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Autore: Shily    11/10/2021    1 recensioni
Ovvero di come Draco Malfoy conobbe la fidanzata di suo figlio Scorpius.
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In lui, ormai, non c'era che un ombra, un rimasuglio del ragazzino cieco e sbagliato che era stato.
Tuttavia, in quella giornata di inizio estate, Draco Malfoy dovette considerare che probabilmente qualcuno aveva decretato che di colpe da espiare ne aveva ancora tante, e gli aveva mandato una sfida inaspettata sotto forma di adolescente davanti la sua porta.
Altrimenti, non avrebbe saputo motivare diversamente la presenza della figlia di Ron Weasley ed Hermione Granger nel suo giardino.
[...]
«Ma é meraviglioso!» fu infatti il commento quasi deliziato della donna. «E tu sei?»
«Rose» mormorò la ragazzina, ancora ferma sull'uscio della porta, «Rose Weasley».
«Delizioso. Meraviglioso! Non lo pensi anche tu, Draco?»
Lui annuí, appiattì le labbra l'una contro l'altra e lasciò che la moglie accogliesse quel suo mugolio come meglio le convenisse.
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Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Ron Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Va bene tutto, ma proprio una Weasley?

ovvero di come Draco Malfoy conobbe la fidanzata di suo figlio
 

Draco Malfoy, signore di Villa Malfoy da ormai qualche decennio, non era mai stato dalla parte giusta della storia.
Nossignore!
Sicuramente era stato un bravo bambino, sua nonna non faceva che ripeterglielo ogni qual volta che lo vedeva – accompagnando il tutto con un rigoroso e immancabile buffetto sulla guancia, il massimo di affettuosità che si potesse aspettare da un Malfoy.
E di certo, non stentava a crederlo, era stato una bravo ragazzino: forse dispettoso, a volte eccessivamente viziato – ma chi, d'altronde, non lo sarebbe stato? Va bene, forse non era stato un bravo ragazzino nel senso puro del termine.
Non aveva mai aiutato primini in difficoltà né compagni di scuola a cui si rompeva a borsa nel bel mezzo del corridoio (posto che non ne fosse stato direttamente lui la causa con l'aiuto di un incantesimo). Probabilmente, molti insulti e offese nel corso degli anni erano partiti da lui, e di sicuro aveva attaccato briga ben più di una volta.
Ma da lì a incolonnarlo dalla parte dei cattivi ne sarebbe dovuta passare di acqua sotto i ponti.
Quello che era certo, e Draco Malfoy ormai era venuto ben a patti con questa evidenza, é che era indubbiamente stato dalla parte dei cattivi a partire da uno specifico momento della sua vita.
Inutile girarci intorno, sarebbe stato futile persino per il più sciocco dei Babbani (ops... alcuni strascichi di antici retaggi che difficilmente lo abbandonavano). Comunque sia, lui di certo non era uno sciocco nella vita e quindi non aveva difficoltà ad ammetterlo: aveva compiuto scelte sbagliate, le peggiori che potesse prendere per l'esattezza.
Ci aveva praticamente sguazzato dentro, fino a toccare il fondo, mettersi comodo e infine uscirne: e a discapito di quel che si dice in giro, non fu certo facile risalire dal baratro una volta entratoci.
A Draco erano serviti anni per riabilitare la sua posizione all'interno della società magica, ma soprattutto un'infinità di tempo per espiare le sue colpe col peggior giudice che si fosse mai trovato davanti nel corso della sua vita: se stesso.
Poi un bel giorno, come accade sempre e nel modo più banale possibile, era arrivata una donna e pezzo dopo pezzo lo aveva ricostruito. Ma non solo!
Astoria Greengrass, da poco uscita da Hogwarts e con solo una vaga idea degli orrori che la guerra aveva portato e lasciato dietro di sé, aveva fatto molto di più: nel riassembrare le varie parti scomposte del rampollo di casa Malfoy, caduto in disgrazia sotto il peso delle colpe e scelte prese sotto l'avventatezza della gioventù, l'aveva rimesso a posto con delle migliorie.
Insomma – come degno protagonista che era stato delle copertine di Strega Oggi –  Draco Malfoy aveva incontrato l'amore e aveva sciolto il suo rinomato cuore di ghiaccio.
