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Autore: Maggiechan_75    17/10/2021    2 recensioni
“Sto tornando… tornando da te… Ma quanto è difficile! Qui dove mi trovo sto talmente bene, che una parte di me vorrebbe rimanere qui per sempre!
Sarebbe tutto perfetto se ci fossi anche tu.
Ma tu non ci sei ed io voglio stare con te in qualsiasi posto tu sia!
Aspettami sto arrivando…”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Per festeggiare il mio primo anno qui a EFP ho deciso di pubblicare un progetto a cui tengo tantissimo e a cui sto ancora lavorando.
La prima volta che ho pensato a questa storia è stato guardando  “L’amnesia” (intorno agli anni ‘90). L’episodio in cui Kaori aveva perso temporaneamente la memoria.
 
La prima domanda che mi venne fu… e se fosse successo al contrario? Ovvero se fosse capitato a Ryo?
 
Negli anni l’idea e una storia su questo aspetto mi stava appassionando sempre più. 
Un uomo già “senza identità” improvvisamente perde la memoria perdendo il ricordo di chi era stato.
Per raccontare tutto ciò mi sono ispirata al film "A proposito di Henry" . Harrison Ford è riuscito a mio avviso a interpretare molto bene la sensazione del "chi sono?" e la sua ricerca del "chi ero?". Ma quello che mi è piaciuto, e spero di  riuscire a trasmettere qui in questa storia è  "ciò che ero è ciò che sono?". 
Trasmettere tutto questo non è tanto semplice, per questo anche se questa storia l'ho iniziata a scrivere quasi un anno fa, ha solo 4 capitoli completi. 
Sono stata molto combattuta se iniziarla a pubblicarla ora, ma oggi per me è un giorno speciale e per questo ho deciso di farmi questo regalo ^_^

Proprio per le premesse sopra indicate vi avverto che 
tempistiche di pubblicazione tra un capitolo e l'altro saranno lunghe (almeno in questi primi capitoli).
 
 
Chi sono?
 
Sto tornando… tornando da te… Ma quanto è difficile! Qui dove mi trovo sto talmente bene, che una parte di me vorrebbe rimanere qui per sempre! 
Sarebbe tutto perfetto se ci fossi anche tu. 
Ma tu non ci sei ed io voglio stare con te in qualsiasi posto tu sia! 
Aspettami sto arrivando…
 
Appena l’anima prese coscienza di quei pensieri venne catapultata là dove era stata presa. Ritornò al corpo a cui apparteneva. Un corpo che da settimane e settimane era in bilico tra la vita e la morte. 
 
Quando l’anima e il corpo si riunirono l’uomo, aprì gli occhi. 
 
Dove sono?
 
Le pupille iniziarono a ruotare in cerca di qualcosa di familiare, un angolo.., un particolare... 
Non era una sensazione piacevole quella che provava. Il suo corpo si irrigidì, il cuore iniziò ad aumentare il suo battito. Si sentiva spaesato. Riusciva a muovere solo le pupille, tutto il resto del corpo non obbediva ai suoi comandi. Era troppo malridotto per farlo. Tutti i muscoli, compresi quelli delle labbra, erano bloccati. 

Dove sono?
 
Dolore.
 
Ogni centimetro del suo corpo soffriva. La testa gli scoppiava, la spalla sinistra bruciava, la sentiva pulsare a livello della clavicola. 
 
Dove sono?
 
La stanza era buia, era illuminata solo dalla poca luce che entrava dalla finestra. Era una serata silenziosa, si udivano soltanto le cicale che frinivano. 
 
Dove sono?
 
Il fiato iniziò a farsi più corto, anche i muscoli iniziarono a “risvegliarsi”. Si contraevano più per istinto che per un movimento volontario. 
 
L’uomo si rese conto di aver stretto la mano a qualcuno. Era una mano di donna, morbida, calda. L’unica cosa che in quell’incubo riusciva a tranquillizzarlo. 
 
Chi sei?
 
Si domandò avendo finalmente trovato quello che cercava.
 
<< Ryo ….>>
 
L’uomo con uno sforzo sovrumano girò la testa verso il suono della voce. Si trovò davanti a lui una donna che piangeva ripetendo un nome. 
 
<< Ryo. >>
 
Lo guardava fisso negli occhi piangendo e tremando. 
 
La mano non aveva lasciato la sua presa. 
 
<< Ryo. >>
 
Ripeteva quel nome come fosse un mantra. 
 
Ryo? E’ il mio nome? 
 
<< Ryo…? >>
 
L’uomo lo ripetè tremante e con gli occhi spaesati. 
 
Chi sono?
 
Sentire la sua voce uscire e non riconoscerla, fu un trauma ancora più grande dello scoprire che non ricordava il suo nome. 
 
Le pupille iniziarono a vagare cercando qualcosa… qualcosa di familiare.  E di nuovo si fermarono ad osservare la donna che gli era accanto. 
 
Lo sguardo di lei era cambiato. 
Prima era commosso e sollevato per il fatto che fosse vivo, in quel momento invece il volto esprimeva sconforto  e timore. La donna aveva capito che quell’uomo aveva perso la memoria.
 
Aveva un sorriso stampato in volto, ma lo aveva capito anche lui, era falso. 
Lei stava cercando di rassicurarlo, mentre forse quella più impaurita era lei stessa. 
 
