunque amici. Anzi, Stiles lo considerava il suo migliore amico a New York.

Aveva anche mandato giù il groppo che aveva in gola e si era fatto bastare quello che avevano, senza dire altro, sperando che prima o poi Derek avesse accettato i suoi sentimenti. Così, però, non era stato.

 

<< Der, che vuoi fare? >> aveva chiesto Stiles quando aveva visto il moro smanettare con il suo telefono. Il minore stava sistemando gli appunti e non ci aveva dato più di tanto peso. Era frequente che si scambiassero i telefoni, Stiles non aveva mai avuto segreti con Derek. O meglio, li aveva all’inizio - con il sovrannaturale - ma dopo la prima visita di Scott, aveva capito tutto. Anzi, Derek aveva anche fatto una scenata che vista da fuori poteva sembrare a tutti gli effetti di gelosia. E Stiles aveva lasciato correre, perchè un alpha ce l’aveva e di certo il moro non poteva pretendere che si staccasse dal suo branco solo per lui. Sì, Stiles aveva scoperto in quell’occasione che Derek era un lupo mannaro e sua cugina un coyote. Era rimasto perplesso, non aveva mai incontrato un coyote. Sui libri che aveva letto e che gli aveva dato Deaton i coyote mannari erano estremamente rari e a dirla tutta non pensava proprio di incontrarne uno in vita sua. New York, però, era grande.

<< Nulla, ragazzino >> aveva risposto subito. Il castano adorava sentire quel soprannome. anche se non lo avrebbe mai detto ad alta voce. Era qualcosa di tremendamente tenero e nessuno ne aveva mai usato uno all'infuori di Stiles. 

<< Allora perché non mi ridai il telefono? >> era una domanda lecita, ma Derek non faceva una piega. Aveva allontanato la mano del più piccolo sperando che capisse e aveva detto << Aspetta >> Il problema era che, Stiles, era tutto eccetto che paziente. Per quello si era avvicinato di più e << Si può sapere ch- >> si era interrotto quando il moro gli aveva ridato il telefono e << Non mi ringraziare. Domani sera ti vedi con Malia >> aveva detto tutto d'un tratto. Stiles sperava di aver capito male, aveva strabuzzato gli occhi prima di alzare la voce e << Ma sei scemo? >> per poi tirargli un leggero scappellotto.

<< A questo servono gli amici, no?>> aveva risposto Derek. 

Quello era stato davvero un colpo basso. Stiles non voleva crederci, davvero. Era un lupo mannaro, sentiva quello che stava provando, lo sapeva. Era per quello che aveva usato il tono più acido che potesse avere e << Ah, pensavo a scopare, visto che ultimamente facciamo solo quello >> il moro non si era scomposto più di tanto, anzi  aveva avuto la risposta pronta e << Passiamo il tempo in modo piacevole, tutto qui >> Aveva sorvolato su quella risposta, perché altrimenti sarebbe finita male. Si era così concentrato sul resto e << Potevi almeno chiedermi cosa ne pensassi >> aveva detto.

<< Avrei dovuto? Ho un olfatto, sai >> appunto. Un olfatto che funziona solo quando gli conviene, aveva pensato Stiles. Perché sì, provava qualcosa per Malia ma non poteva essere nemmeno lontanamente paragonabile a quello che provava per Derek.

 

**

 

Stiles si era alzato e per la prima volta - dopo due settimane - era stato lui a fare un passo verso Derek. Averlo lì, ogni giorno, e continuare ad essere due estranei non faceva per lui. Gli voleva ancora bene, nonostante tutto. 

Nonostante non l'avrebbe ammesso.

<< Okay, ricominciamo da capo >> gli aveva detto semplicemente. 

Derek aveva sorriso per davvero a quell'informazione e Stiles aveva dimenticato quanto fosse bello il suo sorriso, come riuscisse a sciogliere ciò che lo circondava, anche se era raro vederlo. << Davvero? >> gli aveva chiesto il moro. A Stiles era costato una fatica pensare quello che stava per dire, figurarsi dirlo. Aveva preso un profondo respiro prima di cominciare. << Non sei l'unico ad aver commesso errori in questa storia. Potevo cercarti anche io, in questi anni e non l'ho fatto. Eri il mio migliore amico, nonostante tutto. Ho ancora bisogno di te >> aveva finito la frase con la voce tremante sperando che tutto il carico emotivo di quel periodo non venisse fuori in quel momento. Derek gli si era avvicinato e l’aveva tirato a sé. Stiles non si era lasciato abbracciare però, doveva prima mettere in chiaro un punto fondamentale. << Una cosa, Derek >> aveva detto, per quel motivo. 

<< Mh >> Il moro era tornato serio di colpo, alzando le sopracciglia. Aveva sentito Stiles prendere un respiro profondo prima di ricominciare << Non finirà come otto anni fa >> Derek ci aveva pensato un po' prima di rispondere << Idiota >> e sorridergli. 

<< Sono serio >>

<< Anche io >> aveva ribattuto Derek. Stiles si era messo a ridere prima di dirgli << Okay >> e lasciarsi andare nell'abbraccio. 

Gli era mancato terribilmente. Gli erano mancate quelle braccia sicure in cui poter restare senza problemi. Gli era mancato il suo respiro uniformarsi con quello dell'altro. Gli era mancato anche il leggero bacio che il moro gli lasciava sul collo alla fine di ogni abbraccio e che anche quella volta non era mancato. Perché sì, Derek non era uno da smancerie, ma quel bacio - per lui - c’era sempre.

Sarebbe rimasto fregato anche questa volta, lo sapeva.

 
   
 
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