Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: SonounaCattivaStella    12/10/2021    0 recensioni
Sebastian correva a tutta velocità per le strade buie di Londra, saltava sui tetti silenzioso come un gatto e agile come una pantera. La risata macabra di Undertaker lo raggiunse poco prima di vederlo saltare giù da un edificio. Accelerò il passo per non perderlo di vista e lo seguì gettandosi a sua volta nel vuoto.
«Dimmi cosa vuoi esattamente, senza girarci attorno.» Disse il corvino, gli occhi rossi fissi sulla figura di Undertaker che si avvicinava con passo lento verso di lui.
«Divertirmi.»
{Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it}
Genere: Azione, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it

» Prompt: Crack ship
» Lista: pumpBLANK
» Fandom: Kuroshitsuji/Black Butler

» Rating: Giallo
 

 


 

 

Sebastian correva a tutta velocità per le strade buie di Londra, saltava sui tetti silenzioso come un gatto e agile come una pantera. Con i denti digrignati, non staccvaa gli occhi di dosso dal suo obiettivo che sfrecciava poco più avanti e di cui seguiva la scia di capelli bianchi che si muovevano nell’aria. Non l’avrebbe fatto scappare, non stavolta. Doveva scoprire quali fossero le sue reali intenzioni per poter proteggere al meglio il suo giovane padrone e lo avrebbe seguito fino in capo al mondo, per riuscirci. Già troppe volte era arrivato a pochi passi dal mettere in pericolo la vita di Ciel, quindi era giunto il momento di mettere fine ai suoi intenti.

La risata macabra di Undertaker lo raggiunse poco prima di vederlo saltare giù da un edificio. Accelerò il passo per non perderlo di vista e lo seguì gettandosi a sua volta nel vuoto. Atterrò sul lastricato di una via buia e deserta, si guardò attorno con aria vigile, ma dello shinigami non vi era traccia. Quasi ringhiò per la frustrazione di aver permesso all’altro di sparire in quel modo, ma un fruscio alle sue spalle lo mise di nuovo subito in allerta. La lama della death scythe di Undertaker fendette l’aria con un sibilo e colpiscì Sebastian ad un braccio, prendendolo alla sprovvista.

«Qual buon vento ti porta qui, maggiordomo.» Disse lo shinigami con un grosso sorriso sulle labbra, come a volersi prendere gioco dell’altro.

«Ho avvertito la tua presenza vicino Villa Phantomhive e non potevo permettermi di lasciarti andare come se nulla fosse.» Rispose il corvino, tenendosi il braccio ferito e sanguinante. «Cosa ci facevi lì?» Chiese, i sensi sempre più vigili.

Undertaker non rispose alla sua domanda, ma iniziò a ridere come se avesse ascoltato la più divertente delle barzellette. Quando riuscì nuovamente a riprendere fiato, si passò una mano sul viso per scostare i capelli che glielo coprivano, rivelando i suoi occhi verdi e lucenti e un’espressione fattasi improvvisamente seria. Sebastian non ebbe il tempo di capire cosa avesse in mente l’altro; si ritrovò a dover schivare un altro attacco a cui rispose lanciando le sue fidate posate da cucina. Undertaker le schivò tutte senza alcuna difficoltà e si lanciò di nuovo contro il demone. Iniziarono a combattere l’uno contro l’altro, senza un vero e apparente motivo.

«Sai, maggiordomo, l’ultima volta che ci siamo battuti non mi sono divertito abbastanza. Eri tutto preso dal proteggere il Conte, tanto da dimenticare chi fosse il tuo vero obiettivo. Non devi mai distogliere l’attenzione da chi hai davanti e, adesso che siamo finalmente soli, esigo che la tua sia tutta per me.» Disse lo shinigami mostrando nuovamente un ghigno sinistro.

Sebastian lo guardò interrogativo, non capendo esattamente cosa volesse l’altro. Perché si era avvicinato alla Villa? Perché gli stava dicendo di volere la sua attenzione? Per il semplice gusto di combattere a dovere e nutrire quella sua malsana voglia di divertimento?

«Dimmi cosa vuoi esattamente, senza girarci attorno.» Disse il corvino, gli occhi rossi fissi sulla figura di Undertaker che si avvicinava con passo lento verso di lui.

«Divertirmi

A quelle parole, il dio della morte fece un balzo brandendo la death scythe e gli si lanciò contro. Il demone scattò via agilmente, pronto a contrattaccare, ma capì troppo tardi che l’altro si era mosso esattamente come lui, facendo una finta e prendendolo alla sprovvista. Stavolta, non riuscì a evitare la lama della falce che lo colpì dritto al petto, trapassandolo da una parte all’altra, facendolo finire dritto contro il pavimento sporco della via buia e deserta. Un rantolo gli sfuggì dalle labbra quando colpì il terreno con le spalle, mentre il sangue prese a colargli dagli angoli della bocca e fuoriuscire dalla ferita che gli aveva aperto in due il torace.

