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Autore: la_pazza_di_fantasy    16/10/2021    0 recensioni
Per Jerome la giornata non è iniziata nel migliore dei modi e peggiora quando una belva feroce cerca di ucciderlo per una ragione a lui sconosciuta.
Questo sarà solo l'inizio di una serie di avvenimenti che faranno capire a Jerome di non essere quello che credeva.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alexander prese un respiro profondo prima di aprire gli occhi e scrutare il buio presente della sua camere. Dopo poco riuscì a calmare i battiti furiosi del suo cuore e a riuscire a sentire il regolare russare del suo compagno di camera.
Ormai il rosso ci aveva fatto l’abitudine a quei sogni, che tanto sogni non erano, e riusciva a non svegliarsi più urlano. Certo sudava, e anche tanto, e il suo cuore sembrava volesse uscire dal suo petto ma almeno non disturbava le persone che dormivano insieme a lui.
Aje chiuse nuovamente gli occhi cercando di mettere in ordine quello che la sua mente aveva sognato e cercare di dargli un senso. Si ricordava che era qualcosa di spaventoso ma solo quel ricordo non bastava. Doveva capire chi c’era nel suo sogno.
Le immagini iniziarono a farsi chiare dopo poco e Alexander si morse il labbro riconoscendo nella figura incatenate e sporca di sangue Jerome, il fratello di Caleb. No, già così non andava per niente bene la cosa. Il rosso cercò di non pensarci molto per il momento e di concentrarsi solo e soltanto sul resto del sogno.
Il luogo non lo conosceva, o meglio gli ricordava un luogo che aveva visto purtroppo per lui in altri suoi sogni, ma non sapeva dove si trovava realmente, secondo intorno a Jerome c’erano delle candele che costituivano l’unica illuminazione della stanza e che permettevano di vedere poco quali erano le vere condizioni del moro, sangue però ce ne era parecchio.
-maledizione- disse tra i denti il rosso cercando di tenere il tono basso e decidendo alla fine di alzarsi e andare quantomeno a darsi una sciacquata. Restare nel letto a ripensare a quel sogno non lo avrebbe minimamente aiutato.
Dopo essersi messo una maglia e un pantalone puliti uscì dalla sua camera con calma e iniziò a passeggiare per i corridoi mentre l’aria fredda della notte s faceva sentire per colpa delle maniche corte della sua maglia, ma ad Alexander non dispiaceva la cosa anzi, lo aiutava ad essere più lucido.
Era la prima volta che gli succedeva di fare un sogno con una persona che conosceva. Solitamente la gente che vedeva era qualcuno che aveva intravisto una o due volte ma con la quale non aveva mai parlato. adesso però era diverso, con Jerome ci aveva parlato e anche tanto. Perché quel sogno? E soprattutto quando si sarebbe avverato?
Perché si per sua sfortuna tutti i sogni che faceva si avveravano dopo poco tempo e quando erano così brutti come quello di quella sera si sentiva male nel sapere di non poter cambiare il destino delle persone. Si sentiva male per le persone che non conosceva, figurarsi per qualcuno che conosceva. E ora cosa doveva fare? Avvisare Caleb? No. Avrebbe fatto troppe domande sui suoi sogni che voleva evitare di spifferare ai quattro venti.
Parlare con il padre? Anche peggio. I suoi genitori non erano a conoscenza degli strani poteri che aveva sviluppato da quando aveva memoria. Meglio non farli insospettire troppo.
Però restava il fatto che Jerome sarebbe stato catturato e ferito in un futuro prossimo. Cosa doveva fare?
Rimase così, immobile mentre il vento gli faceva volare i capelli in tutte le direzioni possibili ed immaginabili a cercare una soluzione, soluzione che per sua sfortuna non arrivò. Il tempo passò anche velocemente e il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri solo quando la luce del sole, che poco alla volta stava salendo, gli fece distogliere gli occhi dal paesaggio. Ma non si mosse da li. Diede le spalle al sole e iniziò ad osservare la porta che portava all’interno del castello come se quella avesse le risposte a tutte le sue domande.
Aveva sonno, tanto sonno visto che non era riuscito minimamente a dormire quella sera. Sarebbe stato ancora più irritabile del solito ma non era nel suo interesse essere dolce e gentile con la gente che gli ronzava intorno.
-che ci fai qui- Alexander alzò lo sguardo con calma avendo già riconosciuto la voce della donna.
-penso- rispose semplicemente il ragazzo incrociando le braccia al petto.
-all’alba?- chiese ancora la donna chiudendo la porta alle sue spalle e avvicinandosi al figlio -dovresti dormire invece di perdere tempo così- continuò Ayaka spostandosi una ciocca di capelli biondi dal viso.
-e tu che ci fai sveglia a quest’ora?- chiese di rimando Alexander sbuffando, conosceva la risposta a quella domanda ma comunque non capiva come mai la donna insistesse a controllarlo in ogni suo minimo passo.
-lo sai cosa stavo facendo non puoi chiedermelo- rispose appunto la donna sospirando a sua volta -mi preoccupo per te e soprattutto per quello che dicono di te in giro-
-e tu li stai a sentire? Tu che sei un oracolo? E poi che te frega di quello che dice la gente di me?- il ragazzo alzò gli occhi al cielo per poi spostare lo sguardo da tutt’altra parte.
-mi importa perché sono tua madre-
-che fai lo dici ad alta voce? Okay che non c’è nessuno ma i muri hanno le orecchie! Un oracolo deve essere vergine e tu hai avuto me quindi cerca di non spifferare tutto ai quattro venti dopo anni e soprattutto smettila di comportarti da madre quando non lo sei mai stata- ringhiò furioso il ragazzo tenendo sempre il tono basso.
-Alexander…-tentò di dire la donna con il cuore in gola.
-lascia stare- la bloccò il ragazzo andandosene da quella terrazza mentre Ayaka chiudeva gli occhi chiedendosi quando avrebbe avuto il coraggio di spiegare come erano realmente andate le cose anni prima.
 












Angolo Autrice
Scusate per il ritardo, ho avuto un bel po' di cose da fare in questi giorni e non sono riuscita a scrivere mezzo capitolo.
Scusata ancora,
la_pazza_di_fantasy
   
 
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