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Autore: dragun95    17/10/2021    3 recensioni
Valtur è un membro degli inquisitori, un gruppo votato alla lotta alla piaga che da più di un secolo sta causando morte e dispirazione. E da cui non vi è una cura.
Il mezzelfo è stato incaricato di dirigersi in una delle città umane più avanzate, dove la piaga ha iniziato a diffondersi. In concomitanza con un'incontro molto importante.
Tra i tetti e i vicoli il nostro inquisitore dovrà affrontare la piaga e forse qualcosa di più di quanto avesse potuto immaginare.
Genere: Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
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CAPITOLO 15
LAMA INSANGUINATA
 

 
Ederis stava finendo di assemblare il suo Golem, dopo aver unito insieme il corpo, l’unica cosa che mancava era il cuore. Prese con delle pinze un frammento di pietra magica inserendola all’interno del meccanismo toracico del costrutto.
La pietra trasmise essenza magica in ogni parte del Golem e questi si attivò di colpo.

-Bene…prendi quella scatola e spostala dall’altro lato della stanza- ordinò l’Alchimista indicando l’oggetto. Il costrutto si mosse meccanicamente afferrando la scatola e trasportandola dall’altro lato della stanza. Il giovane sorrise soddisfatto, anche se non era un costrutto di alto livello almeno funzionava e questo per lui era già abbastanza.

Si appoggiò al bancone da lavoro prendendo la sua tazza piena di tisana alle erbe, prendendone una bella sorsata, mentre il suo sguardo gli cadeva sullo scrigno che conteneva l’oggetto portatogli degli Inquisitori. Ogni volta che era li finiva sempre per lanciargli uno sguardo, come se avesse paura che l’oggetto al suo interno potesse animarsi e attaccarlo improvvisamente.                                   
Forse il fatto che fosse stato a contatto con un infetto dalla Piaga gli aveva provocato una piccola agitazione, anche se lo aveva maneggiato più volte per capire cosa fosse. E forse ci era arrivato.   
Nonostante la pietra al centro fosse stata danneggiata dall’intenso calore, aveva riconosciuto subito che era una pietra magica e che il cerchio sembrava una variante del contenitore che usavano per il nucleo dei Golem. 
Ma il perché fosse addosso ad un Infetto. Aveva sviluppato una teoria.

“Che chiunque lo abbia fatto…stia cercando di controllare gli Infetti?” Il collare sembrava un qualche tipo di oggetto di controllo. Ma non sapendone molto riguardo alla Piaga delle spine o di come funzionasse la mente di chi ne veniva infettato non poteva dirlo con totale sicurezza. Il giovane aveva sentito solo voci su ciò ed in effetti gli unici che ne sapevano di più erano proprio gli Inquisitori. Di certo avrebbe dovuto informarli delle sue scoperte o forse prima era meglio avvisare il Governatore? Dopotutto anche se lo aveva affiancato a loro, lavorava ancora per lui.
Anche se Ederis sapeva che avevano scelto lui perché lo reputavano sacrificabile, visto il talento mediocre e non poi così eccezionale, speravano che potesse bastargli lui. O forse pensavano che in caso di errore gli Inquisitori lo avrebbero arso vivo. Un convinzione errata che era venuto anche a lui quando gli avevano comunicato il suo nuovo incarico.
Ora si pentiva amaramente di aver anche solo potuto fare un pensiero simile su di loro, nonostante la fama che li precedeva, erano più umani e comprensivi di quanto si pensasse.

-E’ il caso che avverta prima Nerissa!- il solo pensiero di parlare con la Scriba lo faceva arrossire, quella ragazza oltre a essere carina era anche dolce e intelligente. Sperava che prima che se ne andasse di poterla invitare a bere qualcosa con lui.

“Nah sono certo che avrà di meglio da fare piuttosto che uscire con uno come…me” sospirò al suo stesso pensiero. Di certo una creatura bella come lei avrebbe potuto avere decine di spasimanti migliori di lui, scosse la testa portandosi la tazza alla bocca.Sentendo improvvisamente una forte fitta al torace che gli fece perdere la presa.                                             
La tazza cadde a terra frantumandosi in mille pezzi. Abbassò gli occhi vedendo che una lama gli aveva trapassato il torace, deglutì sentendo il sapore acre e ferroso del sangue in gola prima che risalisse macchiandogli le labbra. Deglutì sentendo la porta aprirsi e vedendo la maschera di Nerissa che entrava nella stanza.

Era notte fonda e tutti dormivano, ad eccezione di alcune figure. MA non si trattava degli Inquisitori impegnati in ronde notturne. Anche se il loro abbigliamento poteva trarre in inganno da lontano.
 Erano in quattro con indosso un lungo mantello color della notte e degli elmi che coprivano anche il volto con delle maschere in ferro modellate a formare un volto con espressione neutra.

