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Autore: Nereisi    09/10/2021    3 recensioni
Di tutte le mancanze che Usopp aveva a causa di suo padre, non gli era neanche passato per la testa che una di queste fosse come prendersi cura dei propri capelli.
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Partecipante alla challenge indetta da Fanwriter.it per il #writober
Day 4 - Slice Of Life
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami, Sanji, Usop
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Writober 2021'
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Embracing your roots

 

 

“Senti, ma come fai a pettinarti i capelli se sono così ricci?”

Sanji interruppe momentaneamente il suo alacre sfregarsi, guardando con la coda dell’occhio i suoi compagni un paio di metri più in là. Era una delle rarissime volte in cui un bagno pubblico li aveva fatti entrare senza troppe rimostranze: poteva concedersi finalmente di prendersi tutti il tempo che gli serviva per sentirsi più presentabile del solito, senza doversi lavare alla bell’e meglio per poi darsela a gambe. Forse era quel contesto di calma e languidezza che aveva sciolto la lingua a Luffy – non che normalmente fosse un tipo taciturno, anzi.

“Voglio dire, sembrano tutti annodati.” Continuò il suo curioso capitano, le parole un po’ rallentate per la stanchezza di essere immerso in acqua fino al petto. Se non fosse stato per Zoro, che gli stava insaponando i capelli tenendolo su agganciandogli le gambe sotto le ascelle, probabilmente sarebbe affogato sul fondo della vasca.

Usopp si portò una mano ai capelli, pensieroso. “Uhm.”

“Sabo diceva che bisogna pettinarsi i capelli una volta al giorno, ma in realtà non lo faceva neanche lui.” Biascicò Luffy. “Però mi ricordo che Yasopp aveva i capelli tutti annodati. Come delle salsicce! Stai cercando anche tu di avere i capelli salsicciosi?”

Dopo una fugace reazione collettiva – chi cazzo era Sabo? - Sanji intravide l’espressione del cecchino e fece quasi per zittire il più giovane; ma non ce ne fu bisogno. Il marimo – a cui tutto poteva dire tranne che non riuscisse a leggere l’atmosfera – spinse il proprio capitano sott’acqua con il pretesto di sciacquare via lo shampoo, prima di tirarlo velocemente su per le orecchie. Non era propriamente così che si sarebbe dovuto utilizzare un bagno pubblico ma, ehi. Erano pirati. Chissene frega.

Usopp aveva lo sguardo basso. Fu estraniante vederlo in quel modo, vista la sua altrimenti spensierata natura. “Quando ero piccolo, papà non era mai a casa. Mi sa che l’hai visto più te di me, crescendo.” Fece una risata che suonò un po’ vuota. “Le poche volte che l’ho visto non ho mai pensato di chiederglielo. Ricordo che mamma mi lavava i capelli in un modo particolare, diceva che l’aveva visto fare a papà, ma poi si è ammalata e, beh… Avevamo altro per la testa.”

Sia lui che Zoro rimasero in silenzio, mentre Luffy lottava per la sopravvivenza sputando fuori l’acqua che aveva bevuto per sbaglio. Lo spadaccino si limitò a dargli qualche vigorosa pacca sulla schiena.

Usopp si rese improvvisamente conto dell’atmosfera che si era creata e si affrettò a fare finta di niente, gesticolando animatamente. “Uhm, comunque, credo di poterli ancora districare. Sempre che trovi un pettine che non si spacca subito…” Aggiunse, ridendo.

Sanji si sciacquò la schiuma di dosso e cercò qualcosa nel suo borsello prima di unirsi agli altri nella vasca. “Tieni.” Disse, scivolando in acqua di fianco a Usopp e porgendogli uno dei suoi pettini di metallo.

Il cecchino lo guardò con fare sconvolto. “Ma no, Sanji, non serve-“ Cercò di rifiutare, imbarazzato.

“Non farmi ripetere. Ne ho altri.” Lo interruppe con tono d’avvertimento. L’altro alzò le mani come per placarlo, ma sembrò comunque non voler accettare. Sanji ringhiò, piantandogli a forza il pettine nei capelli e lasciandolo appeso lì. “Non rompere.”

Usopp lo tolse, senza fare cenno di volerglielo restituire, e si massaggiò il punto offeso. “Grazie.” Disse, un timido sorriso e un lieve rossore che gli adornavano il viso. Sanji fece una smorfia e lo schizzò con l’acqua. “Ugh. Non renderlo strano.” L’altro rise, questa volta sincero. Lui e Zoro si scambiarono una rapida occhiata, interrompendo il contatto visivo subito dopo. Quello che volevano dirsi, l’avevano già detto.

Luffy, che sembrava essere sopravvissuto e aveva osservato lo scambio con occhi grandi e limpidi, commentò “Ma a me piacciono salsicciosi. Mi fanno venire fame.”

