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Autore: NicoRobin95    14/10/2021    0 recensioni
Un regno governato da un re dittatore, ma affascinante e a dir poco bellissimo. Un giorno per una serie di eventi e coincidenze la sua vita si incrocia con un'altra ragazza di stirpe nobile, ma che a differenza di lui non vorrebbe esserlo. Nonostante ha una nobiltá che lui non possiede:, quella del cuore.
Durante una forzata convivenza con lui scopre che in presenza di lei lui riesce a sfoderare dolcezza, delicatezza e generosità cose che non sembrano appartenergli.
In virtù di questo, giura a se stessa di scoprire perché e se è diventato così, oppure in principio anche lui era dolce e buono.
Combattendo con un popolo che la reputa una venduta a causa della vicinanza con lui e dei privilegi che gode; con donne a lui vicine che la odiano perché loro rivale in amore (a loro dire) e la paura di scoprire chi sia per davvero l'uomo che per destino sembra che debba avere accanto, Viola proverà a scoprire chi sia veramente il "signorino" Donquixote Doflamingo...
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donquijote Doflamingo, Donquijote Family, Violet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Percorsero tutto il tappeto rosso, tra gli applausi e gli apprezzamenti della folla si diressero verso la macchina.
Hancock rabbrividí leggermente all' aria frizzante che le sfiorava la pelle. Doflamingo si avvicinò posandole sulla spalle lo scialle che si era portata, ma che fino ad allora non aveva avuto bisogno di indossare.
 
"Copriti amor. Non vorrai ammalarti proprio ora che sei con me per qualche giorno."
 
"Grazie Doffy. Assolutamente no. Solo che credevo che per fare questo piccolo pezzo di strada non avessi avuto bisogno di coprirmi."
 
"Bastano pochi attimi per prendere freddo, non voglio che tu possa ammalarti, sono sempre molto attento e geloso delle mie cose."
 
"Quindi io sono una tua proprietà?" chiese entrando nella spaziosa auto di lusso.
 
"Sei tu a ricordarmelo costantemente querida. Non certo io, tu sei libera, le mie schiave sono di mia proprietà personale. Tu vieni a trovarmi quando vuoi." Doffy stappò una bottiglia di Champagne.
 
"Quindi se io un giorno, ammettiamo, trovassi l'amore della mia vita scoprendo che non sei tu, tu non mi puniresti o cercheresti di uccidermi come una schiava che cerca di fuggire."
 
"Non succederà mai pequeña, come staresti senza di me?" disse lui con aria sensuale e maliziosa dopo averle offerto un calice pieno di champagne.
 
"Non girare la domanda. Rispondimi."
 
"Lo vedrai se mai succederà. Anche se non credo che potresti mai barattarli con qualcun altro."
 
"Come hai ragione cariño mío. Tu sai stregarmi e tenermi prigioniera del tuo fascino."
 
" Vedi che ho ragione." Disse bevendo tutto il suo calice di champagne.
 
"Quindi questa sera, non ti va di dormire con me. Preferisci stare nella tua camera a pensare a chissà dove sia il tuo vero amore, che nome abbia e che volto abbia giusto?"
 
"Ma no. Cosa dici cariño. Come potrei non dormire con te. Sai che sono qui per questo." Disse lei togliendosi lo scialle e gettandogli le braccia al collo per iniziare a baciarlo. 
 
Lui mise una mano sulla sua scollatura generosa.
 
"Come siamo prosperose amore mio. Questa cosa di te mi farà sempre impazzire. Sei bella e formosa. E hai un profumo inconfondibile." Disse annusandole il collo e posandole un bacio tra le clavicole e cercando di proseguire verso la scollatura.
 
Le mise le mani sui fianchi, baciando la sua scollatura in modi delicato e poi le chiese mordicchiandole il collo:
"Faresti un bagno caldo con me?"
 
"Con immenso piacere mi cariño."
 
Dopo pochissimo scesero dalla macchina ed entrarono nel castello, ormai quasi tutti dormivano. Nonostante Doflamingo non la facesse passare in mezzo a loro di proposito Hancock non poté fare a meno di tutte quelle schiave che sfinite,dopo una giornata di lavoro sfiancante aggravato dalla costante paura di essere punite anche solo per capriccio del re, avevano consumato un pasto frugale, di erano lavate tutte insieme nel bagno adibito alle schiave e ora sfinite dormivano sul pavimento con un cuscino, e un materasso scadente.
 
