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Autore: hapworth    15/10/2021    0 recensioni
Jake lo trovava attraente, sebbene non dovesse fare considerazioni di quel tipo, non sul lavoro e, soprattutto, non sugli uomini. Odiava visceralmente gli uomini attraenti e che rientravano nel suo tipo proprio per quel motivo: tentazione.
[Jake/Adrien] ~ Scritta per il "Writober" indetto da Fanwriter.it!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Rubami l'anima'
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Era qualche anno che non scrivevo nulla di questi due e, con questo prompt, ho avuto ispirazione improvvisa, dunque eccomi qui. Non ho molto da dire, solo che è un enorme what if rispetto alla storia originale, dove Jake si infiltra nella libreria di Adrien, con le conseguenze che possiamo immaginare.
Vi auguro una buona lettura!

hapworth

Questa storia partecipa al "Writober" indetto da Fanwriter.it.
prompt: secret identity | lista: fic


Alter ego

La prima volta che aveva attraversato la soglia della Cloak and Dagger, Jake aveva capito che probabilmente non era il luogo che, quando il suo capo aveva deciso di mandarlo lì sotto copertura, sì erano aspettati. Era una libreria piuttosto modesta, piena di titoli gialli che andavano dalla narrativa per ragazzi fino a quelli per età più adulta – sempre che il genere potesse considerarsi serio, almeno dal suo punto di vista.
Il proprietario era uno scrittore di gialli in erba e l'interesse che aveva catturato in centrale era stato il suo piuttosto inquietante coinvolgimento in fatti criminosi. Non c'era un motivo fondato, Jake aveva considerato che l'uomo presumibilmente fosse sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma i suoi conoscenti? Così era stato inviato lì come aiutante tramite un'agenzia a cui l'uomo si rivolgeva piuttosto di frequente per cambiare dipendente nella libreria. Sembrava non ne avesse uno fisso per le sue abitudini a mollare il lavoro nei momenti meno opportuni e questo, insieme presumibilmente a un carattere incisivo, doveva essere la motivazione dietro a tutti quei cambiamenti.
Adrien English era un uomo di bell'aspetto, dai capelli scuri e gli occhi chiari, ma con la carnagione un po' troppo pallida e l'aspetto malaticcio. Le informazioni riportavano un disturbo cardiaco nella sua storia clinica che lo aveva portato quasi al creatore da giovane, nonché una propensione all'ammalarsi dovuta proprio alla sua condizione.
Jake lo trovava attraente, sebbene non dovesse fare considerazioni di quel tipo, non sul lavoro e, soprattutto, non sugli uomini. Odiava visceralmente gli uomini attraenti e che rientravano nel suo tipo proprio per quel motivo: tentazione. Si era sforzato anni e anni, tutta la vita, per rimanere nel lato etero della propria bisessualità – anche solo pensare quella parola lo faceva rabbrividire -, eppure c'era sempre qualcosa, o qualcuno, che attirava il suo lato omosessuale e lo faceva impazzire.
«Oh, lei deve essere il signor...»