Anche qui, ovviamente, da giovane aveva ancora fin troppa rabbia e cinismo covati dentro di sé per poter ammettere di essersi piegato anche lui a un sentimento così femminile e banale: aveva cercato una moglie e si era trovato una ragazzina non ancora matura e assolutamente inadatta al ruolo.
Aveva sperato in una compagna, una consorte che potesse aiutarlo nel ritorno in società, e si era impelagato con una Corvonero fin troppo astuta e poco predisposta verso le sue aspettative.
Ma questo mica l'aveva scoperto subito, no! E menomale, avrebbe aggiunto il Draco Malfoy di qualche anno dopo, perché se Astoria si fosse mostrata sin da subito per quello che era probabilmente lui l'avrebbe lasciata perdere senza troppi preamboli: e invece in lei aveva scoperto un'ottima presentazione per gli altri, un braccio sempre solido durante le serate ufficiali ma soprattutto la donna della sua vita tra le mura di casa, quando i vestiti eleganti venivano riposti nell'armadio e le forcine messe da parte.
I capelli venivano sciolti, il trucco tolto e Astoria tornava a ridere come se non avesse mantenuto un freddo cipiglio fino a quel momento.
Per cui no, Draco Malfoy non era esattamente stato dalla parte giusta della storia, se possibile sarebbe stato più corretto dire che lui aveva avuto alcune possibilità davanti, e aveva avuto l'abilità di scegliere quella più sbagliata possibile.
Ma con la stessa caparbia con cui si era buttato a capofitto in un progetto di certo più grande di lui – e di cui si era reso conto quando ormai era troppo tardi – era poi riuscito a riemergere, con affianco una moglie – una donna, una sorella, un'amica – e un figlio.
Di certo, tra le tante cose, Draco Malfoy non si era mai immaginato padre, e assolutamente non il padre che era diventato: ovvero, il tipo che si scioglie davanti al figlio. Che sia un sorriso, un capriccio, una lacrima dopo una caduta dalla prima scopa giocattolo... in sé, Draco aveva trovato l'ombra del padre che aveva avuto ma, soprattutto, di quello di cui invece avrebbe avuto bisogno.
Ed era stato certamente ripagato dalla vita, ma nonostante ciò Draco non mancava mai di ricordare a sé stesso chi era stato. Come un debito infinito e perenne col passato, che non sarebbe mai riuscito a espiare del tutto.
No, Draco Malfoy non era stato parte dei buoni, e per quanto la figura dell'eroe non l'avesse mai affascinato particolarmente, negli ultimi aveva cercato di dissociarsi dal ragazzino che era stato per avvicinarsi di più all'uomo che Astoria e Scorpius sembravano vedere ogni volta che lo guardavano.
Per cui aveva stretto le labbra e mantenuto il silenzio quando il figlio aveva dichiarato che il Quidditch non gli interessava poi tanto, troppe discussioni inutili. Aveva anche evitato di commentare quando, dopo l'estate del secondo anno – costellata da un insolito via vai di Gufi –, il primo settembre uno dei figli Potter (chi fosse, a Draco, non era mai interessato particolarmente) si era avvicinato a loro con un gran sorriso, aveva alzato un braccio e dato una poderosa pacca sulla spalla di suo figlio.
E chiaramente, da buon padre quale cercava di essere (perché la maturità e la presenza di un figlio gli avevano insegnato che no, a essere genitori non te lo insegna nessuno e soprattutto non c'è mai un momento in cui si smette di provare), si era tenuto ogni commento per sé quando anno dopo anno, primo settembre dopo primo settembre, il suo unico figlio veniva sempre di più assorbito da una folla di teste rosse saltellanti e urlanti.
In lui, ormai, non c'era che un ombra, un rimasuglio del ragazzino cieco e sbagliato che era stato.
Tuttavia, in quella giornata di inizio estate, Draco Malfoy dovette considerare che probabilmente qualcuno aveva decretato che di colpe da espiare ne aveva ancora tante, e gli aveva mandato una sfida inaspettata sotto forma di adolescente davanti la sua porta.
Altrimenti, non avrebbe saputo motivare diversamente la presenza della figlia di Ron Weasley ed Hermione Granger nel suo giardino.


