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Autore: MarFu    15/10/2021    0 recensioni
Dylan torna nella casa di famiglia dove trascorreva le estati della sua infanzia. Molte cose sono come le ricordava, ma molte altre sembrano impercettibilmente cambiate. Altre cose ancora sono strane e inquietanti. Che il villaggio di Tullow non sia più lo stesso?
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Storia in 31 capitoli scritti nel mese di ottobre 2021, uno al giorno, come parte della challenge writober organizzata da fanwriter.it.
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ukiyo
浮世
Il “mondo fluttuante”, vivere il momento
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Il giorno dopo, Dylan si svegliò stranamente sereno. Si sentiva spossato, stanco nel corpo e nella mente, depresso e senza alcuna spinta, ma era anche in pace con se stesso. Sapeva cosa l’aveva portato lì, sapeva cosa aveva dimenticato, sapeva perché aveva quegli incubi. Almeno sapeva perché. Sarebbe potuto ripartire da lì.
Si era svegliato che era ormai mezzogiorno, così mangiò una fetta di lasagna avanzata dalla sera prima e, vista la bella giornata, decise di passarla all’aperto. Ma voleva comunque restare solo quindi, una volta uscito dal cancelletto della casa, invece che girare a sinistra e dirigersi verso il villaggio, si voltò verso destra e cominciò a camminare verso la scogliera.
Mentre camminava, lasciò che i sensi fossero sopraffatti da ciò che lo circondava. Si riempì gli occhi con il verde dell’erba e l’azzurro del cielo, le sue orecchie ascoltavano soltanto il rumore del vento e il cinguettare degli uccelli, si lasciò accarezzare dal calore del sole e dal fresco della brezza.
Quando la strada lasciò il posto ad un sentiero, circondato da erba che gli arrivava a metà polpaccio, Dylan si tolse le scarpe e camminò sulla morbida erba piuttosto che sul sentiero di terra e pietruzze. Riconosceva quel sentiero. L’avrebbe portato dritto sulla cima della scogliera e da lì, se lo voleva, sarebbe potuto scendere alla spiaggia sottostante, dove lui e Belle andavano sempre a raccogliere le conchiglie.
Il pensiero di Belle, naturalmente, non aveva lasciato davvero la sua testa. Non si aspettava di certo che fosse così facile. Ma concentrarsi su ciò che lo circondava piuttosto che su ciò che provava, sull’esterno piuttosto che sull’interno, l’aveva aiutato. Pensare a Belle così vividamente, con un ricordo così specifico che ora, dopo aver ricordato tutto la sera prima, assumeva connotazioni del tutto nuove, gli fece perdere la stabilità nel passo per un attimo e si ritrovò inginocchiato a terra, le mani nell’erba umida.
Avrebbe potuto mettersi a piangere. Avrebbe potuto urlare, disperarsi. Avrebbe potuto sbattere i pugni a terra e imprecare verso il cielo.
Invece si alzò e continuò a camminare.
   
 
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