-L’obbiettivo è qui?- chiese uno del gruppo.

-Si! Il Duca vuole che uccidiamo il Vicario-

-E per quanto riguarda la donna?- chiese un’altra figura riferendosi alla Minotaura.

-Lei la vuole viva. Su questo è stato categorico- i quattro assassini scesero silenziosamente fino alla finestra della camera da letto, forzandola con facilità e senza fare rumore entrare dentro come delle ombre.                   
Il letto era occupato da una parte da Blossom mentre l’altro lato era vuoto. Dalla stanza adiacente arrivò una luce, segno che probabilmente si stava facendo una bagno.

«Voi pensate al Vicario» disse uno degli assassini indicando la porta agli altri due. Mentre insieme all’altro si sarebbero occupati della donna. Mentre i due entravano nel bagno, l’altro prese delle catene, avvicinandosi al letto dell’Inquisitrice ignara di quanto stava succedendo.

I due estrassero delle lame ricurve da sotto i mantelli aprendo lentamente la porta del bagno ed entrarvisi. Ma si stupirono di non trovare nessuno, solo la vasca da bagno riempita d’acqua. 

-Dove accidenti è finito?- Si chiesero guardandosi intorno, la stanza era larga, ma non c’erano posti per potersi nascondere. La finestra era aperta ed entrava l’aria della notte, si scambiarono un’occhiata veloce per poi avvicinandosi ad essa, chiedendosi se non fosse saltato giù. 

Quando furono di spalle, dalla vasca saltò fuori Evereth prendendo di sorpresa uno dei due alle spalle e bloccandogli il collo in una morsa di ferro. Colto di sorpresa l’assassino provò a pugnalargli il braccio ma il Vicario afferrò la mano che reggeva la lama. Il secondo provò ad intervenire, ma il castano si spostò facendo cozzare la lama contro l’elmo del suo prigioniero.
Con una forte torsione spezzò il collo all’assassino che stava trattenendo, lanciandolo addosso al suo compagno che finì a terra. Sfruttando quella distrazione, agguantò un asciugamano mettendoselo in vita.

-E’ indecoroso entrare in un bagno occupato!- affermò lui, fermando al volo un coltello che gli era stato lanciato contro. Guardò l’Assassino per poi rilanciargli indietro il coltello facendogli perdere la presa sul secondo coltello che teneva. L’assassino provò a reagire ma si ritrovò il collo stretto nella morsa della sua mano. Evereth non perse tempo e lo sollevò di peso sbattendolo dentro alla vasca da bagno.
                                         
Sentendo il trambusto gli altri due si voltarono attirati dal frastuono. Blossom aprì gli occhi di scatto e scostando le coperte assestò un poderoso calcio in pieno viso al nemico più vicino sbattendolo contro la parete. La maschera aveva impresso sopra la forma del suo zoccolo mentre il collo era piegato in modo innaturale.

-Speravo di farmi una dormita come si deve e invece!- sospirò lei tenendo il lenzuolo per coprirsi, mentre spostava lo sguardo verso l’altro individuo che tirava fuori una spada. Che subito gli venne fatta volare via di mano da un colpo di frusta, la Minotaura mosse in polso e la frusta si avvolse intorno al collo del malcapitato come se fosse viva. L’Inquisitrice subito dopo richiamò la frusta con uno strattone provocando uno schizzò di sangue squarciando il collo.

-Devo ricordarmi di non disturbarti mentre dormi!- disse Evereth uscendo dal bagno.

-Gli altri due?-

-Morti mia cara- rispose lui guardando i corpi degli altri due. 

-Se sono entrati qui, potrebbero avere altri obbiettivi. Dobbiamo avvisare gli altri!- affermò iniziando a vestirsi subito in fretta e furia.

“Spero che Valtur stia bene” pensò al suo compagno ancora a riposo.

 
Quella sera il Mezzelfo cercava di dormire senza successo, aveva come il sospetto che stesse per accadere qualcosa. Proprio per questo anche se aveva gli occhi chiusi teneva tutti i sensi in piena allerta. Si rigirò tra le coperte sentendo qualcuno entrare nella stanza, il passo era leggero, sicuramente un altro non lo avrebbe sentito.
Rimase fermo allungando lentamente la mano sotto le coperte stringendo il manico di Durendart. Attese fino a che le figure non fossero sufficentemente e a quel punto gli lanciò contro la coperta intrappolando uno degli aggressori, dandogli il tempo di rotolare fuori dal letto e mettersi in posizione di guardia.