 

*

 

«Draco, tesoro, perché sei impalato davanti la porta?»
Draco Malfoy non si voltò all'arrivo di Astoria Grengrass in Malfoy, piuttosto rimase con la schiena rigida, una mano ferma sulla maniglia e lo sguardo fisso davanti a sé: Rose Weasley gli ricambiava lo sguardo con espressione ferma, il mento verso l'alto e un leggero rossore all'altezza delle guance – unico elemento che potesse contraddistinguere dell'imbarazzo da parte della ragazza.
«Oh!» Astoria si avvicinò con passo lento, quasi strascicato, e si poggiò contro il braccio del marito: «Ma tu sei una ragazza! Un... Weasley, o sbaglio?»
«Non sbaglia, signora» rispose la ragazza, con le mani ben nascoste dietro la schiena per celare un leggero tremore. Draco, nel frattempo, si meravigliò di scoprire che in quella famiglia sapessero parlare anche senza urlare o schiamazzare. «Sono qui per...» si mise sulle punte, allungando il collo, «So che oggi festeggiate... cioè, celebrare il passato compleanno di Scorpius. E ho pensato... sì, ecco... di venire a fare i miei auguri» concluse, ma poi sembrò pensarci e aggiunse: «Di nuovo».
Draco annuì lentamente, mentre Astoria si apriva in un sorriso radioso: dopo anni al suo fianco, ormai, sapeva quasi sempre cosa passasse per la testa della moglie. Così come era ben consapevole di non poter fare nulla per farla desistere quando si metteva in testa qualcosa.
Era stato così quando aveva decretato inammissibile e inaudito che suo figlio festeggiasse i diciassette anni a Hogwarts e lontano dalla famiglia, a tal punto da indire un secondo festeggiamento d'estate e parecchi mesi dopo per riequilibrare quell'orribile affronto (Draco se n'era ben visto dal farle notare che, con ogni più certa possibilità, al figlio invece non era dispiaciuto affatto quel compleanno circondato dagli amici e lontano dalla supervisione genitoriale).
E, ne era sicuro, sarebbe stato così anche in quel momento: l'espressione dell'ex Corvonero, d'altronde, non lasciava spazio a equivoci.
«Ma é meraviglioso!» fu infatti il commento quasi deliziato della donna. «E tu sei?»
«Rose» mormorò la ragazzina, ancora ferma sull'uscio della porta, «Rose Weasley».
«Delizioso. Meraviglioso! Non lo pensi anche tu, Draco?»
Lui annuí, appiattì le labbra l'una contro l'altra e lasciò che la moglie accogliesse quel suo mugolio come meglio le convenisse.
Per Merlino, va bene che cercava di essere un uomo migliore, ma quella era pur sempre la figlia di Lenticchia e Dentoni. C'era da ritenersi fortunato che non si fosse portata dietro anche l'infinita prole di quel culo fortunato di Sfregiato.
«Oh» le labbra rosee e carnose di Astoria si aprirono in una O perfetta, aumentò la presa intorno al braccio del marito e fece un passo in avanti. «Ma tu sei Rose! Per tutti i fondatori... Scorpius mi ha parlato tanto di te!»
Rose a quelle parole parole sgranò gli occhi e, se possibile, divenne ancora più rossa di quanto già non fosse nell'insieme. Draco, tuttavia, non se la sentì di far sentire in difetto la sua inaspettata ospite e se possibile spalancò gli occhi ancora di più.
Scorpius aveva parlato di una ragazza? Di una Weasley? Perché a lui nessuno aveva detto niente?
«Io... ehm... Scorpius é in casa?» chiese infine la nuova arrivata, sconfitta e arresa alla situazione.
L'uomo annuì lentamente, ancora intontito dalla situazione: «W...wimpy!»
