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Autore: GReina    17/10/2021    2 recensioni
Questa raccolta di OS partecipa alla sfida WRITOBER lanciata da Fanwriter.it
Per tutto il mese di ottobre pubblicherò una OS al giorno! Trame e personaggi varieranno di volta in volta. Consultate l'indice e la premessa (primo capitolo) per maggiori informazioni e curiosità su prompt scelti e personaggi!
[coppie: kuroken | ushiten | iwaoi | semishira | osasuna | daisuga | sakuatsu | tsukkiyama | tanakyo | shoumika | arankita | yakulev | bokuaka | matsuhana]
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma, Shiratorizawa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
» Prompt: Nove
» N° parole: 1615

17. Nove – Tendo

Il fatto era questo: Ushijima Wakatoshi era bello da paura. Alto, muscoloso, occhi profondi, aria misteriosa. Tutto ciò che ogni ragazza avrebbe mai potuto desiderare, no? Tendo non lo sapeva. Sapeva però che era tutto ciò che lui avrebbe mai potuto desiderare.
I due si conoscevano dai tempi delle medie. Wakatoshi era stato il primo a non trattarlo come un mostro; il primo a riconoscere il suo talento nella pallavolo senza astio o invidia. Da parte sua, poi, Satori non aveva potuto fare altro che ammirare il modo in cui schiacciava. I punti fatti a muro restavano secondo lui i più meravigliosi, ma le schiacciate di Ushijima erano tutta un’altra cosa.
Il loro rapporto era dunque iniziato così: compagni di squadra che si rispettavano a vicenda. Tendo, tuttavia, non ci aveva messo molto per inquadrarlo meglio. Wakatoshi era serio e pragmatico; per tutti assolutamente impossibile da decifrare, ma non per lui. Il rosso lo sapeva bene, Wakatoshi era un tesoro pregiato, e non solo nella pallavolo. Tutti lo ammiravano, aveva uno strano tipo di carisma, un’aura che spingeva gli altri a prenderlo come guida e a vederlo come punto di riferimento. Tutto l’opposto di Tendo che invece era sempre stato allontanato da tutti. Era stato forse proprio per quel motivo che Satori gli si era avvicinato. Curioso di vedere se la forza attrattiva dell’asso era più forte della repulsione che la gente sembrava provare nei suoi confronti, e curioso – anche – di capire cosa di tanto speciale avesse quel ragazzo mancino dall’aria tenebrosa. Per gli stessi motivi, Tendo aveva iniziato a fargli mille domande, perché d’altronde nessun altro aveva mai pensato di fargliele ed altre alternative Satori non aveva che chiedere direttamente a lui ciò che lo incuriosiva. Era stato in quel modo che il centrale aveva potuto apprezzare sul serio Ushijima Wakatoshi, il ragazzo e non il prodigio della pallavolo. Nel castano c’era molto più dello sport e presto per Tendo non ci fu più scampo.
Più che le persone che guardavano male lui, adesso Satori odiava quelle che si avvicinavano a Wakatoshi fingendo di conoscerlo quando non era affatto così. Perché altro non interessava loro che la sua fama e il suo talento nello sport.
Erano diventati migliori amici, ma più passava il tempo, più i sentimenti di Tendo crescevano; più passava il tempo, più sapeva di non volersi accontentare di essere il suo migliore amico.
Redisse una lista: “Come baciare Wakatoshi”. Probabilmente era stupido, ma sapeva che avendo un piano sarebbe potuto arrivare più facilmente al suo obiettivo e soprattutto che avrebbe smesso di indugiare per – finalmente – agire.