-Bene cos’abbiamo qui…Assassini?- si chiese a giudicare dal loro abbigliamento e dalle lame che brandivano, erano in tre e lui era da solo.     
Non sarebbe stato di certo un problema sistemarli, ma si stava ancora riprendendo dallo scontro della sera prima e la ferita alla spalla non si era ancora del tutto rimarginata. 
Essendo in possibile svantaggio non ebbe scelta. Afferrò il manico di Durendart con entrambe le mani per poi dividere la spada in due ottenendo una coppia di spade con la lama seghettata a pinne di squalo.

-Fatevi sotto!- l’assassino alla sua destra fu il primo a farsi avanti puntando al suo fianco, Valtur lo intercettò deviandolo per poi parare il fendente di un’altro assassino con la seconda lama.
                                       
I due aggressori lo incalzarono contemporaneamente costringendo il Purificatore sulla difensiva. Ad ogni colpo che deviava o parava sentiva la spalla che gli dava una scossa di dolore facendogli stringere i denti.
Un movimento venne catturato dal suo occhi, alzando la spada deviando un pugnale lanciatogli contro dall’assassino rimasto in disparte. In quel momento di distrazione gli altri due cercarono di infilzarlo, ma lui riuscì a parare le lame per poi sentirsi il fiato mancare, quando gli assestarono un doppio calcio allo stomaco facendolo sbattere contro il muro. 
           
Si rimise dritto sentendo i denti diventare accuminati come zanne e gli occhi che iniziavano a cambiare forma. Si morse il labbro sentendo il suo stesso sangue per contenere la rabbia.

“Stanne fuori” si disse, mentre i due assassini si avventavano insieme per trafiggerlo al torace. Di scatto gli andò incontro deviando le lame e conficcargli le spade nella pancia in perfetta sincronia. I due emisero dei rantoli mentre l’albino estraeva le lame dai loro corpi riunendole in un’unica spada e puntando quello rimasto.
                                                 
Il terzo si preparò a combattere quando qualcuno gli saltò sulle spalle, si trattava di Akerith. L’Ombra aveva bloccato le braccia dell’assassino avvolgendogli le gambe sotto alle ascelle, in un secondo fece uscire da sotto il mantello i suoi Kukri che piantò nel collo dell’assassino estraendoli provocando degli schizzi di sangue. E con un colpo di bacino saltò via mentre il corpo del malcapitato stramazzava al suolo.

-Che ci fai qui?- gli chiese stupito che fosse nelle sue vicinanze.

-Il Vicario mi ha detto di sorvegliarti, perché non ti capitasse niente durante la guarigione- spiegò l’elfa oscura.

-Grazie dell’aiuto- disse l’albino riprendendo fiato.

-A buon rendere- rispose mentre toglieva l’elmo all’individuo vedendo che fosse una persona normale.

-Chi sono questi tipi?- gli chiese ma lei scosse la testa togliendosi la maschera.

-Dovrebbero trattarsi della divisione di assassinio di qualche nobile- in quel momento il Vicario entrò nella stanza insieme a Blossom.

-Anche tu hai ricevuto un agguato- disse la rosa. Lui la guardò per chiedergli se anche loro avevano subito e l’Inquisitrice annuì.

-E gli altri, hanno subito attacchi?-

-Andiamo a controllare- rispose secco Evereth prendendo la sua spada e anche gli altri fecero altrettanto con le armi in mano.
 

La Scriba si bloccò come se fosse stata di pietra con gli occhi ridotte a due fessure, alla vista dell’Alchimista pugnalato alle spalle da una figura ammantata. Quest’ultima estrasse la lama spingendo di lato il ragazzo lanciando l’arma contro di lei.
Nerissa ebbe appena il tempo di riprendersi per spostare la testa. La maschera le volò via quando venne urtata dalla lama facendola finire a terra. Subito si rimise in piedi spostandosi di lato evitando una pugnalata e ripararsi dietro ad un tavolo da lavoro per non distanziare l’aggressore. Ma questo non servì visto che le l’assassino saltò agilmente sul tavolo colpendola con un calcio al volto. La Seimpyr sbatte contro uno scaffale, sentendosi afferrare per i capelli e tirarsi all’indietro.
Gridò di dolore afferrando uno dei bisturi che portava alla cintura piantandolo istintivamente nel braccio che la tratteneva. L’aggressori ringhiò strattonandola più forte fino a lanciarla nuovamente a terra, strappandole una ciocca di capelli.
Deglutì per il dolore, cercando di rialzarsi. Ogni suo muscolo gli diceva di scappare, lei non era un membro del gruppo armato non aveva esperienza di combattimenti. Quando i suoi occhi videro Ederis a terra sanguinante, vederlo in quello stato gli fece provare una grande rabbia.
L’assassino le si avvicinò di nuovo estraendosi il bisturi dal braccia e sollevandola per i capelli per piantarle il suo stesso strumento medico nel petto. La Corvina gli fermò il polso di colpo, le sue pupille erano diventate due fessure nere. 
 
