Storie originali > Giallo
Segui la storia  |       
Autore: eddiefrancesco    16/10/2021    1 recensioni
Costretta a cercare un impiego come dama di compagnia per mantenersi, Juliana è ormai rassegnata a vivere senza amore, quando le innocenti attenzioni di Nick, un caro amico di infanzia incontrato dopo molti anni ad un ballo, le fanno perdere il lavoro.
Per rimediare, il giovane gli offre un matrimonio di convenienza allorché al ricevimento di nozze uno degli invitati viene assassinato, deve aiutare il marito, principale sospettato, a risolvere il mistero.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lilith interruppe Juliana con voce sommessa. «Tu non sai niente. Non puoi sapere come mi sento. L'ho tenuto in braccio quando era bambino e sapevo che nessuno mi avrebbe fatta sentire così. Lo amavo.» Juliana provò un moto di comprensione per lei, nonostante il tono duro con cui l'aveva accolta. «Lo so» mormorò. La gentildonna si voltò a guardare il ritratto del marito appeso alla parete. «Naturalmente ho amato anche suo padre per tutto quello che ha fatto per me.» aggiunse con una certa amarezza. «Quando lo sposai, credevo che fosse il padrone della luna e delle stelle. Eravamo una coppia perfetta... o almeno lo credevo.» Aggrotto' la fronte, persa nei ricordi, poi contrasse la bocca in una smorfia, voltandosi verso Juliana. «È stata tutta colpa di tua madre!» sibilo'. Juliana la fissò, smarrita, colta di sorpresa dal suo sfogo. «Non... capisco.» chiese. «Sempre così bella e delicata. Diana, la cacciatrice. Un nome appropriato, anche se nessuno l'avrebbe detto guardando quel viso da santarellina. Sempre così dolce, così calma, così innamorata del marito morto.» «Mia madre amava davvero mio padre» si sentì in dovere di difenderla Juliana. «Non capisco di che cosa tu stia parlando. Che cosa era colpa di mia madre? Sono sicura che non ha mai fatto niente contro di te. Ti era molto grata per averla accolta in questa casa.» «Grata! È così che si esprime la gratitudine, rubando il marito di un'altra donna?» «Come?» Juliana la fissò a bocca aperta, chiedendosi se la morte del figlio le avesse fatto perdere la ragione. «Era una cacciatrice, anche se lo faceva in modo insidioso. Nessuno se ne accorgeva mentre avvolgeva le sue spire intorno alla vittima. Era sempre così mesta e abbattuta. Non c'è da stupirsi che lui le abbia offerto la sua spalla per piangere. Veniva sempre a chiedergli consiglio su una questione o l'altra e intanto cercava di sedurlo con le arti...» «No! Zia Lilith, non so perché pensi una cosa simile, ma ti sbagli!» esclamò Juliana. «Mi sbaglio? Non credo proprio.» Lilith si alzò e la fissò con gli occhi che mandavano bagliori di collera. «Non mi sbaglio affatto. Perché credi che ti abbiamo permesso di vivere qui così a lungo? Perché credi che ti abbiamo allevata ed educata come i miei figli?» «Ti sbagli. Era solo perché mia madre era tua cugina.» Ripeté debolmente Juliana. «Credi che io la volessi qui? Ti posso assicurare che se fosse dipeso da me, voi due vi sareste trovate in mezzo alla strada poche settimane dopo il vostro arrivo. Era mio marito che aveva voluto accogliervi in quella casa. Era mio marito che doveva ringraziare tua madre, e l'ha fatto a modo suo.» «No.» Juliana era sconvolta; non voleva restare un attimo di più in compagnia di quella donna orribile. «Ti prego di scusarmi» disse, voltandosi verso la porta. Si precipitò in corridoio e non smise di correre finché non ebbe raggiunto la propria stanza. Lì si lasciò cadere su una sedia e si prese il volto tra le mani. Non poteva essere vero, continuava a ripetersi. Sua madre non poteva aver avuto una relazione con Trenton Barre. Non si sarebbe mai concessa a quell'uomo freddo e malvagio. Non poteva essere innamorata di lui. Un gemito le sfuggì dalle labbra mentre ripensava all'infanzia. Tornando con la memoria a quei giorni, si rendeva conto che, anche se le era mancato l'affetto di una famiglia, la sua vita avrebbe potuto essere ben peggiore. La loro casa era sufficientemente grande e ben arredata. E anche se gran parte dei suoi vestiti erano quelli smessi da Seraphina, se non altro erano di buona qualità. Era strano che i Barre l'avessero fatta studiare, anche se Seraphina aveva bisogno di essere tenuta d'occhio. In fondo non era più sventata di