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Autore: eddiefrancesco    14/10/2021    1 recensioni
Costretta a cercare un impiego come dama di compagnia per mantenersi, Juliana è ormai rassegnata a vivere senza amore, quando le innocenti attenzioni di Nick, un caro amico di infanzia incontrato dopo molti anni ad un ballo, le fanno perdere il lavoro.
Per rimediare, il giovane gli offre un matrimonio di convenienza allorché al ricevimento di nozze uno degli invitati viene assassinato, deve aiutare il marito, principale sospettato, a risolvere il mistero.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nicholas proseguì la sua congettura sul delitto. «Si, è chiaro che Crandall aveva intenzione di tradire Winifred con la sua moglie del fabbro. Lei non poteva fare finta di niente. Quanto a essere timida e fragile di corporatura... be', Crandall è stato colpito alla nuca con un attizzatoio, il che avrebbe compensato la disparità fisica tra loro.» «Non possiamo scartare la possibilità che sia stata una donna» convenne Juliana. «Guarda che cosa ho trovato sul pavimento della stanza ieri sera, solo a pochi passi dal corpo di Crandall.» Infilò la mano in tasca e ne estrasse il rubino, che mostrò a Nicholas sul palmo della mano. Lui aggrotto' la fronte. «Che cos'è?» Prese la gemma e la esamino' alla luce che proveniva dalla finestra. «Un rubino?» Juliana annuì. «Si. L'ho visto brillare alla luce mentre tenevi la lampada sul corpo di Crandall. Era ai piedi degli scaffali lì accanto. E se appartenesse all'assassino?» Nicholas studiò la gemma, pensoso. «È possibile» disse. «Quella stanza viene usata raramente e se fosse caduto a qualcun altro in passato, è probabile che uno dei domestici l'avrebbe notato facendo le pulizie.» «Già. Purtroppo è molto piccolo e sarebbe potuto passare inosservato. Io l'ho notato solo perché tu hai mosso la lampada e la luce l'ha colpito.» Nicholas la guardò negli occhi. «Ne hai parlato a qualcuno?» le domandò. «No. Temevo che se l'avessi detto, l'assassino...» «Avrebbe avuto la possibilità di liberarsi del gioiello a cui apparteneva» concluse per lei Nicholas. «Hai ragione. Bene. Naturalmente non è una prova, ma potrebbe aiutare a capire chi è stato.» Fece una pausa e riprese: «Anche se appartiene all'assassino, non significa necessariamente che sia una donna. Il rubino potrebbe venire da una spilla per cravatta, o da un paio di gemelli.» Juliana annuì. «Vorrei poter ricordare che cosa indossava ognuno dei presenti ieri sera.» «Da parte mia sarebbe uno sforzo inutile. Ricordo solo come eri vestita tu.» Nicholas si interruppe e Juliana notò che era arrossito. Si alzò e andò a versarsi un'altra tazza di tè. Rimase per qualche istante accanto al buffet, fissando la tazza, prima di voltarsi e tornare verso di lei. «Devo farti le mie scuse per come mi sono comportato ieri sera. Io... non ho altre giustificazioni se non che avevo bevuto.» Disse senza guardarla in viso. Juliana ci mise qualche istante a capire di che cosa stesse parlando; quando si rese conto che si riferiva al fatto di averla presa tra le braccia e averla baciata, si sentì sprofondare. Quello che per lei era stato così piacevole, era solo fonte di imbarazzo per Nicholas. «Capisco» mormorò. Rimpiangeva di essere andato da lei e di aver ceduto alla passione. Non aveva provato davvero nulla? Si chiese. Era stato solo l'alcol a spingerlo ad agire cosi? La sola idea le faceva venire le lacrime agli occhi. «Non avrei dovuto impormi in quel modo» continuò lui. «Io non...» «No» la interruppe, scuotendo violentemente il capo. «Non cercare di giustificarmi. Avevamo stabilito dei limiti al nostro matrimonio e io li ho oltrepassati. Ho agito in modo avventato. Spero che mi perdonerai. Ti prometto che non accadrà mai più.» Juliana fissò il piatto, imbarazzata. Si chiese se lui giudicasse avventato anche il suo comportamento, dato che aveva risposto con ardore ai suoi baci. Forse non era così che desiderava si comportasse sua moglie. «Accetto le tue scuse» disse, trattenendo le proprie emozioni. «È molto generoso da parte tua.» Nicholas rimase ancora per un po' accanto al tavolo della colazione, ma Juliana non ebbe il coraggio di voltarsi verso di lui per paura di quello che avrebbe visto sul suo viso. Quando lui si diresse