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Autore: ClostridiumDiff2020    15/10/2021    0 recensioni
Questa Storia Partecipa alla 365 Writing Days Challenge 2021
365 finestre...
365 storie, una raccolta di racconti, una raccolta di vite.
Ogni giorno, partendo da una parola, si aprirà una porta verso qualcosa, verso qualcuno...
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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290 >>> 15. Rise Up!
 
 
Spingeva quelle poche cose che possedeva dentro il sacco, non aveva tempo ma c’erano cose che davvero non voleva lasciarsi alle spalle. Senza considerare che sarebbe dovuto sparire senza lasciare alcuna traccia di sé. Prese la scatola di latta che gli aveva dato Fraech e la aprì. In quell’anno si era gradualmente riempita delle cose più disparate. Sassi, foglie, ma anche qualche foto ingiallita e ritagli di giornale. Tutti frammenti di quella sua seconda vita. Della sua falsa seconda identità.
 
Quando il suo capitano gli aveva detto di infiltrarsi nell’esercito, uccidere una recluta della sua età e prenderne il posto non aveva immaginato potesse essere tanto complesso, di certo non che avrebbe finito per affezionarsi a quell’illusione. Avrebbe dovuto fare affidamento all’identità che avevano costruito per lui e invece per rendere tutto più vero aveva finito per mettere troppo sé in quella finzione. E alla fine Cáel era diventato più reale del suo vero io.
Strinse la cassetta tra le mani e deglutì, aveva detto a Fraech di voler disertare per giustificare in qualche modo la sua imminente fuga. Aveva fatto ciò per cui era stato mandato era tempo di tornare. Non avrebbe dovuto mettere così tanto sé in quell’adorabile teatrino. Se avesse finto maggiormente forse sarebbe stato meno doloroso.
 
Si caricò lo zaino in spalla e scivolò via inoltrandosi nella boscaglia, i passi malamente illuminati dalla luna. Sorrise, almeno una soddisfazione se l’era presa illudendo quel povero idiota di aver accettato la sua proposta. Il cade di Fraech, così lo aveva definito, e quel cane si era dimostrato decisamente meno fedele di quanto si potessero immaginare.
Sollevò e la sagoma del castello in rovina lo osservò imponente.
Si passò una mano sull’addome e percepì il tessuto zuppo di sangue a contatto con la pelle, la fasciatura doveva aver ceduto. Doveva fermarsi per stringere la fasciatura o sarebbe morto dissanguato. Per sua fortuna conosceva quella zona come le sue tasche.
 

 
Cáel osservò il sangue apparire sulle sue vesti come evocate da quella breve reminiscenza.
Era di nuovo sdraiato accanto al suo vivente, molti anni dopo quell’evento, che fluttuavano cristallizzati nel tempo.
Quel ricordo lo stava trascinando via dal fianco di Émer, verso il suo ciclo di perpetua morte. Quei momenti erano impressi a fuoco nella sua mente perché avevano preceduto di pochissimo i suoi ultimi respiri e la sua fossa lo stava inesorabilmente chiamando.
 
Sprofonda ancora, bugiardo, nemmeno ricordi il tuo nome, i colori della tua nazione. Non sai perché ti hanno sparato e mai lo saprai… Finché il tuo volto, la tua coscienza non saranno che polvere, come le tue stesse ossa.
 
La mano di Émer lo afferrò, la sua ancora che lo tratteneva, che gli consentiva di restare cosciente. Quanto sarebbe potuto durare?
 
 
#WritOber2021 #fanwriterit Day 15 - Secret Identity


 
   
 
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