Un elfo di piccola statura e con grandi occhi verdi comparve dal nulla facendo trasalire la Weasley.
«Wimpy é qui per lei, signore. Wimpy stava andando dal signorino» si guardò brevemente intorno, «Il signorino ha chiesto a Wimpy... ha chiesto a Wimpy...»
Il volto della giovane Weasley era sempre più deformato da una strana espressione di terrore misto a rabbia, mentre il piccolo elfo di casa Malfoy si guardava intorno incerto.
«... ha chiesto le scorte del padrone! Oh... Wimpy dovrà punirsi... Wimpy dovrà...»
«No!» Esclamò precipitosamente Draco, mentre dietro di lui la ragazza sembrava sul punto di svenire. «Non ce n'è bisogno, é tutto qui. Mio figlio stava solo... scherzando, davvero! Ora, se puoi chiamarlo e dirgli di venire immediatamente all'ingresso.»
Rose si morse il labbro inferiore, guardò attentamente i due coniugi davanti a lei, e infine poco prima che l'elfo sparisse aggiunse precipitosamente: «Per favore! Grazie... ehm... Wimpy.»
Draco fece giusto in tempo a vedere gli occhi dell'elfo diventare acquosi prima che questo sparisse in un pof. Sospirò, avrebbe avuto una lunga giornata davanti.
Cinque minuti, un silenzio imbarazzante e qualche domanda scomoda da parte di Astoria dopo, Scorpius fece finalmente la sua comparsa.
«Wimpy mi ha detto che mi cercate. Non l'avrete sgridato per colpa mia, vero? Pensavo avessi detto che non doveva puni... Rosie!»
Scorpius Malfoy, camicia lasciata fuori dai pantaloni e capelli mai abbastanza in ordine, si fermò all'improvviso nel bel mezzo del lungo corridoio.
Draco, alla sua vista, per poco non alzò gli occhi davanti al rossore e al sorriso che colorarono il viso del figlio alla vista della ragazza: per Salazar, é una Weasley.
«Cosa ci fai qui? Come sei venuta?» in poche falcate coprì la distanza che li separava e, sotto gentile pressione di Astoria, l'uomo fu costretto a farsi di lato per lasciarlo passare.
«James!» Risponde lei e, ora che Scorpius fu arrivato, sorrise e rilassò le spalle. «Certo, non eravamo sicuri che non ci saremmo spaccati. Sai, non ha ancora Materializzato nessuno con lui, ma abbiamo fatto delle prove tra le nostre case e...» si strinse nelle spalle, abbassò lo sguardo e ondeggiò sui talloni, «Ed eccomi qui».
«Perché non me l'hai detto? Sarei venuto io... ti avrei detto come... non ti avrei fatto aspettare!»
Rose ridacchiò – e per poco Draco non fu costretto a trattenere un conato mentre un'insolita acidità gli attraversava le viscere – e si nascose alcune ciocche rosse (Marchio Weasley, tsè!) dietro le orecchie.
«Ma non hai neanche passato l'esame» lo prese in giro e Draco, quasi gongolante, si preparo alla reazione del figlio, da sempre estremamente permaloso e restio ad ammettere le sue mancanze.
Ma, e per poco l'ex Serpeverde non si strozzò con la propria saliva, nulla di ciò che si sarebbe aspettato accadde: tutt'altro!
Scorpius distese le labbra, mostrò i denti perfettamente bianchi e si lasciò andare a una breve e confidenziale risata.
«Si vede che dovrò prendere ripetizioni» ribatté e, davvero, a lui cominciava a servire urgentemente un bagno. «Magari possiamo prenderle insieme, da quel che so hai rimandato il tuo di esame.»
«Oddio» trillò Astoria nel suo orecchio, cercando disperatamente di non farsi sentire, «Sono così carini! Vero, Draco? Sei d'accordo con me, vero?»