«Jake Lasher, mi manda l'agenzia.» Adrien lo fissò con interesse, fin troppo interesse. Era ovvio che oltre alla considerazione che fosse eccessivamente ben dotato a livello fisico per un lavoro sedentario, Adrien lo trovasse attraente. Non per portare acqua al suo mulino, ma lo sapeva di essere attraente e, cavolo, avrebbe dovuto di nuovo andare al Club per cercare di dimenticare quel desiderio inappropriato.
«Adrien English, sono il proprietario.» gli porse la mano, troppo sottile, mentre la stringeva appena e poi si guardava in giro, prima di passarsi una mano tra i capelli chiari. «Possiamo darci del tu?»
«Certamente.» Adrien sorrise e, per un momento, Jake perse la facoltà di parlare. Così tacque.
«Perfetto. Ho necessità di lasciarti in negozio da solo spesso, dato che passo la maggior parte del tempo in ufficio per la burocrazia. Intanto ti mostro quali saranno le tue mansioni.»
Jake rimase in silenzio, annuendo appena mentre seguiva l'uomo che gli mostrava dove si trovavano le scatole dei nuovi arrivi, quella degli eventuali resi e di quale ordine seguire nel metterli sugli scaffali. Sperava non gli chiedesse come si sentisse a proposito dei gialli, perché non era abbastanza sicuro di saper utilizzare una poker face convincente, ma English non accennò minimamente alla cosa dimostrandosi piuttosto professionale e gentile. Niente di strano insomma.
«Una volta a settimana tengo un gruppo di lettura, quindi quei giorni puoi lasciare il lavoro prima.» lo informò, mentre gli faceva vedere il bagno di servizio e come funzionava la cassa. Un gruppo di lettura? Dalle indagini non risultava...
«Un gruppo di lettura?» chiese, cercando di apparire interessato. Adrien si voltò appena, assumendo un'apparente espressione non proprio allegra. «Sì, beh è più un gruppo di autori che si riunisce per leggere i propri romanzi e farsi dare delle opinioni in merito. La maggior parte sono persone che non hanno ancora pubblicato o che semplicemente si divertono a scrivere gialli.» gli rese noto. Riordan annuì. Interessante... se si fosse riuscito a infiltrare, magari avrebbe potuto avere ancora più agganci per comprendere meglio la situazione.
«Ah, capito.» non era di molte parole e, malgrado fosse sotto copertura, non aveva alcuna voglia di cambiare atteggiamento; senza considerare che la zona in cui si trovava la Cloak and Dagger era lontana parecchio da persone che potevano riconoscerlo e l'abbigliamento da “damerino” con cui si era presentato, compreso di occhiali finti, sarebbe riuscito sicuramente a ingannare i più.
Adrien sorrise. «Non ti piacciono i gialli, vero?»
Jake avvampò, più per l'espressione un po' maliziosa dell'altro uomo che per essere stato beccato. «Non esattamente.» ma l'altro uomo alzò le spalle, come se non gli importasse particolarmente di quello che pensava della libreria, sempre con quell'espressione che gli faceva sentire un po' troppo stretti i pantaloni su misura, prima di sparire nel suo ufficio. Sarebbero stati mesi decisamente lunghi.