Ne vennero fuori nove punti:
  1. Prestargli i miei JUMP;
  2. Parlare con lui degli JUMP (aka: scoprire i suoi anime preferiti!);
  3. Invitarlo a guardare anime insieme;
  4. Diminuire la distanza sul divano;
  5. Dividere la bibita (bacio indirettooo-);
  6. Abbassare il riscaldamento (dovremo stringerci sotto la coperta eheh);
  7. Fargli dei complimenti;
  8. Coccolarsi;
  9. Baciarlo.
Lesse e rilesse quelle nove righe quasi per delle ore, infine l’indomani mise in moto il suo piano. Al punto 1. scoprì di dover aggiungere “convincerlo che non deve leggere tutte le pubblicità” ma a parte quello il piano proseguì liscio come l’olio. Arrivò al punto 4. e lì le cose iniziarono a farsi più difficili. Una cosa, infatti, era quella di prestare ad un amico delle riviste o invitarlo a casa propria per vedere degli anime, un’altra era quella di avvicinarglisi per portare al livello successivo il loro rapporto. Inspirò profondamente ed espirò lentamente. Era arrivato fin lì, non aveva senso adesso tirarsi indietro. Ci era voluta una settimana di JUMP prestati e chiacchiere di ogni genere fatte su di essi, ma il resto della lista si sarebbe giocata nell’arco di pochi minuti. Tutto dipendeva da lui e dalla propria intraprendenza.
Si fece coraggio, poi eseguì quanto riportato nel punto. Erano vicini, adesso. Afferrò la propria bibita e la finì in fretta, poi disse:
«Wakatoshi-kun, la mia Ramune è finita. Posso prenderne un sorso della tua?» gli occhi di Ushijima scattarono in direzione della cucina per appena un attimo, ma se aveva pensato che Tendo poteva benissimo prendersene un’altra dal frigo non lo disse. Invece, afferrò la propria bottiglia e la porse al compagno di squadra che la accettò dalle sue mani con un sorriso prima di iniziare a berla.
“Ben fatto!” si congratulò da solo quasi iniziando ad annuire “Ora il punto 6.!” afferrò il comando remoto del riscaldamento ed abbassò la temperatura. Lasciò che la casa si rinfrescasse, poi prese la coperta porgendone un angolo a Ushijima affinché la tirasse. Questi lo fece senza chiedere nulla ed in breve si ritrovarono entrambi nuovamente al caldo con i corpi che si sfioravano. Le guance di Tendo si imporporarono. Wakatoshi imperterrito continuava a guardare lo schermo, ma aveva un’aria così carina che persino quello aveva fatto arrossire Satori.
“Punto 7.” fece mente locale subito dopo “Fargli dei complimenti.”
«Le tue battute di oggi erano fenomenali, Wakatoshi-kun! Sembra incredibile che tu possa ancora migliorare.» il castano distolse appena per un attimo lo sguardo dall’anime in corso per rispondere:
«Se non migliorassi inizierei a perdere.» Tendo rise per quanto fortemente in modo letterale lo schiacciatore continuasse a prendere le sue parole. Capì comunque di aver sbagliato. Tutti, d’altronde, potevano fargli complimenti sul suo modo di giocare. Lui doveva osare di più. Arrossì, ma infine si fece coraggio.
«Ti hanno mai detto che hai degli occhi davvero dolci, Ushiwaka-kun?» questi arrossì mandando del tutto in tilt Tendo. Era la prima volta che lo vedeva rosso in viso ad eccezione di quando era affaticato. Non se lo aspettava ed era stato colto alla sprovvista.