«Una vera estasi per le pupille» si limitò a ribattere mentre la giovane Weasley dava una piccola spinta a suo figlio.
«É stato papà, non io. È così terrorizzato che io possa spaccarmi che ha insisto perché prendessi delle ultime lezioni.»
«Ehm...» Scorpius si voltò verso di loro, le mani infilate nelle tasche e uno sguardo eloquente. «Non é che... non avete nulla da fare?»
Ah!
Il signor Malfoy fu sul punto di risponde che no, non aveva proprio nulla da fare. E soprattutto no, non aveva la benché minima intenzione di lasciarmi soli. Ma, ancora una volta, Astoria prese in mano la situazione – e anche quel poco che restava della sua banale esistenza – e batté le mani entusiasta.
«Assolutamente! Noi andiamo, eh. Ovviamente, dirò a Wimpy di portare un altro bicchiere di... succo di zucca o Burrobirra, cara? Oh, beh, faremo entrambi, non darti pensiero,» si fermò, inclinò la testa e passò lo sguardo tra tutti loro, «Perché immagino che Rose rimanga per festeggiare, giusto?»
Sotto gli occhi sempre più inorriditi del capofamiglia, Scoprius lanciò uno sguardo follemente estasiato – follia! Borbottò tra sé e sé Draco – alla ragazza: «Sì, Rose resta per oggi».
Astoria sospirò felice, lo afferrò per la mano e cominciò a trascinarlo lontano da lì. «É stato un piacere, Rose! Davvero, un... sei proprio come Scoprius ti ha descritta,» aggiunse precipitosamente, mentre il figlio cominciava a spingerla delicatamente via, «Un vero splend...»
«Ciao mamma! Ciao papa!»
E fu così che Draco Malfoy si ritrovò spinto via dal suo stesso ingresso, con la progenie di due terzi dei trio che ha salvato il Mondo Magico in casa e un figlio apparentemente fuori di senno. E una moglie assolutamente anticonvezionale, ma a questo ci aveva fatto tristemente l'abitudine.
«Hai visto, tesoro? Non é graziosa? Secondo me proprio sì. E lui? L'hai visto Scorpius? Penso sia innamorato, ma per davvero! Hai visto gli occhi? Gli brillavano in un modo...»
Draco distolse l'attenzione della moglie, portò una mano alla bocca dello stomaco e si chiese se non fosse realmente il caso di raggiungere il primo bagno disponibile.
Nel dubbio, si affacciò con circospezione nel corridoio, individuando in fretta le figure dei due ragazzi.
Finalmente soli, si erano chiusi la porta alle spalle e avvicinatisi notevolmente. Vide Scorpius dire qualcosa, scuotere la testa e passare un braccio intorno alla vita della ragazza.
No!
Rose scoppiò a ridere, gli si strinse maggiormente contro e poggiò la fronte contro la sua spalla.
No, no, no!
Infine, sotto gli occhi sbigottiti e terrorizzati di Draco, suo figlio passò una mano in quella nuvola informe e rossa, sorrise e...
Ecco, Draco Malfoy aveva avuto una condotta di dubbia morale durante la sua vita. Aveva commesso dei passi falsi, enormi e indelebili nei suoi ricordi, e aveva fatto di tutto per poterli rendere, per l'appunto, parte del suo passato. Di un ragazzo che era stato ma che non aveva più nulla a che fare con l'uomo che era adesso.
Tuttavia, a discapito di ogni buona azione e redenzione, vedere suo figlio baciare Rose Weasley nel bel mezzo del corridoio di Villa Malfoy, era più di quanto la sua tempra morale potesse sopportare e si lasciò andare a una di quelle imprecazioni che, se solo le avesse potute sentire, avrebbero fatto inorridire sua madre.


