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Autore: GReina    10/10/2021    2 recensioni
Questa raccolta di OS partecipa alla sfida WRITOBER lanciata da Fanwriter.it
Per tutto il mese di ottobre pubblicherò una OS al giorno! Trame e personaggi varieranno di volta in volta. Consultate l'indice e la premessa (primo capitolo) per maggiori informazioni e curiosità su prompt scelti e personaggi!
[coppie: kuroken | ushiten | iwaoi | semishira | osasuna | daisuga | sakuatsu | tsukkiyama | tanakyo | shoumika | arankita | yakulev | bokuaka | matsuhana]
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma, Shiratorizawa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
» Prompt: Tatuaggio
» N° parole: 1287

10. Tatuaggio - TanaKyo 

Alla fine era successo: dopo due anni di corteggiamento, infiniti inviti rifiutati e dichiarazioni d’amore ignorate, Shimizu Kiyoko aveva dato una possibilità al suo amico, compagno di scuola e kohai Tanaka Ryunosuke. Se ci aveva messo molto non era tanto perché il ragazzo non le piacesse, quanto piuttosto per il contrario: Tanaka poteva sembrare eccessivamente sfrenato e poco profondo ad un primo sguardo, ma sarebbe bastato indugiare solo un secondo in più con lo sguardo su di lui per rendersi conto che era tutto il contrario; e osservarlo era ciò che aveva fatto Shimizu. La ragazza era bella (inutile evitare l’evidenza), ma proprio per questo aveva sempre dovuto stare più attenta; prendere con le pinze ogni dichiarazione fattale e persino assottigliare un attimo gli occhi ad ogni nuovo ragazzo che le si avvicinava – a suo dire – semplicemente per fare due chiacchiere. Durante i suoi anni di liceo ne aveva sentite di tutti i colori: gente che diceva di amarla e che insisteva affinché accettasse il suo invito a uscire; ragazzi che ci provavano palesemente, ma che al suo rifiuto iniziavano ad affermare che aveva capito male e che era piuttosto lei che pensava male; ed ancora, quelli che si fingevano chi non erano nel tentativo di raggirarla. Tutti erano arrivati ed andati via, chi imprecando contro di lei, chi accettando la sconfitta con dignità. Ma non Tanaka. Tanaka era rimasto. Ryunosuke non era come gli altri, dopotutto, e se anche le sue dichiarazioni d’amore – ad occhio estraneo – avrebbero potuto sembrare vuote, invece non lo erano. Shimizu lo sapeva, ma aveva comunque aspettato, perché Ryu era fantastico, ma proprio per questo voleva essere sicura di volerlo. Ignorarlo – si diceva – sarebbe stato decisamente meglio che illuderlo e poi scaricarlo. Così attese, e ne valse la pena.
Quando infine – dopo due anni – gli concesse di aiutarla nel semplice trasportare un borsone, la felicità dell’altro poteva dirsi talmente grande da contagiare lei col solo sguardo. Quello diede inizio a tutto. Tanaka l’aveva notata, poi amata. Credeva di non essere ricambiato, eppure non aveva mollato. Non aveva mai chiesto niente a Shimizu, non aveva mai insistito con lei. Semplicemente, si era limitato ad esserci. Ed ecco i suoi sforzi finalmente risolti; ecco la pazienza di Kiyoko ripagata. Ragazzi fin troppo loquaci e sconosciuti molesti del tutto dimenticati. Ora c’era solo Ryu. O almeno era così ai suoi occhi.
Le faceva dispiacere. Anzi, lo odiava. Odiava quando la gente li guardava e subito diceva “lui è un ragazzo fortunato”, “lei non è decisamente alla sua altezza”, “dureranno poco. Lei è troppo bella per stare con lui”. Shimizu sentiva quelle frasi, e le sentiva anche Tanaka. Erano speculazioni, chiacchiere senza fondamento, stupidaggini. La ragazza combatteva contro certe cose da tutta una vita, ma per Ryunosuke era diverso, perché rimbombano più volte, quelle frasi, nelle orecchie delle persone che in fondo ci credono. Tanaka aveva tenuto duro per anni. Non si era arreso. Era stato l’unico a farcela; l’unico ad aver dimostrato vero interesse; l’unico per cui Shimizu avesse di rimando provato qualcosa. Eppure, troppe chiacchiere maligne erano arrivate al suo udito, e se da un lato l’idolatria del ragazzo verso di lei era smisurata, di contro la sua autostima quando si parlava della loro coppia era l’opposto, perché persiste un enorme difetto nelle persone che venerano troppo il proprio partner, e quello è metterlo su un piedistallo immaginario fuori dalla propria portata. Era il caso del suo ragazzo, e Shimizu voleva rimediare.