La paura di essere punite, torturare o uccise non le lasciava nemmeno di notte anche se dopo un po' erano così stanche da non riuscire a rimanere sveglie nemmeno per paura. Conosceva anche troppo bene quella sensazione di stanchezza fisica perenne che l'aveva portata a dormire anche in piedi.
Era sicura che quelle schiave stessero passando esattamente quello che aveva passato lei, se non peggio forse. Lui non poteva capire, né tantomeno aveva la benché minima intenzione di provare a farlo, che cicatrici, segni e sofferenze ci si portava dietro anche nel remoto caso in cui si riuscisse a sopravvivere a quell' inferno.
 
Non solo portava dentro i suoi traumi, ma addirittura quelli di altri.
Uno degli episodi che più l'aveva segnata per sempre l'aveva vissuto a soli 15 anni.
Un drago celeste aveva appena acquistato una manciata di ragazzine come lei, molto belle dichiarando che se ne sarebbe servito per divertirsi.
 
Era giá spaventata e scioccata vedendo come piangevano e supplicavano di essere liberate e risparmiate prima che il padrone minacciasse tutte di torturarle e ucciderle in caso di ulteriori piagnistei.
 
Si doveva ancora riprendere da quella scena che trovava già a dir poco orribile, senza sapere che il peggio doveva ancora venire.
Mentre stava per condurle verso la sua abitazione, una donna dall'aria rabbiosa e incontrollata lo raggiunse, non ci volle molto a capire che fosse la moglie
 
"Così, ti pesco a fare il maiale un altra volta eh? Non hai imparato la lezione della scorsa settimana."
 
"Io sono un drago celeste, ho il diritto di avere le schiave che voglio anche se ho avuto la sfortuna di avere te per moglie."
 
"Anche io sono un drago celeste idiota. E non tollero rivali, specialmente se sono delle viscide schiave."
 
"Cosa intendi fare ora?"
 
Senza nemmeno rispondere la donna con un frustando corde iniziò a frustare le povere ragazze senza pietà, imploravano tregua, di essere liberate, provavano a brandire la loro innocenza, ma né quella donna orribile, né quell'uomo crudele accennavano a un minimo di rimorso.
 
"Vediamo cosa ne resta dopo che le avrò sfigurate a suon di frustate."
 
La donna le colpiva senza pietà, erano ormai livide, sanguinolente e moribonde. 
L'uomo disse:
 
"Non dovrei comprare delle schiave se tu adempissi ai tuoi doveri di moglie. Quindi é solo colpa tua. Spero che tu abbia imparato la lezione, se non mi farai mancare nulla ti prometto che non me comprerò mai più una senza il tuo permesso."
 
"Oh caro! Dici sul serio? Quindi non volevi davvero tradirmi?"
 
"No era solo una lezione per via del fatto che non sei mai a casa."
 
La donna gettò per terra la frusta.
 
"É solo perché sono una campionessa di scacchi, non posso piantare in asso i tornei."
 
"Ma io ti ho sposata per vederti, non perché tu vinca a scacchi."
 
"Senti la mia mancanza tesoro? Come sei carino!"
 
"Ma certo cara che mi manchi, non possiamo scendere a compromessi?"
 
"Facciamo che farò tardi a scacchi solo due volte alla settimana. Gli altri giorni tornerò prima, ma faremo qualcosa insieme."
 
"Affare fatto cara. Magari un bel giro a cavallo, un picnic o una bella serata a teatro."
 
"Siiii! Come mi conosci bene caro. Cosa ne farai ora delle schiave che hai comprato?"
 
"Mi servivano solo per fare pace con te. E poi sono quasi morte, é più il danno che il guadagno, spenderei di più per curarle che per rinunciarci, quindi le lascerò qui, che chiunque ne faccia ciò che vuole."
 
Era sbigottita! Aveva acquistato vite umane, le aveva danneggiate e infine aveva lasciato che fossero ridotte in fin di vita, solo per una stupida lite.
Sentì un brivido percorrerla, avrebbe potuto esserci lei al posto di quelle ragazze, per quegli insulsi draghi celesti la vita degli schiavi, soprattutto umani, valeva meno di quella dei vermi.
 
"Ma le hai pagate caro."
 
"Mi sono costate talmente poco e poi sono servite al loro scopo: farci riappacificare."
 
"Mi scoccia che tu le perda."
 
"Vi prego, lasciateci libere..." disse una con un filo di voce: "portatevi in un ospedale e lasciateci lì."
 
"Facciamo così" disse il marito ignorando la supplica:
"scegli tu cosa farne, in fondo le ho comprate. Te le regalo."
 
"Cosa ne ne faccio? Non le voglio, poi hanno poche ore di vita a essere generosi. Possiamo regalarle?"
 
"E chi le vuole così ridotte, te l'ho detto costa più curarle che perderle."
 
 "Allora lasciamole morire o anzi, facciamole uccidere così non si parlerà molto di questa cosa."
 