 

*


 

Scorpius passò un boccale di Burrobirra alla ragazza al suo fianco e tornò a poggiarsi contro lo schienale del divano.
«... allora gli ho detto che gli affari sono affari» disse Anderson Zabini, sotto gli sguardi incuriositi di alcuni di loro.
«E nessuno ti ha beccato?» chiese Alayna Goldstein, al fianco dell'inseparabile Cordelia Higgs.
In mezzo a tutti quei Serpeverde, Rose non potè impedirsi di muoversi a disagio nella sua seduta. Un conto erano i pomeriggi con suo cugino Albus, quelli più che piacevoli con Scorpius dietro qualche scaffale nascosto della Biblioteca, o al massimo due chiacchiere scambiate con Jaxon Nott – che alle volte riusciva persino a essere gradevole quando metteva da parte la molestia e scurrilità che lo contraddistinguevano –, tutt'altra cosa era un pomeriggio in compagnia di tutto il sesto (futuro settimo, per la precisione) anno di Serpeverde, con qualche elemento di altre annate.
«Ehi» Scorpius, approfittando della generale distrazione, le si fece più vicino, «É tutto okay?»
La ragazza annuì debole mente, tentò un sorriso e si premette maggiormente contro il bracciolo del divano: «È solo... nulla, davvero, non fare quella faccia! Mi sento un po' a disagio, tutto a qua».
«Ti sei pentita di essere venuta?»
«Ma sei matto?» Rose si guardò brevemente intorno e si fece più vicina, abbassando lo sguardo. «Non hai idea di cosa ho dovuto fare per venire. Albus e Louis erano determinati a non perdersi questa festa, ma James avrebbe potuto smaterializzare solo uno di noi... e così...  »
«E così?» incalzò lui, chiedendosi nel mentre quanto sarebbe stato sconveniente baciarla proprio in quel momento, davanti a tutti e col rischio che suo padre entrasse per un controllo d'emergenza.
«Non pensare male di me» si morse il labbro inferiore. «Albus é casualmente malato a letto e...»
«In 'casualmente' quanti prodotti del negozio di tuo zio rientrano?»
Lei fece una smorfia, impossibile fraintenderne il significato. «Oh, mi stai giudicando!»
«No, no! Te lo giuro, sono... ammirato» sorrise, «E lusingato. E Louis?»
«Con lui é stato più difficile, ormai mi ero giocata la carta dell'infermo con Al, così... ho fatto in modo che mia zia venisse a sapere di...» abbassò lo sguardo, mortificata, «Di quando lui e Frank Paciock sono entrati nello studio di Vector prima dell'esame. Zia lo ha messo in punizione, per la cronaca muoio dai sensi di colpa, e non appena sarò a casa dirò a casa che ero anche io con loro nello studio della professoressa»
«Oh, Rosie,» Scorpius scosse la testa, proprio mentre Anderson cominciava il racconto di una certa scommessa iniziata con il Prefetto di Corvonero, «Proprio mentre pensavo ci fosse una piccola Serpeverde in te, ecco che fai la cosa più Grifondoro possibile».
Rose ridacchiò e fece per rispondere, quando una figura si frappose fra di loro e prese posto al centro del divano.
«Ehi cugino! Weasley intelligente!» Jaxon allargò le braccia lungo lo schienale, quasi li stesse abbracciando entrambi e per nulla intimorito dallo sguardo del festeggiato.
«Ciao, Nott» Rose sorrise, «Come stanno andando le vacanze?»
«Mortalmente noiose» rispose prontamente lui, con una sottile vena teatrale nella voce, «Non credevo, ma mi manca vedere tutte le vostre testoline rosse al tavolo di Grifondoro. E l'allontanamento da tuo cugino mi sta straziando l'anima, ma tutto sommato direi che si può certamente definire una vacanza gradevole la mia. Al che dice, ha smesso di vomitare ogni dieci minuti?»
«Quasi» la Grifondoro ignorò lo sguardo malizioso e complice del fidanzato, concentrandosi su quel bizzarro amico che era lentamente entrato nella sua vita. «Alterna i reflussi gastrici alle pene d'amore, un vero supplizio per James che é costretto a controllare che sia vivo almeno una volta all'ora sotto ordine della zia.»
«Già, già» Nott annuì con espressione terribilmente seria, «Insomma, é in agonia da giorni, nulla che non mi aspettassi. Sentite un po' voi due, a proposito di cuori spezzati...»
«Perché l'idea di una relazione in rotta dovrebbe farti venire in mente noi?» chiese lentamente Scorpius, cercando come sempre di trovare delle risposte che, nel cugino, non avrebbe mai incontrato.
«Mi sembra ovvio! Perché io sono qui per salvare voi due cuccioli indifesi da una sofferente pena d'amore.»
«Hai di nuovo assunto troppi zuccheri, Jax? Eppure credevo di aver detto a Wimpy di non darti nulla che non fosse già stato approvato.»
«Ascolta, Cor!»
«Non chiamarmi così!»
Jaxon alzò gli occhi al cielo, agitò una mano per aria e riprese il discorso con tranquillità: «Consideralo un po' il mio regalo di compleanno, sto per regalarti del tempo  col tuo piccolo fiorellino dei sogni prima che vada in Francia per le prossime settimane.»
A quelle parole qualcosa, sia nella di Scorpius che di Rose, scattò e improvvisamente entrambi si fecero più attenti e seri.
«Oh, vedo che ho ottenuto la vostra attenzione! Ora, vi spiego come... ah, Cor, posso fumare qui?»
«Assolutamente no! E non distratti: Rose e io, soli, come?»
«Oh, tu lascia fare a me» il cugino gli sorride con espressione tipicamente Serpverde.
Un pof li distolse dalla conversazione. Era Wimpy.
«Signore... io venuto per conto del padrone, signore. Io a controllare che signorino ancora qui con tutti» il suo sguardo si posò su Rose e gli occhi, se possibile, le si fecero ancora più grandi e profondi. «Il padrone ha chiesto a Mimpy di controllare... di controllare che il signorino non volesse mostrare alla signorina Weasley la sua personale collezione di modellini di Quidditch» prese una lunga pausa e per poco non scoppiò: «In camera!»
Scorpius passò lo sguardo dal piccolo elfo agli amici che, ora in silenzio, lo osservano chi scettico, chi divertito delle sue disgrazie.
Infine... «Sí, Jax. Facciamo che mi fido, facciamo di sì. Come facciamo senza che mio padre ci scopra?»