«Come hai potuto.» la voce di Adrien era bassa, un filo di voce, quasi facesse fatica a urlare – il che era vero, dato che a Jake sembrava di sentire il suo battito accelerato fino a lì. «Io-»
«Sei un bugiardo, Jake. Come posso... come possiamo...» annaspò, portandosi la mano contro il petto e lui, nonostante tutto, gli si accostò, afferrandolo saldamente prima che cadesse. «Mi dispiace, Adrien... io stavo lavorando, non potevo...»
L'uomo sollevò i suoi occhi azzurri su di lui, in un'espressione ferita, gli occhi lucidi – non sapeva se di dolore o per il senso di tradimento -; non cercò neppure di districarsi dalla sua presa, mentre tossiva ripetutamente tra le sue braccia. Il suo peso lo avrebbe più sentito, dopo quel giorno?
Jake non lo sapeva, era passato un anno da quando aveva assunto l'identità di Jake Lasher per indagare sui crimini intorno alla Cloak and Dagger e sul suo proprietario. Un anno in cui aveva compreso che non era Adrien il problema, quanto uno dei suoi amici del gruppo di lettura ad avere amici pericolosi. Un anno in cui si era perdutamente innamorato di quell'uomo troppo magro e dal sorriso meraviglioso. Un anno a impedirsi di essere Jake Riordan anche solo con il pensiero, perché non voleva tornare a odiarsi e odiare. Adrien non lo meritava.
Jake Lasher era aperto sulla propria sessualità, non si nascondeva, non si odiava. Jake Lasher era l'uomo che avrebbe voluto essere e di cui Adrien si era innamorato a propria volta, baciandolo all'entrata della libreria e invitandolo su per le scale, nel minuscolo appartamento in cui abitava. Quello in cui avevano fatto l'amore tante, tante volte.
Jake Lasher non avrebbe permesso che qualcuno spezzasse il cuore a Adrien, ma la verità era che Jake Riordan era un codardo e non poteva proprio essere l'uomo che Adrien avrebbe meritato di avere. «Perché allora? Potevi lasciarmi, potevi dirmi che era finita. Invece sei sparito! E poi... poi sei entrato ad arrestare Bernie.» era vero, avrebbero potuto mandare qualcun altro, non era necessario fosse lui, ma la verità era che gli era sembrato il modo adatto per mettere fine a Jake Lasher, per dare un taglio netto a quella parentesi che lo aveva reso felice. Aveva pensato a se stesso e, mentre Adrien gli si spezzava davanti, non poteva che sentirsi il verme che era.
«Io pensavo fosse più facile così.» eppure, mentre lo diceva, si rendeva conto della bugia a cui lui stesso aveva creduto. Non era così e lo aveva sempre saputo, lo avrebbe distrutto, gli avrebbe spezzato il cuore e, di conseguenza, avrebbe spezzato il proprio.
Adrien sospirò, liberandosi alla sua presa, mettendosi più stabile sulle proprie gambe. «In fondo per te ero un passatempo, hai ragione. Ero lavoro.» Jake abbassò lo sguardo; era meglio lasciarglielo credere? Lo amava, ma come poteva dirglielo? Come poteva accettare di essere innamorato di un uomo, così come si innamorava di una donna? Era orribile e sporco, era... sbagliato. Avrebbe perso tutto e tutti, chi avrebbe mai creduto a un uomo che aveva superato i quaranta che si riscopriva bisessuale, sebbene lo fosse sempre stato e avesse semplicemente soffocato quel bisogno per facilitarsi la vita?
«Il tuo silenzio parla chiaro, direi. Ora vorrei che te ne andassi.» ed era chiaro che intendesse per sempre, ma Jake strinse gli occhi. Era impaurito ed era immobilizzato dal pensiero che Adrien lo odiasse, che non potesse più essere suo e che il futuro non potesse essere loro. Che era ormai perduta ogni cosa, perché Lasher non esisteva e restava solo lui, solo Jake Riordan e la sua fottuta codardia.
«Io...»
«Vattene!» Adrien lo guardava in modo ostile, mentre si teneva le braccia intorno al corpo. Malgrado fosse visibilmente ferito e stesse soffrendo, aveva la forza di opporsi a lui, a quello che rappresentava e Jake... Jake non era niente, in confronto.
«Non ho abbastanza coraggio, Adrien.» ammise infine. Perché era vero, perché era così; e proprio per quel motivo l'altro avrebbe dovuto cacciarlo proprio come stava facendo in quel momento.
«Cosa...»
«Per amarti, per ammetterlo anche solo con me stesso. Io...» Jake si portò le mani sul viso; non sapeva se stava per piangere, voleva solo scomparire nel nulla, smettere di sentirsi così vuoto, così orribile, perché Adrien gli era entrato troppo dentro, perché era la cosa che più desiderava al mondo e non poteva averla, perché lo avrebbe solo fatto soffrire.
Il tocco che gli raggiunse la fronte lo fece irrigidire; le mani di Adrien erano fredde, ma gentili nonostante tutto, malgrado tutto. «Jake. Guardami.» l'altro uomo aveva perso il tono soffocato, per assumerne uno diretto e deciso, tanto che lui non ci pensò due volte a sollevare lentamente lo sguardo verso di lui.
«Mi hai ferito, Jake. Tanto. La fiducia è... una delle cose più importanti in un rapporto.» era tentato di tornare a fissare il pavimento, perché sapeva che aveva ragione. «Però... io ti amo. So che non mentivi, e sono disposto a riprovarci.»
Jake non credeva alle sue orecchie: come poteva, dato che Adrien sembrava disposto a soprassedere – almeno in parte – a quello che aveva fatto e a dargli un'opportunità? Un'altra, qualcosa per cui poter essere davvero se stesso? Aveva paura, era vero, l'aveva ancora, ma mentre osservava gli occhi chiari dell'uomo che amava e abbozzava un sorriso lieve, sapeva che voleva a tutti i costi essere degno di quella fiducia. Voleva rivedere il suo sorriso, voleva essere l'uomo adatto a lui, qualcuno di cui essere fiero. «Grazie.»


Fine
   
 
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