"Noo pietà... Vi prego!" Implorarono le ragazze ormai accasciate al suolo.
 
Non poteva finire così, torturate, uccise, lasciate morire sotto gli occhi indifferenti, anzi, accomodanti di tutti. Davvero sarebbe finita così? Con vite spezzate senza nemmeno una motivazione?
 
"Le prenderò io!" Una voce di levò in mezzo alla folla di draghi celesti, tutti lo fissarono.
 
"Io e mia moglie cerchiamo giusto cinque domestiche, le ho notate prima che questa pazzoide le sfigurasse, sembrano ragazze sane e in buona salute. Adesso dovrò curarle personalmente prima di poterle utilizzare."
 
"Si stavano mettendo tra me e mio marito, le ho frustate perché non fossero d'intralcio, tu pensa ai fatti tuoi."
 
"C'è un regolamento che vieta di uccidere o mutilare uno schiavo subito dopo averlo comprato, specialmente in pubblico. In più hai acquistato  ragazze adatte ai lavori domestici per poi mutilarle, due violazioni in pochi minuti. La colpa e tutta di tua moglie Eisuke, è impulsiva e viziata proprio come te."
 
"Ehi come ti permetti di..."
 
"Non fare il gradasso, o mi paghi la quota che hai versato per loro, oppure le prenderò comunque ma domani mattina sporgerò reclamo all' ufficio per il protocollo degli schiavi e non credo ti convenga visto che sarebbe la terza segnalazione per tua moglie."
 
"Non oserai..."
 
"Invece si. A te la scelta, hai un paio di minuti io intanto chiamo i soccorsi per loro."
 
"Andiamo Homing. Dovrei pagare una cifra esorbitante."
 
" Ti resta un minuto e trenta secondi."
 
"Cosa vuoi ottenere? Se anche ti pagassi quanto versato per comprarle non basterebbe per farle curare. Sai cosa costa curare uno schiavo."
 
"Manca un minuto, e comunque ho il dottore privato a casa."
 
"Dovrai curarle per molti giorni e potrebbero non riprendersi, avresti buttato via tempo e denaro. Perché non te ne compri di nuove."
 
" Trenta secondi, sono fatti miei e comunque le volevo già prima che arrivassi tu."
 
"Homing stai facendo una sciocchezza. Ti stai rovinando da solo, nessuno qui ha mai capito il tuo modo di ragionare."
 
"Dieci secondi e poi non avrai scelta, avrai il reclamo domani mattina."
 
"E va bene. Eccoti qui diecimila Berry. Hai ottenuto quello che volevi ora sparisci."
 
"Bene. Hai fatto la scelta migliore, e non preoccuparti, non ti succederà niente, finché tua moglie non ti caccerà di nuovo nei guai."
 
Le cinque ragazze furono trasportate d'urgenza di delle barelle nella casa dell' uomo lì vicino. 
Non seppe più nulla di loro, non sapeva se fossero morte o se si fossero salvate. Ad ogni modo pensare alla loro angoscia, le urla di dolore, le frustate di quella donna schifosa, ancora oggi la turbava. La indisponeva quasi quanto ricordare cosa le avevano fatto personalmente. Un braccio sulle spalle la distolse da quei pensieri, Doffy l'abbraccia a dolcemente. Trebol lo aspettava con aria assonnata:
 
"Ben tornato Doffy la tua camera è pronta e anche quella della tua amata se ce n'è bisogno. Buon riposo a entrambi."
 
"È tutto pronto come ti ho chiesto?"
 
"Si Doffy. In ogni dettaglio."
 
"Molto bene. Allora a domani Trebol, non vogliamo essere svegliati almeno prima di mezzogiorno. Faremo tardi sta notte."
 
"Come tu ordini Doffy. La colazione non arriverà prima di quell'ora."
 
" Vieni mia dolce donzella, divertiamoci un po' in privato."
 
"Certo Doffy volentieri." Disse stringendosi nel suo abbraccio, che petto muscoloso, che corpo possente e che tepore che emanava. Aveva un profumo così inebriante, delle mani così calde e grandi. 
 
Una schiava lo salutó: "Buonasera signorino!" Dopo un breve inchino aprì per lui con l'aiuto di un altra ragazza le porte delle sue stanze private, aspettarono che la coppia fosse entrata e la richiusero dolcemente.
 
"Allora mi florecita. Finalmente soli!"

"Si Doffy! Vedo che come tuo solito hai pensato a tutto per rendere la nostra serata indimenticabile."

"Non lo faccio sempre?"

"Si!" disse lei iniziando a sbottanargli la camicia.
 
 
 
   
 
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