«No…» fu la risposta dell’amico, ed anche, dopo un attimo: «Grazie.» nel dirlo Ushijima non aveva distolto neanche un attimo gli occhi dallo schermo. Tendo lo prese come un modo per mostrarsi il meno possibile in imbarazzo, e per la stessa ragione anche lui tornò a guardare le immagini in movimento. Sussultò, e così fece il proprio cuore, quando dopo almeno tre minuti dall’ultimo intervento disse:
«Non credo che i tuoi occhi siano dolci… però mi piacciono tanto.» quello non era nemmeno definibile come un complimento. La prima e la seconda parte si annullavano a vicenda, quasi; eppure fu meraviglioso per Satori sentire quelle parole. Sorrise commosso, poi chiese:
«Cos’altro ti piace di me?» Wakatoshi lo guardò per un attimo, poi – calmo – elencò:
«Il colore dei tuoi capelli è bello, ed anche la tua bocca. Mi piace come giochi, e trovo belle le tue dita lunghe.» doveva essere un disastro adesso la sua faccia. Stava sorridendo, era rovente, e sapeva per certo che aveva anche gli occhi liquidi. Era la prima volta che gli venivano fatti così tanti complimenti. Inoltre, Ushijima aveva una capacità unica per affermare le cose facendo capire all’interlocutore che diceva sul serio. Se Wakatoshi gli avesse detto che i suoi capelli da rossi erano diventati magicamente blu, probabilmente lui gli avrebbe creduto. Fu bello sentirsi accettato e giusto, così prima che quei sentimenti sparissero, prima di pensarci troppo, passò subito al punto 8. “coccolarsi”. Tirò su le gambe e con quelle fece leva per avvicinare ancora di più tutto il proprio corpo a quello dell’altro. Gli si accoccolò addosso, poi lì prese ad accarezzargli il busto. Aveva ancora le guance rosse, e in quel modo – alleato il fatto di non poterlo vedere in faccia – continuò con i complimenti dicendo:
«Tu sei spettacolare, e non solo per il modo in cui giochi. Sei gentile, e sincero. Mi piaci veramente tanto, Wakatoshi-kun.» l’altro non aveva risposto e per parecchi minuti nessuno dei due parlò, tuttavia immediatamente dopo le sue parole lo schiacciatore aveva iniziato ad accarezzarlo piano tra i capelli e tanto era bastato. Satori si godette quel momento magico e che neanche nelle sue più rosee fantasie aveva osato immaginare. Infine, dovette raccogliere tutto il proprio coraggio per passare al punto 9.
Non voleva rovinare tutto. La scena così come la stavano vivendo era talmente perfetta da spingerlo quasi a desistere; salvare quei progressi e ricominciare a giocare da lì la volta successiva invece che uccidere il proprio personaggio riportandolo all’inizio del livello. Dovettero guardare una puntata di anime intera e poi un’altra ancora prima che – finalmente – Tendo decidesse di rischiare. Si morse il labbro inferiore, poi si voltò e guardando in alto attirò gli occhi di Ushijima su di sé. Guardò le sue calde iridi castane e di nuovo non poté che fargli i complimenti per quello sguardo così profondo, tenero e serio insieme. Poi si sporse in avanti. Chiuse gli occhi. Se era un fallimento quello verso il quale stava andando, Satori non voleva vederlo. Si aspettava di essere fermato da un momento all’altro. Da un colpo di tosse, magari, o dal palmo della mano di Wakatoshi che lo respingeva. Invece, ad accoglierlo furono le morbide labbra dell’asso della sua squadra. Erano dolci e delicate, Tendo le saggiò con le proprie, poi lentamente le spinse ad aprirsi per intensificare il contatto.
Quando si separarono, le guance di entrambi erano colorate; lo schermo della televisione del tutto dimenticato.
Ci era riuscito! L’aveva fatto!
Fu solo molte ore più tardi che Tendo confessò a Wakatoshi l’esistenza della sua lista creata con l’unico obiettivo di arrivare a baciarlo. Lo fece nel suo solito modo, sorridendo e cantarellando divertito, e così al suo solito modo Wakatoshi rispose calmo e pragmatico: «Ti sarebbe bastato chiedermelo. Anche tu mi piaci da tanto e ti avrei baciato subito.» quella risposta aveva avuto il potere di bloccare Tendo per appena un attimo, ma subito dopo – insieme al suo ragazzo – aveva iniziato a ridere. Non si sarebbe mai potuto aspettare niente di meno, d’altronde, dal ragazzo del miracolo Ushijima Wakatoshi.
   
 
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