Undertaker lo sovrastò e lo guardò con un sorriso sornione dipinto sul viso, compiaciuto del suo operato. Estrasse la lama dal petto di Sebastian con estrema lentezza, godendo di fronte alle espressioni di dolore dell’altro, e si accovacciò su di lui tenendogli ferme le braccia con le ginocchia. Si sporse per guardarlo dritto negli occhi e, leggendovi dentro tutto l’astio che il demone provava per lui in quel momento, scoppiò a ridere fragorosamente.

«Perché quell’espressione rabbiosa? Non si addice a questi bei lineamenti che hai deciso di assumere da quando ti sei messo al servizio del giovane Conte.» Disse mentre passava le unghie affilate contro la mascella del corvino. «Sai, sarei davvero curioso di vedere la tua forma demoniaca.» Concluse avvicinando le labbra al suo orecchio.

«La vedrai molto presto, se non ti decidi a toglierti di dosso.» Rispose Sebastian mentre cercava di spingere via Undertaker, ma senza grandi risultati a causa del momentaneo indebolimento dovuto dal colpo subito.

«Oh, ma allora posso benissimo starmene appollaiato sul tuo ventre. Magari ti facilito un po’ le cose.» Ghignò lo shinigami con un’espressione per niente rassicurante.

Prima che il demone potesse capire le reali intenzioni dell’uomo che se ne stava su di lui proprio come un avvoltoio, questi posò la sua arma mortale e iniziò a passargli le mani sul petto, lì dove i vestiti si erano lacerati per via della lama e mostravano la pelle diafana che si era già rimarginata, chiazzata qua e là di sangue rappreso. Sebastian sgranò gli occhi di fronte a quel gesto, confuso e spaesato.

«Cosa credi di fare?»

«Aspetto che ti arrabbi seriamente per vedere di cosa sei capace.»

E, così dicendo, gli strappò del tutto quello che restava della sua giacca da maggiordomo e la camicia ormai non più tanto bianca e pulita. Avendo così libero accesso a una più ampia porzione di epidermide, Undertaker accarezzò lascivamente i pettorali del demone steso sotto di lui, pizzicandolo per il semplice gusto di vederlo coperto di segni rossi. Sebastian cominciò a dimenarsi con più impeto, l’aura demoniaca che gli danzava attorno come fiamme nere, gli occhi scarlatti e rilucenti le cui pupille si erano ristrette in verticale, i canini appuntiti ed evidenti più del normale.

Lo shinigami fremette di eccitazione di fronte alla potenza che sentiva aumentare sotto di sé, ma non contento e deciso più che mai a risvegliare la forma demoniaca del maggiordomo, fece un’ultima cosa con l’intento di farlo arrabbiare ulteriormente: gli afferrò il viso con entrambe le mani, si sporse in avanti e gli schioccò un bacio dritto sulle labbra. Indugiò alcuni istanti su quella bocca sottile – arrivando a passarci sopra la lingua per assaggiarla meglio – prima di alzarsi di scatto per evitare di ricevere un potente pugno allo stomaco che, come minimo, l’avrebbe attraversato da una parte all’altra. Sorrise mesto di fronte al demone che lo fissava con le iridi rilucenti come rubini e ardenti come il fuoco, l’intera figura avvolta dalle tenebre, l’aura macabra sempre più imponente. Lo vide avanzare un passo verso di lui, rivelando un paio di tacchi a spillo e le mani dagli artigli affilati; ma mentre pregustava già un ottimo combattimento contro quel demone, questi si fermò prima che potesse lasciare del tutto le tenebre e rivelarsi ai suoi occhi. In un attimo, tornò alla sua forma umana.

«Il mio giovane padrone ha bisogno di me.» Disse semplicemente, balzando via con un salto e lasciando un interdetto Undertaker a guardarlo scappare via.

«Non finisce qui, maggiordomo.» Urlò lo shinigami verso il punto in cui l’aveva visto sparire.

«Oh, puoi giurarci.» Si sentì rispondere con un sussurro all’orecchio prima di ricevere un doloroso pugno accompagnato dai coltelli affilati che gli entrarono in profondità nel fianco.

Stavolta Sebastian corse davvero in direzione di Villa Phantomhive. Con la coda dell’occhio, vide lo shinigami ghignare soddisfatto e giurò che molto presto gliel’avrebbe fatta pagare. Già per troppo tempo si era preso gioco di lui e del giovane Conte.
 

N° Parole: 1285

   
 
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