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Autore: eddiefrancesco    14/10/2021    1 recensioni
Costretta a cercare un impiego come dama di compagnia per mantenersi, Juliana è ormai rassegnata a vivere senza amore, quando le innocenti attenzioni di Nick, un caro amico di infanzia incontrato dopo molti anni ad un ballo, le fanno perdere il lavoro.
Per rimediare, il giovane gli offre un matrimonio di convenienza allorché al ricevimento di nozze uno degli invitati viene assassinato, deve aiutare il marito, principale sospettato, a risolvere il mistero.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Juliana non aveva dormito abbastanza, ma sapeva che non sarebbe riuscita a riprendere sonno. Raccolse le ginocchia contro il petto e vi posò il capo con un sospiro. Le sarebbe piaciuto credere che gli avvenimenti della sera prima erano stati solo un sogno, ma sapeva che non era così. Crandall era morto e qualcuno l'aveva ucciso. Chiaramente Lilith credeva, o voleva credere, che fosse stato Nicholas. Juliana sapeva che il fatto che lui e Crandall si fossero scontrati davanti a tutti solo la sera prima non giocava a suo favore. E anche se lei gli aveva fornito un alibi, la testimonianza della moglie non era considerata attendibile. Era quindi di fondamentale importanza che lei e Nicholas scoprissero il vero assassino. Si alzò e si lavo' il viso nel catino, poi indossò un abito da mattina che non richiedeva aiuto per non svegliare così presto la povera Celia. Dopo aver infilato le scarpe, istintivamente mise in tasca il rubino e si preparò a scendere al piano di sotto. Nicholas era l'unica persona presente al tavolo della colazione. Alzò lo sguardo e le rivolse un sorriso un po' stanco mentre si alzava per scostarle la sedia. «Hai fatto fatica anche tu a dormire?» le chiese. «Mi sono svegliata presto» rispose Juliana. «Io... ho avuto un sonno un po' agitato.» «Non c'è da stupirsene.» Mentre Nicholas tornava a sedersi, una delle cameriere, una giovane di nome Annie versò il tè a Juliana. Lei notò che le mani le tremavano tanto da far tintinnare la tazza. La guardò e si accorse che era pallida e aveva gli occhi gonfi. «Annie, vi sentite bene?» Le domandò. La giovane degluti' e spostò lo sguardo verso un cameriere che stava portando le uova a Nicholas. «Sì, signora... sto bene» mormorò. Sembrava così turbata che Juliana non volle insistere. In fondo non destava alcuna meraviglia che qualcuno fosse spaventato in una casa dove era stato appena commesso un omicidio. La cameriera riempì anche la tazza di Nicholas e riportò la teiera al suo posto sulla credenza. Poi prese il piatto della carne, e stava per portarlo in tavola quando il maggiordomo entrò nella stanza, silenzioso come sempre. Annie, che gli voltava le spalle, si girò di scatto e per poco non si scontrò con lui. Lanciò un grido e lasciò cadere il piatto di portata, che andò in mille pezzi. «Sbadata!» la rimprovero' Rundell. «Torna subito in cucina!» «Io... mi dispiace, signore» balbetto' Annie, prima di scoppiare in lacrime e fuggire dalla stanza. Uno dei camerieri si affretto' a pulire e Rundell si rivolse a Nicholas e Juliana. «Vi chiedo perdono, signore, milady. Temo che la paura le abbia fatto perdere anche il poco buonsenso che possiede.» «È comprensibile» si affretto' a rassicurarlo Nicholas. «Non preoccupatevi.» «Provvederò subito.» La sala fu prontamente ripulita e Rundell uscì dalla stanza per tornare poco dopo con un altro piatto di carne. Congedo' il cameriere e finì di servire la colazione lui stesso. Nicholas lo lasciò libero ben presto, dicendogli che la servitù