verso la porta, in un primo tempo pensò che volesse andarsene. Invece, dopo averla riaperta, tornò a sedersi. Con lo stomaco chiuso per l'agitazione, Juliana smise di mangiare e sollevò lo sguardo, cercando di mantenere un'espressione impassibile. Nicholas la stava guardando e sembrava a disagio. Gli sorrise, e stava per scusarsi e alzarsi da tavola quando si udirono dei passi nel corridoio. Pochi istanti dopo Peter Hakebourne entrò nella stanza. Nicholas guardò Juliana e, intuendo quello che stava pensando, lei rinunciò ad andarsene. Il primo dei loro sospettati era lì e voleva raccogliere su di lui tutte le informazioni che poteva. Forse non poteva essere una moglie in tutti i sensi della parola per Nicholas, ma almeno in questo sarebbe rimasta al suo fianco. Voleva aiutarlo a scoprire l'assassino di Crandall. «Buongiorno, Mr. Hakebourne» lo salutò Nicholas, alzandosi e prendendo la teiera per versare una tazza di tè al nuovo arrivato. «Stamani ci serviamo da soli. Spero che non sia un problema per voi.» «No, certo» rispose cordialmente Hakebourne. «Avete dormito bene, Mr. Hakebourne?» si informò Juliana. «Per quanto possibile, date le circostanze.» Il giovane prese posto a tavola, bevve un sorso di tè e dopo aver posato la tazza, disse: «Ehm... sapete se sospettano di qualcuno?» «Non proprio» rispose Nicholas. «Lady Barre e io ne stavamo giusto discutendo. Avete qualche idea di chi possa essere l'assassino?» Hakebourne si strinse nelle spalle. «Non credo che sia difficile trovare qualcuno che desiderava la morte di Crandall.» Guardò Nicholas dritto negli occhi e concluse: «Il problema, semmai, è restringere le ipotesi a una sola persona.» Dopo l'affermazione provocatoria di Hakebourne, il silenzio calo' nella stanza. Poi Nicholas chiese con simulata ingenuità: «Crandall aveva così tanti nemici, dunque?» Il giovane si strinse nelle spalle. «Lo conoscevate. Voi che ne dite?» «Crandall sapeva essere molto indisponente, in effetti, ma abbastanza da spingere qualcuno a ucciderlo?» «Forse ci sono persone a cui basta poco.» «Che cosa ci dite di voi, Mr. Hakebourne?» domandò Juliana con calma. Lui si voltò a guardarla con gli occhi sgranati. «Volete dire se sono stato io?» Ma prima che lei potesse rispondere, riprese: «La risposta è no. Tuttavia, se volete sapere se ero ai ferri corti con lui, sì. Crandall mi ha truffato.» «Truffato? Come?» volle sapere Nicholas. «Mi ha venduto un cavallo che non vale niente. Oh, so bene come si dice: Caveat emptor, è il compratore che deve stare in guardia, ma dannazione, quell'uomo affermava di essere mio amico! E invece mi ha venduto un cavallo pur sapendo che era stato ferito a una zampa. Bell'amicizia!» «Vi ha venduto un cavallo zoppo?» volle sapere Nicholas. «Non lo era la prima volta che lo vidi. Ero andato a trovare Crandall e avevo ammirato l'animale; mi ero offerto di comprarlo, ma lui non ne volle sapere. Pochi mesi dopo, a Londra, mi disse che aveva deciso di venderlo perché era a corto di denaro. Naturalmente accettai di comprarlo, era una splendida bestia. Ma la prima volta che lo montai mi accorsi che gli era successo qualcosa. Naturalmente Crandall negò ogni cosa, dicendo che il cavallo era in perfette condizioni, ma è palesemente falso.» «È di questo che stavate discutendo ieri sera?» «Discutendo?» Hakebourne parve sorpreso. «Ho notato che voi e Crandall stavate parlando insieme durante il ballo. Non sembrava una discussione amichevole.» Intervenne Juliana. «Non lo era. Lui sosteneva che era colpa mia!» Hakebourne li guardò con espressione indignata. «Come se fossi un sempliciotto. È per questo che sono venuto qui, non per le nozze.» Fece un sorriso di scusa. «Non volevo imporvi la mia presenza. Pensavo che se avessi parlato con Crandall, lui avrebbe ammesso di aver sbagliato. Insomma, non si imbroglia un amico!» «Presumo che Crandall abbia rifiutato di restituirvi il denaro che avevate pagato» osservò Nicholas. «Già, e più di una volta.» «Immagino che foste infuriato» disse Juliana. «Lo ero. Non è che possa permettermi di gettare il denaro al vento. Ma tutto quello che mi disse Crandall fu che non aveva più un soldo, che aveva usato quella somma per pagare dei debiti.» Spiegò Hakebourne.
   
 
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