molte delle sue amiche, fanciulle di buona famiglia come lei che erano state mandate a scuola senza una parente al seguito. Soprattutto, come aveva sottolineato Lilith, tutto quello che avevano ricevuto lei e sua madre non veniva dalle mani della cugina. Lilith le aveva fatto capire chiaramente che disprezzava sua madre e che si sarebbe liberata volentieri di lei. Era stato Trenton a darle una casa, a provvedere al loro sostentamento e a mandare a scuola Juliana. E lei sapeva che Trenton Barre non avrebbe mai fatto una cosa del genere per pura bontà d'animo, visto come aveva trattato Nicholas, che era suo nipote. Non era uomo da avere inclinazioni caritatevoli; non aveva mai provato pietà per nessuno. Si chiese come mai non ci avesse pensato prima. Ricordò le visite di Trenton Barre in casa loro, quando era bambina, e per la prima volta trovò strano che fosse sempre lui a bussare alla porta e non la cugina di sua madre. Poteva contare sulle dita delle mani le volte che Lilith aveva varcato la soglia della loro casa, ma Trenton era andato a trovarle tutte le settimane. Juliana ricordò l'agitazione della madre, che andava continuamente alla finestra quando si avvicinava il momento del suo arrivo. Insisteva sempre perché Juliana si presentasse in ordine, con un nastro nuovo tra i capelli e il suo abito migliore. Anche lei si sforzava di apparire al meglio: si vestiva bene, raccoglieva i capelli in una cascata di riccioli e si passava un filo di colore sulle labbra e sulle guance. Allora non ci aveva visto nulla di strano; aveva pensato che fosse normale per una donna farsi bella per ricevere il suo benefattore. Eppure ora Juliana vedeva tutti quegli elementi sotto un'altra luce e non poteva fare a meno di chiedersi se tutti quei preparativi non fossero stati invece per accogliere un amante. Ogni volta che Trenton andava da loro, Diana chiamava Juliana in salotto, dove doveva salutare con un sorriso e fare la riverenza. Ricordava bene quelle visite, perché le odiava. Aveva sempre temuto Trenton ed era un'agonia stare davanti a lui e rispondere educatamente alle sue domande. Ed era sempre un sollievo quando, dopo pochi minuti, sua madre le dava il permesso di ritirarsi nella sua stanza. Allora Juliana correva di sopra e chiudeva la porta, felice di essere lontana da quell'uomo. Non si era mai chiesta perché Trenton si fermasse così a lungo da loro. E nemmeno perché sua madre le dicesse di restare in camera sua finché Mr. Barre non se n'era andato. Era troppo contenta di non doverlo rivedere. Si portò una mano allo stomaco, in preda a un attacco di nausea. Le pareva che la sua vita in un istante fosse precipitata nel caos. Quello che aveva sempre pensato di sua madre erano tutte bugie? Non aveva passato il resto della sua vita a piangere il padre di Juliana, ma era stata l'amante di un uomo spregevole come Trenton Barre? L'aveva amato? Era stata un'adultera e aveva rubato il marito alla cugina? Sembrava troppo orribile per essere vero. Sicuramente zia Lilith le aveva mentito. Era evidente che era stata gelosa di Diana, e non c'era da stupirsene, dato che il carattere dolce e gentile di sua madre era l'opposto dell'atteggiamento glaciale che aveva lui. Forse Lilith era semplicemente invidiosa e aveva espresso i propri sospetti liberamente, benché fossero privi di fondamento. Forse era convinta di ciò che aveva detto sul conto di Diana e Trenton, il che tuttavia non significava per forza che fosse vero. C'era una sola persona che poteva sapere la verità, si rese conto Juliana, aggrappandosi a quel pensiero come a un'ancora di salvataggio. Mrs. Cooper, la donna che era stata la governante di sua madre fin dal primo giorno che si erano trasferite a Lychwood Hall. Lei sapeva quello che era realmente successo tanti anni prima. Una bambina poteva non rendersi conto di che cosa significavano le visite di Trenton Barre, ma una donna che era stata così vicina a sua madre non poteva ignorare se lei e il suo visitatore erano stati amanti. Sarebbe tornata da Mrs. Cooper, decise. Sapeva che quello che le avrebbe rivelato l'anziana signora avrebbe potuto sconvolgerla, ma non poteva sopportare di rimanere all'oscuro. Doveva scoprire la verità, per quanto terribile potesse essere.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: eddiefrancesco