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Autore: Princess Kurenai    17/10/2021    1 recensioni
[Hades]
La neve perenne si scioglieva in un sibilo al suo passaggio, lasciando come segno dei suoi passi solo delle impronte fumanti.
Non era la prima volta che Zagreus riusciva a superare il Tempio e suo padre - e, ovviamente, non sarebbe neanche stata l'ultima - ma nonostante tutto era certo che difficilmente sarebbe stato in grado di abituarsi alla superficie.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Primissima fic su Hades. Quindi... YAY!
- Fluff e stupida. Senza pretese e, forse, con un minuscolo accenno alla ZagThan <3
- "Questa storia partecipa alla Wanderers' Journey del forum Piume d'Ottone"

Alba



La neve perenne si scioglieva in un sibilo al suo passaggio, lasciando come segno dei suoi passi solo delle impronte fumanti.
Non era la prima volta che Zagreus riusciva a superare il Tempio e suo padre - e, ovviamente, non sarebbe neanche stata l'ultima - ma nonostante tutto era certo che difficilmente sarebbe stato in grado di abituarsi alla superficie.
I colori e gli odori erano così diversi da quelli del luogo nel quale era cresciuto, così come gli animali e le piante. Alle volte si lasciava addirittura sopraffare da tutte quelle emozioni e sensazioni nuove, al punto che finiva immancabilmente per distrarsi e finire nello Stige.
In ogni caso, ciò che il più delle volte era in grado di affascinarlo e confonderlo era il cielo. Quell’immensa distesa dai molteplici colori che passava dall'essere scura come le profondità del Tartaro, costellata da migliaia di puntini dorati come le gemme dell'Oltretomba, fino ad assumere dei colori più tenui e delicati, creati dal carro di Elios che dissipava il velo di Madre Nyx.
Quello era lo scorrere del tempo nella superficie, un qualcosa che nella Casa di Hades era pressoché inesistente e che, ovviamente, lo affascinava - era strano e anche buffo sapere quando dire ‘Buongiorno’ o ‘Buonasera’.
Divertito da quei pensieri e considerazioni, Zagreus si fermò sulla rupe che dava al mare, permettendosi di osservare l'orizzonte farsi lentamente più chiaro.
Quel suo cammino era privo di una vera e propria destinazione, d'altro canto sua madre era tornata a Casa, e Zagreus in quel momento non aveva onestamente intenzione fare un altro spiacevole incontro con un orso - come facesse Artemide ad abbracciare quegli animali senza morire era e sarebbe rimasto un mistero per lui -, di conseguenza quello gli sembrò il posto migliore per attendere la sua inevitabile dipartita.
Si stiracchió, tendendo le braccia al cielo, e con estrema attenzione si sedette sulla rupe facendo penzolare i piedi nel vuoto - quella da caduta era un'altra morte che non desiderava riprovare.
Tenne lo sguardo fisso sull'orizzonte e su quell'alba che lenta stava allontanando il velo di Nyx.
L'indaco iniziò ben presto a lasciare il posto a un viola più tenue che, a sua volta, mutò in un leggero arancione quando il sole iniziò a fare capolino sul mare. Era uno spettacolo che lo rapiva ogni singola volta e che, tuttavia, non sarebbe durato a lungo... così come la sua permanenza lì in superficie.
Infatti Zagreus iniziò ben presto a sentirsi sempre più debole, e forse era solo la sua impressione, ma gli sembrò quasi di sentire il rumore delle placide acque dello Stige farsi più vicino.
Era imbarazzante oltre che frustrante morire ogni volta, e lo era ancora di più sentire le conclusioni sparate da quel Vecchio che sembrava quasi divertirsi nello sparare sentenze su di lui e sulle sue innumerevoli dipartite - era quasi più fastidioso di Hypnos, ma almeno il Sonno Incarnato si sforzava di dargli dei consigli più o meno utili.
Fu proprio quel pensiero a spingere Zagreus a raccogliere il Compagno Ctnonio che portava con sé nascosto nel chitone.
Rigirò Mort tra le mani, trovando vagamente esaltante l’idea di dare qualcosa su cui spettegolare agli altri e al Vecchio Narratore. Inoltre, se tutto sarebbe andato come sperava si sarebbe addirittura risparmiato un viaggio di sola andata nello Stige.
Avvicinò quindi Mort al viso, e con un sorrisetto provato dalla crescente debolezza ma anche tremendamente compiaciuto, Zagreus mormorò il nome di Thanatos.
Un ritocco cupo ma ormai familiare, annunció l'arrivo dell'Incarnazione della Morte. Aveva la falce stretta in mano ed era pronto a colpire l'avversario del Principe come era ormai solito fare nei rari momenti nei quali veniva utilizzato il legame che si era formato grazie a Mort.
«Zagreus,» lo salutó poco dopo Thanatos, rendendosi subito conto di non trovarsi nel bel mezzo di una battaglia ma dinanzi al paesaggio della Grecia avvolta dall'inferno della Dea Demetra.
«Ehi Than,» rispose Zagreus, riponendo Mort nel chitone. «Che ne dici facciamo qualcosa di diverso? Guardiamo l'alba insieme e poi mi riporti tu a casa. Ti va?»
Thanatos emise un basso verso, misto tra uno sbuffo e una risata, mostrandosi ancora una volta più che avvezzo alle piccole follie e richieste dell'altro.
«Non ho molto tempo ma... se è quello desideri, sarò più che lieto di acconsentire a questa tua richiesta, Zag.»
   
 
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