doveva essere comprensibilmente agitata e che era necessaria la sua presenza per rassicurarla. Rundell annuì e fece un inchino prima di uscire, quindi richiuse la porta dietro di sé. Nicholas sospirò, mettendo da parte coltello e forchetta. «Non ho molto appetito stamani.» «Sei stato alzato fino a tardi per...?» domandò Juliana, senza trovare un modo delicato per affrontare l'argomento. Lui annuì. «Sì, sono rimasto finché non se ne sono andati e ho chiuso io stesso a chiave la porta della stanza perché nessun altro vi entrasse.» Fece una smorfia. «Naturalmente, il principale sospettato sono io.» «Nicholas... no.» La guardò con espressione pensosa. «Ieri sera non hai detto esattamente la verità al magistrato. Hai affermato che sono rimasto con te per tutta la serata, dopo che abbiamo lasciato la sala da ballo. Eppure per più di un'ora non siamo stati insieme...» «Lo so» ribatte' Juliana. «Ho sentito che uscivi dalla tua stanza.» lui la guardò più intensamente. «Perché non glielo hai detto?» «So che non sei stato tu a uccidere Crandall e non ho voluto che Lilith potesse pensarlo.» «Hai troppa fiducia in me. Ho commesso molte azioni riprovevoli nella mia vita. E odiavo Crandall. Come puoi essere così sicura che non sia stato io a colpirlo alla testa?» «Ti conosco» rispose semplicemente Juliana. «Mi rendo conto che forse non hai vissuto una vita esemplare. Forse hai fatto persino delle cose che non erano... propriamente legali, ma so che non sei malvagio. Per uccidere Crandall avresti dovuto avere una valida ragione e in ogni caso l'avresti affrontato a viso aperto, come hai fatto ieri sera. Non l'avresti mai colpito alle spalle.» Impulsivamente gli prese una mano nelle sue e lo guardò negli occhi. «Non è forse vero?» Nicholas la fissò a lungo, poi ci fu un sottile cambiamento nel suo volto che lo fece apparire più rilassato mentre le copriva una mano con la propria, se la portava alle labbra e vi posava un bacio delicato. «Sono così felice che tu mi abbia fatto l'onore di diventare mia moglie» disse. Juliana gli sorrise. «Mai più di me.» Nicholas lasciò andare la sua mano e si appoggiò allo schienale della sedia. «Hai ragione, naturalmente. Non sono stato io a uccidere Crandall. E non sono nemmeno il maggior indiziato. Credo che il magistrato sia incline a pensare che sia stato Farrow.» «Il fabbro?» Nicholas annuì. «È chiaro che c'era della ruggine tra lui e Crandall. La settimana scorsa l'ha picchiato e aveva l'occasione giusta per ucciderlo. Era presente anche lui ieri sera.» «Ma perché avrebbe dovuto ucciderlo una settimana dopo? Perché non farlo quando scoprì che Crandall insidiava sua moglie?» insiste' Juliana. «Non lo so. Non sono convinto che sia stato lui, ma è possibile che Crandall abbia avvicinato di nuovo Mrs. Farrow ieri sera. Sai bene che sarebbe stato capace di fare una sciocchezza del genere. Quando ho parlato con i domestici, ho saputo che un paio di valletti l'hanno visto uscire e mescolarsi al gruppo dei fittavoli.» «Però è stato ucciso dentro casa.» «Chiunque avrebbe potuto seguirlo all'interno. Quella stanza non è lontana dall'ingresso laterale. Non credo che possiamo escludere Farrow a priori.» Fece una pausa e aggiunse dopo qualche istante: «In ogni caso non credo che sia lui l'assassino. Mi è parso un uomo onesto e leale, non certo il tipo da colpire un avversario alle spalle. Ma temo che la squadra del coroner punterà l'attenzione su di lui. Per loro è più facile incriminare un uomo del popolo che un gentiluomo con una certa influenza.» «O una gentildonna.» «Hai ragione» convenne Nicholas. «Sono certo che c'è un certo