Chi sei?
 
La donna sembrò interpretare i suoi pensieri.
 
<< Kaori. M.. mi chiamo Kaori >>
 
L’uomo cercò di alzarsi e di parlare ma la donna lo fermò.
 
<< Calmati Ryo non ti agitare. Hai subito un trauma e sei ferito! Ti prego.. >>
 
L’uomo si rese conto che agitarsi avrebbe solo che complicato le sue condizioni di salute. Sicuramente non avrebbe favorito il riacquisto della memoria. 
 
La guardò pensando alle sensazioni provate solo qualche minuto prima.
Le ricordava bene le emozioni che quella mano gli aveva lasciato. 
Le avvertiva a pelle quelle sensazioni, quelle che con gli occhi stava cercando disperatamente da quando si era risvegliato. 
Eppure il suo volto non lo ricordava e neppure il suo nome. 
 
Era una strana sensazione quella che provava. 
 
Come poteva riconoscere una persona, e allo stesso tempo guardarla in viso e non farlo?
 
Si sentiva totalmente disorientato. La testa gli scoppiava, i pensieri erano confusi e rari.
 
Tre domande. Tre maledette domande, semplici lo stavano tormentando: “Dove sono?”, “Chi sono?” e “Chi sei?”. Quesiti che avrebbero tormentato chiunque. 
 
Quell’uomo aveva perso la sua identità, aveva perso tutto ciò che era e che era stato. 
 
Riprese a guardare il soffitto arrendendosi.
 
Kaori riconobbe quello sguardo, lo stesso che aveva visto settimane prima. Però, in quel momento gli occhi esprimevano sensazioni ed emozioni diverse. 
Avrebbe voluto  confessarsi e dirgli qualcosa, ma sapeva che quello era solo un suo bisogno egoistico per liberarsi da tanti anni di silenzio e sofferenza.
 
<< Vado a chiamare Doc >>
 
Gli disse mentre si stava alzando. Cercò di assumere un atteggiamento calmo e dolce ma dentro si sentiva morire. 
 
Lui la bloccò prendendola per il polso e la guardò fissò negli occhi. 
 
Kaori li interpretò bene quegli occhi. La stavano supplicando di rimanere con lui. 
 
Erano occhi stanchi. In pochi minuti aveva avuto troppe emozioni. 
Erano occhi sofferenti. Le ferite e le contusioni gli stavano facendo male. 
Tutte quelle emozioni le percepiva anche dalla stretta che la sua mano tremante emetteva.
 
Gli sorrise risedendosi sulla sedia accanto a lui. Gli prese la mano come da settimane aveva fatto in quel periodo.
 
<< Sono qui! Non ti lascio! Questa volta no! >>
 
Il tono era dolce e calmo, ma nascondeva un profondo dolore mescolato da rabbia e senso di colpa. In tutti quegli anni non era riuscita a difenderlo. Gli era stato accanto da tanto, troppo tempo che ormai aveva creduto di conoscerlo. Solo un mese prima si rese conto che non era così!
 
Fu questione di pochi istanti.
Un “Ti amo” sussurrato con tale dolore e disperazione, che non aveva mai sentito. 
Un bacio rubato, troppo corto per permetterle di ricambiare, poi l’arresa totale di un uomo solo e disperato. 
 
Attese che si addormentò per togliersi dal viso quella maschera. 
 
Ritornò seria. 
 
Gli occhi tremanti stavano osservando un anello. Un pegno, una promessa che aveva fatto ad un uomo che non era lui. Lo amava? Di sicuro non quanto avesse amato Ryo.
Troppi anni aveva perso sperando che un giorno lui si dichiarasse. E quanti anni erano passati senza che lei trovasse il coraggio per confessare il suo amore, ma più il tempo passava, più quel desiderio si faceva più lontano e difficile. 

Aveva visto negli occhi un uomo a cui la vita non interessava più! 
Aveva visto negli occhi la disperazione di un uomo! 
Un uomo egoista che in quel momento aveva pensato solo a se stesso!
 
Aveva aspettato l’ultimo istante, quando lei stava per pronunciare “Si lo voglio”, per apparire in modo teatrale.
Spalancò le porte della navata della chiesa e si trascinò fino a lei e all’altro uomo. 
 
Lo guardò e sorridendogli gli disse “Congratulazioni sarete una coppia perfetta”. Poi si voltò verso di lei. La guardò e in due secondi lei lo capì. Era venuto per dirle addio.
Era venuto per guardarla un’ultima volta negli occhi prima di morire.
Si avvicinò a lei la baciò delicatamente sulla guancia e poi si avvicinò all’orecchio, quello opposto a quello del suo futuro marito, e le sussurrò “Ti amo”. 
Pochi istanti dopo svenne entrando in coma!
 
 
******
 
L’uomo si risvegliò qualche ora dopo, la mano di lei gli stava ancora tenendo la sua, ma era più pesante. La donna si era addormentata.  
L’uomo richiuse gli occhi per assaporare quella sensazione di protezione che avvertiva sapendo benissimo che sarebbe durata solo poche ore. 
 
Il giorno successivo avrebbe dovuto fare i conti con la nuova realtà piena di dubbi ed incertezze.
   
 
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