Note a pié di pagina: 
Se devo essere sincera non so neanche io perché abbia deciso di impelagarvi in questa mini mini mini long di due capitoli, e di partire per giunta dal pov di Draco Malfoy: masochismo supposto, altrimenti non sapresti proprio spiegarmela. 
Ho cercato di essere il più possibile vedere ai personaggi (in questo caso a Malfoy, l'unico di cui abbiamo ricordi e conoscenze), considerando però l'impatto che la guerra può aver avuto e soprattutto del dopo guerra. Spero non risulti troppo OOC e che questa versione di Astoria, Scorpius e Rose vi piaccia. Sinceramente non apprezzo molto l'idea secondo cui Draco debba proibire al figlio di fare qualcosa o amare chi voglia, anche se questo non gli impedisce di certo di esserne segretamente contrariato.
Ho una visione di Malfoy molto paternalistica, dopotutto sappiamo bene che loro come famiglia sono estremamente votati ai loro cari. 
Infinire... niente, chiaramente ci sono piccoli accenni che non potete capire - Jaxon Nott, Albus e le turbe d'amore, Louis e Scorpius amici - magari un giorno mi andrà di approfondirle. 
Intanto spero vi vada di commentare questa storia perché mi farebbe davvero piacere: tra domani e dopodomani pubblico anche la seconda e ultima parte. 

   
 
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