Zoro gli mollò un cazzotto a ceppo sulla testa. “Zitto tu.”

 

-

 

“Nami-swan!” La salutò calorosamente non appena la vide uscire dal bagno delle donne. Lei gli sorrise, avvolta da profumi e fragranze che lo ammaliarono immediatamente e gli fecero perdere il filo dei pensieri.

Dopo aver passato una quantità di tempo appropriata per confessarle il suo eterno amore, il cuoco si riscosse improvvisamente. “Nami-swan.” Tentò, più serio. “Volevo parlarti riguardo a Usopp.”

Lei inarcò un sopracciglio. “Ti ascolto.”

 

-

 

Sanji sparì insieme a Nami per tutto il resto del pomeriggio, facendosi vivo solo all’orario di cena. Luffy gli chiese a gran voce dove fossero stati, ma loro non risposero, limitandosi a scambiarsi uno sguardo d’intesa e nascondendo qualcosa dietro la schiena.

Quando Usopp all’indomani andò in bagno per lavarsi i denti, al suo ritorno in stanza trovò una busta di carta sull’amaca. Aggrottando la fronte, si guardò intorno ma non vide nessuno. Una volta aperta e rovesciata sulle lenzuola, la busta fece fuoriuscire una cascata di flaconi e depliant, un pettine a denti larghi e quella che sembrava una specie di cuffia. In ultimo, dalla busta cadde una rivista, non esageratamente spessa ma dalla carta leggera e lucida, con in copertina una bellissima donna con i capelli ricci, riccissimi, ancora più ricci dei suoi; una criniera che la circondava come una corona, come un’aureola.

“Ci siamo fatti consigliare dall’adorabile commessa del negozio.” Usopp sussultò quando sentì la voce di Sanji dietro di lui. Si girò e vide lui e Nami sulla soglia della cabina, Sanji con quella sua solita aria distaccata – anche se ormai anche i sassi sapevano che era solo una facciata – e Nami con un ben più aperto sorriso che le stirava le labbra.

Usopp capì immediatamente, arrossendo violentemente. “Io- voi- non dovevate. Non-“

“Oh, per cortesia. Prendili e basta.” Gli disse l’amica, facendo un gesto sprezzante con la mano. “Come se non avessi già segnato tutto. Me li ridarai a tempo debito.” Il cecchino sbiancò e la Gatta Ladra rise. “Scherzo. Sono un regalo da parte nostra. Ma guai a te se lo fai sapere in giro.”

“A quanto pare ci sono varie tipologie di capelli ben distinte, che richiedono diversi tipi di cure.” Disse infine Sanji, appoggiandosi allo stipite della porta. “Non eravamo sicuri di quale fosse il tuo, quindi prova e vedi quale funziona meglio per te.” Esalò una boccata di fumo, stando attento a non indirizzarla verso Nami. “Una cosa è sicura, però. Mi sa che quel pettine che ti ho dato non vada bene per niente.”

Il cecchino rilassò le spalle, lasciandosi andare a un timido sorriso. “Io ho cercato di dirtelo che non serviva.”

“Oh, sta’ zitto.” Borbottò l’altro, imbarazzato.

Nami e Usopp risero, ancora di più quando l’altro iniziò a sbuffare fumo come una locomotiva per mascherare il suo disagio.

 

 

Note autrice: ho fatto fin troppe ricerche per cercare di rendere giustizia a quest’idea che avevo, ma alla fine ho optato per una soluzione più generale. Avevo quest’idea in mente da quando lessi nelle SBS che erano Sanji, Nami e Usopp a fare da parrucchieri alla ciurma. Inizialmente volevo proprio scrivere di Nami e Sanji che aiutavano Usopp nella cura dei suoi capelli afro, ma poi mi sono resa conto che – vista la sua storia – era molto improbabile che sapesse come fare. Ho cercato di capire quale tipo di capelli potesse verosimilmente avere Usopp e… Oda sicuramente non è stato d’aiuto visto che come nazionalità gli ha affibbiato un semplice “Africa”. Africa cosa? Dove? Quando? È un continente enorme, porca miseria! Comunque, analizzando le sue art ufficiali e le sue statuine – nonché perdendomi nei vari forum - penso che possa avere un 3b/3c/4a… Ma potrei benissimo sbagliarmi.

Inoltre, non posso fare a meno di pensare al mare di possibilità dopo il time skip, visto che ha i capelli così lunghi e Sanji è reduce da due anni a Kamabakka. Qualche abilità nell’intrecciare i capelli la deve pur aver imparata, no? Avete mai visto quante cose si possono fare con i capelli afro naturali? ODA, TI PREGO.

Vabbè, insomma, sono ancora in ritardo. Solite cose, solite cose, ci vediamo alla prossima, bella per voi.

Writober Day 4 – Slice Of Life

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