Nuvole
di frecce oscurano il cielo, mentre urla di dolore e rabbia si levano
alte.
Profittando
dell’arrivo di Autolico, Ario corre verso Ergeria.
Fulmineo,
Tideo corre davanti al bambino e si pone davanti a lui, come uno
scudo.
Come
una belva feroce, si lancia contro i soldati, mulinando le sue asce.
Alcuni
dardi, però, trafiggono Tideo allo stomaco.
Per
alcuni istanti, resta immobile, quasi stupito, poi continua ad
attaccare.
Le
sue asce squarciano, troncano, uccidono.
Poi,
si ferma e il suo sguardo stanco, sofferente cerca il mio.
Sbianco.
No, non può morire!
Non
può abbandonarmi!
Devo
andare da lui!
Corro,
cercando di evitare le frecce che grandinano da una parte e
dall’altra.
Un
dardo, però, trapassa la mia coscia.
Urlo
di dolore, poi, con un gesto risoluto, lo strappo dalla mia carne.
Questa pena è ridicola, dinanzi alle ferite del mio fratello
d’elezione Tideo.
Dietro
di me, sento i passi di Autolico.
Anche
lui si è accorto dello stato di Tideo ed è angosciato.
In
questi anni, si è affezionato a lui come ad un fratello
minore.
Mi
avvicino a lui e lo prendo in braccio.
E’
vivo, ma il suo corpo è pervaso da un gelo di morte.
Lo
porto dietro un tripode di bronzo, mentre Autolico cerca di
difenderci.
Mi
siedo e stringo Tideo tra le mie braccia.
Stringo
la mascella in un gesto di impotenza. La situazione è
irrimediabile.
Non
posso fare nulla per lui, se non accogliere il suo ultimo respiro.
Autolico
si gira e mi pare di sentire un singhiozzo.
Anche
lui si è reso conto della situazione di Tideo e, ne sono
sicuro, soffre quanto me.
-
Stai calmo, Tideo… - mormora, malinconico.
Qualche
istante dopo, gli occhi di Tideo si aprono e si specchiano nei miei.
Già
la morte vela il loro splendore.
Eppure,
un debole sorriso solleva le sue labbra.
E’
felice di vedere il mio viso in questi ultimi momenti.
Le
sue labbra, ad un tratto, si muovono in uno sforzo titanico.
Sono
sorpreso. Vuole parlare?
Come
è possibile? E che cosa desidera dirmi?
Gli
sfioro la guancia con la mano in un gesto di incoraggiamento.
– H…
Hercules… – balbetta. La sua voce è roca,
balbettante, eppure percepisco l’affetto verso di me.
Sorrido,
il cuore stretto dalla commozione. Sono felice di sentire per primo
la voce di Tideo.
Mi
riempie d’orgoglio sentire il mio nome sulle sue labbra.
Il
dolore si mescola a questa gioia e, a stento, freno le lacrime.
Perché
Tideo è stato così sventurato?
Ha
sconfitto i suoi demoni, ma non può godere di tale sua
vittoria.
La
sua vita si concluderà qui, su queste fredde scale.
Pochi
istanti dopo, il respiro del mio fedele compagno si spegne.
I
suoi occhi vitrei non cessano di scrutare i miei, come se volesse
portare con sé la mia immagine nell’Hades.
Freno
le lacrime. Piangerò dopo la sua tragica fine.
Dobbiamo
terminare una battaglia contro un usurpatore e un menzognero.
– Riposa
in pace, fratello… – sussurro, triste. Finalmente, non
soffrirà.
Fisso
il suo volto e gli chiudo gli occhi. Lui mi ha sempre seguito,
fedele, e ha dato la sua vita in questa battaglia contro
l’ingiustizia.
Per
lui, ucciderò Cotys, l’usurpatore, e libererò
Ario e sua madre dall’angoscia.
Il
mio cuore è fermo nel mio proposito.
Guardo
Autolico. Annuisce.
Anche
lui è deciso a raggiungere il nostro obiettivo.
E,
più determinati che mai, riprendiamo a combattere.