Espose i lunghi canini, spezzando il polso al suo aggressore e prima che questi potesse urlare, gli saltò al collo mordendolo alla trachea. Sentì i suoi denti affondare nella carne tenera come burro e il sapore del sangue che gli finiva in gola, il suo istinto gli stava dicendo di bere, ma la sua rabbia gli stava gridando tutt’altro.
Con un violento strattone della testa, squarciò la gola dell’assassino provocando un grondante fiotto di sangue che la macchiò da capo a piedi. Ansimò sputando a terra il sangue che le era rimasto in bocca rimanendo a fissare il corpo senza vita dell’assassino.
Non aveva mai ucciso nessuno prima, ed ora era sporca di sangue. Sebbene lo avesse fatto per sopravvivenza sentì un conato di vomito risalirgli in gola, ma lo ricacciò indietro spostando l’attenzione su qualcosa di più importante: Ederis.
Si rimise in piedi barcollando andando da lui. Avendo una preparazione medica si rese subito conto che la ferita al petto dell’Alchimista era molto grave. Si strappò una manica della sua uniforme poggiandola sulla ferita e premendo per provare a fermare l’emorragia.

-Ne.rissa…sei qui- disse prima di sputare sangue.

-Non parlare. Risparmia le forze- gli disse subito cercando di fare più pressione per diminuire la perdita di sangue.

-Allo..ra…quando q…uesta storia sarà…finita. Potremmo..uscire, insieme?- chiese tra gli ansimi. La corvina arrossì ma scosse la testa, non era il momento per pensare a quelle cose.

-Quando starai meglio allora usciremo insieme…Ederis- sorrise lei senza ricevere risposta.

-Ederis?- alzò la testa ma gli occhi dell’alchimista erano ormai vacui e spenti, così come la sua vita.
 
-Nerissa tutto bene?- fecero irruzione nell’officina gli altri Inquisitori armati. Trovando davanti a loro il corpo dell’assassino con la gola squarciata. La Seimpyr era accovacciata davanti ad Ederis ferito, subito gli altri si precipitarono per aiutarli, ma lei li precedette.

-Non c’è più nulla da fare- gli disse con la voce rotta dal pianto. Blossom sgranò gli occhi deglutendo mentre le si avvicinava, poggiandole la mano sulla spalla, in risposta l’altra si girò i suoi occhi erano rigati di lacrime di sangue.

-Io…non ho potuto…fare niente- disse tra i singhiozzi ancora imbrattata di sangue.

La Minotaura, spostò lo sguardo su Valtur e Akerith che stavano guardando il corpo dell’assassino. Il segno del morso era evidente che corrispondeva ai denti della Scriba. Nerissa si gettò contro il petto della compagna piangendo più forte, lei in risposta la strinse accarezzandogli la testa per farla sfogare.
Evereth si avvicinò allungando la mano per chiudere gli occhi ancora aperti dell’Alchimista e coprirlo col suo mantello in segno di rispetto. Gli altri due si avvicinarono anch’essi abbassando il capo, inginocchiandosi come il Vicario. Tutti gli altri membri che giunsero vedendo la scena estrassero le loro armi inginocchiandosi anch’essi.                                                         
Nessuno disse niente, il solo silenzio era un simbolo di rispetto e onorificenza verso una persona che sebbene non facesse parte dell’ordine, li vaveva aiutati anche se solo in minima parte. In quel momento tutti gli Inquisitori incluse le Ombre nascoste resero un omaggio silenzioso ad Ederis.
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Ecco un nuovo capitolo anche se piuttosto triste. Alla fine l’attacco degli assassini di Kruagag è stato un fallimento, ha sottovalutato la forza degli Inquisitori.
Ma alla fine c’è stata un’altra perdita: Ederis. E vediamo quanto ciò abbia fatto arrabbiare Nerissa facendo uscire la sua discendenza vampirica. Ammetto che mi dispiace per l’Alchimista, ma alla fine in guerra ci sono sempre delle perdite anche tra chi non combatte.
Ora se Kruagag è fortunata che non abbiano scoperto il suo legame con il collare, questo di certo gli mette un bersaglio sulla schiena. Se attacchi un’ape preparati ad affrontare l’intero sciame.
Ringrazio anche solo chi legge la storia e a presto.
  
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