numero di donne che si sarebbe liberata volentieri di Crandall.» «Non possiamo lasciare che diano la colpa a Farrow se non è stato lui. E io non posso fare a meno di temere che Lilith farà del suo meglio per convincere le autorità che il responsabile sei tu. Dobbiamo trovare il colpevole.» «Non ho certo intenzione di starmene con le mani in mano» dichiarò con fermezza Nicholas. «Indaghero' io stesso, ma...» Juliana lo interruppe. «Il problema è che sono molto poche le persone che possiamo escludere.» Aveva il sospetto che Nicholas volesse ordinarle di stare fuori da quella faccenda e non aveva intenzione di farsi escludere. «Crandall si era fatto nemici ovunque.» «Questo è vero.» Juliana proseguì. «Prendi il suo amico Hakebourne, per esempio. L'ho visto discutere con Crandall proprio ieri sera, durante il ballo. Non credo che sia venuto qui per pura amicizia. Crandall era sorpreso di vederlo e non mi è parso particolarmente felice. Forse gli doveva del denaro. Un giorno l'ho sentito mentre parlava con Sir Herbert. Crandall cercava di ottenere un prestito da lui e Sir Herbert disse che era già indebitato con diversi gentiluomini.» «Se Crandall doveva del denaro a Hakebourne, non ha molto senso pensare che sia stato lui a ucciderlo. In questo modo non riavra' mai il suo denaro.» «È vero, ma ieri sera era chiaramente furioso con Crandall. La collera potrebbe aver avuto la meglio sul buonsenso. E poi c'è Sir Herbert.» osservò Juliana. «Suo cognato?» Nicholas inarco' un sopracciglio. «Forse non correva buon sangue tra loro, ma credi che Sir Herbert sarebbe arrivato al punto di ucciderlo?» Juliana si strinse nelle spalle. «Non lo so. Quando li ho sentiti discutere, Sir Herbert sembrava piuttosto alterato. A quanto pare, Crandall gli doveva già una somma considerevole.» «Non mi sembra un buon motivo per uccidere una persona.» «Credo che ci fosse dell'altro. Sir Herbert lo accusò di aver coinvolto Seraphina in un giro di gioco d'azzardo. Pare che abbia perso parecchio denaro a carte. È per questo che sono venuti qui anziché restare a Londra per la Stagione.» «Ah.» Nicholas annuì. «In effetti mi ero chiesto come mai fossero qui. Seraphina non sembra il tipo da rinchiudersi in campagna quando può andare a un ballo ogni sera.» «No. Giurerei che non è affatto contenta di essere qui e probabilmente ne incolpava Crandall.» «I loro rapporti erano piuttosto tesi» aggiunse Nicholas. «Crandall non perdeva occasione di lanciarle qualche frecciata che sembrava irritarla.» «Sì, l'ho notato anch'io. Quello che diceva era apparentemente innocuo, ma lei gli lanciava delle occhiate furenti.» «Naturalmente, la persona che aveva più motivi per liberarsi di Crandall era sua moglie» riflette' Nicholas. «Winifred? Ma è così timida e fragile.» Juliana parve sorpresa. «Sir Herbert e Seraphina non erano obbligati a sopportare Crandall. Se era un tal peso, avrebbero potuto semplicemente andarsene. Ma Winifred era legata a lui. Sono sicuro che ha capito da tempo quale tremendo errore abbia fatto accettando di sposarlo.» Juliana si morse il labbro, pensosa. «Si, aveva tutte le ragioni per desiderare la sua morte. Dev'essere stato un inferno vivere con Crandall.» Si interruppe, ripensando ai lividi che aveva visto sul braccio di Winifred il giorno in cui l'aveva aiutata a scrivere gli inviti. «Credo la maltrattasse anche fisicamente. Un giorno aveva dei lividi sul braccio, come se qualcuno l'avesse strattonata con violenza. E in più doveva sopportare i suoi continui tradimenti. Solo l'altro giorno, a pranzo...»
   
 
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