Iniziò a chiedersi come fare, dunque. Tanaka per lei faceva mille gesti carini ogni giorno; quelli piccoli ed inutili di cui si potrebbe fare a meno ma che rallegrano comunque la giornata. Lei non era così. Non perché lo amasse meno, ma per propria indole personale. Ryunosuke la conosceva, quindi lo sapeva, o almeno avrebbe dovuto. Se era sempre stato in grado di leggerla, nell’ultimo periodo i pettegolezzi su di loro gli avevano coperto occhi e orecchie. Adesso brancolava nel buio.
Kiyoko ripensò a tutti i suoi gesti, quindi, e riprese a chiedersi come avrebbe dovuto comportarsi. Imitandolo, forse? Lo fece. Iniziò ad essere più espansiva, fargli più regali, organizzare anche lei appuntamenti romantici invece di cedergli tutto l’ingrato lavoro. Parve funzionare. Tanaka tornò sereno, le chiacchiere – almeno alle sue orecchie – del tutto rese silenziose.
Quello che fece poco dopo, dunque, Shimizu lo fece solo per sé.
Era estate. Il periodo peggiore per farlo, ma aveva poca importanza. Erano al mare, lei, Tanaka, Daichi, Suga e pochi altri amici con i quali i più grandi del Karasuno avevano frequentato le lezioni. La scuola era finita ormai da tempo, così inevitabilmente molti compagni di classe avevano iniziato a vedersi meno spesso, e questo era anche il caso dei loro accompagnatori. Quando le vecchie conoscenze li videro aspettarli in spiaggia, Daichi e Suga adagiati su un telo e Shimizu rilassata tra le braccia di Tanaka in un altro, i nuovi arrivati quasi si dimenticarono di salutarli e come prima cosa a lei dissero: “Wow! State ancora insieme?” sentì Ryu irrigidirsi, e lo fece anche lei. Quella della sua vecchia amica – se così poteva definirsi una ragazza con la quale si era sempre limitata a chiacchierare solo tra i banchi di classe – erano state orribili e cattive, ma ancora peggio chiaramente modificate in modo da essere quanto più delicate possibile. Il che era tutto dire. Kiyoko tentò d’immaginarsi cosa mai avrebbe potuto dire del suo ragazzo se solo lui non fosse stato presente, ed una smorfia le salì in viso.
Il giorno seguente prese una decisione.
Era stanca. Stanca di tutto quello; stanca che la gente non la prendesse sul serio; stanca di dover percepire il suo bellissimo e dolcissimo Ryunosuke irrigidirsi. Quello che fece, lo fece per lui, ma prima di ogni cosa lo fece per se stessa.
Fece delle ricerche, controllando feedback e non badando al prezzo, consultando il sito web di ogni artista e valutando lavori e pulizia dei locali. Infine, prese appuntamento e si presentò in loco. Se la gente si ostinava a non capire, ci avrebbe pensato lei. Continuavano a fare la stessa domanda? Bene. Lei si sarebbe incisa su pelle la risposta: amava Tanaka Ryunosuke e per sempre lo avrebbe amato.
Si stese sul lettino reclinabile che la tatuatrice le aveva indicato, scoprì l’anca e lasciò operare l’artista. Il disegno studiato attentamente e consegnato alla donna che aveva avuto modo di studiarlo e migliorarlo prima del suo arrivo. Un’ora dopo era già fuori e si stava dirigendo a casa del proprio ragazzo.
Non appena Tanaka vide il suo nuovo marchio pianse. Shimizu rise. Ryu si commuoveva per molti dei suoi gesti romantici. La ragazza aveva creduto che col tempo sarebbe migliorato, ma così non era stato, e lei lo adorava.
Si inginocchiò, il più giovane, per poter ammirare meglio il lavoro che aveva sull’anca, ed accarezzò con delicatezza la pellicola che tuttavia lasciava ammirare senza sforzo ciò che stava proteggendo.
«Siamo noi?» chiese con un sorriso e occhi luminosi. Lei annuì. Aveva scelto due corvi, due di quelli stilizzati, goffi e per lo più rotondi. Dagli occhiali ed il segno di bellezza poco sotto il mento di uno dei due appariva chiaro fosse la rappresentazione di lei, mentre di quella di Tanaka rappresentativi erano i capelli.
«Ti amo, Ryu.» gli disse. Lui arrossì e sorrise, come faceva sempre. «E non mi serve che gli altri lo sappiano per continuare a farlo o per essere felice. Però voglio che sia così. Voglio che tutti lo sappiano.» il ragazzo si sollevò, la baciò e la abbracciò.
«Ti amo.» le venne risposto «E ti amerò sempre.» fu il suo turno di sorridere innamorata, come sempre.
«Lo so.» fu la sua risposta «Noi siamo per sempre.» concluse in un sussurro accarezzandosi il fianco.
   
 
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